Era una mattina, una calda mattina di luglio. Roberto era pronto per uscire, ma, come spesso accade, non aveva ancora pensato a una meta. Gli capitava spesso di uscire e camminare, lasciando che i suoi passi lo guidassero attraverso i volti della gente e i luoghi che fanno loro da cornice. In fondo Palermo è piccola e spesso per trovare ispirazione devi camminare. Appena uscito dal portone Roberto pensò istintivamente di andare verso il centro, dove i volti sono molti e le storie nascono ai semafori. Roberto aveva con sé un biglietto dell’Amat, quel biglietto che tiene da mesi nel portafoglio per tutte le volte che ha rinunciato a prendere l’autobus per via della lunga attesa. In quella calda mattina di luglio un autobus lo avrebbe sicuramente aiutato a raggiungere il centro città, risparmiandogli la fatica che stanca la mente. Ma quella mattina, forse per volontà del destino, passò accanto a lui un 806, la linea che porta a Mondello. Istintivamente Roberto salì sull’autobus, obliterò il biglietto e prese posto sul primo sedile, quello accanto al conducente, quello su cui sedeva sempre da piccolo perché gli dava la sensazione di guidare lui stesso l’autobus.

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