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martedì 19 nov
  • Una notte all’Ospedale Civico a Palermo

    Mia moglie ha 40 di febbre. È l’1:40 di notte e la sento sofferente accanto a me, emana un calore che non ho mai sentito prima emanare da un essere umano: «Sto male» dice. È una delle prime volte che glielo sento dire in sette anni. «Sto male» ripete. La tocco, prima sul petto, poi sulle guance e sulla fronte. Sta scottando. Mi alzo di scatto dal letto, sveglio mia madre, siamo a casa sua, e torno nella nostra camera: «Dai andiamo forza!» la esorto. «Ma dove?». «Come dove??? All’ospedale». «Non mi sento». «Avanti…ti porto io». In cinque minuti siamo in macchina. Lei è seduta davanti e mia madre guida, verso la salvezza…l’ospedale Civico di Palermo. Il calore del corpo di mia moglie ha fatto appannare i finestrini del suo lato della macchina. È china con le braccia appoggiate sulle gambe mentre mia madre guida cercando di non perdere troppo tempo, ma senza correre troppo. Dopo 30 minuti arriviamo in ospedale. Non siamo mai stati al pronto soccorso del Civico, e non si capisce come ci si arriva con l’auto. Dopo essere finiti con la macchina nei garage ci arrendiamo e facciamo un tratto a piedi. Ovviamente ci dicono di aspettare, senza ulteriori comunicazioni. Mia moglie, Garazi, è l’unica sdraiata sulle sedie…anzi no, sembra esserci un senza tetto un poco più in là. Siamo settimi, in codice verde. Io sono agitatissimo, non è mai stata così male prima d’oggi. Sì, ha vomitato, alcune volte, ma adesso, una febbre così alta, in vacanza, con i due figli piccoli a casa con le zie…questa situazione non mi piaceva molto e più durava più mi dava ansia. Quando sta male una persona che ami desideri solo che stia bene il più velocemente possibile, pensi a un milione di cose, pensi che sarebbe stato meglio che ti fossi ammalato tu, che fine faresti tu da solo con due figli di uno e tre anni e tante altre cose… Dopo 45 minuti di attesa, con gente che entra ed esce con le proprie gambe una dopo l’altra, mia moglie si fa forza: «Devo andare in bagno». Cerco il bagno dell’ospedale, quello del pronto soccorso, per i pazienti in attesa. È probabilmente il bagno più sporco che abbia visto in vita mia. A parte la puzza, tra le altre cose è una pozzanghera di piscio, (io ho le infradito), i cessi sono pieni di qualsiasi residuo e il muro è sporco di merda. Ovviamente non entro, torno da Garazi: «Ce n’è una mezza specie là dietro». Mia moglie si alza, poco a poco e si avvoia. Torna dopo alcuni secondi. «Ma l’hai visto bene?! C’è la cacca nel muro!!». Per alcuni istanti mi maledice per averla fatta mettere in piedi per quello schifo…provo a chiedere alla guardia che sta sulla soglia dell’entrata. La guardia sembra essere amica d’infanzia di tutti quelli che arrivano al pronto soccorso, anche solo con un graffio, ma con noi è irremovibile: «Mi dispiace, ma per usare il bagno all’interno deve essere visitata ed entrare.». Nel frattempo abbiamo un’altro problema, la sete. Garazi deve bere. Un ragazzo molto gentile mi indica la macchinetta dell’acqua, dall’altra parte della struttura e dice che ci dovrebbe essere un bagno pulito. Trovo l’acqua, ma non il bagno, che rimane una chimera e che comunque è lontano e irraggiungibile per mia moglie in quello stato. Dopo un’ora e mezza di attesa finalmente si entra e arriva la prima diagnosi, in attesa degli esami di sangue: «Sta scottando!» dice la dottoressa dopo aver fatto misurare la febbre ad una mezza specie di infermiere muto e averla toccata: «Mhhhh, brillante…» penso io. La sdraiano e la portano in una camera adibita a pronto soccorso. La quantità e varietà delle persone all’interno di essa mi sorprende, sono almeno 15 in una camera grande poco piú del mio salotto. La prima cosa che penso è che se c’è qualcuno con una malattia infettiva in dieci minuti la prende mezzo ospedale. Garazi è in mezzo a due vecchi: uno dorme russando e l’altro tossisce lamentandosi. Per fortuna dopo un’oretta quello che tossisce se ne andrà. Io mi seggo in una sediolina accanto a lei in attesa spasmodica che il glucosio faccia effetto e scenda la temperatura e nella speranza che Garazi non si renda bene conto dove si trova. Intanto le fanno una lastra in una zona dell’ospedale, la prima che vedo, che sembra un ospedale veramente… Lei rimane sdraiata. Comunico a mia madre che adesso può tornare a casa sperando che i bambini non si siano svegliati, perché ho grossi dubbi sulla tenuta fisica delle mie zie sorvegliando due molle… Intanto, dentro, il tempo non passa mai. Rimango ad osservare l’uomo uovo di Pasqua: un uomo con una coperta termica, della stessa qualitá della carta stagnola delle uova, che si muove in continuazione mentre cerca di scaldarsi, cercando di togliersi il pannolone. Spettacolo…ma per il rumore che fa con questa supposta coperta, non fa dormire nessuno (tranne il vecchio accanto mia moglie) e viene continuamente rimproverato da una sua parente. Intanto è già passata un’ora e la temperatura è sempre alta. Quant’è alta non lo so, non è mica venuto nessun dottore nella camera in quest’ora…che credete, che abbiano anche il tempo di vedere come stanno i pazienti?! O di misurare la febbre ad una persona che ha almeno 40?? Ce lo dovevamo portare da casa il termometro!! Dopo due ore, per fortuna si sente meglio, sono le 4 passate. Devo andare in bagno, dice. «Eh, andiamo» rispondo. «Ma non dovrei dirlo a qualcuno?» Qualcuno? Penso. «Aspetta». Mi alzo, metto la testa fuori dalla camera…non c’é nessun medico né infermiere, mi avvicino alla camera delle visite…nulla neanche là. Torno da lei: «Macché…dai andiamo». Garazi mi guarda tra lo stupito e il sorpreso ma si rassegna a non dover chiedere a nessuno se può andare in bagno. Io le prendo la flebo in mano e ci avviamo insieme al bagno. Ci chiudiamo, non c’è chiave. Tutto fila per il meglio, ma al momento di uscire non è così…la porta del bagno, che è scorrevole, non si apre tutta, cioè scorre 20 centimetri, proprio lo spazio per mettere fuori la testa, ma là si ferma. Al che, tenendo sempre la flebo con la mano destra, metto la testa fuori. C’è una porta, la porta della camera a fianco che blocca la porta scorrevole del bagno. Non arrivo a muovere questa porta, non posso aprire quella scorrevole. Siamo bloccati. Chiedo aiuto: «Aiuto!» grido, nessuna risposta. Per fortuna intravedo la faccia di un tizio…è l’usciere, non so come spiegarlo, ma è a tre camere dalla nostra e gli si vede solo la testa. Agito l’altro braccio, il sinistro, chiedendo aiuto. Ma senza alzarsi mi guarda da lì, perplesso…poi capisce e si avvicina… «Siamo chiusi in bagno!! Sposta la porta!!». «Non capivo» risponde… «E certo». Dopo tutto questo, torniamo divertiti nella nostra camera. Pensiamo sempre di più di essere in un posto che in realtà non esiste, è fantasia, mi chiedo se non sia stato un surrealista a disegnare ed organizzare il Civico. Garazi rimane comunque sdraiata, è leggermente scesa la temperatura, non sta più bollendo. Davanti a noi c’è una ragazza giovane, bionda. È con il fidanzato, ma ora dopo ora si susseguono i parenti. Ad un certo punto ce ne sono cinque che parlottano fra di loro, accanto a lei, l’unica della camera seduta su una sedia con il mal di pancia. Arriva anche una zia infermiera. Garazi mi guarda: «Ma tu sei l’unico che parla italiano qua?! Non capisco nulla…». Il tempo passa e noi siamo sempre senza risultati clinici di nessun genere. A volte cerco di avvicinarmi alla camera delle visite, che ha sempre le porte aperte, ma finora, con scarsi risultati. In un caso la dottoressa è sola, ma non voglio disturbarla, sta guardando al computer una pagina di aggiornamento: LIVE SICILIA, recita la pagina…si giunge così alle 5:45. Nella camera entra un signore, anziano, vestito con una maglietta e con una borsa di pelle, da dottore o qualcosa del genere. L’anziano è visibilmente zoppo, trascina proprio un piede, non sembra in salute. Penso: ma questo parente di qualcun’altro non è…paziente non è…ha una borsa…ma chi cazzo è!!! Il mio dubbio viene fugato qualche istante dopo: «BARBAA!!» dice il signore muovendosi difficoltosamente immezzo ai lettini. «BARBA!!!» ripete. Garazi non ci crede…io trattengo a stento il sorriso… Oltretutto nessuno riponde, sembra un fantasmino, come entra esce…
    Intanto fuori comincia a fare luce, e lo posso notare solo da una finestrella a tre metri e mezzo di altezza in un angolo della camera. Garazi, per fortuna, sta un po’ meglio, sembra che la febbre le sia passata, anche se nessuno si è occupato di cambiarle la flebo. Così, mi avvicino per l’ennesima volta alla camera delle visite, ma stavolta entro di slancio. La dottoressa non ne sembra sorpresa e, non essendo intenta nella lettura delle notizie quotidiane, prende in mano un foglio e legge: «Ha una bronchite» e continua dicendo la cura che dovrà fare…una agevole cura di iniezioni mattiniere a noi che siamo in vacanza, ma soprattutto che tra alcuni giorni dovremo prendere due voli la mattina all’alba con due bambini piccoli al seguito (ovviamente abbiamo consultato uno zio dottore e cambiato cura). La dottoressa chiude con la frase: «Potete fare la cura qua o tornare a casa». «A casa» rispondo io con il tempo di reazione dell’uscita dai blocchi dei centometristi. Torno da Garazi: «Andiamo!». Garazi sembra stupita, rispondo al suo sguardo: «Sì, ho parlato con il medico, ora ci dà il foglio d’uscita, alzati». «Ma è venuta da te?». «No, no, ci sono andato io…». Per fortuna per dimettere pazienti non c’è bisogno di più di due minuti e così siamo fuori. Garazi è ancora molto provata, proviamo a fare una passeggiata e fare colazione, ma cammina poco e poi vuole solo sedersi. Per alcuni minuti aspettiamo mia madre in un parchetto vicino, ma poi ci rimettiamo al chiuso del pronto soccorso. Lì vedo uscire dal bagno più sporco del mondo un signore soddisfatto…chiedendomi come faccia un bipede ad entrare in una tale fogna lo guardo ammirato…

    Ospiti
  • 67 commenti a “Una notte all’Ospedale Civico a Palermo”

    1. Poi non ci lamentiamo se le ore di attesa al PS sono lunghe… fin quando ci sarà gente che per un malessere, che si può benissimo curare a casa, si preferisce invece andare al ps.
      nota personale: come marito non mi sembri poi tanto premuroso altrimenti le avresti dato subito un antipiretico o una novalgina per farle abbassare la febbre non avresti aspettato tutto quel tempo.

    2. @edwin: La maggior parte della gente è profondamente ignorante in materia e rischia, anche per un malessere, di peggiorare le cose. Non so se ti riferissi in particolare alla febbre a 40° della signora Garazi. In questo caso, in una persona che a quanto pare non l’ha mai avuta, è più facile che si tratti di un’infezione ed è meglio, da principianti, lasciare fare a chi di competenza. Detto questo, non mi sembra che il problema sia quello del sovraffollamento, se il personale medico, invece di assistere i pazienti, si può permettere di oziare leggendo livesicilia.

    3. Posso affermare con mio grande rammarico, che la situazione descritta non riguarda solo L’Ospedale Civico. La mia estate non è stata delle migliori, ho trascorso un po’ di “tempo”, da un pronto soccorso ad un altro tra Palermo e provincia, così ho constatato con mano cosa è la Sanità Siciliana.
      Le condizioni in cui vengono tenute le persone che necessitano del pronto soccorso sono allucinanti. Non esiste niente, né il rispetto né l’attenzione almeno professionale se non umana alle sofferenze altrui. Ore ed ore passate su lettighe senza che venga somministrato niente e per niente non intendo un bicchiere d’acqua o qualcosa che somigli ad un pasto per chi è costretto su un letto senza potersi muovere per tempi incommensurabili e che nessuno si degna di farti conoscere, (es. mia zia nn auto-sufficiente ricoverata dalle 3.30 di martedì mattina alle 4.30 di mattina del mercoledì successivo), ma mi riferisco ai farmaci necessari.
      Gli infermieri quasi assenti oltre che superficiali e distratti, per non parlare dei medici o dei tecnici di laboratorio. I bagni per lo più guasti o comunque in condizioni igieniche pietose e camerate in cui vengono “accatastate” e dimenticate persone su persone, (come chi arriva al pronto soccorso alle 15 del pomeriggio perchè necessita una trasfusione e la trasfusione viene fatta alle 4 del mattino). Presa dalla rabbia ho filmato e fotografato tutto, dal medico che stava su facebook durante l’orario di lavoro, ai bagni guasti, al loro chiedermi se avessi un bicchiere d’acqua per dare la pillola al parente che avevo accompagnato (pillola di cui per inciso avevano sbagliato il dosaggio!), perchè nn avevano acqua (è normale che in un ospedale non si abbia l’acqua per somministrare le terapie??), ecc…ne potrei scrivere tante, poi ho buttato tutto…sarebbe come lottare contro i mulini a vento, contro un sistema di disinteresse, malaffare, superficialità, poca coscienza e poca professionalità troppo radicato da potere cambiare, ormai ne ho la certezza: non c’è speranza per la Sicilia.

    4. Al di là delle carenze strutturali ed organizzative che affliggono l’ospedale civico (così come altri ospedali siciliani) vanno chiariti i seguenti punti:

      1) La febbre non rappresenta una emergenza medica. L’infermiere ha assegnato un codice verde (paziente poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili) per il quale un’ora e mezza di attesa non rappresenta uno scandalo. Ricordo che esistono le GUARDIE MEDICHE per i casi meno gravi, in cui il servizio è sicuramente più celere.

      2)«Sta scottando!» dice la dottoressa dopo aver fatto misurare la febbre ad una mezza specie di infermiere muto e averla toccata: «Mhhhh, brillante…». Ecco, francamente trovo questa frase pretestuosa e gratuita.

      3)”La quantità e varietà delle persone all’interno di essa mi sorprende, sono almeno 15 in una camera grande poco piú del mio salotto. La prima cosa che penso è che se c’è qualcuno con una malattia infettiva in dieci minuti la prende mezzo ospedale. Garazi è in mezzo a due vecchi: uno dorme russando e l’altro tossisce lamentandosi. Per fortuna dopo un’oretta quello che tossisce se ne andrà. ”
      Errato: punto primo un ospedale non è un grand hotel, ed anche nella civilissima danimarca non si può scegliere il proprio compagno di stanza. Secondo, le sospette malattie infettive vengono poste in isolamento.

      Purtroppo i reparti di emergenza sono caotici pressocché ovunque. Tanto più in Sicilia, dove c’è una innata tendenza al dramma ed ogni piccolo malanno è visto come una possibile causa di morte e ciò comporta l’arrivo di tutto il parentado.

      Detto questo, è scandalosa la mancanza di pulizia e ancora più la scarsa assistenza a chi è malato.

    5. Il commento di Edwin e’ osceno.
      Uno che sta male,che ne sa cosa può succedergli tra dieci minuti!
      .
      La verità e’ che siamo un paese perso,
      la sanità non funziona,
      la scuola non funziona,
      la magistratura ha i suoi problemi,
      i servizi al cittadino
      non funzionano.
      Forse farei meglio a citare qualcosa che funziona e lascia soddisfatti,
      Ma non mi viene in mente niente.
      Se i cessi del pronto soccorso sono sporchi,non credo sia per mancanza di personale.
      Sono più propenso a ritenere che si tratta di incuria degli addetti alle pulizie.
      Molta gente corre al PS per intossicazioni alimentari,con tutto quello che ne consegue in termini di evacuazione.
      Vomito,diarrea,difficile tenere pulito un servizio.
      Tempo fa mi trovai a far visita ad una persona ospite di una struttura privata che lavora in convenzione.
      Ora di entrata alle 13.
      Alle 13 i cessi non erano ancora stati puliti,ed i cestini erano stracolmi ;
      siccome i degenti di quella struttura erano anziani con precarie condizioni mentali,non
      sto a descrivere in quali condizioni si trovava quel locale adibito ai servizi igienici.
      A terra un lago di urina giallastra e maleodorante.
      Tornando al pronto soccorso ,
      posso dire che una volta mi è capitato di rinunciare dopo 4 ore di attesa …

    6. @Edwin@Giuseppe-Ovviamente mia moglie era giá stata alla guardia medica e aveva preso i farmaci che le avevano consigliato, ma non avevano fatto effetto e non aveva ancora la febbre a 40…
      @Giuseppe-1)Il punto superoore chiarisce il primo, nella GUARDIA MEDICA (nel pomeriggio) non mi avevano saputo aiutare molto.
      3-Purtroppo non é come dici tu, anzi lo é in parte: ovviamente io non pretenderei mai non avere nessuno accanto o poter scegliere il compagno di camera (concetto che comunque é errato perché a Palermo si é in 15 in una camera grande), peró, per esperienza parsonale, ti assicuro che il pronto soccorso, come é da noi, non si puó neanche lontanamente paragonare ad uno, per dire, Basco (cioé una regione della Spagna) dove vivo io(servizio ovviamente pubblico).Adesso non ho il tempo di spiegarti come funziona qua, ma la sola idea di poterli paragonare mi fá ridere un sacco.Ho smesso di paragonare la Sicilia al resto d’Europa da anni ormai…purtroppo…poi, se avere la febbre a 40 per varie ora non é un’emergenza medica dimmi tu cosa intendi per emergenza medica.

    7. scusate gli errori di calligrafia ma ho i bimbi che mi saltano addosso.

    8. tutto stu casino, per non prendere una paio di tachipirine ?

    9. E comunque,trovo incredibile leggere:
      “e poi non vi lamentate se le ore di attesa sono lunghe…”
      I PS ,non si capisce per quale motivo,sono realizzati in locali disagevoli sia per i pazienti ed i loro accompagnatori,sia per gli stessi operatori sanitari.
      Postazioni insufficienti dove spesso mancano le barelle ed i pazienti in attesa (ecco spiegato il termine),parcheggiati nei corridoi,per ore ed ore.
      Locali angusti frutto di progettazioni approssimative e superficiali.
      Attrezzature spesso fuori uso.
      Pochi medici.
      E questi sono i livelli di servizio!

    10. Ghenga
      Ma li leggi i commenti?
      E comunque,se avesse preso la tachipirina,
      avremmo perso un resoconto dettagliato circa la funzionalità del pronto soccorso.

    11. Probabilmente un ospedale come i nostri puoi tollerarlo solo se non sei abituato alla magnificenza degli ospedali norditaliani… Anche se non necessariamente pulizia é sinonimo di competenza. Due anni fa mi trovavo a Firenze per lavoro ed una febbricola persistente mi convinse a fare una capatina al Careggi. Se avessi dato ascolto al dottorino che ho trovato mi sarei dovuto sottoporre ad iniezione lombare per scongiurare il pericolo di una possibilissima meningite….fuggii a gambe levate…a ragione per fortuna 🙂

    12. @Edwin: Se ognuno avesse le competenze mediche necessarie per capire in che stato versa il proprio stato di salute (scusate la ripetizione) e sapesse valutarne con certezza il livello di gravità, stai sicuro che un piede negli ospedali di Palermo non ce lo metterebbe! E poi ti pare una cosa da prendere sottogamba una bronchite???

      La superficialità e la strafottenza di molti medici palermitani (parlo di loro perché ho avuto a che fare solo con questi) è raccapricciante anche più della loro incompetenza! Ricordiamoci che proprio per strafottenza muore gente per una semplice appendicite!

      In merito alle condizioni degli ospedali, io ho anche visto di peggio. Macchie di sangue e sporcizia sul pavimento della sala in cui vengono fatti entrare i pazienti per essere visitati.
      Ditemi voi se è normale rischiare di prendere malattie SERIE in un posto che dovrebbe essere sterilizzato in maniera quasi maniacale!

    13. Aggiungo: spesso si ci nasconde dietro la scusa (sacrosanta, per carità) dell’assenza di servizi/personale medico/attrezzature mediche, ma la verità è una ed anche ben più grave: siamo di fronte ad un diffuso decadimento morale in cui l’altro non è riconosciuto in quanto “persona” degna di attenzione, considerazione e rispetto.
      Non dico nulla di nuovo in realtà, ma è deprimente essere arrivati al punto di constatarlo con così tanta evidenza. E forse è vero, di fronte a questo non c’è nessuna speranza.

    14. Sarei curioso di conoscere lo stato degli ospedali ed i livello medico del paese d’origine della Sig.ra Garazi….
      Per fortuna che certi palermitani se ne vanno a cercare ” fortuna” fuori dalle scatole.

    15. Situazione anche peggiore la mia. Quasi 4 ore di attesa con mia madre con un ictus al policlinico di Palermo . Le hanno dato un codice giallo che avevano anche altri. Entrata in un corridoio lungo stretto senza finestre e senza aria condizionata. L i sembrava di essere in un bruttissimo sogno ma purtroppo era la realtà. Da allora penso sempre chissà quanta gente con un intervento tempestivo si potrebbe salvare e mi auguro che se mi dovesse accadere qualcosa di crepare direttamente senza passare un’altra volta da un posto così. Siamo veramente peggio del terzo mondo. Farò di tutto per mandare i miei figli fuori da questa regione e farli vivere in un posto molto più civile!

    16. Chi chiude gli occhi di fronte l’evidente degrado fisico, morale, valoriale in cui versano gli ospedali (e più in generale la città), non fa che rallentare se non addirittura impedire quel cambiamento che molti di noi auspicano.
      Credo che ad un figlio faccia più male essere difeso incondizionatamente quando persevera nell’errore che essere bacchettato per ognuno di quelli che commette. E’ quest’ultima di sicuro una forma d’amore più grande.

    17. Luca
      Va fatti visitari .
      Ri tiestaaaa!

    18. @Luca, vieni, fingi un malore e ti faccio vedere come funziona un servizio di pronto soccorso qua.Ho giá detto che non si possono paragonare, quindi non mi fare ulteriormente vergognare della Sicilia spiegando come funziona dalle mie parti.

    19. Ci sono i medici che come dite voi stanno su Facebook o su live sicilia, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ci sono tanti professionisti che lavorano in maniera seria e rispettosa. Non bisogna poi dimenticare lo stato di abbandono in cui vessa il settore sanitario, con una mancanza di organico a dir poco incredibile e che spesso é causa di quella che viene definita mala sanità, 4 medici per un solo reparto, turni allucinanti, poi per forza di cose succede quello che non dovrebbe succedere.

    20. Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti. Grazie.

    21. non capisco dai commenti cosa ci sia da giustificare. in una terra dove tutto è allo sbando ci siamo quasi abituati a vivere da zingari. basta un minimo di professionalità in tutto per potere risolvere alcune cose. una dottoressa che sta davanti ad internet per puro gusto personale è da denunciare. non è diversa da un qualsiasi impiegato che non fa il suo lavoro. l’igiene di un ospedale e la prima cosa. soprattutto per gente che vive in posti dove tutto funziona meglio di qui. un’amico di famiglia stava morendo di peritonite perchè i medici non ammettevano di avere sbagliato la diagnosi, solo perchè la moglie li stava per uccidere hanno deciso come per farle un favore di controllare l’appendice. il fatto è che qui in sicilia si muore non tanto per le malattie ma per ingornanza medica e per ospedali.

    22. Complimenti per il bel romanzetto con cui ha voluto, probabilmente, suscitare l’ilarità dei lettori del blog. E in effetti, per la paradossalità di quanto descritto, non nascondo che ho sorriso. Tuttavia successivamente ho riflettuto. E non posso fare a meno di porre l’accento sul cattivo gusto, che tradisce il Suo carattere animoso, forse rancoroso, ed un background culturale molto simile a quello di tanti meridionali che si trasferiscono al nord o all’estero. E’ abbastanza chiaro che il suo intento non era denunciare un disservizio, ma scaricare una evidente rabbia repressa sul personale dell’ospedale (medici ignoranti e strafottenti, “mezza specie di infermiere muto”),ma anche sugli astanti, vecchi rumorosi (russano e tossiscono), potenzialmente infettivi, che non parlano un italiano corretto come il Suo e che usano i “fetidi” servizi igienici con nonchalance (sottintendendo evidentemente che ci sono abituati). Insomma, una filippica, mascherata da discutibile ironia, contro una intera città.
      Ma dico io, non poteva mettere a Garazi una suppostina di tachipirina nel salone di casa Sua, attendendone magari gli effetti (come vede non avrebbe sbagliato) invece di contaminarsi in mezzo a cotanto spregevole vulgo? E la prossima volta (visti anche i commenti ricevuti) provi a scrivere i suoi componimenti umoristici su blog del varesotto o del bergamasco. Vedrà che certamente riscuoterebbero maggior successo.
      Cordialità

    23. Marina,ma c m S ?

    24. Marina,Marina ,Marina …

    25. Condivido quanto scritto da @Marina.
      Se le cose non vi stanno bene siete liberi di andare altrove dove verrete accolti a braccia aperte da civiltà superiori.
      Bravi solo a parlare…

    26. “Like”

    27. Ma cosa difendete….siete orgogliosi della grascia? Vivete nella munnizza e siete contenti, beati voi!!

    28. Marina
      se avessi letto i commenti,non avresti fatto il gioco dell’oca.
      Quello che scrivi e stato già scritto ed ha avuto pronta risposta.
      Che facciamo,ripartiamo da zero?
      Studia i commenti di Midori,
      che ha centrato bene la discussione.
      I Pronto Soccorso a Palermo
      dovrebbero chiamarsi
      diversamente.
      Come non so.

    29. @Danilo
      Caro Signore, non conosco il gioco dell’oca (magari me lo spiegherà in uno dei suoi prossimi illuminanti commenti). Che Lei consideri chiuso dal commento di Midori un certo argomento di cui evidentemente avrà trovato riscontro nel mio precedente intervento, francamente me ne infischio sonoramente. Tranne che non ritenga di dover dettare Lei tempi e meriti delle discussioni. In tal caso me ne infischierei ancora di più. Che poi, rileggendo il commento di Midori (si riferisce al consiglio di usare la tachipirina? boh?!) lo trovo davvero poco condivisibile oltre che estremamente superficiale.
      Sia ben chiaro, non esprimo giudizi, al massimo pareri. La lettera del signor Alessandro Pomes è secondo me condivisibile e, a tratti,anche gradevole nel merito. La forma con la quale ha voluto esternare il suo disappunto la ritengo alquanto sgradevole, offensiva, snob e molto vicina alla forma mentis di certe persone che, inserite in contesti sociali più evoluti, ricchi ed organizzati del nostro (d’accordo, forse non ci vuole molto..) se ne sentono immediatamente parte integrante dimenticando le proprie origini (e fin qui nulla da eccepire…) e ritenendo di doversene affrancare definitivamente dicendone peste e corna, magari con il naso un po’ all’insù (giusto per sottolineare il proprio status di emigrante felice ed evoluto).
      Permettetemi una caduta di stile…ma vorrei chiedere al signor Alessandro se presso l’ospedale basco tanto blasonato utilizzino le metalline termiche (quelle che, per intenderci, ha scambiato per carta da uovo di Pasqua) in uso in tutto il mondo o abbiano un prodotto speciale che noi poveri inferiori non conosciamo e se (perdonatemi…non resisto alla tentazione…) anche lì gli utenti si presentino con le infradito…

      @Jerry
      io non difendo nessuno e non sono affatto orgogliosa di come vadano le cose alle nostre latitudini; mi sono sentita però offesa dalla lettera del signor Alessandro e ho ritenuto di commentare come altri e nel rispetto del parere di tutti.
      buona sera a tutti

    30. Ma, dico, siamo impazziti? Si sa benissimo che la sanità siciliana è alla canna del gas e, invece di associarsi alla sacrosanta indignazione di Alessandro, che si fa? Si guarda il suo dito e non si vede la luna, aggrappandosi a criticare particolari francamente inconducenti alla comprensione del suo racconto. Ognuno di noi ha, avrebbe e avrà da raccontare storie amarissime e grottesche sugli ospedali palermitani, storie che farebbero la felicità del trio Zucker, ma tutto quello che sappiamo fare è scrivere commenti lividi all’indirizzo di chi ha avuto l’ardire di lasciare la sua terra e, dunque, non può più mettere bocca sulle sue tragiche storture.

    31. Io non considero chiuso l’argomento con Midori.
      Ritengo banale,inutile e superficiale tornare a scrivere concetti già trattati che hanno avuto risposta.Del Post apprezzo la sostanza,che e una aperta denuncia dello schifo che regna nei Pronto Soccorso palermitani.
      L’Autore ha vissuto una esperienza difficile che lo ha tenuto in ansia,esperienza aggravata da un ambiente dove è facile entrare sani ed uscire malati,e,come valvola di sfogo,ha scritto minuziosamente quanto ha osservato.
      Una cosa e’ chiara.
      Così come sono oggi organizzati i Pronto Soccorso palermitani non soddisfano le aspettative di chi ci va.

    32. Gentile Marina
      Lei se ne infischia,
      ma mi pare che prende fischi per fiaschi.
      Ho riletto i 3 commenti di Midori,e di tutto parla ,
      meno che di tachipirina.
      Può provare a riassumere il pensiero di Midori
      sugli ospedali palermitani?
      Grazie.

    33. Volevo ringraziare tutti per i commenti che hanno arricchito il mio post, anche quelli di coloro non hanno letto il mio commento riguardo lo stato di salute di mia moglie nei giorni precedenti.Ovviamente io volevo solo raccontare la storia di una nottata in un pronto soccorso di Palermo, senza essere fazioso, ma comunque il mio stato d’animo, ovviamente trapela dal post.Mi dispiace aver offeso tutti coloro che pensano che il servizio palermitano sia decente.Io mi sento palermitano e lo saró sempre, dopo esserci nato e averci vissuto 27 anni, quindi dovrete anche convivere con gente che si aspetta di piú dal servizio pubblico siciliano(avendo viaggiato un minimo)e che ha un minimo di senso di civiltá.Hanno anche scritto che io sono uno snob (e qua chi mi conosce si sará fatto 4 risate) e di vivere in una civiltá superiore: la civiltá superiore, fino a 50 anni fa era la nostra, la siciliana e per le tasse che paghiamo dovremmo avere dei servizi al topo Europeo.La mia critica é proprio questa: +tasse-servizi.Qui in Spagna io non pago neanche una tassa(perché ne ho il diritto), e ho servizi di alto livello.

    34. @Annalisa
      Ma diamine! Perché siamo così omologati nel pensiero? Perché il cogliere aspetti particolari viene immediatamente interpretato come un tentativo di sviare l’attenzione dal problema principale o ritenuto tale? Qual è il motivo per il quale tutti devono necessariamente guardare la luna e non anche il dito di chi la indica? Nessuno ha criticato il merito del racconto di Alessandro. Tutti sanno che la Sanità e alla canna del gas. Vogliamo denunciarlo? Bene. Lo si è fatto. E si deve continuare a farlo. Nutro forti dubbi sul fatto che Alessandro si sia limitato a criticare la Sanità siciliana. Ho letto anche di zoppi, mezza specie di infermieri muti, vecchietti rumorosi e infetti, utenti che parlano un linguaggio incomprensibile alla sventurata Garazi (sarà il dialetto di Pirandello e Camilleri? o quella sera ha fatto ricorso al pronto soccorso una folta comunità di rumeni? …non è dato saperlo). Questo non mi è piaciuto e l’ho voluto sottolineare.
      Si possono non condividere le opinioni, ma per favore, leggiamo bene e facciamo un minimo sforzo per comprendere le intenzioni di chi scrive prima di esprimerci con le solite critiche inutili e ben pensanti. Si chiama onestà intellettuale. Ma capisco che non è un dote comune.

    35. @Alessandro
      Onestà intellettuale significa non aver necessità di affermare che io abbia definito decente la sanità siciliana. Non l’ho mai fatto ed è verificabile.
      Onestà intellettuale è inoltre ammettere di avere usato toni pesanti e discutibili pur nel racconto di una disavventura e di un episodio deprecabile (se avvenuto nei termini nei quali è stato raccontato. A questo punto vorrei scusarmi di aver definito romanzetto il racconto ma oggettivamente è sembrato davvero paradossale).
      Le auguro un buon ritorno in Spagna dove ha trovato evidentemente l’Eldorado. Siamo felici per Lei. Noi nel frattempo combatteremo quaggiù in Sicilia perché le cose vadano meglio in futuro (magari esprimendo fin dalla prossima occasione un voto elettorale più…appropriato), principalmente per noi che restiamo ma, Le assicuro, un pizzico anche per chi, come Lei, ha fatto scelte diverse, sperando di rendervi nuovamente orgogliosi della vostra origine.
      Un saluto

    36. Con sempre meno fondi ,personale etc e’ gia’ un miracolo che troviate chi c’e’ ai PS …Se il eprsonale e’ insufficiente in organico non si puo’ far di piu’.Poi ci si mette anche la lagnusia di alcuni.
      Imparate a valutare da questo i politici che governano e affossano la sanita’in Sicilia ,anche e persino ,negli ultimi anni,sotto l’egida di slogan antimafia .Non dobbiamo accorgerci dei problemi sanitari solo quando , malauguratamente, per un bisogno dobbiamo rivolgerci all’ospedale

    37. Folclorista
      Nel post emerge che uno dei più fastidiosi elementi di disagio e’la scarsa pulizia.
      Di solito la pulizia e affidata a società di servizi,esterne.
      E qui casca l’asino !

    38. @ Marina.
      Non so quali frequentazioni ospedaliere tu abbia, ma noi comuni disonesti intellettuali abbiamo visto in più occasioni quale corte dei miracoli, sia tra i pazienti (non tutti), sia nel novero del personale sanitario (non tutto), animi i locali dei pronto soccorso palermitani. Saranno forse costoro il frutto di una cattiva scuola, una cattiva economia, una cattiva politica? Della cattiva sorte? Non lo so, ma è certo che non si può disconoscere la loro esistenza. Quella sì, non sarebbe onestà intellettuale.

    39. Sig.a Marina scusi se mi permetto, ma da una persona che invita a “leggere bene” e a “fare un minimo sforzo per comprendere le intenzioni di chi scrive prima di esprimersi “, mi aspetto come minimo che sappia a chi appartiene il commento/pensiero che con tanta premura ha definito superficiale.
      Dal momento che mi par di capire che non li ha neppure letti i miei commenti (e per carità, non pretendo che lo faccia a meno che non voglia parlare con cognizione di causa), spero che non Le dispiacerà se non mi sentirò particolarmente affranta per il giudizio… ah no! …parere che ha espresso.

      Giusto per chiarire: il mio ultimo commento era rivolto a Luca, ma più in generale voleva essere una risposta a tutti coloro che, da quel momento, si fossero scagliati contro quei palermitani “sporchi, brutti e cattivi, irriconoscenti e irrispettosi delle loro origini”. Coloro che con superficialità (ebbene si!) avessero condannato le parole senza indagare cosa motiva e quali sentimenti animino quest’ultime.
      Ho già espresso il mio pensiero e pertanto non mi ripeterò.
      Questo giusto per rispondere alle Sue osservazioni che è liberissima di fare, ci mancherebbe e per spiegare l’appunto che Le è stato fatto da Danilo sul contenuto dei miei commenti.

      Saluti

    40. ho come il dubbio che tale Marina sia un medico.
      infatti, quando si parla giustamente male della sanità spunta fuori sempre gente che casualmente difende sempre a spada tratta i medici e personale. ma la sanità non è fatta da medici e personale? la colpa è sempre degli altri.
      ma cosa c’è da difendere?
      suggerisco una riflessione: a palermo non ho ancora sentito parlare un medico in italiano, tutti si esprimono in siciliano di campagna. brividi.
      mi direte voi: cosa importa la lingua? la lingua è cultura, è studio e conoscenza. se i neolaureati di medicina di palermo scappano all’estero (in francia in particolare) per migliorarsi e trovare ospedali più consoni agli standard occidentali di sanità, cosa rimane a palermo? chi rimane?
      i raccomandati (che poltriscono) e i campagnoli (che non sanno).

    41. @midori @danilo
      Così, giusto perché non ho niente da fare, decido di impuntarmi e ripropongo l’intervento di midori (il primo per la precisione), che ho definito superficiale:

      “@Edwin: Se ognuno avesse le competenze mediche necessarie per capire in che stato versa il proprio stato di salute (scusate la ripetizione) e sapesse valutarne con certezza il livello di gravità, stai sicuro che un piede negli ospedali di Palermo non ce lo metterebbe! E poi ti pare una cosa da prendere sottogamba una bronchite???”

      Commento: la bronchite non è patologia che deve andare al Pronto Soccorso, se non dopo adeguato filtro e adeguata terapia del curante!!! Il commento mi sembra, più che superficiale, poco appropriato e denota scarsa informazione ed educazione sanitaria che poi è alla base del cattivo utilizzo (e di conseguenza anche del malfunzionamento) dei servizi pubblici.
      Inoltre tale commento era indirizzato ad Edwin che parlava di opportunità di cure a casa (quindi la tachipirina, caro signor danilo, c’entra !!)

      E midori continua:
      “La superficialità e la strafottenza di molti medici palermitani (parlo di loro perché ho avuto a che fare solo con questi) è raccapricciante anche più della loro incompetenza! Ricordiamoci che proprio per strafottenza muore gente per una semplice appendicite!”

      Commento: Incompetenza e strafottenza di molti medici palermitani? ma vi sembra possibile postare delle menate come queste? superficiali e qualunquiste per l’appunto (ma non è che per caso siamo di fronte ai lavoratori del redditizio campo della “responsabilità professionale medica”, quello che nel 90% dei casi vede prevalere le ragioni dei medici, dimostrando che esiste un pregiudizio di fondo e tanta tanta disinformazione?)

      e ancora la signora midori:
      “Ditemi voi se è normale rischiare di prendere malattie SERIE in un posto che dovrebbe essere sterilizzato in maniera quasi maniacale!”
      Questo poi è il trionfo della “non conoscenza” (in senso letterale ignoranza) delle cose di cui si parla.

      Infine cara signora midori io confermo di aver criticato del racconto il modo, a mio modesto parere, disgustoso di rappresentare uno stato d’animo comprensibilmente provato. Ho letto rabbia, livore ed un linguaggio crudo indirizzato nei confronti di una intera società, quella si, definità di brutti, sporchi e cattivi. E ho ritenuto di manifestare il mio disappunto che, peraltro, coincide con quello di altri lettori.
      Buona domenica

    42. @ Marina
      ti rassi na vasata, virtuale ovviamente.
      Ho colto come te più la spocchiosità di Alessandro che la voglia di denuncia.
      Sappiamo come funziona la sanità in Sicilia, non abbiamo certo bisogno che ce lo venga a raccontare un emigrato che magari ci commisera, poveri incapaci fautori di cotanto degrado, dall’alto dell’Eden che ha trovato nel suo luogo di destinazione.
      Uno dei commenti, comunque, che trovo tra i più indecenti è quello riguardante il luogo d’origine della Sig.ra Garazi

    43. @skaiwoka
      non sono un medico, ho 23 anni, vivo il problema da molto vicino perché ho stretti contatti con qualcuno (per fortuna uno fra tanti..) che ogni giorno spende gran parte del suo tempo a combattere quel tipo di sanità che lei descrive (che esiste…non c’è dubbio) ma anche chi esprime pareri grossolani, superficiali e qualunquisti come il Suo, che non solo non servono assolutamente a nulla ma, piuttosto, possono fornire argomenti a chi ha interesse che non cambi nulla o, per lo meno, non sapendo cosa fare, giustifica il malessere della sanità esclusivamente con le argomentazioni che Lei propone.
      PS: ma Lei cosa legge? Dove avrei difeso a spada tratta medici e personale???

    44. Dato che a differenza Sua, cara Sig.a Marina, io di cose da fare ne ho abbastanza, mi limiterò a rispondere brevemente dal momento che ho già detto quello che avevo da dire.
      Ha ragione nel dire che sono “ignorante”, d’altronde non possiamo essere tutti luminari come Lei e portavoce dell’onestà intellettuale! Non lavoro in un ospedale e non ho i contatti che ha Lei, sono una persona comune che ha espresso un parere sulla base di esperienze più o meno personali, dovrei per questo limitare il mio pensiero solo perché non è di Suo gradimento?
      Probabilmente le mie osservazioni sono qualunquiste e frutto di pregiudizio come dice Lei, allora faccia del bene alla comunità. Invece di perdere del tempo a fare polemica sterile, si impegni a fare un po’ di sana educazione civica.

    45. @midori
      molto bene signora, continui ad esprimere liberamente il suo pensiero (non troverà, del resto, nessun accenno nei miei interventi volto a limitare il libero fluire delle sue idee, benché, evidentemente, Le serva affermarlo per portare acqua al suo mulino).
      Farò altrettanto anche io. Anche se probabilmente più anziana di me, mi permetto di farLe notare che esprimere il proprio pensiero, giusto o sbagliato che sia, è cosa irrinunciabile e segno di coraggio e libertà; aprire la propria mente al pensiero altrui, arricchendo il proprio, è segno di grande intelligenza.
      Buona giornata

    46. “Commento: Incompetenza e strafottenza di molti medici palermitani? ma vi sembra possibile postare delle menate come queste?”

      Voleva accenni, eccolo qua.

      Non sono di molto più anziana di te, ma vorrei comunque farti notare (mi permetto di darti del “tu” adesso) che fino a prova contraria non ho criticato quanto hai espresso, eccetto quando mi sono sentita immotivatamente attaccata (niente di personale, ci mancherebbe)
      Si possono esprimere opinioni contrarie, ma penso che lo si possa e debba fare sempre con garbo e umiltà.

      Buona domenica a te.

    47. @midori
      touché…
      ammetto di aver travalicato, con quella esternazione, i limiti del garbo; proprio ciò che avevo criticato nel racconto di Alessandro.
      Se si sbaglia si ammette, senza alcun problema.
      Si, ovviamente, nulla di personale. Come potrebbe essere altrimenti?
      Alla prox

    48. Gentile Marina
      dalle sue precisazioni deduco che lei ha poche idee ed abbastanza confuse,
      al punto di trarre a confusione
      Il povero Lettore.
      In un’epoca in cui un giorno si ed uno no arrivano notizie di malasanita,
      recarsi in un Pronto Soccorso non fa piacere a chicchessia.
      Sono quasi certo che lei non ha mai avuto la necessità di recarsi ad un Pronto Soccorso,
      altrimenti avrebbe qualcosa da raccontarci.
      Ed e’ quello che mi accingo a fare.
      Episodio 1.
      Il paziente cianotico stava sul lettino tra 4 mura screpolate.Lo avevo portato io stesso .Era in stato comatoso,privo di conoscenza,.Gli fecero una puntura,non so di che,ed aveva ripreso colore,tanto da darmi un sospiro di sollievo.Ad un tratto uno dei giovani medici di turno al PS,esclamò:serve una presa elettrica doppia.Mi precipitai verso una affannosa ricerca della doppia presa,in cui in quel momento confidai ogni speranza,.Non ricordo bene,ma dopo una decina di minuti correndo da un reparto all’altro dell’ospedale connesso al PS,tornai con la doppia presa al punto di partenza,per sentirmi dire:l’hanno portato in rianimazione.Vada al blocco di fronte,I piano.Saltai verso su 3 gradini per volta ed arrivai alla “rianimazione”
      Era una stanza grande e vuota.Il paziente stava disteso a terra e 3 persone intorno premevano con i pugni sul torace tentando l’impossibile.Io stringevo tra le mani una doppia presa che oramai non serviva a nessuno.
      Episodio 2
      La paziente ,ultranovantenne,stava in corridoio in attesa di essere visitata,dopo una caduta in avanti dentro le mura di casa,che le avevano procurato la frattura di un polso e del setto nasale.Ad un tratto cominciò ad emettere schiuma dalla bocca,e rantolare,ma in quel corridoio non c’era nessuno degli addetti ai servizi di PS.
      Mi precipitai dentro una delle sale visita per chiedere aiuto.Venne un medico e mi disse,deve essersi coagulato del sangue in gola,ma abbiamo l’apparecchio di aspirazione guasto.Adesso vediamo di farne arrivare uno portatile da qualche reparto.Stavo molto in ansia,in attesa dell’apparecchiatura,che finalmente arrivò e così potetti assistere ad un salvataggio in extremis.Nel tubo trasparente dell’aspiratore vedevo risalire i grumi di sangue che rendevano impossibile la respirazione della paziente.
      Ed intanto mi chiedevo,se non mi fossi trovato accanto e non mi fossi accorto del problema,che strada avrebbe preso la vicenda?
      Altri episodi
      ne avrei tanti,ma ve li risparmio.

    49. @Ninni
      Scusi, non ho capito: cos’é “fra i piú indecenti”?

    50. Marina delle 13,14
      Nelle prime 3 righe,e’ certa di non avere dimenticato qualcosa?
      Non riesco a caprine il senso.
      In quanto all’ultima frase,
      semmai e’ segno di disponibilità all’ascolto.
      L’intelligenza e’ ben altra dote ,e madre natura e’ piuttosto avara!

    51. Marina delle 8,33
      quindi,se ho capito bene,lei risponde a me ma si rifà ad una roba detta da Edwin.Ed a me chi me lo dice?
      Non sono in contatto con il padreterno,e,per quanto io sia capace di leggere il pensiero,la cosa non funziona se non mi trovo Face to Face.

    52. @Danilo
      non la prenda così su…a me sinceramente è passata la voglia.
      Si, ha capito molto bene, aprire la mente al pensiero altrui significa proprio essere disponibili all’ascolto. E’ molto semplice, pressoché banale. Direi proprio che è quasi la stessa cosa. Invece credo che Lei ignori il concetto di intelligenza sociale. Ciò che ho scritto è una citazione. Legga, se Le interessa, Daniel Goleman. Magari così la prossima volta eviterà di fare brutte figure (chi fa il saccente non possedendone i mezzi suscita ilarità…e non è bello).
      Saluti

    53. Un saluto non si nega a nessuno,pertanto ricambio.
      Quando ella riuscirà ad esprimere un concetto suo,senza andare a prestito di altrui citazioni,
      vorrà dire che la sua intelligenza e’ sulla buona strada,anche se mi pare una strada in salita,nel caso specifico.
      Ma vorrei che Lei tornasse al post e tirasse le somme,dato che ha scritto cose che poi mi pare si sia rimangiate.Difficile seguire i suoi ragionamenti un tantino complessi anche perché’ le frecciatine non è che semplificano il pensiero.
      Riespongo la mia opinione.
      La Sanità,a livello di PS a Palermo,vista da un Utente,messa a confronto di come viene offerta in altre regioni ,
      delude le aspettative.Tempi di attesa e scarsa pulizia dei locali,affollamento,finiscono per penalizzare l’immagine di un servizio che sotto il profilo professionale tecnico-sanitario può anche essere eccellente, ed n linea con i protocolli del caso.
      Non ho chiara la sua,di opinione.

    54. Scusate, non sono riuscito a leggere tutti i commenti, ma penso che abbiate sbagliato obbiettivo, i veri responsabili di questo scempio sono i Signori della sanita’, i direttori sanitari, i primari, i capi reparto o come cavolo vogliamo definirli, fino ad arrivare ai coordinatori degli infermieri etc..etc..
      Chiunque possa avere una responsabilita’ decisionale a qualsiasi livello, ma perche’ no anche l’ultimo degli attendenti di fronte ad uno stato cosi’ indecente di mantenimento di una struttura e dei suoi servizi dovrebbe rifiutarsi di continuare a prestare il suo servizio senza che una costante manutenzione sia garantita
      Il decadimento a cui si riferisce Alessandro (consapevolmente o non) e’ insito proprio in quelle figure che si prestano ad esercitare la loro professione in quelle condizioni e di chi ne dovrebbe avere il controllo e la gestione, come dire, ci vorrebbe una vera obiezione di coscienza…….ma forse sto fantasticando e non crogiolatevi pensando che in fin dei conti e’ cosi’ ovunque, non e’ proprio vero, e’ cosi’ solo li ed in pochi altri posti e questo non si cambia inveendo contro chi denuncia anche se con sarcasmo ma denunciando a nostra volta.
      Perche’ i cittadini utenti hanno rinunciato a protestare e denunciare questo stato di cose ? e poi magari li vedi allo stadio a scontrarsi con la polizia per ragioni che solo loro possono immaginare……. questo e’ il vero argomento di cui si dovrebbe discutere a parer mio
      Un saluto a tutti

    55. Non abbiamo sbagliato obiettivo semplicemente perché nessuno ha cercato di colpevolizzare chicchessia.
      Si è portata a conoscenza una situazione fuori norma e controllo
      La ricerca dei responsabili e’ un tema aperto.
      Posso evidenziare che la gestione della Sanità e’ affidata alle regioni,oggi,in Italia.

    56. La verità è che a parte alcune strutture degne di essere chiamate ospedali, in Sicilia è meglio non essere mai ricoverato. Io da siciliano ne ho paura.

    57. …. 12 anni fà episodio analogo al civico sulla mia pelle…
      Febbre, dolori articolari una gamba bloccata e il medicastro di turno mi ha detto che potevano essere i nei… NO commenti!!
      La sanità a Palermo fa CAGARE!! a chiare lettere….
      Purtroppo ( per me) frequento ospedali a Milano ( ora ci abito) e l’andazzo è completamente diverso….
      Il signore che ha scritto il racconto doveva fotografare tutto e fare una bella denuncia…
      6 ore in PS sono inaudite… ma tant’è….

      Le auguro di non dover più stare male a Palermo…

    58. Ma com’é che é sempre colpa di qualcun altro? La sanitá fa CAGARE (come dice finemente la signorina, a Milano la classe non é acqua), perché buona parte dell’utenza non merita altro. La colpa é sempre altrui: immagino voi vi prendiate cura degli spazi comuni (i bagni sporchi sono sporchi per colpa dell’utenza), non cerchiate ogni minimo escamotage per vedere l’amico medico e avere un trattamento di favore…

    59. @Bri-ndo-Io le cose le tengo pulite(si, hai letto bene, io butto le cose nel cestino o me le tengo in tasca fin quando non trovo un contenitore).Anche io non ho diritto a un buon servizio??Infine, a detta di tutti quelli che stanno al pronto soccorso del Civico “Quel bagno non si pulisce”.Da quanti mesi o anni non é concesso saperlo, ma ti assicuro che é da molto tempo.

    60. Signora prego 😉
      La finezza Nn esiste solo a Milano
      Conosce lei un termine alternativo???

      Si stupirà ma si mi prendo cura dei luoghi comuni se vede la mia macchina è’ un ricettacolo di pattumiera perché finché Nn trovo un cestino Nn butto nulla

      Non è’ che per caso lavora al civico signor bri -ndo ?!?!;)

      La colpa è’ degli incivili che alla fine si meritano situazioni così 😉

    61. La verità vi fa male lo so, nessuno vi può giudicare ……. sono una dottoressa palermitana, ma lavoro presso gli osp. del nord. vi assicuro che quello che ha scritto Alessandro è la verità. Sporcaccioni è menefreghisti.

    62. Ti sei sprecata!
      Sporcaccioni chi?
      I pazienti,
      I loro familiari,
      Oppure gli addetti alle pulizie
      che
      Evidentemente non sono capaci di dare un Servizio?
      E se nessuno fa i controlli e pone rimedio,pretendendo una prestazione adeguata,
      cosa ci sta dietro?

    63. i ps degli ospedali sono sempre intasati anche qui al nord. piuttosto vi siete mai chiesti come mai migliaia di siciliani scelgono gli ospedali lombardi per curarsi? i politici siciliani andrebbero presi tutti a calci nel culo (non è che qui non rubano ma almeno certi servizi funzionano)

    64. Non lavoro nella sanita’. Mi stupisco come ogni volta che parlo con qualcuno trovo sempre l’esempio encomiabile, il supereroe della civilta’ e del bene comune. O frequento posti di alta classe o, data la situazione palese di palermo, forse serve meno boria e piu’ maniche rimboccate. culturalmente. @Danilo: sporcaccioni? Tutti, dal primo all’ultimo. Oppure nessuno. I servizi devono funzionare, ma per funzionare hanno bisogno che l’utenza collabori (niente polemica, spero di spiegarmi). Vi siete chiesti perche’ l’ismett e’ un ospedale decente? Perche’ viene mantenuto bene e la gente si vergogna di piu’ a defecare in mezzo alle corsie (si, signora gabriella, la finezza decisamente non esiste solo a milano). E se come dice alessandro-lo quel bagno-lo “non si pulisce” lei chiama un responsabile, lo mette in riga o lo denuncia e lo manda sui giornali. Altrimenti come dicono a milano se la chianta senza lamentarsi.

    65. Ismett
      se non erro dispone di una struttura costruita ex novo
      con la consulenza del Centro Trapianti di Pittsburgh.
      Il confronto con i PS rimediati alla meno peggio
      e bugigattoli adibiti a servizi igienici
      non ha senso.

    66. Specialmente in questi ambienti i servizi di pulizia devono essere considerati al primo posto di importanza. Ma sapete quante malattie ci prendiamo se tascuriamo questo settore. Soprattutto nelle mensa ospedaliera una profonda pulizia è indispensabile, ma quando riusciamo a capirla? Si potrebbereo evitare molti problemi ma se non ci sono controlli, cari miei sono pienamente d’accordo con Danilo.

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