“Non ho tempo da perdere”
Tra i corridoi del supermercato di via Lanza di Scalea – nel via vai generale – ci sono due donne che fanno la spesa. Ognuna di loro ha con sé i propri due figli.
La prima signora ha circa cinquant’anni, è in leggero sovrappeso e ha il viso truccato come quello di “Moira Orfei”.
Indossa dei jeans della Pinko, stretti come una seconda pelle, con relativo culo in bellavista e maglia Desigual, dai colori sgargianti, con una vertiginosa scollatura.
Ogni essere umano di sesso maschile – dai 10 anni in su – osserva quelle giganti rotondità, come se celassero le risposte a tutti i misteri dell’universo.
I due figli le saltellano intorno frignando continuamente, voglio questo e voglio quello, mentre la madre, con una mano spinge il carrello, e con l’altra, tiene d’occhio il display dello smartphone.
«Ma’. I patatini. I patatini, ma’. Ma’ i patatini. Maaaa’» lagna costantemente il bimbo più grande mentre, il fratellino minore, gli fa da controcanto: «Puru io ‘i patatini. Puru io ‘i patatini. Maaaaa’».
La signora ripone il telefono nella borsa e come se fosse un raffinato automatismo, afferra decisa la generosissima apertura della maglietta e la tira su provocando un gelatinoso traballamento mammario.
Il seno adesso è un po più riparato, ma il risultato sostanziale, non cambia più di tanto.
I suoi bimbi lanciano dei pacchetti di “patatini” nel carrello stracolmo, e tutti insieme raggiungono il traguardo alla cassa numero due.
La seconda signora è cinese, ha circa trent’anni e un corpo minuto. Si muove con discrezione e a guardarla si ha come l’impressione di guardare la televisione con il volume completamente abbassato. Indossa una tuta nera, assolutamente anonima ma perfettamente capace di descrivere il suo corpo per quello che è: un bastone di legno.
Sembra che non apra mai la bocca, nemmeno per respirare, in compenso i suoi occhi hanno l’espressività pungente di un felino. Ricorda una specie di “replicante” in stile Blade Runner: una creatura a metà strada tra una macchina e un umano, che porta a spasso due piccoli cyborg-soldatini. Lei e i suoi due piccoli figli sembrano essere una persona sola. In mano tiene un cestino con pochi articoli, e anche loro tre si mettono in fila alla cassa numero due, proprio alle spalle di “Moira Orfei”.
La signora palermitana si guarda intorno ignorando i due figli, che come dei terremoti, stanno rivoluzionando la disposizione degli snack sistemati negli espositori davanti le casse.
Moira osserva un po’ di qua e un po di là come se stesse cercando qualcosa, poi, gira la testa indietro e si accorge della donna cinese, che immobile come una statua mantiene uno sguardo imperturbabile.
Moira Orfei vedendola così piccina, istintivamente la immagina sotto il sole cocente di una spiaggia, con un cappello di paglia mentre prova a vendere gadget di ogni tipo o massaggi low cost.
Poi osserva quei bimbi con gli occhi a mandorla e colta da un raptus di tenerezza esclama: «Se ha solo queste due cose può passare».
La cinese non ha nessuna reazione; continua a guardare assorta in avanti, limitandosi a scuotere la testa in segno di rifiuto.
«Avanti prego. Passi». insiste Moira.
La cinese, con tono di voce glaciale, risponde: «Non ho fretta».
Spiazzata da quei toni, privi della tipica cordialità caciarona e cerimoniale, della nostra Palermo, Moira incassa la risposta. Non sapendo come poter sfogare la stizza, per l’offesa ricevuta, d’istinto richiama energicamente all’ordine i propri figli e comincia a sistemare nervosamente la spesa, sul rullo scorrevole della cassa.
Paga, imbusta e se ne va.
In un angolo del parcheggio del supermercato c’è una vecchia e triste Fiat 600, che un tempo era bianca, ma che oggi è talmente sporca fuori, e disordinata dentro, da far sembrare luccicante perfino quel rottame con quattro ruote del venditore di sale.
La 600 è posteggiata senza alcun criterio e blocca l’uscita ad un imponente BMW X6.
Una volta fuori dal supermercato, la procace signora, raggiunge il piazzale e dà inizio ad una disperata ricerca delle chiavi della macchina. Tiene il braccio destro completamente infilato dentro la borsa e come se stesse montando a neve il bianco d’uovo, crea un vortice all’interno della sacca. Finalmente le afferra, orgogliosa di non averle perse e di averle ritrovate in tempi ragionevoli ed entusiasta, lancia l’ennesimo urlo di richiamo ai figli, con la stessa grazia che avrebbe un pastore con il proprio gregge. Nell’attesa che i bimbi si decidano a tornare, comincia a sistemare la spesa nella sua auto: quell’orribile Fiat 600.
Nello stesso preciso istante, la piccola donna orientale e i suoi due figli camminano nella direzione della 600
La cinese fa scattare l’apertura degli sportelli della BMW X6. In pochi secondi sistema i figli, si mette al volante e accende il motore.
Lo sguardo della cinese adesso non è più vago, al contrario. I suoi due occhi a mandorla mettono a fuoco “Moira” ancora indaffarata a sistemare i sacchetti, successivamente il suo sguardo si sposta verso quel lurido catorcio che le impedisce di andar via.
Moira che sente quegli occhi puntati addosso, si agita, e nel tentativo di fare alla svelta, appare decisamente goffa. Nel frattempo le grosse zucche che ha sul petto traballano scontrandosi ripetutamente fra loro.
Dalla BMW, la cinese non distoglie i suoi occhi severi neanche per un secondo nonostante tutto non protesta.
Finalmente dopo aver sistemato tutto, innervosita e accaldata, la signora corre a posare il carrello e a recuperare la moneta.
Il sudore, comincia a grondarle dalla fronte, e a scorticarle la maschera di trucco che aveva già preso a sbavare di qua e di là, rivelando l’inquietante spettacolo dietro le quinte del make-up.
«Amunì spicciatevi» grida con lo sportello anteriore aperto e il sedile piegato in avanti. «Amunì» continua a urlare più volte. I bambini intanto continuano ad infischiarsene e a rincorrersi tra le auto posteggiate.
A quel punto rivolgendosi alla cinese, con un macabro sorriso di circostanza, grida: «Un attimo di pazienza».
La cinese affaccia la testa dal finestrino, e anche questa volta la risposta è glaciale: «Non ho tempo da perdere».
In un angolo di un parcheggio di un qualsiasi supermercato, a Palermo, si crea il disegno di una carta geografica.
A nord c’è una donna e i suoi due figli simbolo dei palermitani: disperati decadenti, indisciplinati e disorganizzati.
Al centro c’è una macchina inadeguata, irreparabile e inaffidabile come la nostra città.
A sud c’è una donna cinese, determinata e sicura, che con i suoi potenti mezzi rappresenta l’unico domani possibile.
Post esemplificativo su un certo tipo di palermitano che spero diventi minoritario nel futuro: tanta apparenza, trucco esagerato, anelli, bracciali, ciondoli, collane, vestiti sgargianti, tacchi alti e rumorosi. Riguardo alla prole indisciplinata è un problema panitaliano. Guai a rimproverare un piccolo mostro teppista che devasta un supermercato: i genitori anziché scusarsi e arrossire si offendono e passano all’insulto.
Decisamente il futuro sarà d’altri.
Ma che è? La pagina di un diario? L’italiano è un optional? Sono arrivato fino in fondo proprio perché la critica facile del signor Scimò mi ha impedito di approfondire. Mi vien da dire solo: da che pulpito. Pessima narrazione. Noiosa. Piena di superfluo per riempire una pagina bianca.
Gran bel rcconto!
Esterofilia di basso profilo.
D’accordo, il tascio un po’ pittoresco e molto cafone palermitano, un po’ teatrale ma che ci fa pure vergognare spesso…
ma indicare il peggio della società moderna, che sta producendo danni in tutto il mondo (il cinese… generalizzo), il “disumanizzato”, come l’unico futuro possibile…
dalla padella alla brace…
ci state rompendo le pa…le col vostro buonismo esterofilo.
Oh, eccomi accontentato; un altro capitolo dell’epica saga del centro commerciale da parte del sig. Scimo’. E ora si inizia!
Allora, il contenuto e’ piacevole ed alcune descrizioni rendono benissimo l’idea, perche’ create con poche ma centrate parole: mi riferisco ai bambini petulanti e alla glacialita’ della donna cinese dentro la vettura.
Anzi, aprendo una parentesi, i Cinesi son proprio fatti cosi’, almeno nella mia esperienza: ho avuto per qualche tempo una fidanzata cinese (che per fortuna non era un manico di scopa) e non l’ho mai sentita parlare ne’ tantomeno urlare, perche’ lei sussurrava, sussurrava soltanto.
Ed anche quando vado a Chinatown, qui a Londra, cio’ che ogni volta mi sorprende e’ il silenzio di tutta la popolazione: lavorano come tante formiche senza dar mai segni di cedimento e soprattutto in silenzio. D’altronde son gente saggia, non sprecan fiato per parole inutili. E cio’ che mi sorprende pure e’ vedere le schifezze, pardon, prelibatezze secondo loro, che ci son nei negozi: zampe di gallina fritte, lingue di oca in umido, zuppa di sangue di maiale con interiora, intestino e cuore di maiale bollito, etc. E pensare che qui ci si lamenta perche’ metton il dado nella caponata.
Passiamo adesso alle critiche, sig. Scimo’, che so lei apprezza perche’, da persona intelligente qual e’, sa che le critiche, se argomentate, aiutano a crescere.
Bene, a parte qualche refuso, io eviterei di virgolettare il nome Moira Orfei, anzi l’utilizzerei solo all’inizio e poi soltanto Moira: da’ piu’ leggerezza.
Poi, la descrizione della donna palermitana va abbastanza bene, ma toglierei i nomi delle marche di abiti, che appesantiscono la descrizione e sembra quasi voler fare pubblicita’ negativa. Esempio: “..Indossa dei jeans della Pinko, stretti come una seconda pelle..e maglia Desigual, dai colori sgargianti, con una vertiginosa scollatura..”. Invece suona meglio: “..Indossa dei jeans stretti come una seconda pelle..e maglia dai colori sgargianti, con una vertiginosa scollatura..”.
Ma il problema piu’ grande sono le virgole: troppe e spesso fuori posto, specialmente quando si trovano tra il soggetto e il verbo. Esempio: “..Una volta fuori dal supermercato, la procace signora, raggiunge il piazzale e da inizio ad una disperata ricerca delle chiavi della macchina..”. Dovrebbe invece esser: “..Una volta fuori dal supermercato, la procace signora raggiunge il piazzale e da’ inizio ad una disperata ricerca delle chiavi della macchina..”.
C’e’ un metodo infallibile per capire se una virgola e’ messa al posto giusto: legga ad alta voce quello che ha scritto, facendo una pausa ogni volta ne trova una. Se si accorge che il discorso s’inceppa, allora la virgola e’ messa al posto sbagliato.
Oh mamma, ora capisco la fatica della mia professoressa d’italiano al liceo.
David, posso farle una domanda? Ma lei a Londra lavora per la società Dante Alighieri? Il titolo del post “Non ho tempo da perdere” fa proprio al caso suo 🙂
Eh, sig. Merendero, una domanda molto acuta la sua. Mi dia il tempo di pensarci e poi le rispondo.
Lei, nel frattempo, vada a farsi una bella merenda.
Nomen omen.
Sig. Sandro intendevo dire proprio questo che il nostro futuro non è più nelle nostre mani e noi…ormai siamo quello che siamo.
Sig. Gigi non c’entra un tubo l’esterofilia. Di fatto nella nostra storia è sempre stato così: arriva qualcuno è prende il timone per il semplice fatto che siamo un popolo con tendenze ovine. Non enfatizzo né ammiro ciò che arriva dall’estero provo un forte dispiacere per quello che giustamente notava Sandro: una serie di problemi siciliani e italiani.
Sig Dario mi spiace che si sia dovuto annoiare le sarò estremamente grato se la prossima volta scrivesse delle frasi di senso compiuto per esempio: “Sono arrivato fino in fondo proprio perché la critica facile del signor Scimò mi ha impedito di approfondire.” cosa significa? E poi quando scrive: “Mi vien da dire solo: da che pulpito…” cosa intende? Non mi sembra che ci conosciamo pertanto non anche questa sua affermazione non ha senso. Sicuro che non aveva i postumi di una sbornia? Considerando dunque il modo in cui elabora i suoi pensieri mi fa solo pensare che scrivendo “pessima narrazione” mi ha fatto solo un grande complimento. Si meriterebbe un bel CAPRA CAPRA CAPRA in stile Vittorio Sgarbi.
Sig. Pequod grzie. 😉
Sig David a mio modesto parere i suoi commenti sono tra i più interessanti e non solo su Rosalio. Tutti siamo pronti a difendere il diritto di opinione, la libertà di pensiero e poi anche nel piccolo spazio di un blog in cui dovremmo commentare costruttivamente ci diamo addosso di brutto l’uno con l’altro. Per carità il sig. David è il primo a dare addosso a tutti , ma non ho mai letto neanche uno dei suoi commenti che fosse fine a se stesso. Probabilmente i suoi commenti caro Sig David fanno male perché centrano il bersaglio. Mi ha fatto degli appunti fin dal mio primo post e se sono migliorato anche un po è grazie alla critica costruttiva che è l’inevitabile conseguenza di un’intelligenza brillante che lei innegabilmente possiede.
Ultima cosa tutte le cose che scrivo sono il frutto di una passione che nutro per la scrittura. Non ho un’adeguata formazione scolastica. Sono l’equivalente di uno che suona ad orecchio e che non è un musicista così come so di non essere uno scrittore dunque se uno mi critica come fa il Sig David lo trovo utile e costruttivo se uno invece scrive pessimo e noioso, é libero di farlo così come io mi sento libero di considerarlo/a un poveretto.
Sig. Merendero lo scambio tra lei e il sig. David è stato simpaticissimo.
Bella metafora! La condivido. Il punto e’ che la palermitana Moira vuole rimanere cosi com’e’! La maggior parte dei siciliani si vanta di essere attaccata alle tradizioni e al passato. Arriveranno i cinesi con i loro potenti mezzi e per i siciliani sara’ una nuova dominazione. E che ci fa?
Buongiorno a tutti
Concordo con David, ma vorrei aggiungere un piccolo tassello, penso che la sua esperienza londinese probabilmente sia un po’ fuorviante riguardo alla prospettiva di analisi della realta’ delle comunita’ cinesi sparse in giro per il mondo.
Ho avuto modo di constatare personalmente e per un lasso di tempo considerevole che altrove in Italia, dove l’immigrazione cinese e’ ormai consolidata da decenni, i comportamenti in generale messi in atto dalla popolazione cinese sono esattamente l’opposto di quelli che il nostro amico ha avuto modo di constatare nella sua esperienza al supermercato.
Mi spiego, paradossalmente la donna palermitana che lui descrive e’ esattamente riconducibile nei modi di fare al modo di relazionarsi dei cittadini cinesi con lo stile di vita consolidato nelle regioni in cui si sono insediati.
Per farla breve nelle zone a piu’ alta percentuale di immigrazione cinese, a prescindere dal modello dell’autovettura utilizzata, la cosidetta Moira sarebbe stata la signora cinese e la signora cinese di via lanza di scalea sarebbe stata la donna autoctona.
Tutto e’ molto relativo, i cinesi immigrati sono purtroppo per loro e per noi, altamente irrispettosi di qualsivoglia regola di buona convivenza civile e lo dico senza la minima intenzione pseudo razzista, ci mancherebbe, e’ semplicemente un dato di fatto e se a Palermo risultano rispettosi ed imperturbabili e’ come dicevo prima appunto, paradossale!! O e’ forse proprio questo che inconsapevolmente l’autore del post voleva evidenziare ? io penso di no, penso che in buona fede volesse mettere in evidenza la natura zen dei cinesi ma posso assicurare che non e’ proprio cosi’ e comunque tutto e’ molto relativo e generalizzare nei confronti di un popolo smisurato e depositario di una civilta’ millenaria ancora piu’ antica della nostra e’ quantomeno riduttivo.
Lostincampus molto interessante quello che scrive. ..Beh effettivamente l’aspetto ZEN dei cinesi potrebbe starci considerando che queste storielle sono ambientate in via Lanza di Scalea. 🙂
Non era mia intenzione delineare le caratteristiche distintive del popolo cinese (ne qui in Italia ne quando vivono al loro paese). Non voglio giudicare il popolo cinese. Il fatto è che siete dei lettori talmente profondi ( e che probabilmente non merito 🙂 )
La mia intenzione era solo raccontare ( con l’esempio di due figure estreme ) una situazione che si sta verificando: la nostra inesorabile decadenza, la fine di un popolo e la nascita di una nuova realtà. Giorno dopo giorno crolla un simbolo della Palermo che fu e nasce qualcosa di nuovo e completamente diverso da ciò che c’era prima. Ho scritto cinese ma solo perché si prestava meglio al racconto. Il fatto è che il futuro della nostra città e non solo si trova nelle mani dei cinesi o se lo preferiamo dei ghanesi, dei bengalese e così via. Ovviamente non guardo questi popoli con odio al contrario li ammiro perché stanno costruendo una nuova realtà in un momento così difficile. Noi nel frattempo cosa facciamo? Andiamo tutti nei centri commerciali a farci le rate da 9 euro per comprare lo smartphone del momento.
Pienamente d’accordo, se il suo intento era stigmatizzare la nostra autolesionistica decadenza intellettuale sono assolutamente d’accordo con lei, ma questo e’ un fenomeno culturale generalizzato e non cosi’ recente come si potrebbe pensare.
Mi viene in mente lo sgretolamento dell’impero Romano addirittura, la differenza e’ che siamo noi i barbari ed i vandali di noi stessi.
Se non disturbo troppo i frequentatori del sito potrei raccontare in breve una mia esperienza recentissima
Entro in un vecchio salone da barba in piena decandenza da tutti i punti vista, estetico e di immagine, poltrone sdrucite arredi vecchi di decenni, etc etc
Due persone prima di me, probabilmente settantenni, sbraitavano contro gli immigrati di qualunque estrazione con frasi fatte del tipo “diamo da mangiare prima ai nostri figli” il lavoro prima agli italiani ed amenita’ collaterali da giornalino propagandistico di periferia.
Mi viene in mente l’assurdita’ di questa conversazione, praticamente erano i figli nati dalla generazione dei giovani partigiani che avevano sacrificato tutto( anche le loro vite) nella lotta al nazifascismo ed all’impero coloniale (da macchietta ma non per questo non violento) che era andato storicamente ad opprimere e schiavizzare proprio quelle popolazioni che adesso tentano loro di riversarsi qui da noi per cercare di trovare un minimo di dignita’ di vita.
E cosa fanno adesso i figli di cotanti genitori ? si schierano intellettualmente dalla parte degli oppressori che i loro stessi padri avevano combattuto per offrirgli un futuro di liberta’ e democrazia
Anche e forse sopratutto questo e’ un esempio dello scempio che abbiamo fatto oggi di quei valori per cui i nostri padri fondatori hanno sacrificato le loro vite e che il raffronto sia fatto con questo o quell’altro poco cambia
Straconcordo e grazie per quanto ha descritto. “Siamo barbari e vandali di noi stessi ” proprio questo è l’unico messaggio che mi premeva di condividere. In una sola frase lo saputo rendere meglio di quanto abbia potuto fare io.
“il futuro della nostra città e non solo si trova nelle mani dei cinesi o se lo preferiamo dei ghanesi, dei bengalese e così via… li ammiro perché stanno costruendo una nuova realtà in un momento così difficile”
DI MALE IN PEGGIO. Già la sua metafora ispirava compassione (per lui, l’autore di questo papello desolante e ingenuo). E’ pericoloso pubblicare certe scelleratezze, in veste di autore… sarebbe tollerabile, a malapena, se si trattasse di un commentatore buontempone e disinformato. Ma si sa il buonismo fa gravi danni, quando non è, addirittura, mischiato con la mistificazione.
Quale futuro? Lo schiavismo e l’assenza di regole tra i cinesi che hanno distrutto parte di economia italiana (manifattura) ? E l’igiene sconosciuta, e i traffici alimentari ! O i 20 miliardi di euro l’anno, sottratti all’economia regolare italiana, che rappresentano il costo della contraffazione ? O tutti i lavori umili, al nero, alcuni regolari, ma sottopagati, che abbassano il costo del lavoro (e potere d’acquisto) anche per gli indigeni? Oltre ad abbassare il rating socio-culturale, estetico (negozi e bancarelle orrende, e puzza), ed economico della città. Tutti gli abusivismi di importazione e tutti gli arruolati della malavita?
Certo, qui non ci si vanta di importare “cervelli”, di trasformare Palermo in una sorta di city londinese o di altre capitali europee. Non si aspira a “competere” col mondo evoluto. Qui si preconizza il futuro fatto di miseria e rating del livello “spazzatura” in tutti i settori. Purché trionfi il buonismo SCEMO.
Sig. Gigi non era mia intenzione scrivere un trattato di politica internazionale.
Estrapolare una frase da un discorso presuppone che lo si faccia con coerenza logica rispetto a tutto il contesto.
Chi non condannerebbe lo schiavismo e tutto quello che ha riportato nel suo commento? Questo è più che ovvio.
I miliardi sottratti alla nostra economia, l’abbassamento del rating socio culturale e i dati da lei riportati sono fatti innegabili e gravi che chiunque abbia un po di buonsenso non può che condividere.
Allo stesso modo sono argomenti che aprirebbero tante di quelle maglie da non portarci da nessuna parte qui.
Non credo siano argomenti da trattare così superficialmente tra i commenti di un post, salvo che non si voglia sbandierare un colto qualunquismo.
Il mio semplice scritto non ha nessuna pretesa se non quella di fare una personale riflessione su un potenziale futuro.
Ribadisco che fondamentalmente io osservo l’aspetto umano che tale cambiamento ha nelle vita dei singoli.
Poi ognuno trae le proprie conclusioni ed io rispetto le sue.
Quando scrivo non odio questi popoli e che li ammiro, mica intendo che approvo lo schiavismo o sono felice che la nostra economia affonda.
Voglio dire che quando incontro, frequento, mi capita di confrontarmi o quando rifletto sulla vita delle singole persone che vengono qui e lavorano in una Palermo dove a malapena sopravviviamo noi, li ammiro.
E lo ribadisco umanamente ammiro queste persone e le loro vite: dal tizio al semaforo al cinese chiuso in negozio.
Me ne fotto del rating e delle economie io vedo solo l’uomo e non spetta a me giudicare lui, il suo paese, le cause e gli effetti della globalizzazione o non so cos’altro.
“colto qualunquismo”
lei non fa che aggravare il suo caso, con frasi fatte, e retorica, che lasciano il tempo che trovano, cioè non dicono NIENTE.
Io non ho estrapolato niente, io ho commentato le sue affermazioni ( “li ammiro perché stanno costruendo una nuova realtà”… “c’è una donna cinese, determinata e sicura, che con i suoi potenti mezzi rappresenta l’unico domani possibile” ), le sue CONCLUSIONI, al termine delle sue metafore e discorsi strambi.
Si concentri nella lettura, addirittura si connetta con le sue stesse affermazioni:
io traggo le mie conclusioni, socio-culturali ed economiche e concludo che quello che lei definisce “unico domani POSSIBILE” (implicita approvazione), e la sua AMMIRAZIONE per una delle cause del default, dello sprofondamento del rating socio-culturale, estetico, economico… ebbene, sono le conclusioni di una persona incosciente, disconnessa dalla realtà, una delle tante persone che col loro buonismo scemo stanno legittimando, causando, alimentando il degrado generalizzato.
Io non me ne frego della contraffazione, di tutti gli abusivi di ogni sorta, di tutti gli spacciatori e delinquenti vari, di tutti quelli che si prestano allo schiavismo (trascinandoci, di fatto, anche gli altri), di tutte le miserie che ci allontanano dal mondo evoluto … insomma quelli – importati – che lei ammira e preconizza come l’unico futuro possibile … io ammiro chi crea plusvalore REALE, economia virtuosa, qualità socio-culturale… senza distinzione di razza (ammesso che si possa usare questa brutta paola) o provenienza … i fatti dicono che quelli che lei ammira causano danni alla città nei settori da me elencati… al di là dell’aspetto umano, o di amore universale, al di là del fatto – e ne sono certo – che lei se ne porta diversi a casa sua per generosità e per quell’amore buonista sul quale insiste in modo “ridicolo”.
ma poi, che cavolo di parole usa ?
qualunquismo già fa schifo, come parola, la più fastidiosa da sentire e leggere degli ultimi decenni, usata come sintesi fintamente furba (ma che non dice niente), da coloro che non dispongono di argomenti per dibattere sulle affermazioni altrui; ma… colto qualunquismo… siamo al delirio
Ma di che cinesi parlate ? Di quelli che massacrano i cani e se li mangiano o di quelli che li scuoiano agonizzanti per farsene una pelliccia o in paio di guanti .ne vogliamo parlare?
Scusi Gigi stavo finendo di sistemare la cucina. Oggi a pranzo ho avuto un gruppo di extracomunitari e bisognosi della città che solitamente ospitò per via del mio stupido buonismo. Tra l’altro un gruppo di cinesi ha portato dei piatti tipici ma ora mi sta venendo il dubbio fossero cani massacrati. Comunque tornando a noi, voglio scusarmi per tutto quello che ho scritto e non per giustificarmi ma non è colpa mia. Come lei ha perfettamente compreso soffro di crisi di incoscienza e disconnessione dalla realtà. Raramente me ne accorgo come in questo momento e me ne vergogno profondamente. La prego di scusarmi la prego non perda più tempo a discutere con chi come me manifesta tali sintomi. Non mi merito proprio la sua attenzione.Grazie comunque per avermi ,seppur temporaneamente, svegliato.
Meno male che è migliorato!! Ahahahah.
Dario ha formulato una frase di senso compiuto. Bravo
Praticamente le hai seguite per tutto il tempo…preoccupante 😀
Infatti Max…io avevo tempo da perdere 🙂
Sig. Scimò, chiaro e dettagliato nella descrizione di luoghi e personaggi, come sempre. Durante la lettura provo la sensazione di essere lì presente.
Aggiungo che gli “ultras da tastiera” non mancano in questo blog 🙂
Sig. Gelardi, dopo gli ultras della tastiera 🙂 fa piacere un commento come il suo. Grazie.
Scimò, cci livassi manu !
cali il sipario… i suoi tentativi di essere ironico… fannu chianciri.
Leggo un commento di un altro buontempone, che, non capendo quello che legge – pertanto scritto con semplicità e chiarezza -, tira in ballo gli ul.tras da tastiera (ma che vuol dire ? Un altro che parla ammuzzu)… mi fa pensare a un mio amico, webmaster di un noto sito palermitano, il quale afferma che, secondo le sue statistiche, nel web palermitano circolano troppe “ca.pre umane”.
We c’è Gigi? Ah no… e la cremeria? Sfogare questa tensione con un po’ di sana attività da camera no?
Dottor Rosalio/Siino, ecco perché ci si assenta per diversi mesi… troppe capre, come diceva quell’amico comune (suo e mio), ovvero cose inutili. Come quest’ultimo scemo.
Tensione? Per le capre umane? Gente che adotta nick di comodo… una neglia. Vieni a trovarmi ti faccio capire cos’è la vita agiata in tutti i sensi, morto di fame e cosa inutile.
riferito, ovviamente, SOLO a quest’ultime capre… corvi codardi
egr. sig. gigi (senza nick di comodo)
per carità volevo essere pungente, ma non certo crearle tali turbamenti!
addirittura prendersela in questo modo? dare del vile e del codardo, morto di fame, cosa inutile per così poco?? a questo punto senza offesa… ma credo che l’ultima volta che lei abbia scopato risalga davvero al neolitico!
Ahò, date una botta a gigi, che s’è incantato !!!
Signore Gigi, ci posso venire puro io a taliare la vita agiata, che mi stancai di prati e capre ?
Pronto, pronto, cu è ? è la cremeria ? 🙂
Ho apprezzato molto il post, ma non intendo fare ne’ il critico letterario con ostentazioni londinesi ne’ il londinese di ballaro’ che passa la sua vita ad insultare dalla tastiera. Anche perche’ non sto a Londra. Ogni riferimento a persone e’ puramente casuale ovviamente.
Grazie Grillo Saggio mi fa davvero piacere che abbia apprezzato. Ho sempre gradito tutte le critiche costruttive e onestamente…quelle ricevute da Londra sono sempre state gradite. Ho gradito perfino la discussione con il sig Gigi e quest’ultimo triste fatto (l’arresto di Helg) è un motivo in più che mi spinge a pensare che nonostante tutte le osservazioni di Gigi…decisamente non abbiamo più futuro…e hai voglia di parlare di rating.
Un ottimo digestore,dunque ?
Ed anche po’ furbacchione ?
Ma sui cinesi massacratori di cani ha lasciato correre!
Un popolo di miserabili,altro che Bmw x6 !
Guendalina….digestore? Delirio in progress?
Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti, a rimanere in tema e vi ricordo che questa non è una chat. Grazie.