Palermo – Milano, solo…sogni
Oggi voglio raccontarvi la storia di un ragazzo, partito da Palermo il 10 ottobre 2014 alla ricerca di una vita che, nella sua terra natia, sarebbe stato destinato a non potere avere.
Tre t-shirt, due paia di jeans, mutande, calze e tre felpe, oltre l’essenziale per una doccia la mattina.
Questo era il contenuto della sua valigia, alleggerita di proposito per far entrare qualcosa di molto più pesante e importante: la realizzazione di un sogno, parlare attraverso i microfoni di una radio nazionale, trasmettere le sue emozioni e la sua forza a più gente possibile in tutto il paese.
Sì perché, ancora oggi, avere un sogno e trasformarlo in un obiettivo concreto da raggiungere è possibile.
Ci vuole solo tanta voglia di lottare, soffrire, patire anche le pene dell’inferno se necessario.
Bisogna essere disposti a rinunciare al calore giornaliero di casa, alle risate della sera con gli amici, a quel capodanno che, anticipatamente, si sa che sarà devastante, solo, a casa davanti la tv o il computer, una birra pronta per essere aperta allo scoccare della mezzanotte e quel “buon anno” sussurrato, quasi con la paura di farlo uscire fuori prepotente come, invece, si faceva gli anni passati tra i vicoli della Vucciria o ai bordi del palco di piazza Politeama.
Quel ragazzo salì sul suo aereo, direzione Milano, pronto ad affrontare il Grande Freddo, o la grande freddezza, fate voi, del nord.
Non aveva un lavoro, una casa, solo soldi sufficienti per resistere un mese, massimo un mese e mezzo.
Si arrabattò, restò sveglio giorno e notte per cercare una sistemazione concreta e un lavoro in grado di farlo vivere.
Il ragazzo aveva una gran voglia di farcela e, incurante di quello che sarebbe stato il suo futuro, decise di strappare il biglietto di ritorno, quello della “sicurezza in caso di difficoltà”. Da quel momento in poi prese consapevolezza che non aveva altra scelta e, complice la forza di volontà e un pizzico di fortuna, nel giro di quindici giorni tutto cominciò a cambiare: prima arrivò la casa, un tetto sopra la testa e, nei giorni immediatamente successivi, arrivò anche il lavoro.
Tutto stava prendendo forma, quel ragazzo venuto da Palermo nella bella e difficile Milano stava riuscendo a muovere i primi importanti passi verso la realizzazione del sogno.
Adesso bisognava muoversi concretamente e non perdere di vista il reale motivo di quel trasferimento così repentino e, quasi, inaspettato ai più.
Arrivarono i primi contatti, le prime chiamate, le prime uscite.
Ovviamente, come già detto, il prezzo da pagare è sempre altissimo in questi casi e, così, arrivarono i primi pianti, le prime notti insonni, le prime difficoltà di un certo peso. Nonostante ciò, asciugava le lacrime, dormiva due ore a notte, si alzava dall’angolo buio della sua mente e, a forza, superava tutto, sapendo che un giorno tutto questo avrebbe portato al risultato.
Nel frattempo i giorni, le settimane, i mesi passano e con essi le stagioni. Dall’autunno si passa all’inverno, al giorno di natale e a capodanno.
Tutto era stato già scritto. Le feste sono un disastro, quasi interamente passate da solo, se non fosse per la buona volontà dei suoi genitori che, pur essendo separati, decidono di mettere da parte l’ascia di guerra e partire insieme a Natale, per stare insieme a quel figlio che non credevano potesse resistere a tutto questo, a soli 23 anni.
Anche le feste passano. Tutto passa.
È da poco passata la mezzanotte di venerdì 16 gennaio e tutto, finalmente, dopo mesi di sofferenza, stava trovando il suo primo epilogo. Il sogno tanto inseguito, quasi per caso, in parte, si realizza.
Quel microfono si accende e lui inizia a parlare, dire qualcosa di confuso ma estremamente carico di energia e positività.
Il ragazzo è incredulo, non riesce a trattenere le lacrime e scoppia in un pianto isterico per le vie notturne di Milano.
Ce l’aveva fatta, era riuscito a dare dimostrazione a se stesso che tutto è possibile, che “non posso” è solo paura di cadere, di non volere affrontare se stessi e di non riuscire a rialzarsi, ma quella paura non gli apparteneva.
Era riuscito a portare avanti il sogno che non era solo suo, ma di tutte le persone che lo sostenevano, dei suoi amici, della sua famiglia, delle persone che aveva conosciuto in questi anni e che avevano capito la sua forza di volontà nel volercela fare a tutti i costi.
Il primo passo concreto verso la completa realizzazione dell’obiettivo era stato compiuto.
Adesso quel ragazzo era ancor di più pronto a dire al mondo intero che Palermo non è la merda che vogliono farci credere, che è fatta di gente in grado di sognare, di immaginare e di sperare, anche se questo vuol dire andare via, ma poco importa perché il sole di quella città, il suo calore e la sua passione non risiedono nei chilometri stradali o in quelli di costa marittima, bensì nel cuore.
Fin quando il cuore di quel ragazzo avrebbe continuato a battere, il sole di Palermo non si sarebbe mai spento.
Felicissimo per te!! Sempre il sole oltre le nuvole o la paura!
Manca la parte in cui il ragazzo, felice come un pasqua, incontra la donna dei suoi sogni, salva un barbone che si rivela essere un milionario riconoscente, trova per terra un’antica moneta dal valore inestimabile… poi si ammala di cancro e muore.
Oops.
Forse che si trattava di una storia vera? 😉