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mercoledì 13 nov
  • Il lato in ombra della fontana

    Uwe ha imbrattato la fontana, abbasso Uwe; il Comune ha pulito la fontana, evviva il comune. Fine dei cori da stadio ed inizio della riflessione: qui sotto vedete in bella mostra l’altro lato della fontana del ‘500 cara a tantissimi concittadini che hanno verbalmente malmenato il conquistatore austriaco; si mostra così: sporca, trasandata, con un pezzo di nastro adesivo nella parte alta. È l’altro lato, quello non in favore di telecamera in occasione dell’intervento di pulizia approntato dal Comune con la vigile presenza delle istituzioni di rito. Ma com’è che a nessuno è venuto in mente di buttare uno sguardo dall’altro lato? Mah!

    Il lato in ombra della fontana

    Dei bravi giornalisti hanno colto in fragrante Uwe mentre imbrattava la fontana. Uwe imbrattando la fontana ha acceso le telecamere di un paio di giornalisti su un lato della fontana. Quale è il giusto punto di vista? Cosa è accaduto veramente e perché?

    Sono andato a trovare Uwe alla Vucciria. Presidia la fontana da un paio di settimane, dalle 8:00 alle 20:00, sono gli stessi orari del mercato, questi orari sono in rispetto dei suoi amici della Vucciria, gli uomini del mercato per i quali è uno di loro, lo salutano tutti con affetto e rispetto: ci sarà un motivo. Rimarrà lì fino a metà giugno forse fino a fine giugno. È lì per chiunque voglia sapere perché è li. Sa su quella piazza e su quella fontana molte cose, ad esempio la pigna in cima era di bronzo (ha una foto della nonna del 1937 in cui si vede distintamente) e fu rubata da un ragazzino per un benestante della Palermo bene nel dopoguerra. Cosa importa direte, nulla infatti, fa parte della spoliazione sistematica del nostro patrimonio, pezzo a pezzo, solo che a noi lo viene a raccontare un austriaco imbrattatore. Qualcosa non va. Ma a lui non interessa che il pomello di bronzo torni al suo posto, non è lì per restaurare, è solo preoccupato di salvare quello che c’è. Non solo le cose quanto l’anima che le abita. La fontana era ed è in pericolo, il palazzo di fronte, che ospitava la sua Cattedrale di rifiuti, è a rischio crolli, vedete dalla foto le aree di cedimento ed il pilastro che regge il tetto posticcio poggiato su un tramezzo: una follia, come vorrà confermare qualunque ingegnere ed architetto in ascolto. Sul lato sinistro non in foto è stato anche eliminato il tetto che proteggeva lo stabile. Crollerà entro l’anno teme Uwe.

    Dopo lo sgombero della Cattedrale di rifiuti ed il crollo e la chiusura della piazza è successo di tutto, la nostra amata fontana si è allagata e dentro si sono formate larve grossissime e puteolenti, Uwe è riuscito a farla ripulire dopo infinite segnalazioni al comune, ma al prossimo acquazzone si riempirà nuovamente perché l’intervento è stato temporaneo, aggettivo molto in voga in città. Durante i lavori del palazzo la fontana era sommersa di detriti e calcinacci, e messa seriamente a rischio dai lavori. E poi c’è l’umore della gente, il timore che quella fontana (che la notte diveniva orinatoio della vita notturna alla Vucciria) fosse spostata altrove come avvenuto per la fontana del Garraffo pochi metri più in là. Ma la fontana è l’anima della piazza e del quartiere, toglierla darebbe un segno inequivocabile ed irreversibile al degrado. Già le balate storiche, quelle che non avrebbero mai dovuto asciugarsi per intenderci, negli anni novanta non si sa bene perché sono state sostituite; in quell’occasione ci siamo dimenticati di indignarci. Occorreva dare uno schiaffo, ha detto Uwe, e l’unico che poteva darlo era lui, un po’ come un padre, aggiungo io, per mettere in guardia un figlio da un pericolo imminente; lo schiaffo che ha dato Uwe serviva per proteggere non per ferire. Lui conosce molto bene la fontana, l’effetto delle vernici, come comportarsi. L’ha già ripulita due volte da graffiti non suoi. Sapeva come agire e cosa faceva: i periti della sovrintendenza hanno certificato che l’intervento di Uwe non ha recato alcun danno alla fontana.

    Uwe è parzialmente soddisfatto, la fontana è protetta come mai negli ultimi venti anni, recintata e pulita, ma è ancora a rischio, perché il palazzo crollando la distruggerebbe, e non porterebbe via solo un bel monumento antico, sventrerebbe irreparabilmente l’anima di quel posto, per cui Uwe non si fermerà almeno finché il Comune non sarà intervenuto a mettere in sicurezza il palazzo, che è un rischio per la fontana, ma anche per le migliaia di persone che la notte abitano la piazza.

    Il lato in ombra della fontana

    C’è un altro lato in ombra della vicenda, anche questo stranamente sottovalutato: il disegno assurdo dell’amministrazione: trasformare la Vucciria in un dormitorio con interventi di edilizia popolare; “silenzieria” dice lui, ma non è un caso che vucciria nella nostra lingua abbia un significato opposto. Nessuno dei proprietari privati vorrà mai investire in un luogo che non venisse valorizzato, anche perché il costo degli interventi è significativo. Tutto andrà in malora ancora di più. È 700 anni che la Vucciria è vucciria, che senso ha mi chiedo io cambiarne la vocazione, invece di trovare un modo creativo, intelligente e lucido per alimentarla? E soprattutto perché non discuterne con i residenti autoctoni? Con i residui abitanti del mercato? Non lo so. Spero che il nuovo assessore almeno lui lo sappia.

    Uwe è un artista. Questo è fuori discussione se l’arte deve aiutarci a vedere le cose da un altro punto di vista, se ha il compito di indurre allo straniamento ed alla riflessione, se serve a puntare un dito dove la folla ed il gregge non guardano. Lui indubbiamente offre un altro punto di vista sulle cose, per esempio, sulla sua Cattedrale di rifiuti, mi racconta divertito come la gente riuscisse a vedere in maniera selettiva solo i rifiuti dentro e non l’oggetto della denuncia, ovvero il degrado circostante. Uwe è anche un acuto osservatore, ed ha una filosofia che dovrebbe farcelo rispettare e molto: non ha accettato nessuna intervista da parte di giornali nazionali, a dispetto degli insulti ricevuti non gli interessa alimentare luoghi comuni sulla nostra incapacità di occuparci del bello, perché lui non denuncia l’attore del degrado, ma pone l’accento sull’esigenza di porvi rimedio. Lui sta agendo, e mi permetto di dire, politicamente, nel senso più nobile ed ampio che si può dare a questa parola. Sul pericolo del crollo ho chiesto perché non denunci in procura, ed ha affermato stranito: «Io sono un artista: faccio, non denuncio». Lo conoscevo di fama e l’ho incontrato un paio di volte negli anni. Mi è piaciuto adesso più di quanto ricordassi. Invito tutti gli amici che mi hanno scritto in privato ed in pubblico contestando le mie posizioni ad andare a trovarlo, con la scusa magari di dare un occhio alle due facce della fontana, cercando l’occasione per riflettere su tutti i volti della vicenda, non solo quelli in prima evidenza. A parte che rivedere la Vucciria così come è adesso dà un colpo forte al nostro ego intellettualistico, per tutto quello che dovrebbe essere e non è, per tutto quello che potremmo fare e non facciamo, incontrare Uwe è soprattutto una occasione per riflettere, una occasione per alzare lo sguardo sul nostro lato in ombra, un lato che lui comunque comprende e rispetta molto più di quello che sarebbe lecito aspettarsi; perché, a mio modo di vedere, a dispetto del suo improbabile italiano, Uwe è uno di noi molto più di noi stessi.

    Palermo
  • 26 commenti a “Il lato in ombra della fontana”

    1. Un post lungo tanto quanto un amplesso in cui pensi solamente a cosa metterti il giorno dopo. Si cade nel ridicolo quando non si fa altro che lodare ogni giorno l’atto illegale di un ospite straniero della nostra città.

    2. colorina, mi pare che ti frega niente in realtà nella tua città, i beni monumenti della bellezza etc. sei fissata purtroppo su di me e il fatto che la fontana è un souvenier, costruita senza autorizzazione italiana, dei altri stranieri ospiti che hanno dominata la tua città.

    3. Intervengono per pulire la fontana imbrattata di vernice da un lato ma non toccano l’altro lato imbrattato di vernice. O_o

    4. si tony, perchè anche loro sono solo fissate su di me, ma la fontana? chi si frega?

    5. @Uwe, stavolta devo dare ragione a Colorina: la fontana ha due facce. Non si spiega per quale ragione tu hai deciso di imbrattare il lato che tutti amano. Mentre c’era e c’è anche un lato non amato a tua disposizione, che è evidentemente più idoneo ad essere imbrattato. Ha tutta l’aria di un dispetto ed è per questo che sono così agguerriti. Io mi tiro fuori, perché io amo decisamente la pigna che si trova di sopra. Non provarti a toccarla quella, mi raccomando!

    6. @Colorina, vorrei che provassi a considerare che il mio intervento va oltre la questione dell’imbrattamento e cerca di comprendere motivazioni e ragioni. Non accuso ne assolvo Uwe, cerco di capire il perché, atteso che rispetto al cosa spetta ad altri intervenire: forze dell’ordine, magistratura e giudici. Il gesto ha una intenzione che va oltre l’atto vandalico, io proponevo una riflessione su quell’oltre, puoi non condividere la mia ipotesi, ma se ti limiti a ridurre il tutto all’imbrattamento ed all’atto illegale fai un torto alla tua intelligenza. Sarebbe come se, con le dovute misure ed i dovuti distinguo, di fronte alla marcia del sale di Gandhi tu ti mettessi a discutere circa l’illegalità del gesto e non prendessi nota del sentimento di coesione che quel gesto ha generato.

    7. scusa colorina, non ti volevo fare male. giovanni, la fontana ha 2 lati. da un lato lo sfondo palazzo lo mazzarino, messo in sicurezza per ora. dall’ altro lato, quello lato con il mio intervento, lo sfondo loggia della cattiveria adesso, assolutamente non messo in sicurezza. il mio punto principale del intervento è stato questo. belle sono le foto propaganda, dove non si vede solo una volta il rischio cosa ha il bene comune combinato dopo il crollo fino ad oggi: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/05/20/foto/arcuri_garraffaello-86667277/1/#1

    8. giovanni credo che sul gesto di Uwe si sia parlato tanto e abbia catalizzato tutta la rabbia che cova in questa città soprattutto da parte delle tante persone che nulla o poco hanno fatto per la fontana,p.zza garraffello o la vuccira. credo che sarebbe anche ora ,non solo di riconoscere ad uwe l’importanza che ha avuto il suo gesto ma soprattutto capire cosa vuol fare l’amministrazione della Vucciria.spero che lo facciano partendo da chi la abita senza calare dall’alto qualunque tipo di decisione. Personalmente lo dico già da tempo,la Vucciria è stata il mercato oggi è Movida ed in qualche modo credo si debba partire da Qui. ultima cosa ,spero che la fontana ,così come dice Uwe sia presto messa in sicurezza..Lei o la Loggia dei Catalani.

    9. e per questo, cari concittadini, dal mio punto di visto, diciamo per alcuni io con-ospite-cittadino, mi fa adesso più paura negli l’ultimi anni l’antimafia come la mafia.

    10. Caro Uwe, ho imparato a conoscerti e so bene che non hai scelto a caso il lato della fontana, perché da artista curi lo sfondo quanto il primo piano. Diciamo che ti ho offerto l’occasione per spiegarlo a Colorina :). Ma non posso prometterti che vorrà capirlo.

    11. Pequod, ovviamente quoto in pieno il tuo intervento, in aggiunta credo anche che oggi alla Vucciria si giochi la partita per il progetto della Palermo di domani. E forse è anche il momento di farne l’avvio di un processo condiviso e partecipato di recupero della nostra storia e della nostra città. Anche perché il nostro possibile benessere a palermo passa da questo recupero. Uwe sta facendo la sua parte, ma non è e non può rimanere solo una sua battaglia.

    12. Giovanni, sul discorso dell’edilizia popolare ci sarebbe molto da dire; per me destinare delle abitazioni come case popolari alla Vucciria non è un cattivo disegno. Perchè la Vucciria e il Centro Storico sono ridotti così? Il motivo principale è dato dallo spopolamento voluto dai politici, dalla mafia e dai palazzinari negli anni ’50/’60; per giustificare la costruzione di quartieri periferici dormitorio, circa 100.000 persone sono state “deportate” come le scimmie, e contro il loro volere, dal Centro Storico verso orrendi quartieri quali il Cep e Borgo Nuovo. La mancata manutenzione delle case abbandonate e la mai iniziata messa in sicurezza degli edifici bombardati hanno fatto il resto. Quindi ben venga un piano che riporti popolazione in Centro, anche come conseguenza di edilizia popolare. Si farebbero molte cose positive: si andrebbero a ristrutturare edifici fatiscenti e cadenti, si potrebbe ricostruire un tessuto sociale ormai disgregato, i nuovi residenti potrebbero aprire una loro attività nel loro nuovo quartiere, si risparmierebbe territorio urbano non andando a costruire nuovi quartieri popolari in periferia. Molti esperimenti riusciti sono stati già fatti in questo senso, ad esempio a Bologna, dove in centro si sono ristrutturate vecchie abitazioni del centro, assegnandole agli aventi diritto. Il risultato è che anche gli assegnatari non si sentono ghettizzati in un quartiere lontano 20 km, ma parte integrante del tessuto della città.
      E poi non penso che tutte le case sarebbero oggetto di edilizia popolare, si tratterebbe solo di qualche edificio; anche i proprietari non interessati alla ristrutturazione e che non vogliono pagare l’imu, e ce ne sono tanti, potrebbero cedere le case al Comune o allo Iacp, che con una spesa minore rispetto ad una nuova costruzione, potrebbero risanarle.

    13. domanda: ma Uwe che scrive su questo blog è davvero Uwe? io credo di NO.

    14. anzi ne sono certo.Rosalio se è possibile controlla e vedi che puoi fare.non credo sia giusto che qualcuno ne approfitti usando un nick che può solo provocare confusione,quando va bene….

    15. Chi è Uwe?

    16. grazie Rosalio ok!

    17. Uwe ha fatto male al dito per farci sapere che abbiamo ancora una mano. Il Comune ha personale è macchinari che permettono un abbattimento almeno del 70% dei costi (dati ufficiali della comune) di una qualsiasi manutenzione, perché nessuno si indigna nel convivere con le brutture del presente, che tra l’altro hanno effetto retroattivo?

    18. @pablo in linea teorica quello che dici è giusto. Solo che ad esempio su piazza garraffello si affacciano tre palazzi storici, con volte affrescate, ed un costo di ristrutturazione enorme. Destinare ad area popolare significa ipotizzare fruitori non facoltosi e quindi un basso valore immobiliare, nessun privato sarebbe interessato ad intervenire. Oppure pensi che qualcuno acquisterebbe un appartamento nobiliare in un quartiere popolare? L’ipotesi di acquisto del comune oltre ad essere poco praticabile, perché in mano all’amministrazione gli interventi di recupero costerebbero molto di più, non è pensabile perchè comunque l’amministrazione non può ripristinare con le sue sole forze l’intero centro. I modelli da applicare ci sono. Su tutti quello di barcellona. L’amministrazione dovrebbe intervenire nelle aree comuni, garantendo i servizi base semplificando lgi iter autorizzativi, e disegnando un piano d’uso delle aree, lasciando ai privati la facoltà di investire ma anche di avere un ritorno dall’investimento. Sono anche io convinto che lo svuotamento del centro ha risposto a certe precise logiche, ma oggi quel tessuto umano non esiste più e non è più ricostruibile, tanto vale reinterpretare l’attuale funzione d’uso degli spazi. Ed io credo che immaginare la Vucciria quale luogo di aggregazione, in linea l’attuale mood, sia la sola strada percorribile se ci interessa il bene della città. Ma è anche possibile che la destinazione ad edilizia popolare sia la soluzione. Penso che però ha senso che sull’argomento si aprisse un dibattito ed un confronto in città, e che scelte così strategiche non avvenissero nel chiuso di segrete stanze.

    19. Ci sono tanti altri palazzi alla vucciria non nobiliari ma residenziali,ma che purtroppo sono fatiscenti.Perche l’amministrazione non li ristruttura? Sarebbe una delle tante soluzioni per far rivivere il mercato ormai da troppo tempo abbandonato.Uwe siamo con te non ti arrendere.

    20. Credo che se non si faccia qualcosa per riempire fisicamente gli edifici vuoti del centro, non si arriverà mai a nulla. Tempo fa si parlava anche di creare dei micro-pensionati per gli universitari fuori sede; sarebbe servito per far rivivere i vicoli anche di sera, e nello stesso tempo ringiovanire il tessuto abitativo. Forse un esperimento simile, non so se concluso positivamente, si è fatto accanto Casa Professa, con la ristrutturazione di un rudere bombardato. Se si riduce tutto al luogo di aggregazione notturno, quale è diventato la Vucciria, e di giorno si cammina in vicoli deserti,silenziosi, e pure pieni di bottiglie di birra vuote, non abbiamo risolto il problema.
      C’è stato ad esempio, in alcune zone del centro, un ritorno di professionisti e impiegati che hanno ristrutturato le case dei nonni ed ora vi abitano, come nella zona di fronte al Massimo.
      Questi sono gli esempi virtuosi da incentivare, mentre la movida passerà dalla Vucciria come è passata e svanita in altri luoghi.

    21. @pablo ripeto sono d’accordo. Residenze per universitari, ostelli, edilizia abitativa. Certamente va ripopolata, e può starci anche l’edilizia popolare. Solo che non puoi partire dall’edilizia popolare se il tema è il rilancio di un’area. Devi partire dalla visione, dal progetto, dal sogno, e poi aggiungi quel che ti pare. Comunque condivido a pieno lo spirito del tuo approccio.

    22. @roberto l’amministrazione non può permetterselo ed una volta ristrutturati non saprebbe come gestirli, come avvenuto per tanti monumenti in città, degradati dopo la ristrutturazione. L’amminisitrazione deve creare le condizioni perché recuperi gli immobili chi poi gestirà i beni. è la sola strada praticabile.

    23. Demolire,demolire,demolire !
      Fare tabula rasa e creare spazi verdi.

    24. Con centinaia e centinaia di siti che hanno necessità di urgenti interventi di risanamento,dalle scuole agli ospedali,dai litorali alle colline,non si capisce tutta questa grancassa che si fa in una area che per ragioni di sicurezza si dovrebbe chiudere alla pedonalizzazione,in attesa di procedere a radicali demolizioni.

    25. http://www.comune.palermo.it/noticext.php?id=2317
      E nei due anni ,se va molto bene,in cui verranno fatti i lavori cosa succederà in vucciria? come si prevede di procedere? dopo il mercato si prova a distruggere anche la movida?

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