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  • Un lunedì pomeriggio di antimafia a Misilmeri

    Il ventinove giugno duemilaquindici alle ore sedici circa Misilmeri, paese ahimé troppo spesso coinvolto in storie di illegalità o più specificatamente di mafia, ha ospitato il vice-presidente della Commissione Regionale Antimafia Fabrizio Ferrandelli che, insieme ad altri illustri personaggi di cui a breve vi dirò, ha incontrato l’amministrazione comunale e la cittadinanza intervenuta, per argomentare circa un tema tanto ostico quanto popolare: il post-commissariamento per infiltrazioni mafiose.

    Sindaco, consiglieri comunali, assessori, ex-sindaci ed ex-consiglieri. Tutti in aula consiliare in attesa di partecipare con orgoglio a quello che è poi stato definito “un pomeriggio di legalità”. Nella stessa stanza, quindi, si sono riuniti per oltre tre ore illustri avvocati dell’antimafia, quali l’avv. Re e l’avv. Dell’Aira, giornalisti di tutto rispetto quale Ismaele La Vardera, consiglieri comunali in carica e non quali Daniele Vella e l’avv. Giuseppe Caltanissetta, il sindaco di Misilmeri e giovani esponenti di associazioni che trattano di antimafia.

    Proverò a descrivere in poche parole gli argomenti affrontati ma soprattutto tenterò di raccontarvi il clima, l’aria, le sensazioni e i pensieri avuti quel pomeriggio. Sono emerse sfaccettature del “commissariamento” non note prima d’allora; mancanze dovute anche e soprattutto ad un impianto legislativo sbagliato, inidoneo.
    Sindaci che un giorno amministrano serenamente il loro paese e che il giorno successivo vedono lo stesso commissariato, ritrovandosi a “passari pi’ mafiusi”. Sindaci che poi, quasi sempre, vengono assolti. Ma assolti davanti a chi? Forse davanti a Dio, e sicuramente davanti alla Giustizia! Ma di fronte ai cittadini, tuoi compaesani, sarai sempre e per sempre il sindaco che ha permesso non solo che la mafia entrasse in Comune ma anche che questo fosse commissariato, portandolo all’abbandono e alla devastazione più totale.

    Non fanno che ritornare continuamente alla mia mente le parole di un amico, ex consigliere comunale di Misilmeri, che durante una colazione mi disse: «Dalia, io andavo ogni giorno in Comune, servivo il mio paese, tutto era normale, tutto funzionava. Chi ne ha capito niente! Mi chiamano e mi dicono che hanno commissariato il Comune per infiltrazioni mafiose».

    Ad emergere dunque è questa triste verità. La decisione di commissariare un paese è forse troppo spiccia, superficiale. Certo non si vuole dire che “è sempre così” ma diciamolo pure, spesso, il male mafioso, è così tanto radicato da non essere riconoscibile nemmeno dagli “associati più stretti”.

    Ed eccoci di fronte alla seconda triste e scomoda verità. Il paese viene affidato a dei commissari con lo scopo di risanare l’organico, eliminare le impurità e renderlo un Comune “pulito, privo di contaminazioni mafiose”. Si tratta di uomini di legge, scelti tra prefetti, vice-prefetti che avranno lo scopo di sostituirsi al sindaco, alla Giunta Comunale ed al Consiglio. Ma con quali competenze?

    Durante il pomeriggio di quel lunedì è emerso anche questo; chi viene ad amministrare, a governare, a tassarci è tutto, tutto tranne che un amministratore. Conosce di tutto, ma certamente non sa come amministrare un comune, da dove partire, come accendere questa macchina burocratica. È come se imponessimo ad un diciottenne, sol perché diventato maggiorenne, di guidare una macchina! Serve la patente per guidare la macchina, servono studi e competenze.
    E poi, lasciatemelo dire. Serve una marcia in più: l’amore per il proprio paese. Con tutto rispetto per gli uomini di legge che, purtroppo per loro, si ritrovano catapultati all’interno di un Comune che fino ad allora ne ignoravano l’esistenza e che mai li accetterà ma, per amministrare un Comune, governarlo, renderlo il più civile e vivibile possibile lo si deve amare. Bisogna che ci si cresca, che il territorio venga sentito come casa propria e che il bilancio venga gestito come il proprio denaro.

    Questi i principali temi trattati, le mancanze rinvenute, le leggi da rivedere o da rifare.

    D’altronde era anche questo lo scopo dell’incontro, sì coalizzarsi contro la mafia e per l’antimafia (quella vera) ma anche scovare tutti quei punti del nostro ordinamento che cozzano con un sistema che dovrebbe essere improntato su criteri di giustizia, correttezza ed imparzialità.

    Ma non è finita qui. Mi sono occupata, insieme al sindaco di Misilmeri, di pubblicizzare l’evento. Locandine, facebook, siti istituzionali, blog; tutto quanto possibile affinché i cittadini misilmeresi ne avessero conoscenza e, manifestando quindi la loro vicinanza al tema, si riversassero nelle aule comunali.

    L’argomento ci interessa, ci tocca da vicino. È purtroppo il nostro pane quotidiano. Si parla di mafia, sempre con la “m” piccola, di quella schifosa piaga che colpisce la nostra economia, la nostra libertà, il nostro lavoro, la nostra Terra. Di quella disgustosa ulcera di cui siamo i portabandiera. Si parla di quell’ignobile forza di cui si sono dotati alcuni “ominicchi” e che si nasconde nell’edilizia, nel lavoro nero, negli appalti, nelle raccomandazioni.

    Ci si aspettava quindi la presenza di giovani, uomini, donne, famiglie, associazioni socio-culturali, commercianti. La sala del consiglio era piena, per carità, ma doveva essere gremita, affollata, sovrappopolata. La speranza di un’idealista come era quella di dover aprire le porte, introdurre nuove sedie, panche, poltrone. Doveva essere così affollata quella sala tanto da dover mettere fuori dal Comune uno schermo gigante e delle casse e la gente avrebbe dovuto applaudire la testimonianza in diretta di Gianluca Calì, imprenditore di Altavilla Milicia, che ha avuto il coraggio di denunciare il pizzo.

    Dove erano i misilmeresi? Dove erano i nonni con i nipoti? Ma soprattutto, dove erano i giovani?

    Quei giovani che vanno alle commemorazioni dei grandi Giudici uccisi dalla mafia, che si fanno i selfie nelle loro tombe, che usano l’hashtag #lamafiaèunamontagnadimerda. Ed ancora, dove erano quei giovani che dicono che la Sicilia non potrà cambiare, che la mafia non finirà mai, che lo stato è incapace?

    Dovevano essere lì a dire che quello che stavamo facendo era inutile, che gli organizzatori, i relatori e il pubblico presente era lì per nessuno scopo. No, nemmeno questo. Ismaele La Vardera scrive nel suo libro: «il silenzio è dolo» io aggiungo «la non partecipazione agli eventi di antimafia, in qualche modo, è mafia». Non ve la prendete, non vi sto dando dei mafiosi, me ne guarderei bene, vi sto solo esortando a credere nella legge e nella giustizia.

    Che quest’articolo sia un monito, un’esortazione a stare dalla parte della legge, dalla parte dell’antimafia; quella che conduce una lotta reale, vera, che si concretizza in azioni piccole, come può essere un incontro con un componente della Commissione Antimafia, ma straordinariamente grandi. La prossima volta, e vi avviso che presto ci sarà un replica, siete pregati di venire. Fatelo per Misilmeri, fatelo per chi come me crede che la mafia si possa quantomeno piegare, ma soprattutto fatelo per Voi, per i vostri diritti e per le vostre libertà.

    Ospiti
  • Un commento a “Un lunedì pomeriggio di antimafia a Misilmeri”

    1. ciao,
      non si capisce se all’inizio dell’articolo vuoi far passare il messaggio che la maggior parte delle accuse di associazione mafiosa sono cantonate prese dai giudici o vere e proprie manovre politiche atte a depoltronizzare il povero sindaco innocente…occhio che si rischia di far passare un messaggio davvero grave imho.
      per quanto riguarda il tuo attivismo ti devo fare i complimenti: come dici giustamente tu siamo tutti bravi a parole ma poi ben pochi di noi sono disposti ad alzare le chiappe dalla sedia anche solo per assistere ad un dibattito per quanto importante possa essere per la nostra comunità.
      Sarebbe bello un giorno non dover identificare queste occasioni “pomeriggio di legalità”, “incontro contro la mafia” o simili…in teoria sono concetti che dovrebbero essere presenti 24/7…così sembra che nell’illegalità giornaliera Misilmeri si è fermata un pomeriggio ad adottare comportamenti legali e il giorno dopo è sprofondata di nuovo nell’illegalità…

      utopia, lo so..ma un giorno conto di arrivare a vedere la sicilia ricca, legale e in pace con se stessa 🙂

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