Nessuna vigilanza al Civico ed è “futti-futti” dei giocattoli dei bimbi
«I bambini non si toccano». Inizia così la mia chiacchierata con Ilde Vulpetti, Direttrice Area Operativa Aslti – Onlus “Liberi di crescere”, l’associazione che supporta economicamente, professionalmente e psicologicamente, il reparto di Oncologia pediatrica ora all’interno dell’Ospedale Civico di Palermo (prima all’interno dell’Ospedale dei Bambini).
Ma facciamo un passo indietro. È domenica pomeriggio, sono circa le 19:30 di sera e all’edificio 17C Maurizio Ascoli del Civico non c’è nessuno. Oltre la porta a vetri del piano terra si trova l’ambulatorio di day hospital di oncoematologia pediatrica, vale a dire l’unità ospedaliera dedita alla cura dei bambini affetti da tumore. Durante tutta la settimana i piccoli pazienti – quelli non ricoverati al reparto di degenza che si trova al terzo piano dello stesso stabile – affrontano cicli di chemioterapia, prelievi e terapie per sconfiggere il male.
Il trattamento ospedaliero generalmente avviene la mattina, protraendosi alle volte anche al pomeriggio nei casi in cui il bambino abbia bisogno di maggiore assistenza o non abbia terminato la seduta. Ma ritornando al principio, domenica poco prima di sera qualcuno si è addentrato indisturbato all’interno dell’ambulatorio, saccheggiandolo. La vile razzia ha portato con sé costruzioni, peluche, macchinine, una preziosa Xbox 360 d’ultima generazione e persino l’antenna della tv.
Che gesto vile. E che “fanghi” penso. In parole povere, l’associazione riconosciuta dalla direzione generale dell’ospedale con una convenzione – nosocomio che, specifico, non eroga materialmente contributi in denaro – si ritrova a supportare il reparto in una serie di attività che vanno dall’acquisto di attrezzature sanitarie all’aggiornamento professionale dei medici con gli ultimi protocolli di cura. Sostiene le famiglie con supporti economici e psicologici e fornisce ai bambini i servizi necessari ad affrontare al meglio la malattia, alleviando per quanto possibile il disagio dovuto al distacco da realtà e famiglia (supporti didattici e rete wifi per collegarsi in videoconferenza con casa o scuola ad esempio).
Mi chiedo come mai l’ospedale non faccia nulla o quasi, ma temendo la risposta, non rivolgo la domanda. Cerco qualcuno per avere maggiori informazioni, e… All’interno dell’abitacolo della portineria non c’è nessuno. Si sarà allontanato un attimo, penso. Ma dopo un po’ scopro che lì non esiste anima addetta all’accettazione, alla vigilanza e anche alla semplice informazione. Può succedere dunque che accidentalmente qualcuno (genitori o infermieri o personale) lasci aperta la porta a vetri che dà accesso al day hospital. E può succedere anche che la ludoteca al suo interno sia così “ghiotta” e di facile accesso a chiunque abbia intenzione di compiere il gesto abietto.
Nessuna vigilanza, nessun sistema di allarme “anti-intrusione” (anche se a quanto pare stavano già provvedendo a installarlo per inibire i ladri recidivi) e nessuna misura di sicurezza nella città del “futti-futti”. Chiaramente per motivi legati alla privacy dei bambini, non è presente nessun circuito di videosorveglianza interno. Esterno sì, ed è già al vaglio delle forze dell’ordine. Così, preso possesso dello zaino di un medico e trafugato la consolle più gli altri ninnoli, sono andati via indisturbati. Hanno graziato solo le tv – perché ancorate al muro – e i pc, anche se il furto dell’antenna ha lasciato comunque i bambini senza cartoni animati.
«Guardiamo il bicchiere mezzo pieno – mi racconta la Vulpetti -. Il gesto è deprimente e rubare dei giochi con cui i bambini non solo passavano il tempo, ma interagivano tra di loro è riprovevole. Eppure l’onda emotiva che ha suscitato ci rende felici. Tanti i contributi materiali arrivati». Quei giocattoli erano il simbolo di socializzazione e alienazione momentanea dal cancro, anche al netto di un danno finanziario quasi esiguo. Il furto, tuttavia, ha smosso una catena di solidarietà non indifferente. Il giocattolo cura sì la parte sana del bambino, ma a questa si affianca una parte “malata” che è necessario assistere. E per questo servono soldi.
Io ho donato. Perché non lo fate anche voi? Donazione: sul sito nel format “dona ora” (www.liberidicrescere.it); conto corrente numero 10029908; iban bancario UniCredit IT93J0200804614000300221968.
Veramente, senza parole, come hanno ridotto questa povera Italia e come si e’ ridotta (da se) questa povera citta’
Senza piu’ nemmeno un briciolo di dignita’, solo parole inutili………
Cosi’ i professoroni e i tecnici si gonfiano con chi dovere presentandosi come maestri del risparmio, perfino a discapito dei bambini colpiti da patologie cosi’ gravi, il custode ? costa troppo e se lo assumi ti cazziano, e sono pure fortunati perche’ non gliene fotte proprio un cavolo nemmeno di chi e’ costretto a usufruire della struttura, i poveri bambini, che fosse per loro potrebbero essere loro stessi vittime di qualunque balordo maleintenzionato di passaggio.
Ma io mi domando ?? come dormite la notte ?? con i sonniferi!!! come cavolo vi rapportate con i vostri familiari e con i familiari degli stessi bambini ? che cavolo di facce di c…..bronzo avete ?? vi interessa solo che il mentore di riferimento si complimenti per avere risparmiato ancora di piu’ e di piu’ e di piu’ ………..ma andatevene a f.c.