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giovedì 19 dic
  • Se io fossi sindaco

    Ho reso pubblico in più occasioni quanto poco stia apprezzando l’operato di questa giunta. Ma la critica in se penso non serva a nulla; mi sono chiesto quindi da cosa partirei se fossi io il sindaco. Penso che preso atto che occuparsi di tutto contemporaneamente non sia possibile lavorerei sul bisogno di appartenenza e partecipazione. Ricordo che molti lustri fa proprio sotto questo sindaco prese avvio la manifestazione Palermo apre le porte, e fu un modo per riportare la cittadinanza ad interessarsi della città, quei ragazzi sono oggi adulti che hanno partecipato in maniera attiva ad un modo diverso di narrare e vivere la propria città.

    Una delle prime iniziative di questa amministrazione fu un albo di volontari, non so quante migliaia di persone diedero la loro disponibilità, io tra quelli. Non sono mai stato contattato, neanche con una banale mail di ringraziamento, se non dopo molti mesi quando mi venne chiesto di realizzare il logo di non ricordo quale evento; in tal modo in un solo colpo l’amministrazione dimostrò di non volere o sapere neanche leggere i curricula (non sono un grafico), e che la richiesta di collaborazione in realtà nascondeva il più mediocre obbiettivo di scroccare qualche servizio. Non ho mai risposto a quella richiesta, neanche come avrebbe meritato. Ma l’adesione di massa a quella che inizialmente sembrava una genuina richiesta di aiuto dimostra che la voglia di fare ci sarebbe ed io penso anche le competenze.

    Il progetto Palermo viva realizzato per il Festino 2014 intende puntare proprio su questi temi. Sulla necessità di partecipazione ed aggregazione. Nel realizzarlo ci siamo imbattuti in moltissime associazioni che senza clamori, pubblicità o altro già operano in questa direzione. Ciascuna a suo modo produce il cambiamento piccolo o grande che sia, di cui è capace e di cui si sente responsabile. Il cambiamento complessivo può avvenire a mio avio credo viso dalla somma di tutti questi cambiamenti, deve essere pensato come una proprietà emergente del sistema e non come un intervento taumaturgico avulso dal tessuto che lo esprime.

    Tutte le parti del Progetto Palermo viva sono già parte della vita della Città alla quale noi riteniamo debba essere dato risalto e centralità nella politica di indirizzo della Città stessa.

    Nei prossimi giorni alcuni di quei temi, alcune di quelle iniziative, saranno realizzate a prescindere, autofinanziate ed autoprodotte dalle varie associazioni, perché indipendentemente dal fatto che le istituzioni sappiano individuare la residua vitalità della città questa comunque e per fortuna trova modo di esprimersi.

    A questo proposito vi segnalo una serie di itinerari raccontati, aperti a tutti, anche a persone con disabilità, qui trovate gli itinerari e le indicazioni per aderire e partecipare. Le attività sono curate dall’associazione Palermo Aperta a tutti, che da anni opera sui temi della accessibilità universale. È un lavoro che io ho sempre ammirato, perché è un pensiero inclusivo, che tiene conto anche di una piccola percentuale di cittadini generalmente trascurati, una attenzione che rappresenta anche un cambio di paradigma importante: tutti meno uno non è tutti. Bene non è ottimo. Per quanto possa sembrare un pensiero integralista io penso che dobbiamo dismettere l’approccio accomodante dell’accontentarsi del meno peggio, che è un po’ io temo il nostro peccato capitale come città ed in molti casi come cittadini, ed i cui esiti vediamo nella realtà attorno a noi.

    Ecco, probabilmente se fossi sindaco, partirei da quelli che possono apparire ad uno sguardo distratto come i dettagli, ma sono “dettagli” che sottendono un diverso progetto di città e probabilmente una diversa visione del mondo. Perché a ben vedere solo cambiando il modo in cui facciamo le cose possiamo sperare di cambiare i risultati che produciamo.

    Probabilmente proprio per andare in una direzione opposta all’approccio taumaturgico la cosa più pratica è che ciascuno cambi paradigma da solo e magari con il suo operato possa essere di ispirazione agli altri sindaco incluso (ammesso che il sindaco voglia essere ispirato); pertanto iscrivetevi alle passeggiate di Palermo aperta a tutti sostenendola ed in tal modo contribuendo ad essere il cambiamento che vorreste attorno a voi.

    Palermo
  • Un commento a “Se io fossi sindaco”

    1. forse mi sbaglio, ma il tempo dopo del sindaco contemporaneo, viene un tempo del buio, tipo comune commissariato. un segno forte sono i vasi in plastica, quelli che coprono come una malattia la città e ogni giorno in più si trasformano in rifiuti tossici.

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