Palermo e… L’ultimo spettacolo
Quando eravamo piccoli – noi degli anni ’80 – guardavamo in tv i telefilm dove il principale luogo di incontro era, quasi sempre, un grosso centro commerciale con annesse sale cinematografiche. Ci siamo un po’ cresciuti – in effetti – con il mito del luogo di aggregazione e con l’idea del cinema dove poter scegliere tra numerose sale. Oggi, noi che quei telefilm li seguivamo da un tv color 14” in quel di Palermo, sembriamo finalmente esser stati raggiunti da quel progresso, quelle mode e quelle abitudini.
Quando ero piccolo io, i film li andavo a vedere all’Astoria (abbandonato in via Magliocco da anni), al Nazionale (l’attuale sala Bingo di fianco al Politeama), al Tiffany (dove ricordo la visione di Titanic con gente che faceva la fila fin dalla strada e dove oggi campeggia un melanconico annuncio di vendita). Ma ricordo anche il Nazionalino (la sala piccola all’interno del già citato Nazionale dove credo di aver visto un Batman), l’Holiday con le sue due sale (di recente scomparsa dopo aver riqualificato l’ormai porno Embassy) e il Dante (dove ho visto uno dei vari Alien). La maledizione dello scorpione di Giada (un film forse oggi definibile “minore” di Woody Allen) lo vidi all’inaugurazione del cinema Ciak, in via Pasquale Calvi, oggi sede di un noto locale notturno ma dagli storici natali (avendo ospitato il “Piccolo teatro”). In realtà io, cresciuto in quegli anni, ricordo anche molte arene: il cinema sotto le stelle. La Favorita, l’Odeon a Mondello, la famosissima Sirenetta dove ricordo le feroci critiche di mia cugina a proposito delle labbra di Angelina Jolie ne Il collezionista di ossa…
Parlando con mio padre poi, i nomi di cinema scomparsi aumentano in quantità: il Modernissimo, il Diana, l’Excelsior, il Supercinema…
Negli anni, insomma, ne sono spariti tanti e, chiacchierando con i gestori, sembra essere il destino di altri ancora. E’ un peccato. Quello che però mi rammarica davvero è non riuscire a capirne le dinamiche. Che un cinema, in un centro commerciale, possa avere un senso è fuori di dubbio; la famiglia si reca in un unico luogo dove ciascun membro trova quello che noi siciliani definiamo “il chiffare” (incluso dunque il cinema). Ma che questa nuova location possa esaurire l’intero bacino d’utenza palermitana privando di pubblico le – un tempo – numerose sale cittadine, proprio no. Per me è molto comodo potere andare al Lux a piedi, a due passi da casa. Se nel week end passeggio per il centro è un piacere completare il pomeriggio o la serata al Rouge et Noir o all’Imperia (oggi Al Politeama dopo l’unione con l’ABC).
Apprezzo il Jolly, recentemente trasformato in teatro e il Finocchiaro, da quest’anno tornato ai fasti del palcoscenico o ancora il King rimasto tra le pochissime grandi monosala palermitane (insieme al Golden che svolge il duplice ruolo di teatro e cinema). Stimo i gestori dell’Aurora e dell’Igiea Lido per la programmazione sempre molto curata così come quella del piccolo Colosseum; ed è encomiabile l’impegno del Marconi con le sue due sale in una zona ormai sprovvista ma mi rammarico e mi domando cosa sia successo al palermitano che, a breve, per andare al cinema, dovrà obbligatoriamente prendere la macchina e trasferirsi al Forum o alla futura cosiddetta “Coca Cola” (multisala – oltre 10 schermi – di prossima apertura nell’ex stabilimento Coca Cola di Partanna). Non accetto la scusa dei parcheggi. Neanche un mese fa sono stato all’Ariston e, con la limitrofa piazza Unità d’Italia, non pecca certo da questo punto di vista. In più, le strutture storiche, spesso godono di strutture che le recenti multisala non possono vantare; un esempio è la curva di visibilità dell’Arlecchino per cui si siede nella miglior posizione possibile per la visione del film. Qualcuno – è vero – non versa nelle migliori condizioni ma è pur vero che sto scrivendo proprio di questo, dell’abbandono – e dunque dei mancati introiti – da parte del pubblico delle strutture storiche. È mai possibile che non si comprenda che la moda delle multisala, dei centri commerciali, dei “luoghi di aggregazione” (noi che abbiamo piazze storiche da far invidia al mondo intero!) nascano in luoghi per noi lontanissimi (dunque con esigenze diverse dalle nostre) e in culture distanti secoli di storia rispetto al nostro vissuto e alla nostra evoluzione sociale?
Ti immagino seduto su una panchina di queste piazze storiche davanti i cinema ad osservare inesorabile il tempo che passa, come se il passato sia sempre qualcosa di migliore rispetto al futuro.
Tu ricordi bellissimi cinema
Io ricordo strutture fatiscenti gestite ‘alla palermitana’.
Non faccio pubblicamente nomi per non incorrere in calunnia o altre beghe, ma quello che segue fa riferimento a cinema che citi e sono esperienze vissute in prima persona.
Ricordo un cinema dove ho visto Twister assolutamente disturbato dal chiacchericcio di miei coetanei poche file distanti. Non è servito a niente chiedere ai gestori del locale di porre loro un freno e/o eventualmente cacciarli dalla sala per disturbo.
Ricordo un cinema dove tutta la proiezione di Batman Begins è stata completamente fuori fuoco nonostante le mie ripetute lamentele.
Ricordo un cinema dove ho sofferto terribilmente guardando Terminator 3. Non mi riferisco alla qualità del film, infima, ma alla qualità del suono: una cassa aveva la membrana del basso scoppiata e vibrava in maniera fastidiosa. E’ stato indecente avviare una proiezione senza almeno aver provato a bilanciare meglio il suono, disattivando il basso su quella specifica cassa, oppure annullare direttamente la proiezione.
Ricordo un cinema dove ho visto Xmen a maggio con l’aria condizionata puntata sul collo.
Ricordo un cinema che regolarmente tagliava le scene post – credit. Per fortuna anni fa erano poche.
Ricordo un cinema che si vantava avere la proiezione 3D utilizzare gli occhialini attivi (cioè quelli non usa e getta). Non voglio discutere se sia meglio la tecnologia attiva o passiva ma ho visto un loro dipendente pulire un centinaio di occhialini con lo stesso identico fituso fazzoletto. Non dovrebbero essere sterilizzati tra una proiezione e l’altra con l’apparecchio a raggi UV?
Ricordo tanti cinema dove gli spettatori in arrivo erano soliti dire: “fila occupata” in caso di comitive, o “posto occupato” in caso di coppiette.
Ricordo tanti cinema dove non si puliva la sala tra una proiezione e l’altra con tutto il lerciume che lasciano i palermitani per terra.
Ricordo tanti cinema che facevano entrare gli spettatori ANCORA PRIMA che la proiezione del film fosse finita. Col risultato di sentire durante l’epilogo il mormorìo della gente che faceva a spallate per entrare.
Ricordo le interminabili file con la gente accalcata per fare il biglietto ed il proiezionista che inizia la proiezione noncurante.
Ricordo i prezzi maggiorati per bibite gelato e popcorn.
Angelo: siamo sicuri di aver vissuto nella stessa città?
Soprattutto quando parli della buona visione all’Arlecchino: la pendenza della platea è al contrario!!! Sono giovane ma vedere un film all’Arlecchino è una sofferenza per il collo e la schiena!!
Poi finalmente un lumicino di speranza. Il multisala!
Lo ammetto: da quando ha aperto l’UCI Cinemas al Forum ho finalmente smesso di soffrire al cinema.
Parlo del parcheggio: arrivo, posteggio. E tra poco neanche userò più l’auto ma il tram.
Parlo della possiiblità di fare il biglietto in tempi ragionevoli perché ci sono almeno 2-3 addetti alla biglietteria.
Parlo della possibilità di scegliere il posto finalmente: vicino o lontano lo schermo. laterale? si ma quanto? Lo scelgo io. Certo, ci saranno sempre i soliti palermitani con la terza elementare che ancora non riescono a capire come leggere i posti assegnati sul biglietto. Ma madre natura li sta a poco a poco eliminando.
Parlo della possibilità di avere un VERO posto comodo. Così comodo che stando seduto posso far passare la gente senza dovermi alzare o fare contorsionismo. Se poi voglio esagerare c’è pure il posto VIP in pelle.
Parlo della possibilità di scegliere il posto alle macchinette automatiche semmai ci fosse troppa fila, o ancora meglio scegliere il posto da casa!!!
Parlo della possibilità di uno schermo grande sebbene la sala sia piccola, per vedere bene da ogni posto.
Parlo della possibilità di avere una sala sempre pulita: i dipendenti puliscono sempre tra una proiezione e l’altra.
Parlo della possibilità di avere occhialini usa e getta passivi, più igienici di quelli attivi.
Parlo della possibilità di chiamare un addetto per ogni problema di posto o disturbo provocato da altri spettatori, in costante collegamento via radio con il proiezionista per interrompere la proiezione in caso di problemi.
Parlo della possibilità di un audio decente, senza casse che scoppiano. Sia chiaro: anche all’UCI mi è capitato che una cassa scoppiasse e avesse la membrana del basso in vibrazione libera. Ho segnalato l’accaduto, mi sono stati regalati 2 biglietti omaggio e dopo qualche settimana la cassa era stata riparata. I problemi possono capitare, è la voglia di risolvere il problema che è differente rispetto al cinemimo di città.
Parlo della possibilità di comprare bibite gelati popcorn e snack a prezzi onesti.
Parlo della possibilità di accedere a carte sconto, o prepagate, per incentivare futuri ritorni.
Parlo di servizi igienici veramente puliti ogni ora.
Mi spiace, ma il multisala batte il cinema di città 30 a 0.
Non vedo l’ora che apra il multisala The Space Cinema nei locali dell’ex CocaCola per dare il colpo di grazia a questi infimi cinema di Palermo che per anni hanno vissuto proponendo il peggior servizio cinematografico mai visto convinti di vivere in uno stato di monopolio.
E’ il progresso, baby. Il progresso ora è arrivato e vi sta mandando tutti a casa.
Se avessero investito 1/100 dei loro incassi in servizi, forse oggi avrebbero una clientela fidelizzata.
Era così difficile ideare i posti numerati? O avere poltrone comode? O avere un proiezionista che sapesse mettere a fuoco? O un tecnico del suono che sapesse bilanciare l’audio? O avere addetti alle pulizie? O garantire la sicurezza in sala?
Su una sola cosa concordo: l’Aurora. Ha investito sulla proiezione digitale, le sale sono piccole con delle strane disposizioni ma evidentemente gli spazi erano quelli, ha una programmazione molto mirata, esempio ‘Birdman’ di pochi giorni fa.
DISCLAIMER: non mi è stata corrisposta nessuna somma di denaro da parte di UCI Cinemas.
Condivido la tua domanda: sicuro che abbiamo vissuto la stessa città?
Alcuni inconvenienti da te citati li riconosco ma, complessivamente, ne capitano uno o due… La quantità da te citata indica che c’è anche un po’ di sfortuna nelle tue avventure cinematografiche. In quanto All’Arlecchino temo sia una mera questione di gusti perché, personalmente, non posso che parlarne bene e l’inclinazione non è al contrario ma studiata di proposito per favorire la visibilità.
Sullo stato di abbandono di determinate strutture, infine, non posso che concordare ma è pur vero che con i costi del noleggio e i week end con venti biglietti venduti (20!) poco si può fare a vantaggio dell’utente.
Tu auspichi l’apertura di altre multisala ma rinunci a palazzi storici che nascono come “palazzi cinematografici”, a strutture spettacolari come quella dell’Astoria, a cinema nuovissimi con poltrone senza pari come lo Iulii Gaudium.
In conclusione non hai tutti i torti… Ma resti distante dalla ragione e, secondo me, anche da un “romantico” legame con le origini della tua città e, in genere, della nostra cultura (anche se qualcuno, va detto anche questo, ti ha aiutato ad allontanartene).
Credo che Angelo volesse più puntare sugli aspetti di senso di comunità che luoghi come il cinema in città contribuiscono ad incrementare, senza necessariamente dire che tutto ciò che è passato è migliore. Conosciamo la sua visione romantica da nuovo cinema paradiso. D’altro canto se uno va al cinema per godere dello spettacolo e si aspetta un servizio di tutto rispetto non può che valorizzare le nuove sale e tutta la gestione, di certo non familiare, che le caratterizzano. Skaiwoka è “pillicuso” e non credo che sia solo stato sfigato negli episodi che ha citato, semplicemente è una persona attenta e un cliente, giustamente, esigente. Io faccio parte di quelle persone che vanno al cinema per condividere un momento, non vivo più a Palermo ma anche giù al nord dove sono io si va al cinema solo nei centri commerciali e il senso di tristezza è palpabile.
…penso che la cosa difficile da accettare è quella che quando come consumatore scelgo qualcosa di fatto voto una scelta politica aziendale. sicuramente i vecchi cinema hanno un fascino insuperabile ma di contro bisogna sempre avere presente che bisogna rinnovarsi. la ricetta giusta per rivalutare i vecchi cinema è quella di offrire servizi che i centri commerciali non possono offrire tipo cinema d’essai, creare sale con funzioni di cinema e teatro contemporaneamente e altre forme di promozione che aspettano ancora di essere pensate e sperimentate.
Considerando che i multisala ormai ci sono, e gli spettatori che vanno al cinema in città, compresi quelli che vengono dalla Provincia, si attestano sempre nella stessa media, abbiamo inevitabilmente un surplus di sale.
Si auspica dunque un recupero delle sale dismesse e che oggi non hanno più la possibilità di ritornare ad essere cinema, un patrimonio edilizio e storico da non sprecare e far fruttare. Si parla di strutture a volte molto grandi, che potrebbero essere appetibili per un loro riuso. Un tentativo è stato fatto in via Cavour, dove in un ex cinema sono state create strutture commerciali. Molti ex cinema potrebbero seguire una loro evoluzione naturale che non ne svilisca la storia, come la riconversione in teatri, ma servirebbe un impegno da parte di nuove compagnie teatrali. Un pubblico di nuovi fruitori potrebbe essere quello dei turisti appassionati di teatro, che a volte cercano e non trovano in centro città un’offerta culturale appetibile. Poi, se esistesse una classe imprenditoriale lungimirante, si potrebbero creare nelle ex sale dei centri benessere, palestre e luoghi di aggregazione e divertimento anche indirizzate ai molti turisti, che bene o male ancora continuano a venire.
Quanta saccenza a giocare con i soldi degli altri !
per skaiwoka
vabbè però pure i fimm ca ti virieavi un babbiavanu
‘Non ci sono film belli e film brutti, ma solo buoni o cattivi registi’
– François Truffaut
Per me il fastidio piu’ grande quando vado al cinema e’ trovare qualcuno con folta e irsuta capigliatura seduto sulla poltrona dinanzi alla mia, e cio’ e’ valido generalmente per tutti i cinema, multisala e non.
Per evitare cio’ ci si deve sedere nelle primissime file, dove solitamente non si siede nessuno, col risultato pero’ di ritrovarsi alla fine della proiezione con due occhi a palla, data la vicinanza con lo schermo. Oppure occorre attendere che tutti si siano seduti e poi sperar di trovare un posto con la visuale libera, che solitamente si trova ai bordi estremi della sala, da dove si gode di una visione angolare a dir poco fastidiosa. Quindi, alla fine, ci si arrende all’irsuta capigliatura che si ha dinanzi, muovendo il proprio capo in un continuo zigzag per l’intera durata del film, nel disperato tentativo di non perdere troppe inquadrature. E maledicendo nel frattempo chi ha inventato tutte quelle lozioni che rendono i capelli piu’ forti e voluminosi.
Ad ogni modo, qualcuno ha detto che i cinema sono luoghi dell’anima, e condivido pienamente.
Per me andare a veder un film e’ un momento di socialita’ e, talvolta, con la compagnia giusta, anche di romanticismo. Per tali motivi ricordo sempre quei cinema di Palermo dove ho trascorso un pomeriggio, divertendomi con le battute dei miei amici od illudendomi sull’amore eterno perche’ tenevo la mano della mia fidanzata stretta alla mia.
Ecco perche’ locali come il Fiamma, il Tiffany e l’Astoria son per me i piu’ bei cinema dove son stato, e ricordo i film visti non per la loro trama ma per le persone con cui ero. Cosi’ ricordo con nostalgia film come Arturo o L’attimo fuggente, tra gli altri.
Un film da’ colore alla tue emozioni.
Cosa e’ successo al palermitano, ti domandi. E’ successo che subisce logiche economiche imposte dall’alto, subisce la desertificazione della sua citta’ (desertificazione cinematografica e quindi culturale, ma anche commerciale) in nome di un’espansione edilizia selvaggia che porta a piazzare ovunque centri commerciali,al posto delle campagne, e’ successo che andare al cinema deve fare 20 km in auto, andata e ritorno invece di scendere sotto casa.
I nostalgici rimpiangono, gli ignoranti lo chiamano progresso, lucidamente direi che ancora una volta Palermo ha subito un “sacco”, l’ennesimo, essendo stata saccheggiata di parte della sua memoria e dei luoghi di socialita’ in cambio di un pugno di mosche, un paio di multisala praticamente fuori citta’.
Capita quando le radici culturali sono scarse che chiunque possa spacciare specchietti per oggetti preziosi.
Un Nick promettente,ma commento alquanto discutibile.Troppo facile sottolineare che le sale cinema hanno chiuso in primis per i prezzi elevati e poi per una serie di motivi di cui in primo piano ci sta l’offerta tv che ti riempie la serata standosene comodamente sul divano di casa lontano dalla ressa chiassosa e spesso fastidiosa.quindi l’offerta era non competitiva ed hanno chiuso,ma in tutto il mondo,non solo a Palermo.
Io preferisco vedere a casa per l’ennesima volta un classico del cinema,piuttosto che i filmetti che vengono fuori a rotazione continua con budget ,e conseguenti risultati,risibili.Filmetti rumorosi,con azioni troppo accelerate tanto da disturbare la visione.Per me il cinema deve essere rilassante o suscitare emozioni
non fastidio.Il crollo degli incassi ha portato le Major a contenere i budget,a parte qualche eccezione che costituisce una sfida .I Centri Commerciali sono l’unica soluzione possibile per riqualificare porzioni di territorio abbandonate al degrado.Concludendo non vedo errori in quello che si è fatto.
Ah,dimenticavo,complimenti a me per avere sintetizzato il fenomeno.Poche pennellate ma ben poste.
Ognuno ha la sua concezione di cinema, Maurizio, pero’ quando i cinema chiudono resta solo la peggiore produzione sulle sale, quella da cassetta, adeguata al target umano da centro commerciale. La tv per me non e’ una reale concorrenza al cinema, visione privata contro visione pubblica, standard basso contro tecnologia, sono die cose diverse che veicolano gli stessi prodotti, ma non e’ la stessa cosa.
Peschiamo a caso,
waterloo,che ho rivisto ben 2 volte sul piccolo schermo,solo nell ‘ultimo mese.
.
Costato ben 38 milioni di $ nel 1970,(primato),in perdita al botteghino
Produrre un film
o gestire una sala,
sono attività d’impresa.
Se si va in perdita,si chiude bottega.
http://it.m.wikipedia.org/wiki/Film_di_maggiore_incasso_della_storia_del_cinema#Film_di_maggior_incasso_aggiustati_secondo_il_tasso_di_inflazione
http://www.cineblog.it/post/27337/box-office-story-ecco-i-20-film-che-hanno-ottenuto-il-maggior-profitto-di-sempre
http://it.m.wikipedia.org/wiki/Film_con_maggiori_perdite_nella_storia_del_cinema
Maurizio se la canta e se la suona. Si fa pure i complimenti da solo!
Potrei farli anche a te se solo trovassi valido un argomento tra quello che scrivi.Riprovaci.
Mah….mi sembra un pò un discorso nostalgico.
Le sale palermitane negli anni 80 e 90 erano semplicemente indegne.
Strutture sporche e vecchie, a volte neanche a norma, audio pessimo personale impreparato e maleducato nella quasi totalità dei casi, avventori, che non avendo alcun freno (e il panormosauro ha bisogno del bastone più che della carota), si comportavano come selvaggi!
Il problema è sempre quello:
Perchè i ristoranti palermitani sono in crisi e le catene di ristorazione no? (e cito l’esempio di un nuovo ristorante al forum pieno ogni giorno della settimana!)
Perchè i cinema palermitani chiudono e quelli della catene no?
Perchè i negozi palermitani di abbigliamento chiudono e le catene fanno affari?
Perchè???
Perchè il palermitano si crede furbo….ma è talmente stupido che non si accorge che in un mercato globalizzato e non chiuso come quello dei decenni passati, questa pseudo furbizia si ritorce contro di lui.
E’ ora che i nostri pseudo imprenditori tornino a studiare e imparino di nuovo a fare il loro lavoro…perchè i tempi sono cambiati!
Mi raccontano che negli anni 50,c’erano le sale di
I
II
III visione.
che si fumava e si buttavano le cicche per terra.
Che gli addetti alle pulizie raccattavano cicche e rivendevano il tabacco sulle bancarelle.
Che c’era la TBC.
Che le sale erano piene perche’ quella era la principale via di svago e di incontri ravvicinati in un’epoca di molti tabu’ e distinzione di ceto.
Poi tutto si appiattI verso il basso.
L’avvento della televisione spazzo via quel mondo.
Io ho vissuto gli anni 70…ero piccolo ma ancora mi ricordo che i cinema palermitani non erano meno scarsi di quelli della odierna Kabul
Il fatto e che girala come la vuoi,raramente o quasi mai succede di dovere rimpiangere il passato.
Tempi bui,malattie,privazioni,disagi,rinunce,ingiustizie,epidemie,guerre,paura,terrore,massacri,fame e freddo,miseria nera,
questo toccava alle masse.
Nessuno parla del Cinema De Seta? Che cos’è per i palermitani oggi il Cinema De Seta?
d’accordo con i nostalgici. al diavolo le multisale. prendetela voi la macchina, fatevi le code in circonvallazione. spero che pedonalizzino sempre più il centro storico, e che lì la gente vada al cinema a piedi.
Scusa,ma così dimostri di non avere capito un tubo
I cinema tradizionali chiudono perché le gestioni sono antieconomiche.
O tu hai trovato la ricetta per rilanciarli?
Comincia tu a prenderne uno in gestione ,e poi ci racconti !
Io non vado più al cinema perchè non mi piacciono i multisala. Per natale ho rinunciato ad andare perche il film che volevo vedere lo davano in un multisala. Voglio che tornino i cinema di una volta ..belli, grandi, con uno schermo enorme,!!! che sono quelle scatolette da 120 posti!!! tutti allineati da non riuscire poi a vedere niente. Tanto vale che mi sto a casa e mi compro un televisore 60 pollici….
eccone Un’altra che scrive senza avere letto i commenti.Stattene pure a casa.Ti basta un 40 “.E te ne avanza.