“Panormvs Street Food Festival”, pubblico e polemiche a piazza San Domenico
Si è svolto nel weekend a piazza San Domenico il Panormvs Street Food Festival, evento dedicato al cibo di strada palermitano voluto dal Comune di Palermo e organizzato da AB Comunicazioni di Milano. Con un coupon gratuito si poteva degustare nel villaggio gastronomico.
Migliaia di palermitani e turisti hanno affollato gli stand ma non sono mancate le polemiche. Per alcuni le porzioni erano troppo esigue mentre altri hanno lamentato l’inadeguatezza della location, la presenza di spazzatura tra gli stand e i disagi per la viabilità in via Roma.
Il consigliere del Partito Democratico Maurizio Li Muli ha dichiarato: «I responsabili di questa tristissima iniziativa chiedano scusa a partire dal Presidente della 1° Circoscrizione, che ha consentito che in quella piazza si sia montato un simile teatrino, fino agli assessori, che hanno autorizzato e pensato una simile iniziativa. […] L’idea era carina ma la location sbagliata. Già venerdì sera percorrendo Via Roma denunciavo la triste scelta di gazebo in plastica che attorniavano la splendida piazza e gli spazi angusti che erano rimasti per i cittadini, ma sabato sera abbiamo raggiunto vette di caos indescrivibili. Percorsi pedonali in cui non ci si poteva muovere, traffico caotico tutto intorno alla piazza, cibo “arrunzato”…insomma, il delirio di migliaia di persone accalcate. Dobbiamo essere contenti che non sia accaduto nulla, ma mi piacerebbe sapere se la sicurezza in quel momento era sotto controllo. […] Una iniziativa simile che chiama migliaia di cittadini avrebbe avuto bisogno di spazi aperti e non angusti come la piazza. In queste aeree pedonali si facciano mostre di pittura ed esposizioni d’arte, ma non certo fiere simili. […] Ancora una volta questa Amministrazione ha dato prova di “annuncite”. L’importante è ideare le cose, per il resto come vanno vanno e l’incompetenza regna sovrana».
Critiche anche dal consigliere comunale Tantillo di Forza Italia: «Assurda l’iniziativa che ha visto Piazza San Domenico invasa dai gazebo. Sono ormai soltanto un ricordo le parole di quella amministrazione che ha pedonalizzato la piazza ritenendola una delle culle dei beni monumentali della nostra città. Possiamo dire che pedonalizzare la città vuol dire “friggere- arrostire-cucinare-bere”: cosi è ridotta la città pedonalizzata. […] Adesso l’amministrazione dovrà riferire in aula, queste iniziative possono essere autorizzate ma il luogo è sbagliato, mancano i parcheggi e i servizi. La risposta del consiglio comunale dovrà essere veloce e tempestiva. La materia dovrà essere regolamentata, per evitare in futuro che nel percorso Unesco, magari davanti la Cattedrale o Palazzo dei Normanni, ci si possa trovare davanti a una bella e culturale fumante grigliata».
Tipica stupidità palermitana del gregge:
Pagare per fare file infinite per mangiare un panino che poteva benissimo comprare altrove,pagando meno e mangiando meglio.
Ma che senso ha una sagra dello street food invasa da palermitani,per di più vicino al centro storico dove passeggiando hai tutte le tipicità gastronomiche a disposizione
la Vucciria ringrazia….mai vista tanta gente di domenica sera e poi…poi si resta in attesa di capire quale sia il “vero business”che verrà..dopo.
Ci sarà stato senz’altro qualche disagio ma… mettetevi nei panni di un turista. Si è ritrovato a disposizione una panoramica ben fornita di quello che la città (che è ai primi posti nel mondo in quanto offerta di street food) ha da offrire, concentrata in una piazza che è nel mezzo degli itinerari turistici standard. Francamente, una bella opportunità.
Semmai, come al solito, la cosa è stata invece vista dai Palermitani come una ghiotta occasione per abbuffarsi aggratis. La prossima volta (ammesso che ce ne sia una prossima), i coupon dovrebbero essere riservati ai tour operator, agli hotels e alle compagnie di crociera. I palermitani paghino o si rechino nei posti che ben conoscono, non hanno alcun motivo di andare a mangiare nei gazebo.
Inoltre, pensate se la manifestazione si fosse svolta a piazzale John Lennon o altro luogo periferico… si sarebbe trasformata in una sagra ad esclusivo uso e consumo dei nostri voraci concittadini…
Io ho avuto modo di essere presente per alcuni minuti,lo spettacolo,tra calca e cassonetti strapieni e maleodoranti non era certo uno bello spettacolo per i turisti
cioè, vantarsi di essere i primi al mondo per una cosa molto tascia: manciàri nmienz’a strata… peraltro roba dall’igiene discutibile, cucinata con chissà quale olio portato a temperature non consigliate.
E poi, le solite iniziative di questa giunta di buontemponi: per ogni iniziativa tre-quattro-cinque disagi collaterali.
P.S. Tra le grandi sfortune della storia di Palermo il fatto che Orlando Cascio e Giusto Catania non siano nati in Venezuela, o in Bolivia, o unnegghié purché non fossero nati a Palermo.
Stavolta coadiuvati da altri buontemponi, dilettanti.
L’idea era buona, l’organizzazione pessima, a cominciare dal luogo dove si è svolta l’iniziativa. Piazza San Domenico, è uno dei luoghi più ricchi di storia e di memorie; francamente vederla trasformata in un bazar caotico, con “cuochi” spesso improvvisati , con odori poco invitanti ,con “buoni assaggio” distribuiti agli amici, dai vari assessori e, per finire, tanto per far ricordare a tutti che eravamo a Palermo, il consueto caos stradale in Via Roma e l’immancabile”munnizza”, vero biglietto da visita della nostra città. Perché tale iniziativa non si è svolta alla Kalsa, forse i “proprietari” della piazza non hanno dato l’autorizzazione?
Palermo ha un primato e questo va detto: si è classificata quinta a livello MONDIALE come top street food city.
Unica città europea insieme a Brussels (che ha però solo cioccolato e waffels…) e prima di molte altre città del sud est asiatico e del maghreb in cui lo street food è una cosa normale e quotidiana.
E’ una cosa bella di cui tutti hanno parlato e scritto, ogni tanto la nostra città va alla ribalta per una cosa positiva.
Detto ciò questa iniziativa era perfetta, sfruttiamo quello che abbiamo, facciamo quello che sappiamo fare meglio e facciamolo in una cornice mozzafiato, un posto che le altre 9 città in classifica si sognano, una chiesa barocca, le “balate” e tutto il centro storico alle spalle. Location unica, cibo unico, in una parola: Perfetto!!
Eh no, perfetto niente, c’è un piccolo particolare non di poco conto: c’è il palermitano, e lì l’affare si complica.
Perché se c’è da mangiare e spendere poco o nulla state tranquilli che il palermitano pur di esserci si mette in ferie, annulla tutti gli appuntamenti, si fa passare tutte le malattie e che fa, ci va da solo? noooo fa arrivare anche l’ultimo parente trasferito a melbourne. Amuninni a manciari!!!
E’ inutile lamentarsi della location e dire non doveva essere fatto lì. Dove dovevano farlo? in qualche posteggio? in viale francia? alla favorita? hanno fatto benissimo a farlo in centro, il turista è lì che sta anche perché da altre parti è difficile arrivare con i nostri autobus e il turista si muove a piedi.
Non prendiamocela sempre con chi organizza, prendiamocela con chi partecipa e facciamo un po’ di autocritica: non siamo in grado di organizzare queste cose punto e basta. Peccato perché secondo me l’iniziativa era bellissima, ma il problema è sempre lo stesso.
cioè, manciàri nmienz’a strata, roba discutibile dal punto di vista igienico e anche poco indicata per la salute, è un primato positivo ? E’ tasciume. Oltre ad essere un gesto impudico.
Quel pudore che hanno imparato persino i miei cani e gatti.
D’accordo con sfincione, iniziativa da ripetere soprattutto perché con molte potenzialità a livello turistico. Proprio per questo è da fare in centro, magari dividendola su più piazze (già Piazza San Domenico-Piazza Sant’Anna sarebbe bello).
GIGI, lo street food è una cosa seria, è anche cultura…poi se non ti piace non andare.
@GIGI, sei uno dei commentatori (assieme a David) che apprezzo per il modo, lo stile, e naturalmente per il contenuto, già altre volte ho condiviso e sposato i tuoi commenti, oggi devo dirti che dissento in parte, e spiego il perchè.
Sicuramente il luogo e le modalità di svolgimento della manifestazione sono state poco idonee, sicuramente il palermitano non si lascia scappare l’occasione di una “manciata aggratis”, sicuramente tra i tanti palermitani presenti c’è scappato il tascio di turno, ma di certo non si può affermare che mangiare per strada sia poco igienico e cagionevole per la salute (suvvia non esageriamo), perchè in caso contrario anche “liccari u gelato” può fare male, e non credo sia cosi!!
Inoltre in tante grandi città europee (Parigi , Londra e Berlino) ed americane degli U.S.A. esiste il cibo da strada e gli indigeni se ne cibano senza problemi.
Sta ad ognuno di noi discernere l’opportunità di mangiarne o no.
Io ad esempio il mio primo Kebab l’ho mangiato recentemente a Palermo (in un luogo al chiuso) negli anni ’90 (quando a Palermo manco si conosceva) sulle vie di Londra era già in bella mostra davanti l’ingresso di queste specie di rosticcerie, alla mercè di insetti, polvere e quant’altro (per me uno schifo per altri una ghiottoneria) .
E poi degli “sfilatini” portati sotto le ascelle dei parigini……ne vogliamo parlare!
Con simpatia…:)
Gigi, ma quindi tu ti fai incartare tutto e porti tutto a casa? beh, non sai che ti perdi… cmq prima di essere una cosa tascia e poco igienica lo street food è cultura, fa parte dell’antropologia di un popolo.
Figurati che la FAO sostiene 2.5 miliardi di persone si nutrono per strada. vogliamo pensare che siano tutti tasci?
Come previsto e’ stato un disastro annunciato. L’ho capito immediatamente quando ho saputo le date ufficiali… fatte girare 3 settimane prima dell’evento. Nessuna pubblicita’, nessun marketing, nessuna comunicazione attraverso i canali ufficiali di sindaco e comune ( mi riferisco a tweeter!)
Forbes ci serve un assist su un piatto d’argento (dicendo che siamo la citta’ num 5 al mondo x street food e la prima in europa) e noi COME AL SOLITO ripeto come al solito ci lasciamo scappare una opportunita’ fantastica come questa x attirare turisti e far parlare bene di noi perche’ non si e’ in grado di organizzare qualcosa seria e fatta x bene.
E l’importante e’ farsi la bocca tanta sull’articolo di forbes o su qst pietoso street food festival che di fatto era una sagra. Ma del resto in questo il palermitano e’ bravissimo!!! Che squallore!
Venerdì sera sono passato in zona via Archimede e sono rimasto sorpreso del numero di giovani davanti una panineria che,provo ad immaginare,confeziona panini molto vicini al concetto di cibo da strada.Il fatto e’ che quando si hanno pochi soldi e lo stomaco reclama,non si va troppo per il sottile a valutare cosa ci sta in mezzo ad un panino.Semmai le conseguenze arrivano dopo.Ma quando si hanno venti anni,pure le pietre si digeriscono.E la strada diventa un luogo d’incontro.Buono per tampasiare !
Penso sia stata una buona idea, ma organizzata troppo frettolosamente.
Spero venga ripetuta , confermando la location che mi sembra perfetta, ma semmai allargandola alle strade e alle piazze limitrofe(la Vucciria mi sembra un’ipotesi spettacolare).
Ci sono andato per curiosità, non ho mangiato nulla (odio fare le fila per mangiare) i turisti che ho visto mi sembravano affascinati .
@sfincione, anche tu non esagerare!
Nel mangiare un panino con le panelle per strada non ci vedo cultura ma un senso di benessere per le papille gustative..
@ Full, apprezzo la tua moderazione, e cortesia, nell’esprimere il tuo dissenso, cosa che avviene raramente nel web, dove moltissimi buontemponi – alcuni tarati, altri solo intolleranti – vorrebbero imporre persino i gusti.
Io ho liberamente espresso il mio gusto: per me è tascio mangiare nmienz’a strata roba cucinata “chissà come”.
Io cucino per passione da quand’ero adolescente, cucinavo per i miei genitori, cucino ora, tra l’altro è uno dei motivi per cui mia moglie “riesce a sopportarmi” 😀
Per me la creazione gastronomica necessita assolutamente di ricerca nei prodotti usati, qualità dei prodotti indiscutibile. Fare cuocere per ore olio non è sano, non è cultura è solo costume… mi limito a questo esempio, non approfondisco sulle materie prime usate, sull’igiene, perché ci sono persone che ci lavorano e vivono col cibo di strada.
A me piacciono e le frequento alcune delle poche taverne palermitane rimaste, quando mi fido della qualità, frequento le trattorie palermitane, e anche se io non sono un fan di panelle e pane con la milza (mi piace molto lo sfincione) accompagno mia moglie – che è francese – a mangiarle (ma non nmienz’a strata) perché ne è appassionata e se le “sbafa” meglio di una palermitana.
P.S. la figura pittoresca del parigino con la baguette sotto l’ascella – tipo paysan, o plouc – sta scomparendo, ormai il pane lo vendono ncaittatu
il cibo di strada non è cultura? è soltanto sollazzo per le papille gustative? non commento nemmeno.
Quindi Full tu pensi che il cibo di strada ce lo siamo inventato noi palermitani, non è frutto delle culture delle popolazioni che ci hanno dominato e sono passate dalla Sicilia. Io non dico nulla, leggiti quest’articolo.
http://streetfoodglobalnetwork.net/wiki/Storia-e-tradizione
Ho riletto i commenti di Sfincione nei quali si rivolge a me… e anche in quest’ultimo che scrive ribadisce la sua convinzione che “il cibo di strada” è cultura. Io non contraddico, anche perché il dibattito sarebbe complesso, lungo, e non si otterrebbero risposte certe, sugli usi degni di essere definiti “cultura”.
Recentemente qui su Rosalio si notava la distinzione tra spettacoli teatrali e musicali solo passatempo e quelli degni di definirsi culturali.
Sul cibo di strada io ho posto domande sulla realizzazione, la materia prima usata, ho criticato i MODI e LUOGHI di consumo che ritengo tasci.
Ma non ho messo in dubbio l’inventiva (peraltro da cibo povero fatto per necessità e poche risorse, certe volte divenuto piatto gourmet), la validità gastronomica, la qualità quando si rispettano criteri igienici e scelta delle materie prime di qualità.
Che questa tipologia di cibo, il consumo tradizionale, possa definirsi abitudine culturale non impedisce che io possa definirla costume tascio, quand’è praticato come nel caso in oggetto.
Tecnicamente, potrei non definire cultura ma abitudine tradizionale ignorante l’olio che frigge panelle e altre specialità per dieci ore fino a diventare tossico e causare danni alla salute. Potrei definire orrendo, anche da guardare, un blocco di carne (non identificata) che in posizione verticale gira non stop nel girarrosto, che è pure maleodorante, e, si legge, in certi casi nocivo per la salute; blocco di carne, metodo, ricetta cibo piatto (come minc,,, definirlo) importato come se non bastasse la tasciume locale.
Ciò che nuoce al gusto estetico e alla salute può essere definito culturale ?
That’s the question ! 😀
condivido GiGi.