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sabato 21 dic
  • Perché a Palermo certi comportamenti sono tollerati?

    A proposito dell’annoso problema dei rifiuti di Palermo, ho letto che tanti indicano, fra le cause di questo fenomeno endemico, assieme all’inciviltà di molti cittadini palermitani, la mancanza di controlli e di sanzioni nei confronti di chi sporca la città.
    Che il mancato adempimento di quelli che sono specifici compiti di chi, in una città, svolge determinate funzioni, rientri fra le cause del problema, credo sia un fatto incontrovertibile.
    Non c’è dubbio infatti che responsabile di una situazione negativa non è soltanto chi commette le azioni che la determinano ma anche chi, colpevolmente, consente, con i propri comportamenti, con ciò che fa e ancor di più con ciò che non fa, che quelle azioni vengano compiute impunemente, non sanzionando in misura adeguata gli autori.
    Se un problema (come quello dei rifiuti di Palermo) continua ad essere presente per così tanto tempo è segno evidente dell’incapacità o, peggio, della mancanza di volontà, di affrontarlo adeguatamente da parte di chi è deputato ad amministrare la città (a meno di non volerlo considerare insuperabile, come se si trattasse di un male incurabile, nel qual caso non dovrebbe valere neanche la pena di cercare inesistenti soluzioni).
    Ritengo però che sarebbe anche utile, dopo aver puntato il dito contro questa evidente mancanza di capacità/volontà, cercare di individuare, indicandoli chiaramente, quelli che sono i motivi di queste colpevoli omissioni.
    Perché a Palermo chi è deputato a controllare non controlla (e, soprattutto, non agisce di conseguenza qualora dal controllo emergano irregolarità, spesso assolutamente chiare, evidenti, alla luce del sole)?
    Perché chi ha il compito, la responsabilità, di far rispettare leggi, norme, regolamenti, non adempie quelli che sono i suoi specifici doveri?
    Perché è così diffusa l’abitudine di cercare giustificazioni (arrampicandosi spesso sugli specchi) a comportamenti che invece andrebbero condannati senza esitazioni?
    Si tratta solo di menefreghismo, di mancanza di senso civico, di mancata consapevolezza del proprio ruolo, o c’è dell’altro?
    Credo, a questo proposito, che un ruolo importante nell’impedire a tanti di intervenire nei confronti di chi viola leggi, regolamenti, norme, sia quello giocato dalla paura (quella reale, fisica), sentimento fortemente collegato alla non-azione, sentimento primario, sul quale tanti palermitani fondano il potere che esercitano su tanti altri loro concittadini, potere che l’evidente debolezza di chi, per il proprio ruolo, dovrebbe svolgere un’azione di contrasto nei suoi riguardi rende ancora più forte.
    A volte le risposte a certe domande sono semplici, molto più semplici di quel che si crede, di quel che si vorrebbe far credere.

    Ospiti
  • 11 commenti a “Perché a Palermo certi comportamenti sono tollerati?”

    1. Un paese, una città, è specchio di chi ci vive.
      Gli amministratori devono fare il loro lavoro ma fin quando i cittadini non avranno senso civico, il problema dei rifiuti (come tanti altri problemi) rimarrà sempre li irrisolto
      Quando vediamo una bottiglia sull’arenile raccogliamola, dire che “che schifo!” e girare lo sguardo altrove è fin troppo facile oltre che inutile

    2. Dico solamente che è vero che il cittadino ci mette del suo, ma principalmente è l’Amministrazione Civica che è assente totalmente, guardate anche le ville, le aiuole, le strade in che stato sono, anche questo è cola del cittadino, no!!!!Il pesce puzza dalla testa, questa è la verità.

    3. Qui completo il pensiero di 2 operatori ecologici con i quali mi sono soffermato a parlare in modo diretto,quelli che facevano i mucchietti.
      Abbiamo chiesto i guanti,le scope,una zappa,con tanto di richiesta scritta,al nostro capo,ma ci è stato risposto
      “Picciuli un ci nni sunnu picchi’ si futteru 180 miliuna chiddi ca si nni eru a Dubaj.
      A voli sapiri a virita?
      Canciaru nnomi ma cumannanu sempre i stissi!
      Amu puliziatu a Favurita.
      Ora nni mannaru cca.

    4. Il cittadino 2 cose può fare,
      Pagare la tassa
      ed andare a cercarsi un cassonetto od una campana che non siano stracolmi.
      Fare la RD diventa antieconomico se ho la campana gialla in un posto e la campana del vetro in altro posto,come regolarmente accade a Palermo dove non esiste una stazione completamente dotata per la RD.
      Il guaio e’ che i disservizi cittadini hanno fatto scuola,per cui anche nelle borgate marinare oggi si verifica che a mezzogiorno nessuno ha vuotato i cassonetti.
      Se vi fate un giro litoraneo Casteldaccia,Santa Flavia,Porticello,S.Elia,Aspra,Ficarazzi,
      Romagnolo,Foce dell’Oreto,S.Erasmo,,e’ roba da quarto mondo.

    5. Non assolvo l’amministrazione (di cui premetto non sono un fan) dalle sue pesanti ed evidenti colpe ma non si può pretendere che gestisca in modo esemplare una cittadinanza che spesso e volentieri se ne frega e che preferisce demandare ad altri la soluzione di un problema di cui è co-responsabile.
      Non sopporto un amministratore corrotto e/o incapace alla stessa misura di un cittadino che non ha senso civico e non ha rispetto per il bene comune

    6. Bene,dunque un cittadino con senso civico,davanti i cassonetti stracolmi,
      cosa può fare?Riportarsi a casa i sacchetti con i Rifiuti e ritentare il giorno dopo?

    7. Manco ai tempi di Nerone …

    8. no ma forse se tutti avessero senso civico i cassonetti non sarebbero colmi anche di mobilio ed elettrodomestici (ed è già tanto se si trovano vicino un cassonetto…) oppure si cercherebbe di ridurre a monte il volume acquistando detersivi alla spina,
      quanti negli anni passati si munivano di sacchetto di stoffa per la spesa, in quanti compattano le bottiglie di plastica prima di gettarle.
      ripeto, che l’amministrazione non gestisca il problema è acclarato e non lo nega nessuno ma molti cittadini se ne fregano

    9. Bene,dato che c’è qualcuno capace di dare suggerimenti,
      invito l’amministrazione ad aprire un canale
      Programma Suggerimenti
      dandone ampia diffusione e possibilità di discussione,
      per approdare a decisioni meditate e condivise.

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