La Sicilia affonda? Non andate via, è il momento giusto per investire
N.d.R. (nota di Rosalio): il post è stato inizialmente pubblicato sul profilo facebook dell’autore e non era rivolto al pubblico. Dopo avere richiesto l’autorizzazione per la pubblicazione all’autore è stato postato nella categoria Ospiti. Il titolo non era presente nel post originario ed è stato aggiunto da Rosalio.
Dopo un bel viaggio all’estero, mi collego e i primi link che leggo rimandano ai soliti articoli sulla Sicilia che affonda e sui giovani che per salvarsi hanno una sola speranza: andarsene… Pensatela come volete, ma fa comodo scaricare la colpa sugli altri, specialmente sulle “vecchie generazioni” che limiterebbero la crescita dei giovani!
Io non ho mai creduto a questa versione della storia. Vedo piuttosto delle persone al massimo del loro potenziale creativo e lavorativo (che si raggiunge a 25 anni), che amano continuare a farsi trattare da ragazzini. Ma guardiamo un po’ fuori dall’Italia, nessun giovane aspetta che qualcuno gli lasci il posto, se lo prende!! È questo secondo me l’atteggiamento giusto e mi rifiuto di pensare che sono l’unico a vederla in questo modo. Niente mi sprona quanto l’idea, dopo un bel viaggio, di tornare a casa e lavorare davanti al mare di Mondello.
Inutile dirlo, se ci affidiamo all’attuale struttura imprenditoriale siciliana o ancora peggio al “posto pubblico” è morte certa. Questo è il momento giusto per investire in Sicilia, senza aspettare che sia qualche politico a dircelo, e io spero che fra qualche anno saranno proprio le nuove generazioni a prendersi questa terra con tutte le sue ricchezze senza dover chiedere il permesso a nessuno! Quando mi chiedono di raccontare Mosaicoon agli studenti universitari, mi piace iniziare i miei interventi domandando ai ragazzi presenti in aula, quanti di loro, hanno programmato di andare fuori Palermo per qualche Master, laurea specialistica o stage. Inutile dirlo: il 90% dei ragazzi alza la mano.
Ebbene, un anno all’estero o al nord Italia costa almeno 10000€ (volendosi tenere proprio bassi). Denaro che mai ritornerà e che verrà completamente disperso in una città che non ci appartiene e che difficilmente potrà darci subito qualcosa (è il ragionamento che mi ha convinto a tornare a Palermo quando studiavo a Bologna). Se considerate che ogni volta in aula ci sono almeno 300 studenti, è facile calcolare che, se tutti i ragazzi investissero il loro tempo e i loro soldi direttamente nel nostro territorio, in ognuna di queste tante aule dell’Università di Palermo ci sarebbero circa tre milioni di euro che verrebbero investiti direttamente dai ragazzi in nuove attività sane e fresche. Qualcuna potrebbe andare male, certamente, ma sarebbe un modo completamente diverso di immaginare il nostro futuro…rimbocchiamoci tutti le maniche, e grazie alla nostra energia e alle nostre capacità sfruttiamo questo momento per impossessarci di una terra che ha il potenziale che tutti conosciamo benissimo! Scusate lo sproloquio ma otto ore di transito in aeroporto mi hanno fatto questo effetto. 😉
Ugo anch’io mi sono intristito vedendo migliaia di giovani a elemosinare un tirocinio a 500 euro lordi al mese. Mettendosi insieme potrebbero fare grandi cose. Spero sempre che questa scarsità di risorse suoni la sveglia e apra anche a soluzioni creative, fermo restando che credo che si debbano valutare anche opportunità sullo scenario globale.
Infatti Tony, mi è sembrata una guerra al tozzo di pane, tra gente laureata e/o con grande esperienza lavorativa e nemmeno più giovanissima (il limite era 35 anni, all’estero se sei un minimo bravino a 35 anni sei dirigente e 500 euro li guadagni forse al giorno).
Riguardo al discorso dell’articolo, è assolutamente vero quello che dice, ma non basta qualche anno. Qui da noi ci vorrebbero almeno 20 anni e 20 anni non te li restituisce nessuno, il tempo è l’unica risorsa che non si può recuperare. Senza contare che conosco una montagna di gente a Palermo (anche persone laureate prossime ai 40) che appena trova 500 euro al mese in nero si accontenta, perché tanto stanno ancora a casa con mamma e gli bastano per l’aperitivo e per lo smartphone…
E poi mi scusi l’autore dell’articolo, ma leggendo la sua biografia lui è andato prima a Bologna, poi a Barcellona e la sua azienda ha sede a Milano…
Quozca con me sfondi una porta aperta sui palermitani che non hanno ambizione e voglia di lavorare. L’azienda ha la sede a Mondello.
Qui o fuori purché non si festeggino i 35 anni nell’attesa.
Secondo me, l’autore dell’articolo sta dimenticando alcuni importanti dettagli. Investire significa avere soldi, e avere soldi a 25 anni, di solito, significa avere i soldi della famiglia. Non tutti hanno questa enorme fortuna, ci sono persone che non sono andate all’università, altre che ci sono andate a spese proprie, e il tirocinio non pagato, il pianGo giovani, e le situazioni in nero, a volte, sembrano l’unica speranza. Ma parliamo di quelli che ce la fanno, si pagano gli studi, si prendono tutto, laurea di primo livello, di secondo, master, dottorato, e poi? Poi aspettano. Nel frattempo, i loro coetanei all’estero sono professori ordinari. Nel frattempo i loro coetanei all’estero hanno casa e figli.
Nel frattempo si accontentano di guadagnare qualsiasi cosa, per non dover dipendere completamente da mamma e papà, che si stanno stancando di avere il 30enne in casa, e hanno anche ragione.
Non so, credo che uno dovrebbe quanto meno prendere atto del proprio privilegio, prima di dare consigli ai “giovani” palermitani. Forse uno si dovrebbe chiedere cosa li spinge a lavorare lontano da Mondello, ad “accontentarsi” di lavorare in posti freddi e in cui si parlano lingue ostili. Un capriccio? O la ricerca di un minimo di dignità?
Lo chieda ai suoi amici non privilegiati, signor Giusino. Se ne ha.
Manuela Ugo fa un ragionamento che non fa una piega: per partire ci vogliono dei soldi. Se invece di usarli per partire si mettessero in una startup con altri giovani che cosa potrebbe nascere? Ci vedo un barlume di speranza che non si vuole vedere. Non c’è soltanto mendicare un posto alla politica o emigrare, ci sono altre vie tutte da esplorare.
Tony, per te non fa una piega, e lo rispetto. Per me è a tratti offensivo. Rimango a Palermo (per ora) per scelta, ma sono una privilegiata, perché ancora posso scegliere. Ma non tutti possono, e sinceramente i consigli ai giovani hanno un po’ stancato, soprattutto se vengono da persone che ce l’hanno fatta in una città dove non ce la fa quasi nessuno.
Interessante riflessione. Due pensieri, però.
1. Soprattutto in un epoca come quella in cui viviamo, e soprattutto se si ambisce a fare imprenditoria, fare delle esperienze “fuori” dalla propria zona di conforto è utile, utilissimo, per non dire fondamentale (e infatti a Ugo non mancano). Per cui ben vengano la volontà di fare master, corsi, tirocini, esperienze di lavoro fuori, e ben venga che qualcuno vada fuori e poi ci resti. Anche perché dimentichiamo troppo spesso che il problema della “fuga dei cervelli” è mal posto: il problema non è tanto chi va via, ma chi non arriva. In una terra come la Sicilia, la cui storia e le cui meraviglie son fatte di meticciato, l’afflusso di idee e culture diverse è fondamentale.
2. Non si può pensare che tutti nella vita vogliano o possano essere imprenditori. Sono pienamente d’accordo che servirebbe più voglia di intraprendere. Ma chi non ce l’ha? Chi vuole dare il suo contributo alla società facendo bene il suo lavoro? Serve, quindi, costruire le condizioni perché chi vuole investire possa farlo (e sia stimolato a volerlo fare), ma chi non vuole possa costruirsi una vita senza dover correre dietro a posizioni come quelle vergognose offerte, per fare un esempio, dal Piano Giovani.
Simone d’accordo sul punto 1. Sul punto 2 chi non ce l’ha va a lavorare da chi ce l’ha. 🙂 Se tutti partono nessuno lavora e nascono cose tipo il Piango giovani.
Mai letto articolo più’ ridicolo.
Ugo, vedrai che tra qualche anno tornerai ad essere stanco della gentaglia che ci circonda, gente che guida a caxxo di cane, maleducazione a destra e manca, sporcizia, traffico ovunque e scapperai come tanti di noi abbiamo fatto qui.
Adesso sei preso dall’euforia di mangiare tutto il giorno e di mondello, tra poco te ne pentirai e scapperai.
Saluti (da un fuggitivo).
Ho conosciuto sia la realtà del Nord che quella del Sud. Al Nord studi, fai il master o l’Università privata dal nome altisonante e poi vai a fare l’impiegato, spesso sfruttato, in agenzie che fanno centinaia di migliaia di euro di fatturato. Un iter, quindi, piuttosto regolare. Simile a quello che si fa al Sud con la differenza che qui l’unica possibilità sembra avere a che fare con il pubblico, al Nord invece hai tante possibilità nel privato. Privato che nasce spesso da soci che hanno un discreto capitale da investire o da gente del settore che dopo anni di esperienza decide di fare il grande salto mettendosi in proprio; questo significa avere fondi, contatti e approfondita conoscenza del settore di riferimento. Vantaggi che non vengono certo dati dal fattore età. Questo per dire che non c’è dubbio che qui si parta da una condizione di svantaggio, probabilmente anche di tipo psicologico, ma che se ci pensi bene non tutti possono essere imprenditori proprio perchè ci sono dei fattori di tipo strutturale/economico che non lo consentono e va considerato che non tutti ne hanno proprio la capacità. Proprio pochi giorni fa leggevo un articolo sul tasso di mortalità delle startup, siamo intorno all’80% e sono cifre che riguardano tutta Italia. Capirei al 100% il tuo discorso se ci fossero banche/privati disposti ad investire su progetti di sviluppo ma siamo in Italia e neanche se dai in garanzia tua madre puoi sperare in un contributo che ti consenta di lavorare serenamente al tuo progetto. Fosse così non ci sarebbe bisogno di avere 300 aspiranti imprenditori, ne basterebbero 30 in grado però di garantire lo sviluppo di un tessuto economico solido in grado di assorbire gli altri 270 professionisti. Cmq è davvero un discorso troppo complesso e con troppe variabili per arrivare ad un’idea condivisa di cosa sia davvero giusto fare.
Simona, tu vai troppo avanti già, io mi fermo già’ al fatto che se uno dovesse investire, FUORI avrebbe moooltissimeeee più’ possibilità che a Palermo e che l’autore dell’articolo SOGNA.
STOP-
Se la cantano e se la suonano…il discendente del duca si è coltivato su un humus di agiatezza che gli ha permesso di unire i suoi pezzi di ARA. Sono d’accordo con quello che dice ma il suo post vale come consiglio per 25enni di una certa classe palermitana di figli di papà la cui famiglia sovvenziona le loro aspirazioni imprenditoriali, gli altri devono ancora mangiarsi sarde salate.
c’è una storiella che ben rappresenta la realtà italiana e ancor più quella meridionale. E’ la storiella del genio che chiede al padrone che aveva appena strofinato la lampada “dimmi qual è il tuo desiderio, ma sappi che lo realizzerò al doppio per il tuo vicino”…”cavami un occhio rispose”..
L’invidia sociale è un tipico atteggiamento del popolo del sud. Viviamo nella convinzione tacita che è meglio non avere niente né noi né gli altri così da non dover giustificare la propria inettitudine e chiunque riesce a fare qualcosa è solo perché ha avuto un colpo di fortuna ed è stato messo nelle condizioni di farlo. E’ più facile lamentarsi che agire!
Concordo pienamente con Ugo Parodi Giusino: se ognuno di noi provasse con tutte le forze a realizzare il proprio sogno senza sprecare tempo a lamentarsi la Sicilia sarebbe davvero il paradiso terrestre.
Simona ci sono molti fondi per le startup al momento e i soldi vengono concessi se l’idea e il business plan sono buoni. Spesso non si trovano le idee valide e sostenibili da finanziare. Persino la Regione Sicilia lo sta facendo.
Smashkins Mosaicoon ha ricevuto finanziamenti da fondi, non è necessario essere figlio di papà per accedere ma avere “i pidocchi che camminano” sì.
Invece di processare l’estensore dell’idea (che comunque parte da una storia di successo e quindi mi pare accreditato a dire che si può fare) discutiamo della sua idea. A me piace.
E finalmente un discorso. Basta con questo piagnisteo, andatevene e cose del genere. Quoto quasi tutto il contenuto dell’intervento e tutto lo spirito che lo anima. Complimenti!
Leggo quest’articolo dal “nord” dove studio/lavoro da quasi due anni. Amo Palermo e vorrei tornare dopo questi studi. Inizio col dire che mi sono trasferita per curiosità e perchè credo che (a mio avviso), passare tempo fuori casa faccia bene a tutti. Al mio ritorno, spero di vedere Palermo in cui il criterio di assunzione sia la meritocrazia e non “ti assumo perchè sei amico di” o, ancora peggio “il dito più veloce”. L’autore afferma che il lavoro “uno se lo prende”: verissimo. AL “nord”, le università sono direttamente collegate con aziende e/o enti vari: mandi il CV, fai selezione. Inoltre, a lezione Ci sono tanti enti pronti a finanziarti se dimostri di avere idee valide. Inoltre i corsi sono abbastanza pratici. A Palermo, o conosci qualcuno, o non entri nel giro.
Ammiro l’autore del post e mi piace la sua idea. Spero che “i pidocchi che camminano” di cui parla Tony siano la tanta determinazione e la faccia tosta nel non demordere e non parli di “avere agganci” (termine che noi palermitani sappiamo bene) e giri poco etici…
Perchè sennò, siamo punto e a capo. Allora, invito Ugo a fare tanti, tanti, tanti ancora incontri con i giovani di tutte le facoltà!
Certo, a leggere gli articoli sulla genesi di Mosaicoon, si tratta di un caso più unico che raro, non solo in Sicilia, ma anche in Italia. Che una startup venga finanziata due volte (prima con 650mila euro e poi con 2 milioni e mezzo) da fondi venture capital è cosa forse normale per gli USA, ma qui da noi…
Questo genere di startup è poi anomala, anche come esempio. I fondi venture di solito finanziano imprese nella speranza che le stesse raggiungano una massa critica tale da poter poi essere acquisite da qualche mega-corporation per le cifre astronomiche cui siamo abituati (centinaia di milioni di dollari) anche se non sono minimamente remunerative.
Mosaicoon offre servizi, per cui le chances che venga acquisita sono minime, per cui i venture capitalist stanno evidentemente puntando sul fatto che sia in grado di diventare remunerativa (magari lo è già, non ne ho idea) con le proprie attività. Il che, considerando i servizi svolti (video viral marketing) è davvero una scommessa.
Questo non toglie che rappresenti comunque un case history da esaminare. Anche se la cosa più interessante, per i futuri imprenditori che volessero emularne le gesta, sarebbe capire come abbiano fatto, quelli di mosaicoon a convincere i fondi a finanziarli in maniera così generosa. Questo sì che sarebbe da studiare.
Non credo che in questa nostra Isola ci siano per tutti le stesse opportunità. Penso all’accesso al credito, così come alle procedure di adesione a certi bandi. Come anche a quel “cominciare da zero” che ti può relegare al limbo del #lefaremosapere.
La Sicilia, terra in cui lavoro e che non intendo lasciare (anche durante il suo eventuale naufragio), è un luogo, forse immaginario, che sceglie, discrimina.
Da cronista incontro volti e storie. Ho conosciuto la speranza di molti, così come l’insofferenza di troppi. L’appello di Ugo lo accolgo nel suo spirito e intento, nella suo essere proattivo. Ma tutto questo basta?
Al momento non ho risposte o certezze. Ho voluto solo lasciare una riflessione all’interno di un dibattito che ritengo utile.
Ps. Vita da cani è un film di Mel Brooks. Lo rivedo sempre con piacere ed è sempre molto attuale…
Vorrei proprio sapere se tutti i giovani che lavorano da mosaicoon possono definirsi economicamente indipendenti. Ho sentito che assumono chiunque e poi non pagano. Tutto il mondo e’ paese. E’ facile dispensare consigli quando ci si trova in una posizione privilegiata, vuoi per sforzi, vuoi per fortuna.
Signor Ugo, se torno a palermo mi offre lo stesso contratto permanente e full-time come designer che ho ottenuto all’estero? Naturalmente deve essere un salario ragionevole da permettermi di non dover vivere con i miei genitori, pagarmi le bollette e magari mettere da parte qualche risparmio. Da parte mia le offro massimo impegno ed energia, la stessa di cui lei parla nel suo post e la stessa che impiego ogni giorno e per la quale sono retribuito a dovere, e la stessa che ho impiegato a palermo per troppo tempo senza averne ricavato altro che nervi e pentimenti. Allora?
Mi pare lo sciocco articolo di qualcuno che, probabilmente, non ha mai vissuto i problemi economici e lavorativi della maggior parte dei giovani.
Articolo inutile e sopratutto irritante, offensivo nei confronti di tanti giovani che vivono nella disperazione quotidiana e sono costretti anche a sorbirsi discorsi del genere da chi problemi non ne ha. Siamo tutti bravi a predicare per gli altri.
Spero che il signor Giusino legga il mio commento precedente e mi tenga aggiornato sulla mia proposta di lavoro. E sopratutto spero che legga tutti questi commenti e si ci pensi 100 volte prima di scrivere che i giovani palermitani “amano continuare a farsi trattare da ragazzini”.
@ Tony Sino “Se tutti partono nessuno lavora e nascono cose tipo il Piango giovani”. Questa frase mi lascia perplesso. Lei dice che se tutti partono nessuno lavora, ma forse il discorso e’ che tutti partono perche’ nessuno lavora. (!?!?)
Ok… Benissimo, siamo d’accordo sig. Giusino ma forse dimentichiamo la pressione fiscale che grava e pesa sulle spalle degli imprenditori, vecchi o giovani che siano!! Diventiamo imprenditori di noi stessi, investiamo sulla nostra città… E poi? Chi ci aiuta? Abbiamo uno stato o una regione che possa aiutarci ad andare avanti? A pagare le tasse di un anno di lavoro e l’anticipo dell’anno che verrà senza avere ancora guadagnato? Perché le imprese chiudono al giorno d’oggi? Se lo è mai chiesto? Perché ci sono imprenditori che si tolgono la vita per una cartella di Equitalia? Anziché creare un piano giovani assurdo e vergognoso perché non cercare di dare aiuto ai giovani imprenditori, senza per forza passare dai fantomatici fondi europei ( anche questi poi.. Per avere un finanziamento devi provarci più e più volte prima di essere IDONEO ). Anche io sono appena ritornato da un lungo viaggio, sono stato in Canada, non hanno nulla rispetto alla Sicilia in quanto a storia e bellezze, ma in compenso hanno un futuro da offrire soprattutto ai giovani… I migliori vengono richiamati direttamente dalle università e le città sono in piena crescita, cantieri ovunque, la benedetta edilizia che da lavoro a tutti!! Parlando con degli amici del mio stipendio, la domanda che mi hanno fatto era: prendi questi soldi a settimana? Mi hanno deriso una volta che risposi: No! È il mio compenso mensile… È vero dobbiamo rialzarci e cambiare, ma se prima non cambia il governo e la mentalità che non è più incentrata sul giovane ma sui matusa, dove dobbiamo andare? Grazie.
Tony, col tuo commento mi confermi che non basta “volere”. Se non si trovano idee valide è chiaro che qualcosa non funziona. Continuo a pensare che non tutti possano essere imprenditori o avere delle buone idee e non credo soltanto per “pigrizia”. Decidere di andar fuori è uno sforzo sotto tutti i punti di vista, una cosa che richiede uno spirito di adattamento ed iniziativa che qui spesso, anche se presente, rimbalza contro un muro di gomma. C’è chi parla anche di “piagnisteo”, a me sembra che oltre a tutte le difficoltà create dal contesto resti molto forte il pregiudizio che è quello che poi spinge il presunto imprenditore palermitano a fare il furbetto su contratti e pagamenti. La vera vittoria, ripeto, sarebbe creare un tessuto economico tale per cui ognuno potesse trovare la propria collocazione. Troppa grazia?
ma per favore… Sono un giovane ragazzo Palermitano, dopo il diploma ho fatto diversi corsi ed ho studiato da autodidatta( web designer, grafico e fotografo)… 3 anni.. il tutto perchè non posso permettermi l’università e non ho il classico “papino” che ti da i soldini che ti compra la macchinetta ti fa fare i viaggi mentre stai comodamente a grattarti il sedere … Le cose fin da subito le ho dovuto guadagnare, dopo il diploma ho fatto questi corsi che mi hanno permesso di fare degli stage… ovviamente qui per stage si intende “lavoro a gratis” e devi anche ringraziare le aziende che telo permettono!..un’azienda mi aveva proposto di rimanere a “collaborare” come stagista (a gratis…ovviamente)…altre illudono ragazzi ..promettendo un posto di lavoro (fantasma) che poi verrà assegnato al primo raccomandato di turno che non sa neanche lavorare….Ragazzi Sveglia! RACCOMANDAZIONE ci vuole per lavorare, mi dispiace ma è cosi , se non sei il “cugino” o “l’amico” di Pincopallino non si fa un bel niente! Per non parlare delle prese in giro dei vari “Piano giovani”, “Garanzia giovani”…. bha.
Signor Parodi/Siino, fossi in voi cancellerei questo articolo per evitare altre “malefiure”.
Fare un master all’estero per imparare qualcosa o investire in un’attività sono due cose ben diverse. Nel primo caso si tratta di investire in formazione, nel secondo si tratta di fare impresa.
Mi pare strano che chi si intende di imprenditoria confonda le due cose, la Sicilia è piena di sedicenti imprenditori che avrebbero fatto meglio a spendere 10.000 Euro in formazione prima di imbarcarsi in imprese fallimentari. Quoto quanto detto da Isaia Panduri e non credo che Mosaicoon possa in alcun modo essere presa come case history per il panorama siciliano.
«S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche!»
Solo chi non sa cosa siano il lavoro e il sacrificio può avere delle simili sparate.
“When something sounds too good to be true, it is”
Mi spiace leggere alcuni commenti, che non fanno che confermare al 100% le mie idee. A onor del vero, (e forse Tony avresti dovuto specificarlo) non avevo scritto un pezzo per Rosalio ma Tony mi ha chiesto di copiare direttamente un commento che avevo scritto per i mei contatti sul mio profilo fb. Ma poco importa, per una volta mi presto al solito gioco degli insulti, vi chiedo soltanto di informarvi meglio sulla storia della Mosaicoon… Mi avete fatto tornare in mente un commento alla prima operazione di Venture Capital, che abbiamo ricevuto nel 2009 dopo due anni di negoziazioni, che sosteneva fossero soldi della mafia. Purtoppo questi atteggiamenti non fanno altro che alimentare lo sconforto nei giovani siciliani, ma sono sicuro che prima o poi prevarranno le persone con la voglia di fare a quelle con la voglia di sparare a zero su tutto e tutti…
@riccardo
Non serve la raccomandazione, basta essere competenti, non per competente NON BASTA avere solo il pezzo di carta. Io non sono mai stato un imprenditore, però lavoro da 15 anni e per 13 anni ho lavorato a Palermo, cambiando più volte datore di lavoro per migliorare la mia posizione. Così come ho fatto 2 anni fa, andando via. E a volte le offerte di lavoro le ho pure rifiutate. Sono figlio di nessuno, non sono ne nipote di qualche assessore o figlio di qualche dirigente, tutto quello che ho me lo sono guadagnato euro per euro e non sono mai stato aiutato da nessuno. Ho sempre odiato quelli che giustificano i propri fallimenti con la scusa che ci vuole la raccomandazione che non hanno, forse furiosi perché magari qualche amico loro, facendo meno fatica, ha avuto il calcio in culo e oggi fa finta di lavorare. Ma c’è da andarne fieri?
Io sono amministratore di una delle società under 30 di maggior successo in Sicilia, dal nulla abbiamo creato un srl che fattura 400mila euro lordi annui, tutti ragazzi non laureati con una cultura nel loro settore che nessuna università Italiana puo insegnare. Volevo far notare due cose perchè trovo questo articolo bugiardo, perchè parla di quello che è il segreto fondamentale per iniziale qualcosa con successo, non parla però di quello che è il vero problema di chi si affaccia al mondo del lavoro in Sicilia. Intanto voglio fare una critica a chi forma i giovani nelle università, che io ringraziando dio ho abbandonato tempo fa, pur essendo figlio di un docente universitario per l’appunto, tra tutti i professionisti con i quali mi rapporto, trovo che i laureati siano i piu scarsi, vengono surclassati da persone che autodidatticamente si son specializzati in un settore, poi per quanto riguarda il coraggio e l’investire qui, io ho subito una rapina mano armanta in ufficio con tre pistole, nonostante io abbia individuato la targa dei malfattori non ho mai ricevuto notizie dalla polizia che si gratta la schiena, passando poi per prepotenze e azioni estorsive di ogni tipo, gia nelle piccole cose, che non sto qui a specificare. Faccio ogni anno un paio di concerti in posti pubblici, ho subito i piu grossi danni e ho dovuto superare grosse difficoltà per colpa della pubblica amministrazione, dirigenti pagati 4/5k euro mese che hanno il cervello per fare il custode della biblioteca al massimo, troverete sempre gente meno capace di voi che ha tutto mentre voi non avete niente. Gli enti statali nonostante siano in società con voi con la tassazione piu alta al mondo, non vi aiuteranno mai, anzi, ogni vostra iniziativa per quanto intelligente verrà considerata pericolosa. Vedrete boss mafiosi o gente correlata candidarsi e prendere migliaia di voti. Con la prassi e tutto cio che concerne il pubblico, le licenze, i permessi. Un cttadino onesto praticamente per fare un attività deve avere un mega capitale da investire su professionisti per fare ogni cavolata perche le normative sono tante, sono troppe e malgestite, inoltre chi copre certe cariche cambia idea ogni giorno senza parlare del nostro statuto speciale che riserva sorprese continue. Sindaci che cambiano la sorte degli imprenditori, agenti dell ordine ignoranti come la calia, tutto contornato da un livello di stress agghiacciante che rende tutti nervosi e propensi al no.
Io ho un azienda avviatissima, un progetto internazionale che mi lega qui, rimarrò probabilmente un altro po solo per questo ma RAGAZZI NON DATE RETTA A QUESTO ARTICOLO CHE NON PARLA DELLA COSA FONDAMENTALE, AL DI LA DEI SOLDI, LE IDEE, I CAPITALI, LE ATTIVITà, QUELLO CHE QUI UCCIDERA’ IL VOSTRO CERVELLO E’ LA MENTALITA’, RISCHIATE LE BOTTE PER UN TAMPONAMENTO, LE FORZA DELL ORDINE NON VI PROTEGGONO MA VOGLIONO SUCCHIARE DA VOI, SIETE CIRCONDATI PERENNEMENTE DA ANALFABETI AI QUALI VEDRETE ESERCITARE UN POTERE PIU GROSSO DEL VOSTRO.
NON PENSATE AI SOLDI, SALVATE LA VOSTRA INTELLETTUALITA…SCAPPATEEEEEEEEEEE
L’astio di alcuni commenti descrive un disagio profondo di cui ho rispetto, essendo io un privilegiato che riesce a fare attivitá in proprio in questa cittá sventurata.
Credo che nessuno si arroghi il diritto di dispensare veritá, tanto meno quando lo si fa dalla propria pagina di FB condividendo propri pensieri con i propri amici. Ciò posto, il primo passo é sempre il confronto di idee e posizioni, a patto di essere sereni nell’accettare che la si possa pensare diversamente. Quando il bianco e il rosso sanno confrontarsi allora sì che si scopre il rosa. Avere il coraggio di avviare quel confronto té ciò che spetta alla classe dirigente di una società civile. Parodi ha dimostrato giá di avere lo spessore per poterselo permettere. Il resto, commenti acidi e personali in particolare, é solo contorno. Anche piuttosto insipido.
Ciao, articolo interessante ma purtroppo questo ottimismo non mi convince…
Rispondo semplicemnete riportando la mia esperienza: a 18 anni sono andata via da Palermo per studiare marketing fuori, laureata alla specialistica con il massimo dei voti, ho 2 anni di esperienza, ho sudiato e lavorato con molta passione da sempre…la voglia di tornare nella mia terra non è mai svanita, da anni invio curricula ma davvero pochi hanno considerato la mia candidatura (rapporto 1 su 10)…e questi pochissimi mi hanno scartato.. bah!
La sicilia è una terra magica…è la mentalità della popolazione che bisognerebbe cambiare… una mentalità fin troppo finalizzata al benessere della propria persona e non alla collettività!
Sono abbastanza d’accordo con quanto scritto da Ugo. Peraltro noto che spesso l’ambizione massima dei giovani meridionali – e i palermitani non fanno eccezione – è spesso quella di trovare un buon posto di lavoro, raramente quella di costruire una buona azienda e creare posti di lavoro. L’idea di creare una propria attività rischiando anche qualcosa in termini di tempo e/o denaro temo non sia proprio nel dna di noi siciliani.
Concordo pienamente con Il post e con quanti apprezzanno l’atteggiamento costruttivo e la diversa visione di prospettiva che la testimonianza di Ugo prova a stimolare…penso che quello di Ugo sia solo un diverso punto di vista ed un appello a tutti quei giovani in gamba che, purtroppo ogni giorno si vedono costretti ad andare via dalla Sicilia, affinchè rimangano e magari decidano di unire le proprie forze ed il propri talenti. Spero vivamente che il messaggio di “speranza” del post non venga offuscato dalla valanga di falsità che purtroppo sono state scritte sulle presunte origini della Mosaicoon, da chi evidentemente non ha idea di come siano andate le cose, ma che trova piu stimolante screditare chi ce l’ha fatta e dispensare pessimismo piuttosto che ammettere che ci vuole molto più coraggio a rimanere e lottare che ad andarsene….di certo non é questa la gente di cui la Sicilia ha bisogno!
Si va bene. Ma la qualità della vita?
Sono uno dei tanti che se si è laureato deve dire “grazie” all’Ersu. Che se ha potuto riempire il frigo durante l’università è “grazie” a tutti i lavoretti part-time, rigorosamente in nero, che è riuscito a trovare. Sono uno dei tanti che, nonostante le idee e l’amore per la mia città, è dovuto andar via.
Anche il più convinto e deciso che sia meglio andar via che restare, lascia un pezzo di se a Palermo e le “accuse” mosse da questo articolo risultano quasi offensive. Vorrei chiedere all’autore se si è mai trovato nella condizione di sceglier tra l’andare in giro con le scarpe rotte o pagare una bolletta…in questi casi, nemmeno se fossi il nuovo Steve Jobs, in un paese come il nostro, riusciresti a far partire un’idea valida.
Trovo ancora più offensivo il piagnisteo dilagante di una generazione che sembra incapace di assumersi le proprie responsabilità e non fa altro che puntare il dito verso chi, con qualche sacrificio (almeno sembra), abbia cercato di mettersi in gioco.
Sono d’accordo, invece, con Luca Norato. Il problema non è la mancanza di idee, di soldi o di voglia di fare. Quello che in Sicilia, ma soprattutto a Palermo, non va bene è una mentalità contorta e quasi fatalista, degna del Gattopardo.
@Ugo condivido il post interamente e con capisco perche’ sembri adesso disconoscere cio’ che hai scritto. Perche’ dici a Toni che era per Facebook? Queste cose le pensi o sono solo per i tuoi amici? Mi delude questa precisazione. 🙁
Non condivido assolutamente quanto scritto. Per 1 ce la fa ci sono 1000 che elemosinano sino a 40 anni il “favore” al politico corrotto di turno. Mosaicoon è una eccellenza che non fa statistica, avrà anche sede a Mondello ma la fortuna non la fa minimamente li, forse nemmeno in Italia !!
Francesca_ è un’espressione pittoresca per riferirsi alle buone idee, nulla di losco. 🙂
Giuseppe sorvolo sul suo maldestro tentativo di farsi assumere e le assicuro che il post non verrà eliminato. Nel momento in cui scrivo ha 402 Mi piace, quindi non colgo quale sarebbe la “malafiura”. 😉 Ad ogni modo nessun articolo è inutile così come nessun commento (compreso il suo). Si esprima pure ma rispetti le opinioni altrui e la varietà del mondo.
Simona c’è poca cultura autoimprenditoriale ma è giusto che se le idee non sono abbastanza valide non siano finanziate. Ci sono certamente imprenditori che approfittano della fame ma anche lavoratori che si pongono in maniera passiva. Non è troppa grazia ma le parti devono maturare insieme, senza lotta di classe (ormai obsoleta).
Daniele non sai di che cosa parli, credimi.
Ugo mi spiace di averti tirato dentro la polemica, pensavo fosse chiaro che volevo farne un post Comunque se solo un’impresa nascerà o una persona non partirà sarà già un risultato. Ce ne vorrebbe uno al giorno di post così!
Luca condivido il tuo tormento facendo impresa anche in questa città ma continuo a non arrendermi. Complimenti per ciò che fate!
Non lasciatevi intimorire dalle critiche! Dichiaratevi sconfitti soltanto dopo avere combattuto, mai prima!
Caro Signor Giusino, mi dispiace dover palesare la quantità di omissioni che possiede questo articolo così banale quanto bugiardo. Io sono il responsabile legale della società di eventi piu quotata in Sicilia, tutti under 30 senza laurea con una preparazione nel settore(tutta conseguita autodidatticamente, soprattutto viaggiando)da far paura a chiunque. Un fatturato lordo da 400mila euro annui, oro colato per una terra come la nostra, persone che possono venirci papà che portano a casa la pagnotta grazie alle nostre idee e al nostro impegno. La società in questione si chiama Unlocked, è un srl, basta cercare online per trovare qualcosa a riguardo, visto che le maggiori riviste di settore a livello nazionale ed internazionale ne hanno parlato. Partendo da questa premessa sembra proprio lei abbia ragione, eppure non è così e le spiego il perchè:
La nostra società è nota per un paio di manifestazioni pubbliche, motivo per il qual mi sono ritrovato spesso ad interfacciarmi con la pubblica amministrazione, intanto non ho mai trovato qualcuno con un bel sorriso ma soprattutto con l’intelligenza di capire cosa ci fosse alle spalle, ogni ufficio dove entro è un bastone tra le ruote, non importa se hai 24 anni ed un quoziente intellettivo da 270 punti, quell’impiegato probabilmente è raccomandato, stupido ed ha fatto milioni di truffe ma sul tuo lavoro non ci guadagna niente e quindi diventa la persona piu puntigliosa del mondo. Nonostante si tratti di manifestazioni che creano un business di svariate decine di mila euro IN UN SOLO GIORNO dai quali a noi spesso rimangono le briciole perchè oltre alle esose tasse, ai compensi siae e tutte le mafie gia risapute, paghiamo per ogni servizio offerto da enti statali, vedi vigili del fuoco, ambulanze, TUTTO SI PAGA. In pratica il discorso che fa lei vale per chi gode gia di un ottimo budget di partenza e di un’idea strabiliante, perchè solo per le licenze, per entrare dai notai, seguire l’iter che il nostro paese richiede per qualsiasi attività che porti SOLDI, BENESSERE, serve un patrimonio, un controsenso economico SPAVENTOSO. Molti falliscono prima ancora di cominciare o si ritrovano ad offrire merce o servizi scarsi per colpa di tutto cio, senza tralasciare che NON CI SONO SOLDI, quindi non esiste chance per chi ha un idea normale che rientra nella mediocrità e vuole solo impegnarsi n quello, quella persona fallirà e comincerà a chiedersi perchè, ma questo perchè spesso non dipenderà da lui, mi spiace inoltre evidenziare come la maggior parte dei laureati dai quali ho comprato un servizio si son rivelati piu scarsi di persone autodidatta che da sempre lavorano. In pratica la sicilia non solo non t istruisce bene, dopo ti mette i bastoni tra le ruote qualsiasi cosa tu voglia fare per infine catapultarti al cliente finale, il piu vastaso e arretrato che l’Europa possa offrire. Unico segno positivo, l’aridità commerciale di cui godiamo, il ristorante piu bello è un ristorante normalissimo, non esistono tantissime attività gia presenti in giro nel mondo, questo è l’unico vantaggio ma lascia il tempo che trova perchè se qualcosa non esiste probabilmente c’è un motivo, io ho sfruttato questa cosa ma riconosco che nel mio percorso c’è un misto di fatica e fortuna probabilmente irripetibile, presto decentrerò dall italia la mia attività, sfruttando le peculiarità che mi son creato qui. Ma dica ai giovani quando scrive questo articolo che qui esiste una cosa terribile che ci mette all ultimo posto mondiale e si chiama MENTALITA’, potrete guadagnare anche 10 mila euro al mese ma il vostro vicino di casa probabilmente tira la monnezza dal balcone, se tamponate qualcuno probabilmente scende e vi scassa la faccia, quindi ascoltate me che non sono un giornalista ma ho rotti i culi imprenditorialmente parlando a tutti in questa città. ITIVINNI I CURSAAAAAAAAA
PS: ho avuto una rapina a mano armata, estorsioni a tignitè e sopprusi di ogni genere
Il paradigma di Giusino suona come il commento di Giove dal monte Olimpoon! Un po’ distante dalla realtà, nonostante la sede mondellana.
Purtroppo io sono uno di quelli che ha deciso scientemente di restare a fare l’imprenditore a Palermo anzichè andarsene a suo tempo all’estero e che oggi (alla luce di questi ultimi anni) rimpiange amaramente di non avere scelto quella strada. Il mio settore è nel campo dei servizi ad alta innovazione con soluzioni di vera eccellenza. Negli ultimi anni per combattere la crisi ed allargare il nostro bacino di intervento siamo arrivati a creare un consorzio di professionisti che vantavano anni di onorato mestiere per serrare i ranghi, raccordare i clienti e riuscire a tenere aperte le strutture.
Altro che Venture Capital o accesso a credito agevolato, i soldi li abbiamo sempre dovuti metterli di tasca nostra, pur di garantire i dipendenti e continuare ad investire.
Le assicuro che nessuno di noi aveva le famiglie a sostegno; così abbiamo preferito indebitarci che chiudere alle prime difficoltà, pur di credere nel futuro lottando e sacrificandoci ogni giorno.
La verità è che oggi sta sparendo il tessuto imprenditoriale dell’isola. Le aziende primarie sono in piena difficoltà, ovviamente per la crisi, ma soprattutto per la dissennata gestione della cosa pubblica e per un sistema politico affaristico vergognoso. Quello che posso dire è che Palermo è uno spaccato sociale inverosimile ed è impossibile darne una definizione univoca. Forse è l’unico posto al mondo dove i due estremi un po’ si assomigliano.
Credo che lei sia nelle condizioni per offrire un sostegno privato ad idee start-up innovative. Perchè non si offre di finanziare qualche progetto locale di giovani volenterosi locali che vorrebbero ma non possono?
Sarebbe un segno che Palermo ha imprenditori lungimiranti e poi sarebbe il primo.
Saluti.
Incuriosito dai numerosi interventi ho letto post e commenti
e,
la prima cosa che mi viene in mente e’ che ci vuole un certo senso di irresponsabilità per dare consigli sia a quelli che rimangono,sia a quelli che vanno via.
Non può esistere un consiglio di tipo generalizzato.
Bisognerebbe avere la capacità di esaminare ogni singolo caso,
ogni potenzialità.
Non è che se io corro i 100 metri in dieci secondi,gli altri possono fare lo stesso.
Interferire nei percorsi altrui,niente di più sbagliato.
Restare e sacrificare la propria vita per “questa” generazione di palermitani,che sono sott’acqua ?
Partire verso paesi che emergono dall’acqua e che ti fanno ponti d’oro?
E questo sarebbe un dilemma?
Tengo a precisare che il post è stato inizialmente pubblicato sul profilo facebook dell’autore e non era rivolto al pubblico. Dopo avere richiesto l’autorizzazione per la pubblicazione all’autore è stato postato nella categoria Ospiti. Il titolo non era presente nel post originario ed è stato aggiunto da Rosalio.
E che cosa cambia? Lo pensa oppure no?
Il più grande errore di noi palermitani è quello di non comprendere di essere parte del problema. Palermo – ma evidentemente vale anche per la Sicilia e per l’Italia – è nel bene e nel male esattamente quella che noi palermitani abbiamo fatto sì che diventasse. Ridicolo e presuntuoso pensare di non essere responsabili, direttamente o indirettamente, dei problemi che la affliggono.
A questo punto non ha alcuna importanza cosa pensa l’Autore.Si è aperta una discussione e ci sono ampie testimonianze.Personalmente penso che un corpo che rischia di andare a fondo va alleggerito.In altri termini chi ha i numeri e spirito di sacrificio,si trovi un lavoro all’estero e con le proprie rimesse a familiari e parenti contribuirà a fare crescere l’economia siciliana.
Questo post, ad ogni modo, ha avuto il risultato di aver avviato un confronto. Ma il dubbio è proprio questo: i confronti sul web, civili e con argomentazioni interessanti come questo, a cosa portano concretamente dopo quattro/cinque giorni che il post “scade” per far posto ad altro?
Secondo me il confronto tra persone con problemi simili, come i giovani disoccupati e non della Sicilia, dovrebbe in una seconda fase seguente al facile uso della tastiera, spostarsi in incontri faccia a faccia.
Come si organizzano stupidi flash mob al Politeama per ballare, si potrebbe sfruttare la grande cassa di risonanza del web per organizzare, che so, un flash mob sulla condizione giovanile; un incontro non inquinato dalla politica che, o vuoi o non vuoi, dovrebbe tener conto di migliaia di persone che si incontrano e discutono. Magari al Foro italico, senza hostess, bandiere, palchi e spilline schifose dei partiti.
io potrei tornare a palermo per lavorare in Mosaicoon o in un’azienda simile! 😉
Io potrei tornare a Palermo e fare un’azienda che fa concorrenza a Mosaicoon.
😉
L’ autore, come tanti “imprenditori” berlusconiani, é infastidito dal fatto che I migliori se ne vadano e che a lui non restino laureati da sfruttare per un tozzo di pane. Caro Ugo, questo chiamasi “mercato del lavoro globalizzato” e non puoi farci niente se a Palermo ti restano solo nullafacenti, pluribocciati e mammoni…
…nel frattempo chi resta a fare impresa in Sicilia (senza finanziamenti venuti dal cielo.. coff coff) campa leccando la sarda (latinismo) mentre chi va via, estero o nord Italia che sia, Vive, con la “v” maiuscola, il proprio lavoro ORA e in condizioni dignitose.
Qualcuno lo chiama coraggio di restare. Per me è solo una perdita di tempo nel tentativo di recuperare l’irrecuperabile mentre la vita ti passa davanti.
Chi non ha scorciatoie a disposizione deve solo farsi furbo e approfittare di situazioni diverse in luoghi diversi.
Tutto il resto (abbiamo il sole, il mare, le panelle e crocchè) per me è solo retorica da facebook. Nulla di più.
Sono un ragazzo palermitano che ha abbandonato la sua città per completare gli studi ed ormai vive da 10 anni lontano dalle sua amatissima terra.
Mi domando spesso se ho fatto bene o male ad “espatriare” al nord.
Vedete una risposta non l’ho ancora trovata, so solo che ho il grosso rimpianto di non aver provato a rimanere nella MIA Palermo, magari provando anche a mettermi in proprio. Quindi, complimenti a chi ha avuto il coraggio e ce l’ha fatta!
Capisco allo stesso tempo le persone frustrate che riescono ad arrivare con difficoltà alla fine del mese con uno stipendio (se si può definire tale) da fame.
Credo comunque che il problema sia principalmente nella testa dei palermitani, più che nelle strutture economiche, politiche e sociali (anch’esse sicuramente deficitarie).
Bellissimi consigli. Specialmente se avete le spalle coperte, investite in Sicilia, conviene!
Se siete figli di nessuno, investite in Sicilia. E poi andate a lavorare per i figli di qualcuno 🙂 Non fa una piega no?
Rosalio cancellalo sto post va’ 😛
ma scusate, premetto la mia stima verso mosaicoon che è una realtà che non conosco direttamente, ma della quale ho molto sentito parlare. Quello che mi chiedo però è: se questa agenzia riceve sovvenzioni (ho letto una da 650000 e una da 2000000) il fatturato lo fa? oltre alle sovvenzioni produce capitale o lavora con i soldi delle sovvenzioni?
Vi invito a rimanere in tema. Grazie.
Penso che queste righe siano tendenzialmente vuote di contenuto, mi piacerebbe sapere materialmente come fare a crescere piuttosto che ricevere una futile esortazione. Non è per esser disfattisti ma il falso moralismo o la presunzione di semplicità hanno proprio stancato.
In Italia ed, in particolare, in Sicilia la condizione del mercato del lavoro è disarmante.
Partiamo dalla burocrazia amministrativo/fiscale:
– il nostro sistema fiscale non agevola minimamente l’introduzione nel mondo del lavoro sia che si intenda intraprendere una carriera da libero professionista sia che si voglia essere assunti. In entrambi i casi è estremamente complicato e il 70 80% delle volte disincentivante.
– investire sul nostro territorio è una crudele avventura che più delle volte finisce male, per diversi motivi primo fra tutti il ginepraio incontrollabile della normativa, qualsiasi sia il campo d’azione.
Assenza di supporto tecnologico/infrastrutturale:
– per ammortizzare i costi di vita e rendere competitivo il basso salario, potrei vivere fuori Palermo e prendere la metro ogni giorno come accade a NY o Londra o Milano….(no non potrei perché la vita del pendolare al sud Italia è disumana)
– potrei avvantaggiarmi del progresso tecnologico della città così da sviluppare una maggiore funzionalità circa la mia attività. (no, non potrei perché quel progresso basilare è inesistente)
Ci sono tanti buoni motivi per andarsene e veramente pochi per rimanere. Ognuno poi deve trarre le sue conclusioni.
Mosaicoon secondo me non fa proprio testo. L’idea è stata quasi del tutto rivoluzionaria, geniale e unica, però ricordiamoci che spesso e volentieri i loro clienti sono esteri e raramente siciliani, almeno se teniamo in considerazione i fatturarti e le percentuali.
Io ho provato a creare qualcosa, stiamo lavorando ad un concetto di turismo economicamente sostenibile, io insieme la mia associazione (www.palermostreetfood.com) ma credetemi non è facile quando l’amministrazione ti rema contro ed invece di sfruttare le proprie risorse mettendole in regola o comunque obbligandole a provvedere, le distrugge senza pensarci due volte.
Quando iniziò la corsa all’oro in California,il richiamo era evidentemente costituito dall’oro.Non so quanti si arricchirono con l’oro,ma il risultato,cento anni dopo,e’ che la California e’ lo Stato confederato più ricco degli Stati Uniti.
Qui la cosa da scoprire e’ quale potrebbe essere il richiamo per una città come Palermo,o per una Regione come la Sicilia.
E su questo concetto basilare che occorre concentrarsi.
Il richiamo.
Richiamo
che evidentemente manca,se e vero che la Sicilia affonda.
Mancando gli investimenti,viene meno il lavoro.
Che cosa blocca gli investitori?
Cosa si puo fare per attrarre gli investitori?
questo post oltre a essere banale è falso, perché occulta l’elemento essenziale: l’azienda di chi scrive il post ha ricevuto in due tempi circa 3 milioni di finanziamenti da privati non siciliani.
Troppo facile, e ingiusto secondo me, poi andare a dire a chi ha problemi economici e di prospettive di lavoro “investite i vostri soldi”.
La banalità: raccogliete 3 milioni fate un’impresa con trecento soci… trecento soci? Dove? Quale settore? Quale clientela con potere d’acquisto? Completezza please, quando si danno consigli. La Sicilia è in default, quindi scarse prospettive per creare nuove aziende (molte di quelle esistenti chiudono, o possono pagare stipendi miseri). Il 95% dei consumi sono importati = scarsissima produzione, tanti soldi che finiscono oltre confine, scarso potere d’acquisto poca clientela. La stessa azienda dell’autore del post lavora solo con stranieri o italiani
Avevo accolto con simpatia il “successo” di un’azienda giovane locale… leggendo l’elemento occultato – che conferma l’unicità dell’impresa per il contesto in default – affermo che mi sta sul caz.o più dei politici(finti) locali
L ‘autore non ha alcuna competenza sul rischio di impresa,ma siccome gli e andata bene,elargisce consigli gratuiti.
Ripeto
se uno corre i 100 metri piani in 10 secondi
crede che tutti possano farlo?
Salve,
Palermo fuori da Palermo risulta affascinante e pregna di grandi occasioni in virtù della sua posizione, dei suoi monumenti e della sua decadenza.
Purtroppo la decadenza è nell’animo dei palermitani: nessuno ha capacità organizzative da sostituire a quelle oratorie.
Continuate a rimanere ancorati ai vostri orticelli annaffiati dal pubblico soldo, intanto il mondo gira e, lo stesso mondo che gira (fuori da Palermo) continuerà a venirci in vacanza per non più di 3gg, poi si dirige altrove…
Siete vecchi.
Ogni tanto fatevi un giro altrove: può aiutarvi a capire che di speciale avete solo la bellezza che neanche riuscite a vedere.
Informatevi sulla famiglia Parodi Giusino, parentele ed amicizie, e capirete come hanno fatto ad ottenere Fondi milionari.
Caro Ugo, al 99,9% delle start up, nessuno concede milioni di euro di fondi come e’ capitato a te, e non tutti possono permettersi il lusso di “lavorare da Mondello” disteso al sole..
Quanta ipocrisia in questo articolo…. Presentaci un po di persone, facci raccomandare come lo sei stato tu, facci avere milioni di euro di fondi, e proveremo anche noi a rimanere e alanciare la nostra start up.
Ma, la gente non fa mai i fatti propri. Bisogna andare via è basta dalla Sicilia per sempre punto e basta.
Non si può ordinare alla gente di non andarsene.
Come Io non devo dire cosa la gente deve fare. Ne la gente deve dirmi cosa fare della mia vita.
Quindi finitela di scrivere articoli senza senso .