La motoape incede zigzagando tra le viuzze strette, facendosi largo tra macchine posteggiate e stendini ricolmi di vestiti da asciugare.
Arrivato in piazza, Calogero impugna il microfono.
«Ca sugnu, chi su’ belli ‘sti banani».
Maria ha un sussulto, l’arrivo del fruttivendolo ambulante è un momento gioioso nelle lunghe interminabili giornate di noia.
La donna aspetta strategicamente come ogni giorno che le massaie compiano i propri acquisti in modo da avere Calogero tutto per se, almeno per qualche momento.
«Che gli do signora, taliassi chi bello citrolo che ho oggi».
Lei sorride, gli fa gli occhi dolci; prova tenerezza per quel giovane aitante che gli potrebbe venir figlio.
«E che devo farci, piccolo è. Mi servirebbe piuttosto una zucchina».
Quando parla così Calogero ha un brivido d’eccitazione, non è l’unica sua cliente che si diverte a fare la pulla; però parla, stuzzica, provoca, ma alla fine non fa niente. Continua »
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