Riflessione su via Roma e sulla crisi: quale tessuto?
Qualche giorno fa, dovendo effettuare delle compere, ho deciso di fare una passeggiata in via Roma: erano anni che non lo facevo. La prima cosa che mi ha colpito è stato che rispetto agli anni passati c’erano poche persone che camminavano, poi, moltissime vetrine di negozi ormai svuotate rimandavano a immagini di carcasse svuotate di vecchie auto da rottamare. Era come se un pezzo di città si fosse addormentata a macchia di leopardo per sempre. La crisi di cui tutti parlano è arrivata anche qua, è sicuramente un dato di fatto. Questa è dovuta in parte ad una “evoluzione”, involuzione, del sistema economico e commerciale che si è voluto dare alla città per omologarla alle grandi città d’Italia e d’Europa, la realizzazione di grandi centri commerciali dove poter effettuare compere di ogni genere o vivere parte della vita, e nel dire questo non esagero. Questi grandi centri commerciali sono come se fossero delle grandi astronavi dove perdere la cognizione del tempo; è significativo che quasi tutti i negozi non hanno nessun apertura verso l’esterno, che la luce naturale che entra è filtrata da vetri opacizzati, come a volere creare un mondo nuovo, il parco divertimenti dove si recarono Pinocchio e Lucignolo nella fiaba di Collodi. Naturalmente, come nella fiaba, questi luoghi hanno il potere di trasformare le persone da individui ad asini, solo che oggi questo piccolo inconveniente non si vede perché particolari computer rimandano un ologramma che inganna l’avventore che li frequenta. Continua »
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