Fondi regionali e Tabella H: chi (ci) vince e chi (ci) perde
Ci sono polemiche cui i siciliani sono legati. Perché recriminare è un’attività poco faticosa, e se il motivo è ricorrente, si possono pure passare interi anni a mugugnare e a puntare il dito, comodamente seduti al bar sotto casa.
Sembra che la bufera invernale sulla Tabella H sia un passatempo irrinunciabile. Dietro le vetrate del caffè di fronte al teatro neoclassico, fra una briscola e un tressette nelle piccole società operaie, nelle anguste stanze delle associazioni di volontariato, c’è un momento di fiacca autunnale. Cadono le foglie − ma quando mai?, l’aria si rinfresca − davvero?, riaprono le scuole − quello sì, ancora per poco, forse. Poi, finalmente, arriva l’inverno: l’approvazione del bilancio regionale, le urla in aula, le minacce, le ritrattazioni e le aspre critiche sulle assegnazioni della famosa Tabella H. Cosa sia di preciso, i più non l’hanno proprio chiaro, ma è riassumibile nella vox populi: «Sono soldi che la Regione spreca regalando contributi a pioggia agli amici degli amici che hanno fondazioni pachidermiche, piccole associazioni culturali, scuole di balletto, passioni ippiche, sagre della Pera Decana e varia umanità». Continua »
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