Una notte all’Ospedale Civico a Palermo
Mia moglie ha 40 di febbre. È l’1:40 di notte e la sento sofferente accanto a me, emana un calore che non ho mai sentito prima emanare da un essere umano: «Sto male» dice. È una delle prime volte che glielo sento dire in sette anni. «Sto male» ripete. La tocco, prima sul petto, poi sulle guance e sulla fronte. Sta scottando. Mi alzo di scatto dal letto, sveglio mia madre, siamo a casa sua, e torno nella nostra camera: «Dai andiamo forza!» la esorto. «Ma dove?». «Come dove??? All’ospedale». «Non mi sento». «Avanti…ti porto io». In cinque minuti siamo in macchina. Lei è seduta davanti e mia madre guida, verso la salvezza…l’ospedale Civico di Palermo. Il calore del corpo di mia moglie ha fatto appannare i finestrini del suo lato della macchina. È china con le braccia appoggiate sulle gambe mentre mia madre guida cercando di non perdere troppo tempo, ma senza correre troppo. Dopo 30 minuti arriviamo in ospedale. Non siamo mai stati al pronto soccorso del Civico, e non si capisce come ci si arriva con l’auto. Dopo essere finiti con la macchina nei garage ci arrendiamo e facciamo un tratto a piedi. Continua »
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