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sabato 23 nov
  • Scomparso il busto in bronzo di Tuköry a piazza Marina

    Il busto di Lajos Tüköry a piazza Marina è scomparso. Si trovava all’interno della villa Garibaldi.

    Tüköry ha partecipato alla spedizione dei Mille in cui è morto. Il 27 marzo 1860 era al comando dell’avanguargia garibaldina che attaccò Palermo. Era di nazionalità ungherese.

    Palermo
  • 14 commenti a “Scomparso il busto in bronzo di Tuköry a piazza Marina”

    1. Storia di ordinaria “mala” amministrazione. Quello che è grave è che il furto è stato scoperto da un cittadino , Michele Anselmi dell’associazione “Sicilia letteraria ,mentre chi doveva vigilare, “non ha visto è non ha sentito niente”. Ciò la dice lunga sul grande senso del dovere di certi dipendenti pubblici dell’ “era orlandiana”. Chi sa da quanto tempo tale busto è stato rubato?
      P.S. il sindaco Orlando e il suo vice Arcuri hanno così commentato la notizia : “Esprimiamo la nostra netta condanna per il nuovo incivile gesto perpetrato contro il patrimonio artistico di Palermo, che conferma, purtroppo, come alcuni compiano azioni criminali che contribuiscono al degrado e alla mortificazione della città.” Parole di circostanza che possiamo condividere, ma il “comico” viene dopo : ” Siamo certi che ai dovuti accertamenti seguiranno azioni esemplari nei confronti degli autori di questo nuovo gravissimo e inqualificabile gesto”. Professore Orlando e dott. Arcuri, comprendiamo che l’età gioca brutti scherzi alla memoria, ma vorremmo umilmente ricordarvi che siete i massimi amministratori di questa sfortunata città e perciò è compito vostro svolgere i dovuti accertamento. Per esempio chiedete ai guardiani come mai non si sono accorti del furto?

    2. Generalmente furti del genere non son frutto di vandalismo, ma
      1-qualcuno ha commissionato il furto per abbellire con un pezzo d’epoca la sua casa o giardino, oppure
      2-essendo un busto di bronzo, qualcuno ha pensato bene di rubarlo per fonderlo e ricavare cosi’ del denaro.
      Certo, si puo’ sempre sperare che il sig, Tukory, stanco di veder Palermo cosi’ malridotta abbia ritrovato le sue gambe e sia tornato in Ungheria, ma la vedo un po’ difficile, obiettivamente.

    3. Tukory?!? Ah, non era Garibaldi? Ma… allora… forse sbaglio ci fu. Anche perché con tutto il rispetto, a saperlo prima chissenefregava del signor CorsoTukory, che quella strada è un bordello unico…

    4. Ritrovato! si è fatto una passeggiata fino a via alloro…

    5. Per fortuna!
      Allora voleva solo farsi un giretto per rompere la monotonia.

    6. Spesso chi scrive non conosce la storia .Lajos Tukory è stato un patriota ed esule ungherese che seguì Garibaldi nella famosa spedizione dei Mille. Comandò l’avanguardia garibaldina che penetrò a Palermo il 27 maggio 1860. Tüköry fu tra i primi a superare le barricate borboniche a difesa della città Durante tale azione militare rimase gravemente ferito,nei pressi di Porta Termini ,da una fucilata. A causa della ferita gli venne amputata la gamba ma la ferita si infettò evolvendo in gangrena ; morì a Palermo, il 6 giugno1860 in via Bosco al Civico 49.
      Appare evidente che TuKory non si rese protagonista di quella repressione, portate avanti dall’ esercito piemontese dal 1861 al 1865 .In tale repressione invece partecipò la“legione ungherese” comandata da Stefano Turr.

    7. tukory (min), un PDM. Per la precisione.
      Mercenario, di passaggio in Sicilia, lui ammazzato immediatamente ma gli altri, purtroppo non uccisi, hanno continuato la distruzione del Regno delle due Sicilie.
      Un sanguinario nemico dei siciliani.
      Spedito dal peggiore colonizzatore della Sicilia, ancora oggi il peggiore cioè il similpaeseitalia, a sua volta finanziato da stranieri (che dovevano recuperare i debiti dei savoia e le risorse siciliane e del Regno).

      Fastidioso questo segno di sindrome di Stoccolma, in Sicilia, dove si dedicano piazze, strade, giardini, statue, ai peggiori nemici della Sicilia, cavour e garibbaldo in testa.

    8. ESCULAPIO
      tu non solo non conosci la storia, ma scrivi pure ammuzzu, illogico.
      La questione non è di sapere quanto è rimasto in Sicilia o se, come avvenuto, è stato ammazzato immediatamente.
      Ma che anche lui faceva parte dei PDM energumeni, mercenari, assoldati dai finanziatori stranieri, e dai savoia servi e debitori dei finanziatori stranieri, per distruggere il Regno delle Due Sicilie, invaderlo, deportare siciliani nei lager (fenestrelle), e commettere una serie di danni le cui conseguenze le subiamo ancora oggi, essendo la stessa matrice, quella del similpaeseitalia e quella dei suddetti PDM di allora.

    9. Certo che se gli hanno fatto il busto,gli riconoscono meriti non comuni.

    10. Esculapio, in questo caso il copia incolla da Wikipedia è una cosa ridicola e inutile. Specialmente se si fa osservare a qualcuno di non conoscere la storia di un personaggio.

    11. Noto con interesse che in Sicilia esistono alcuni neo borbonici. Tale movimento è abbastanza presente a Napoli, dove effettivamente i Borboni , pur con tutti i loro limiti, erano amati dal popolo . Infatti i progressi e l’attenzione dei Borboni si limitarono solo a Napoli e dintorni. Dopo Carlo , che fu certamente un re illuminato e il cui giudizio storico è ampiamente positivo, i suoi successori francamente non sono stati all’altezza della situazione. Francesco I e soprattutto Ferdinando I e Ferdinando II non sono passati alla storia per il loro “buon governo”ma soprattutto per le repressioni sanguinarie verso le istanze di cambiamento del popolo meridionale. Soprattutto in Sicilia, tutta questa “nostalgia” verso tale dinastia ci sembra fuori luogo. Ferdinando II non esito a bombardare le città siciliane , per questo fu sopranominato “re bomba”. D’altra parte, è un fatto storicamente accertato che le sorti del Regno borbonico erano affidate ad una classe “dirigente” e da burocrati composta in massima parte da inetti, corrotti e da traditori, pur con alcune lodevoli eccezioni. Lo dimostra anche la rapida decomposizione e inplosione del Regno dopo lo sbarco dei Mille a Marsala. Gran parte degli storici, soprattutto meridionali, non esitano ad affermano che il Regno del Sud era un territorio profondamente depresso ed era almeno un secolo e mezzo indietro rispetto allo sviluppo del resto d’Europa. La tanto decantata “identità meridionale” ha la stessa credibilità storica della Padania: una favola. Basti pensare all’odio nutrito per la dominazione “napoletana”borbonica da parte dei siciliani, che parteciparono, con migliaia di caduti, alle varie rivolte ( ricordiamo quella del 1848) e appoggiarono in armi la spedizione garibaldina.
      E’ vero che le casse del regno borbonico erano ricche,( molto più di quelle piemontesi), e dopo l’unificazione ( o annessione ) del regno tali soldi furono espropriati dai Savoia e portati al nord, però tali soldi non venivano spesi per migliorare le condizioni del popolo ma per foraggiare la burocrazia e una classe dirigente inetta . Gli storici meridionalisti hanno da tempo ammesso le condizioni di vita miserrime della maggior parte dei sudditi borbonici. L’analfabetismo era molto diffuso in tutte le classi sociali , anche tra i nobili, ed era ben al di sopra della media europea d’allora , inoltre le vie di comunicazione, soprattutto in Sicilia erano quasi assenti. Che l’annessione del Regno delle due Sicilie da parte dei Piemontesi non è una delle pagine più gloriose del nostro Paese, è un fatto indiscusso ma non può però farci dimenticare che i Borboni non fecero nulla per migliorare le condizioni economiche e sociali della Sicilia .

    12. Ho letto,
      e mi sono chiesto
      chi gliele ha raccontate tutte queste cose?
      Non è che tra cinquant’anni arriva uno che ci racconta tutt’altro ,
      altro film?

    13. Allora, il buontempone che si firma “belfagor” sappia che:
      – quando si ricama con le parole occorre anche un minimo di conoscenza, anche per mistificarle
      – essere anti-italiano (similpaeseitalia) non vuol dire essere automaticamente filo-Borbone (non Borboni)
      – miei conoscenti studiosi, ricercatori, hanno trovato pochissime testimonianze documentate sulle condizioni di vita del popolo al tempo dei Borbone. Al contrario presso l’archivio di stato, a Palermo, hanno consultato molti atti che testimoniano la presenza di un gran numero di liberi professionisti, commercianti, artigiani, etc. in città. Ma non affermo certezze nemmeno in presenza di questi dati
      – quando si allude a affermazioni di “storici” che contraddicono quelle note, ovvero che il Regno delle Due Sicilie era più evoluto, e meglio strutturato, del resto della penisola, oltre ad essere la terza potenza commerciale allora conosciuta, ebbene, si scrivono chiaramente i NOMI dei suddetti presunti storici e le FONTI… non si “ricama” ammuzzu.

    14. Sono d’accordo con il signor GIGi. Ai tempi dei borboni si stava bene, nessuno chiudeva le porte di casa, c’era lavoro per tutti, il cibo era abbondante ,il re ci volevano bene e tutti sapevamo leggere e scrivere. RIVOGLIAMO I BORBONI !!!!!!!!!

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