Questa è una storia di evasione e libertà. Perché se è vero che chiunque può sbagliare è anche vero che chiunque può recuperare. È così che al carcere di Rebibbia hanno pensato di aiutare i detenuti a voltar pagina. Una pagina scarabocchiata che lascia spazio a una bianca e nuova, tutta da riscrivere. E non solo in senso metaforico. Nasce dietro le sbarre e da questo luogo prende il nome. “Dietro il cancello”, infatti, è il giornale dei carcerati il cui senso è quello di trasformare la libertà negata in una libertà interiore specchio della stessa libertà d’espressione.
Fin qui nulla d’eccepibile. Andare in carcere equivale ad essere puniti per un reato commesso, ma al tempo stesso bisogna ricordare, e acquisirne consapevolezza, che lo scopo della detenzione penitenziaria dovrebbe essere la riabilitazione e il reinserimento in società.
Nonostante la condanna in via definitiva a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio, tra i redattori ve n’è uno d’eccezione, che in questi anni si è particolarmente distinto tanto da esser stato definito “detenuto modello”. Totò vasa-vasa, soprannome ironico affibbiatogli da alcuni giornalisti per l’abitudine di dare un doppio bacio a chiunque incontrasse, adesso debutta come giornalista nel mensile redatto dai reclusi di Rebibbia. Continua »
Ultimi commenti (172.546)