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lunedì 18 nov
  • Una fotografia ideale su Palermo: usi e costumi di una società in declino

    Nella nostra cara Palermo si tenta di cambiare spesso e volentieri, le convenzioni sociali sino ad adesso rispettate. Si sa, il palermitano è sempre innovativo, creatore di significati e raggiunge elevati livelli di astrazione, ma quando arriva dinanzi al semaforo, infrange tutto. Un forte dubbio, a tal proposito, lo tormenta: «Passo oppure no?». E ancora «Devo fare lo “strappo alla regola” e rispondere al mio sentimento anarchico oppure continuo ad essere tremendamente convenzionale?».

    Per tale ragione, da un bel po’ di tempo a questa parte, mi sono incuriosito e sono rimasto fermo per diversi minuti dinanzi ad una lanterna semaforica. La disinvolura con la quale certi pedoni si prendono la briga di passare sopra le strisce pedonali (se tutto va bene) con il rosso, incuranti di qualsiasi pericolo, è incredibile. Da destra verso sinistra o da sinistra verso destra non cambia nulla. Il palermitano (o almeno, un certo tipo) passa con qualsiasi colore, pure col viola se esistesse. Questione di daltonismo? Sì…può darsi. I palermitani potrebbero essere daltonici, quindi passano. Una breve ipotesi, ma concreta. La vicenda però, non si limita naturalmente solo ed esclusivamente ai pedoni, ma si estende a tutti quei automobilisti incazzati, indisciplinati e strapieni di presunta “premura” sino all’osso. «Passa, cuinnutu!», direbbe uno di loro, con grande dolcezza. La rabbia dei palermitani al volante è incontenibile e la sensazione quasi “d’orgoglio” a passare con il rosso, come gli amici pedoni, diventa irresistibile. Naturalmente a tutto ciò, dalle parti più alte della società, giunge l’infinita voglia di pedonalizzare la nostra cara città perché tutti i cittadini, forse, si sentono pronti a dirigersi verso una realtà europea, toccando i confini del continente con le proprie mani. Ma per fare tutto questo, gli abitanti di Palermo devono cercare di far “riemergere” il proprio corpo, dall’intera monnezza che li circonda. Ripeto, per chi non avesse capito: parlo di immondizia…quella che campeggia ormai, da troppo tempo, da Palermo sino alla provincia ed oltre. Ci si chiederà, a questo punto: Ma tutto sto discorso, cosa c’entra con i semafori? La soluzione è semplice. Riflettete: un palermitano, ogni mattina, si sveglia e crede di sapere cambiare le regole, le convenzioni sociali, andando contro le prescrizioni legislative. Contemporaneamente, si sente un vero e proprio cittadino europeo, nel momento stesso in cui nuota in mezzo ai sacchetti della spazzatura. La nostra città era candidata a capitale della cultura, dello sporto, oppure dell’incuria o dell’inciviltà? E il palermitano, inoltre, è inventore di significati oppure molto – poco civizzato, utilizzando un ossimoro? Quante domande, mamma mia, che confusione….ma una risposta è certa: avremo mai la risposta?…. Come dice un carissimo amico: lo scopriremo solo vivendo…

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  • 4 commenti a “Una fotografia ideale su Palermo: usi e costumi di una società in declino”

    1. …i Palermitani sono sempre gli altri

    2. anche io mi ritengo un palermitano, ma impegno me stesso affinchè cò che si verifica nella realtà quotidiana di tutti i giorni non abbia motivo di esistere. Credo comunque, altrettanto, che non appena mi sarà possibile, me ne andrò via da questa città, da questo contesto… così buio e disperato. Palermo è bella come fenomeno estetico. E non solo, ma l’intera Sicilia. Mi rifaccio alle parole del filosofo Manlio Sgalambro che definì questo territorio, quest’isola vera solo <>. Un carissimo saluto a tutti,

    3. Ho sbagliato, nel commento sopra dovevo concludere scrivendo <>. Buona continuazione

    4. “Solo nel momento felice dell’arte, quest’isola è vera” – Manlio Sgalambro

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