#AdessoBasta
Anche se ancora in tanti non si rendono pienamente conto delle conseguenze, il collasso del pilone del viadotto Himera sulla Palermo-Catania (A19) è paragonabile per la Sicilia ad un grave infarto o ad un ictus che ha colpito l’arteria principale dell’Isola. Si muore o, se si sopravvive, è necessario cambiare decisamente lo stile di vita. E mentre il cemento del pilone cedeva alla spinta di una frana partita nel 2005 e mai arginata, si cementava in rete quel capitale civico di cui il sud è da sempre deficitario.
Non ho potuto non pensare a Robert Putnam, l’autore del testo del 1993 La tradizione civica nelle regioni italiane partecipando alla prima assemblea di AdessoBasta, un’associazione sorta spontaneamente su Facebook che ha raccolto in pochi giorni più di 22.000 aderenti. La tesi di Putnam è che le regioni attraversate dall’epopea dei Comuni hanno conosciuto rapporti civici di scambio solidaristico, di associazionismo e di cooperazione economica quasi sconosciuti nelle regioni meridionali che hanno visto invece, come nel caso della Sicilia, alternarsi da mille anni, in quello stesso palazzo fu dei Normanni, versioni aggiornate di signori e baroni feudali: l’assistenzialismo intermediato dalla politica in cambio del consenso ha sterilizzato non solo ogni iniziativa solidaristica privata, ma ha anche agito in concorrenza sleale con chi si cimentava nel mercato vero invece che in quello fasullo costruito sui soldi pubblici.
La vicenda del pilone accasciato dell’Himera è stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’indignazione con un moto di protesta che si è trasformato però da subito in proposte ed azioni. Nell’assemblea di AdessoBasta sono intervenuti comuni cittadini dei territori colpiti come quelli di Caltavuturo che hanno avviato i trattori per ripristinare con un bypass autogestito il collegamento all’autostrada riadattando un vecchio sentiero, legali che hanno suggerito di avviare un’originale ricorso presso la Corte Europea dei diritti dell’uomo per l’evidente danno sociale ed economico subito da tanti cittadini ed operatori economici in violazione dei principi base dell’Unione Europea, docenti universitari che attraverso le proprie competenze hanno fatto luce su diagnosi e terapia di quanto successo, imprenditori che hanno lamentato i danni in termini di flussi turistici e di maggiori costi di trasporto, ecc.
Una testimonianza tra queste mi ha colpito in particolare perché ha citato un evento analogo brillantemente risolto con la minima spesa: la riapertura del ponte Cinquearchi nei pressi di Caltanissetta. Tale ponte era stato chiuso per sospetti problemi statici con grande disagio per l’accesso all’A19 dai paesi del comprensorio. Il ponte fu riaperto grazie all’applicazione di innovativi rilevatori di movimenti millimetrici, ideati da ricercatori dell’Università di Palermo, capaci di attivare in tempo l’allarme e il blocco della viabilità tramite semafori. L’operazione è stata finanziata da imprese locali, le stesse che si ritengono oggi in grado di smontare le traverse e ricostruire il pilone consentendo, questo il suggerimento, il traffico sulla carreggiata dell’autostrada rimasta in piedi che verrebbe monitorata da questi stessi rilevatori dal costo assolutamente irrisorio.
Il meglio è nemico del bene e il ministro Del Rio, sopraggiunto sul viadotto all’indomani del cedimento, ha parlato subito di importanti e costosi interventi, del tempo necessario ad attuarli, del coinvolgimento dell’Università di Torino ecc. Un film già visto: seguendo queste logiche, ad un mese dai fatti la dichiarazione dello stato di emergenza, necessaria ad attivare i lavori, si attende ancora per il mancato parere della Protezione Civile mentre il corpo colpito nell’arteria principale muore un po’ al giorno.
Penso che Robert Putnam, se fosse stato presente all’incontro di AdessoBasta avrebbe suggerito agli organizzatori, per assicurare la massima efficacia dell’iniziativa, di coltivare il più assoluto disinteresse personale (servire, non servirsi) così come dovuto quando si persegue uno generale come quello sposato dal movimento, di continuare a cercare e valorizzare le competenze presenti tra gli aderenti tanto per non fare solo sterile protesta, ma essere di stimolo con delle pubbliche proposte ed azioni verso gli amministratori pubblici, di agire infine con la massima trasparenza. In ogni caso, il sintomo è buono ed andava raccontato.
Per il sindaco di ct la chiusura dell’autostrada è un’opportunità (parole sue). Infatti il traffico merci dal porto di ct è aumentato e finalmente ha superato quello di Palermo!!!
Ecco il link: http://catania.gds.it/2015/05/01/chiusura-della19-al-via-navi-veloci-per-il-trasporto-di-merci-da-catania_349575/
Non ci sono parole!!!
Bianco ha detto che «è stato trasformato un grave problema….in una opportunità», e su questo non c’è nulla da dire, in quanto anche con l’aggiunta di treni più veloci e più numerosi dopo il crollo «è stato trasformato un grave problema….in una opportunità» (naturalmente si sarebbe potuto fare di certo prima!).
Il fatto poi che il traffico merci del Porto di Catania supererà quello di Palermo è stato annunciato, da come leggo nell’articolo, dal direttore commerciale di Grimaldi e non dal Sindaco Bianco.
Penso che di un collegamento diretto Catania-Genova, che incredibilmente non è mai esistito, possano giovarne tutti gli autotrasportatori siciliani che non siano delle Province di Palermo e Trapani; e questa è una grossa opportunità, in quanto per raggiungere Palermo da almeno 7 Province della Sicilia, si dovevano (anche prima del crollo), spendere molti soldi in carburante e sprecare tempi di percorrenza.
@Didonna. Mi dispiace ma su Ponte Cinque Archi la devo smentire.
Da circa due mesi è crollata la SS 121 che da Villarosa conduce allo svincolo Ponte Cinque Archi, lasciando di fatto isolato il Comune di Villarosa che , pur essendo a soli 5 km dall’Autostrada non può accedervi; per questo, tutti, cittadini, imprese, trasportatori, per recarsi verso Palermo, devono percorrere 40 km in più ed imboccare l’Autostrada a Enna, o girare addirittura da Agrigento dopo la frana di Caltavuturo.
http://www.vivienna.it/2015/03/19/chiusa-la-statale-121-allaltezza-del-ponte-5-archi-da-villarosa-direzione-caltanissetta-a19/
Il crollo è stato dovuto alla negligenza dei nostri amministratori, in quanto il fiume Salso ha eroso i margini a ridosso dell’Autostrada, provocando la frana che ha portato con se la strada, e minacciando a breve un nuovo crollo sulla A19 , e l’acqua è arrivata fin sotto il rilevato autostradale. E questo problema del fiume è un’altra cosa nota che si potrebbe con una minima spesa risolvere, ricostruendo gli argini fluviali e garantendo l’infrastruttura autostradale.
http://www.vivienna.it/2015/04/21/villarosa-consiglio-comunale-sulla-grave-situazione-della-viabilita/
La SS 121, la vecchia Statale Palermo-Catania che si utilizzava prima della costruzione della A19 per i collegamenti regionali, è sbarrata prima e dopo il Ponte con grossi blocchi di cemento e non se ne vede a breve la riapertura (quindi il ponte non è attualmente percorribile).
Il Ponte Cinque Archi è stato fornito di un sistema di rilevamento poichè come sempre l’Anas dichiara che non ci sono soldi per sistemarlo, dando così un contentino alle popolazioni che lo attraversavano prima del crollo della Statale, che ora ha di fatto reso inutile tale monitoraggio e il senso unico alternato.
http://www.vivienna.it/2014/03/05/ponte-cinque-archi-e-ss-121-si-e-forse-in-attesa-dellevento/
Tutto il comprensorio di Villarosa, Nicosia, Sperlinga è in grave stato di isolamento e ha grossi problemi economici per l’accesso della SS121 crollato. Addirittura i mezzi pesanti che devono imbarcarsi a Palermo fanno il giro da Enna-Caltanissetta-Agrigento, aumentando a dismisura tempi di percorrenza e spese vive. Molte imprese hanno annullato contratti con la Sicilia Occidentale in quanto ormai impossibile da raggiungere dopo l’ulteriore crollo del viadotto Imera.
Sconfortante aggiornamento, ma ciò che intendevo sottolineare era che una minacciata chiusura degli effetti gravi era stata evitata con un rimedio semplice e spontaneo di università e Ance.
Adesso basta con l’incontro dell’altro giorno cosa propone?
Le proposte uscite l’altro giorno sono state quelle delle azioni legali collettive, soprattutto presso la Corte Europea, di applicare l’esperienza del ponte Cinquearchi per ripristinare l’altra carreggiata della A19 e di moniterare e tenere viva l’opinione pubblica con iniziative come quella organizzata il 17 a Scillato.