Chiudere la Favorita alle auto è logisticamente impossibile
Il dilemma si ripropone da sempre. Abbiamo il più grande parco urbano d’Europa e non sappiamo come sfruttarlo. Sulla Favorita ne sono sentite di tutti i colori, al di lá degli schieramenti politici. Ultima in ordine cronologico la chiusura alle auto. Un provvedimento che fu preso in considerazione già dall’amministrazione Cammarata, e che contestai già allora con una motivazione ben precisa: chiudere la Favorita alle auto è logisticamente impossibile. Renderebbe difficilmente raggiungibile Mondello, intasando irrimediabilmente tutte le zone limitrofe, dall’Arenella a Tommaso Natale. E soprattutto il Parco così com’è resterebbe poco fruibile, senza lo sviluppo di servizi accessori.
L’idea sembrò fermarsi. Ma a Palermo si sa, abbiamo la testa dura. E quale miglior occasione di una tornata elettorale per spendersi in favore di una riqualificazione tanto desiderata dai cittadini? Ed ecco spuntare sempre quel puntino nero con a lato scritto PARCO DELLA FAVORITA, con accanto di tutto. Come se magicamente questa meravigliosa oasi naturale non fosse più soltanto l’ennesimo angolo abbandonato di una città piena di problemi.
Così l’amministrazione Orlando ha lanciato una chiusura sperimentale. Devo riconoscere con coraggio, ma il risultato era inevitabile. Non basta chiudere e pedonalizzare un parco abbandonato per renderlo improvvisamente vivibile. Una strada chiusa, triste ed abbandonata. Ecco cosa è stata la pedonalizzazione del Parco della Favorita. Non si può pensare di adottare un provvedimento quando non esistono servizi alternativi: come per esempio il bike sharing, navette ecosostenibili, aree parcheggio attrezzate.
Adesso che l’amministrazione si è resa conto dell’errore commesso, l’obiettivo deve essere un altro. L’auspicio è che si cominci a pensare a come sviluppare e sfruttare le aree interne della Favorita, per esempio creando un teatro, dedicando un’area ai concerti, agli eventi. E magari creando una zona ristoro con i tavolini immersi nel verde, e un percorso turistico creato ad hoc per far rivivere la storia di una zona che conserva piante ed alberi di una rarità unica. Senza che tutto ciò sia soltanto uno spot politico, creato e subito dopo abbandonato a se stesso.
Il parco può e deve diventare un punto di riferimento per i palermitani, per il turismo e per l’economia stessa della città. Tenendo da parte le chiacchiere da campagna elettorale.
(foto da Google Maps)
Mi trova d’accordo sulla necessita’ di “dar vita” al parco con una serie di infrastrutture ed eventi “interni” .
L’affermazione che sia logisticamente impossibile chiudere alle auto e’ invece gratuita e priva di fondamento, alla stessa maniera del velleitario e improvvisato “esperimento” gia’ avvenuto che , come gia’ scrissi allora, aveva il solo intento di far da specchietto per allodole, avendo come unico effetto sperabile quello di infastidire ulteriormente i gia’ indisposti palermitani e mondellani.
COn una semplice soluzione di sensi unici obbligati si risolverebbe il problema di un “attraversamento” che , come dice la stessa parola ,e’ perfettamente inutile e fungibile.
La premessa del post è errata, e quindi anche tutto ciò che ne discende.
Come finalmente hanno capito anche al Comune, la Favorita NON E’ UN PARCO URBANO, bensì una RISERVA, con struttura giuridica e vincoli estremamente più restrittivi di quelli di un parco.
Nella Riserva, al contrario di un Parco, non è possibile cambiare le essenze che vi crescono. Non è possibile, ad esempio, posare un prato, piazzare aiuole, estirpare piante ed è persino vietato rimuovere gli alberi caduti (a meno che non rappresentino un pericolo per i cittadini o per la viabilità).
Meno che mai è permesso costruire NUOVE strutture al suo interno tipo Teatro, bar, solarium, servizi igienici etc.
L’anomalia è che una riserva naturale sia praticamente confinante con l’abitato… ma tant’è. Lo status è quello e non ci si può fare nulla.
Tant’è che il Comune adesso ha chiesto alla Regione di declassare l’area a Parco, in modo da poterci mettere le mani sopra. Ovvero, in caso di declassamento a Parco, sarebbe possibile aprire nuove strade, e costruire tutto il costruibile.
A questo punto, però, bisognerebbe conoscere il pensiero degli ambientalisti, che guarda casa sono sovrapponibili in gran parte a coloro i quali chiedevano la pedonalizzazione. Bel dilemma: perdere una riserva (non ne sono rimaste molte, in Italia) o acquisire un Parco urbano?
La
Ma che riserva e riserva!
Mandarini,pini,eucalipti,fico d’india,
sono stati piantumati appositamente e non si capisce cosa hanno di endemico.
Probabilmente quelli che decretarono la Riserva non sapevano distinguerlla da un Parco.
Oltre le piante da me indicate ci sono distese di arbusti incolti di aspetto bruttissimo,una selva degna dei tempi dei 3 moschettieri.
Oggi e’ un luogo dove si incontra qualche podista,qualche ciclista,qualche trans,qualche escori,e c’è una fruibilità pressoché inesistente dalle famiglie.
Comunque senza soldi questi sono puri esercizi mentali.
Chiudere l’asse di collegamento citta_Mondello,
presuppone la realizzazione di un’arteria alternativa.
Campa cavallo…
FAr attraversare una RISERVA da auto a emissione non controllata e’ da riserva o d a parco ?
MEglio un parco chiuso al traffico piuttosto che una riserva inquinata e utilizzata alla stregua di un viadotto o una galleria .Anzi ora che ci penso ..facciano una galleria …
Comunque anche nei parchi son previste zone A-B-C dove poter o non poter dar luogo ad alcune attivita’.In generale il PArco e’ uno strumento piu’ moderno e agile
Concordo in pieno con il Folklorista. Ci sono un bel pò di percorsi alternativi che già conducono a Mondello, e che con uno studio accurato di sensi unici e rimodellamento delle strade urbane che portano a Mondello si potrebbe rendere il tutto ancora più facile.
Ricordo che ci sono almeno altre tre percorsi che portano a Mondello, e che la Favorita non è l’unico accesso. Ci si può arrivare da via dell’Olimpo, per poi prendere viale Venere, ci si può arrivare da Partanna, per poi proseguire o da viale galatea, o svoltare da via Pazienza, dove guarda caso ci sono dei parcheggi incredibili, dove spessso ho trovato parcheggio anche di domenica. Ci si può arrivare dall’Arenella (anche se ammetto hce la strada è tortuosa, e ce ne saranno altre che sicuramente dimentico. Oltre il fatto che, ci si potrebbe arrivare facilmanete in Bus o Bici. E secondo me chi continua a dire che La riserva della Favorita, è l’unica arteria in grado di portare dalla città a Mondello, è soltanto un MULO.
Secondo wikipedia La Real Tenuta della Favorita è parte della Riserva naturale orientata Monte Pellegrino. Mentre il monte è zona di Riserva A, la favorita è zona di Riserva B.
E la gestione è dei Rangers, non del Comune… anche se forse vi sono accordi di manutenzione, visto che la stessa viene svolta dagli operai Comunali.
Tralasciamo la frase offensiva,che però viene rispedita al mittente.
Scrivere sciocchezze e troppo facile.
Il percorso fatto dall’806 dell’Amat si fa in 20 minuti (poche fermate e sensi unici )
mentre qualsiasi altro percorso richiede non meno di un’ora dovendo si attraversare
nunerosi colli di bottiglia dove spesso il traffico e’ totalmente bloccato.
Isaia
E’ corretto rifarsi alle carte,ma le carte si possono cambiare.
Le essenze che vi crescono provengono da altri continenti, lecci a parte che sono originari del mediterraneo.
I percorsi alternativi sono sufficienti per permettere la chiusura totale della Favorita ad ogni tipo di veicolo motorizzato.
Non bisogna costruire nulla all’interno del parco: niente cemento, niente tensiostrutture, niente tendoni, niente casini di alcun tipo per cortesia.
E Central Park? E Saint James’s Park? E Hyde Park?
Orlando Cascio ‘o pacco.
… e Giusto Catania ‘o pappagallo pacco.
Barbera? Non sparo sulla croce rossa… ma, teorico, bravo a scrivere libri, ma all’atto dei fatti bocciato, esonerato.