Lei era la prima della classe, in quella 2F di un liceo di Palermo. Lunghi capelli biondi e lisci, labbra morbide e due begli occhi nocciola, su un corpo da Venere tascabile.
Vestiva con classe ed eleganza: ricordo un maglioncino bordeaux a V, pantaloni di lana sagomati con fantasia tartan, e mocassini dal tacco quasi inesistente.
Aveva perso suo padre quando aveva solo pochi anni, e il suo patrigno era un alto funzionario statale, decisamente ricco. Sua madre una donna dalla grande bellezza e dalla notevole ambizione, per se stessa e la sua unica figlia. Vivevano in un grandissimo appartamento che occupava l’intero piano d’un bel condominio non lontano dal Giardino Inglese, insieme ad una tata dal grembiule bianco e ad una bastardina, un po’ obesa, di nome Briciola.
Le sue materie preferite erano l’Italiano e il Latino, e la nostra professoressa l’immaginava già come un’eccellente, futura insegnante di queste discipline. Continua »
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