Il Taccuino di Giafar (reloaded): un popolo senza futuro
Incontrai mio cugino Eugenio l’Emiro che quando mi vide mi domandò: «Giafar, mi pari attruvatu. Ma chi ci fu? Mi hai fatto stare ca testa ‘ntall’aria». Ci spiegai che qui, nel paraddiso dell’Islam, ho avuto un sacco di cose da fare e che il Sommo mi rimproverò perché mi passa la vita a guardare quello che succede nella mia Palermo, quella dove fui ultimo Emiro e che non è mai uscita dal mio cuore. Mio cugino Eugenio annacò la testa per farmi significare che aveva capito . «Pure io – mi disse – ogni tanto ci do una controllatina. Ma, a proposito, ci sono novità?». Che vi devo dire? Quando mi fanno questa domanda io mi abilio perché le novità a Palermo sono sempre cose tinte e non se ne può più. Pure le cose minute fanno capire che nella Mia Amata le cose non si aggiustano. Continua »
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