Nino, continui a fare “‘u ballerino” e non “‘u truffaldino”, Palermo ha anche il suo volto
E se vi dicessi che il suo vero nome è Antonino Buffa? Lo so non vi dice nulla. Troppo comune e insignificante per incarnare colui che a Palermo è considerato il Re del cibo da strada. Infatti, come ogni star che si rispetti, si è corsi subito ai ripari attribuendogli un nome d’arte inconfondibile, un marchio a fuoco, che profuma di frittura e ha il gusto “maritato” del panino con la milza. Nino ‘u ballerino è focaccere da quattro generazioni, “s’annaca” durante la “conzatura” del panino (da qui “u ballerino”) e qualche tempo fa ha lasciato le sue panelle per un giorno per intrattenere una lezione universitaria sullo street food. Dalla friggitoria di corso Finocchiaro Aprile a Palermo alla cattedra della Bocconi di Milano.
Eppure, nonostante la fama mondiale del suo pani ca meusa, di panelle e cazzilli, della sua rosticceria, Nino rappresenta il palermitano doc e non solo quello che ha nelle vene olio di frittura bollente, zibibbo e un po’ di sano colesterolo. Nino ha in sé il gene primordiale. Quella palermitanitudine che contraddistingue Buffa così come Giuseppe, Salvatore, Filippo, Domenico, Lia, Vincenzo, Lucia, Caterina, Gaetano e che può declinarsi in un unico modo: furbizia. Perché a Palermo sei furbo e lo sei dalla nascita, sei furbo più degli altri e non puoi essere fregato, al massimo fregherai. Continua »
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