Primi
Una delle specialità in cui i palermitani riescono meglio è un principio che sembra stare alla base della nostra vita: arrivare primi e fottere il prossimo. Ci alziamo cu ‘stu pinzieru. Ci sentiamo disonorati, nel senso di “senza onore” ad arrivare secondi, ‘nza mai ultimi! Schifo della terra, si dice in questi casi. Per forza di onore dovrà trattarsi, perché non è che abbiamo tutto questo chiffare, ma noi quando dobbiamo fare una cosa, dobbiamo farla subito, perché ci dobbiamo levare il pensiero.
È parte del nostro corredo genetico proprio.
Non so se vi è mai capitato di osservare dei bambini di scuola elementare uscire dalla classe e mettersi in fila.
Nel resto del mondo, il primo che esce va davanti e via via tutti gli altri dietro. A Palermo no. Il primo esce, si mette davanti e man mano che prosegue la fila, ognuno che esce si mette davanti, cosicché il primo sarà l’ultimo. Pure religiosi siamo: infatti gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi.
Quando cresce, il palermitano continua nel suo proposito di arrivare primo, fino a sacrificarsi pur di vincere. Ma che si vince? Certe volte ho avuto la surreale impressione di essere parte di un video game, in cui non so che faccio parte di una squadra. Altrimenti come si spiega che, più di una volta, in banca, mi è capitato di arrivare verso le 12, avere, che so, il numero 120, il turno è all’80 e dopo un po’ si materializza una (anziana di solito) signora che, uscendo, mi infila in mano il numero 86, dicendo “tenga, ne avevo due”? Ora, grazie mille. Gentilissima. Ma 1: perché ne avevi due? Per sicurezza? Casomai uno ti vola? E 2. Perché proprio a me? Sicuro un video gioco è. E io non lo so. Quello era, tipo “l’aiuto” che si chiede quando il gioco è in stallo. Chiedo scusa se non mi spiego, ma non sono molto esperta di giochi. Non ho il tempo, se voglio arrivare prima pure io.
Prendiamo la fila all’ufficio postale. Nel resto del mondo uno si alza la mattina, si lava (si spera), esce di casa, arriva all’ufficio postale, entra, prende il suo biglietto e attende il turno.
A Palermo invece si fa così:
- Soluzione 1. Esci con gli amici, vai a cena dai suoceri, ti fai una passiata, ti attardi insomma fino alle 3 del mattino. Giunta l’ora, vai alle poste, prendi un pezzo di carta, ci scrivi il tuo cognome, lo impiccichi alla saracinesca con lo scotch che ti sei portato in tasca, ti va ccurchi e l’indomani alle 8:00 ti presenti bello fresco e sbarbato e sei il primo.
- Soluzione 2. Ti va’ ccurchi bello presto, annunciando che l’indomani vai alla posta. Punti la sveglia alle 4 e vai all’ufficio postale ad appizzare il foglio col tuo nome. I guai arrivano se quello che si è coricato da un’ora è già passato. In quel caso puoi: a) spardare il foglio di prima e metterne uno nuovo in cui sei il primo. b) Rassegnarti ad essere secondo e farti mettere in sacchetta da uno più scairto di te. Ma è un evenienza rarissima che contraddirebbe il suddetto principio. E poi, dopo che uno fa ‘a matinata si fa fottere così? Impossibile. Questo spiega gli aggaddi alle 7:30 del mattino davanti alle poste. Sono quelli delle 4 che si sciarrano con quelli delle 3.
Andiamo al supermercato. Anche qui è di vitale importanza arrivare primi alla cassa e qui l’ingegno si affina. I miei preferiti (per dire) sono quelli che entrano, prendono il cestino, ci mettono tre fissarie e lo lasciano alla cassa. Il cestino. Solo. A fare il turno.
Medico curante. Altro tasto dolente. Il mio medico arriva allo studio intorno alle 16. Il turno inizia alle 13.30. Ci si piazza nell’androne del palazzo, col boccone in bocca, non di rado con colazione al sacco, per arrivare primi. Se il secondo arriva alle 14 è già fottuto. Perché il primo sarà visitato alle 16, e a lui toccherà di uscire intorno alle 17,30. Io mi chiedo: perché non mangi tranquillo, ti fai pure una pennica e ci vai alle 15.45? Giammai! C’è paura arriva uno prima di te?
Scusate la fretta, ma vado di corsa. Devo uscire presto, se non mi piazzo davanti alla porta del parrucchiere entro le 7:30, non posso essere la prima, quando, alle 9:00 aprirà!
Maria sei mitica.. Bell’articolo che evince la realta’ del palermitano nella sua quotidianieta’.. Se il sistema postale fosse organizzato online tutte ste ammatizine nn ci sarebbero, per non parlare del medico curante se ci sarebbe la segretaria che alle 8.30 am puntale prenderebbe gli appuntamenti dei pazienti promettendo 10 o 20 mituti a testa tutta sta mala minchiata di aspettare non ci sarebbe. Saluti
Temo che a furia di scrivere con stile ironico nei vari blog sullo stile di vita di alcuni palermitani incivili, scopiazzando quasi sempre a sproposito la scrittura di Camilleri, quasi quasi ci si compiaccia e ci si abitui alla maleducazione e al grado bassissimo di civiltà che ha raggiunto la città. Mi direte “ma l’ironia è un modo per esorcizzare la maleducazione!”; vedo invece, soprattutto nei commenti di chi legge questi post, che sicuramente nell’intenzione degli autori sono di denuncia, un compiacimento appunto di essere parte di certe situazioni o comportamenti. Ma se tutti, dico tutti, criticano nei commenti il furbo di turno che salta la fila o fa lo scaltro, due sono le cose: o gli unici civili sono quelli che frequentano i blog e i social in generale, o il grado di inciviltà è talmente radicato che anche quelli che lo criticano ne sono parte integrante. Beh, penso che la seconda sia la più plausibile; e rimanendo sempre nell’ambito dell’inciviltà, chi critica ad esempio la maleducazione alla guida dei palermitani dovrebbe in teoria comportarsi diversamente mentre guida, ma in realtà non è proprio così, e lo vedo direttamente con persone a me vicine.
Il concetto dell’essere primi per principio e non per una reale utilità ha la sua conferma scientifica ai semafori: se tu grazie al caso dettato dal flusso del traffico ti trovi ad essere il primo della fila ad aspettare il prossimo verde, vedrai sicuramente qualcuno passarti a lato e piazzarsi prima di te. Quasi sicuramente questo, essendo oltre la linea del semaforo, non lo vedrà diventare verde e dovrai essere tu, a suon di clacson e malaparòle a fargliene accorgere, perdendo più tempo sia tu che lui!
Il senso di questo comportamento, quindi, è: non tanto partire prima al verde, ma partire IL PRIMO!
Brava Maria. Suggerirei , per il futuro, un articolo sull’uso del condizionale e del congiuntivo da parte dei palermitani.
Lo stavo scrivendo io, Zelig, mannaggiatte’!
Ciao a tutti. Giá fatto. Abbondanti e precedenti discorsi su grammatica e lessico siculo nei post precedenti. Dal 2006 ad oggi!😉
@Pablo
Parafrasando: ” ..hanno ammazzato Pablo, Pablo è .. ” Svivo.
Si, svivo, il che vuol dire che NON è morto, ma Svivo.
Svivo, un’accezione ad un’eccezzione tutta Palermitana e non solo.
Svivo è il fighettino, viscido, studiato, saccente, appericena, apperò, hoscrittounsaggio, espongolapersonaleavillaniscemi, ecc ecc.
Pablo…., pssss pssssss, dico a te.
Senti à ‘mmia ò frat’, lascia stare Camilleri, che, chiamando l’arancinA con la O ha dimostrato i suoi limiti, seppur riconoscendogli un’abilità nel creare un personaggio iconograficamente “esportabile” ma “praticamente” discutibile, MOLTO discutibile ( parliamo dei suoi”rapporti” con DON Balduccio Sinagra???).
In buona sostanza..
Pablo, c’è gente (in genere),e poi autori, scrittori, amatori dello scrivere., che PRIMA, che Camilleri diventasse, famoso e POPOLARE; scrivevano già in VERNACOLO SPINTO ( dialetto parlato).
( ATTENZIONE NON ho scritto prima di lui, ma PRIMA che fosse popolare).
C’è gente che non imita IGNORANTE!!!!!
Maria Cubito, Daniele Billitteri e quant’altri, NON copiano, NON imitano, NON emulano.
Và (accentato) e studia.
@ Maria Cubito
Menonale che Rosalio ha avuto un minimo di cuore in piu di Zamparini, e che almeno un fuoriclasse l’ha tenuto.
Ci salveremo, nonostante tutto. 😉
😀
Maria Cubito che piacere leggerti.
Rispondo a Pablo: scrivo su questo blog dal 2006, ho sempre scritto così e, ti assicuro, non lo costruisco. Alcuni termini mi vengono in mente proprio in dialetto. Ma magari ho risposto a qualcosa che non mi hai neppure chiesto. Quanto all’inciviltà, certo l’ironia mi aiuta a smorzare i toni e ad affrontare il problema da una prospettiva diversa dalla solita (che è quella della bile). Comincio a pensare anch’io che nel degrado generale anche chi non si comporta in modo incivile é portato ad adeguarsi (che so lasciando l’auto in doppia fila) per sopravvivere e non soccombere del tutto. Questo é molto triste e lascia poche speranze per le generazioni future che, cresciute da gente che sputa la “ciunga” a terra, farà altrettanto se non peggio, ritenendolo un comportamento “normale”.
Maria, nel mio post, (ma magari ho risposto a qualcosa che non mi hai neppure chiesto 🙂 ), mi riferivo alla consuetudine crescente in molti blog e pagine personali di diverse persone, di nascondere dietro una scrittura che vorrebbe sembrare ironica il vero problema, generando in molti quasi un compiacimento sulle nostre “usanze” più incivili.
Non ho scritto “Maria scopiazza quasi sempre a sproposito la scrittura di Camilleri”, ma ho detto che questo capita “in molti blog”. Naturalmente il tuo post mi ha dato l’input per parlarne, poichè anche tu utilizzi vocaboli ed espressioni siciliane, che sai mettere bene insieme.
La cosa che mi rattrista , ripeto, è il compiacimento di molte persone che quasi si “vantano” di alcuni comportamenti assurdi che oramai ci identificano, e il fatto che un post ironico di denuncia, leggendo molti commenti, possa portare ad alcuni questo compiacimento dell’inciviltà.
quella del medico è classica…..quelle rare volte che vado all’apertura dello studio trovo i vecchietti fuori infreddoliti che aspettano chissà da quanto. Mi son chiesto sempre perchè tutta questa premura se sono pensionati nullafacenti e mettono in crisi il povero lavoratore che ha fretta per andare a lavorare? pazieza sono arrivato dopo, aspetto che si misurano la pressione e dopo sarà il mio turno.alla mia uscita sorpresa sono fuori che fanno comunella e si raccontano i loro tempi passati e il governo ca fa schifu un ci aumenta a pinzioni!!!
Io citerei un altro caso e cioè quando ci si trova in fila alle casse e improvvisamente si capisce che sta per aprire la cassa accanto. Difficile descrivere esattamente quello che accade nella mente del secondo o terzo della fila……
Pure simpatico è chi al banco informazioni di qualunque ufficio, pretende di scavalcare perché deve solo chiedere una cosa. Gli altri invece sono venuti a prendere il caffè dalla macchinetta.
Per la serie come trasformare:
il pungente e brillante ironico gioco di Maria
in una cosa seria, anzi seriosa….
Accuntintamuni di leggiri chiddu ca Idda rici
senza titari ‘nballu i latini e i greci
ca tantu lu sapemu: tutti gnuranti semu!
Sulu ca ognuno ignora a so tempo e modu
e su riceva albertu cririri ciavemu.
Pò sturiari e leggiri quantu vuoi
ci sarà sempri qualcosa ca non sai.
Dunque, inveci di pigghiari a genti pi gnuranti
lassamu ca, “vernacolese” o no, “italianese” o no
esprima il proprio pensiero senza che il prof. di turno abbia da salire in cattedra.
Maria, sei troppo simpatica nelle tue espressioni e penso che il fine dei tuoi “temi” sia a beneficio di chi leggendoti vuol sorridere senza crearsi il problema se anch’egli /ella, ha …. scagliato o scaglierebbe la prima pietra sui vari “comportamenti” , tanto lo sappiamo che qualche marachella l’abbiamo fatta e la faremo tutti.
Certamente l’inciviltà e la maleducazione ad oltranza son cose diverse.
Cordiali saluti a te e a tutti i tuoi lettori.
Vivo a Torino da quasi 50 anni e vi posso garantire che questi comportamenti sono facilmente riscontrabili anche qui. La Cubito e’ simpatica e acuta ma noi palermitani non siamo peggio siamo, forse, “troppo”.
E’ su questo “troppo” che bisogna lavorare. Buona vita a tutti!!
Mitica Maria Cubito!!! Ci mancavi tanto!
Comunque, io sto a Roma da 2 anni adesso e posso dirvi che ho iniziato a pensare che in fondo tutto il mondo è paese. I romosauri sono sicuramente meglio dei panormosauri, indubbiamente sono meno barbari di noi, ma anche qui cafonerie, manovre folli e furberie sono all’ordine del giorno. Take it easy!