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  • Basta un mosaico per capire Palermo

    La chiesa greco-ortodossa di Santa Maria dell’Ammiraglio, tra i monumenti del percorso arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale appena divenuto patrimonio mondiale dell’Unesco, costituisce una delle testimonianze più spettacolari dell’incontro tra l’architettura araba e l’arte bizantina del mosaico.

    In stile bizantino, con scritte in greco, S. Maria dell’Ammiraglio offre la possibilità di ammirare il più antico, assieme a quello della Cappella Palatina, ciclo di mosaici della Sicilia.

    La chiesa prende il nome da Giorgio di Antiochia, famoso ammiraglio di Ruggero II, che la fondò nel 1143 (“ammiraglio”, da amir al-bahr, vale a dire “comandante del mare”, è una delle tante parole di derivazione araba di uso comune).

    A Giorgio di Antiochia è legato anche un altro luogo storico di Palermo, il Ponte Ammiraglio (anche questo nella lista dei monumenti del percorso arabo-normanno), immortalato da Renato Guttuso in un famoso quadro.

    Nel 1434 Santa Maria dell’Ammiraglio fu annessa al vicino monastero benedettino femminile che Goffredo ed Eloisa Martorana, antichi nobili della città, avevano fondato nel 1193 e da allora, per i palermitani, questa chiesa è, semplicemente, “La Martorana”.

    Ed è proprio quest’appellativo che lega indissolubilmente l’antico monastero benedettino ad uno dei dolci palermitani più popolari, la “frutta martorana”, i famosi dolcetti di pasta di mandorle (detti anche “di pasta reale”), perfette riproduzioni della frutta, come arance, mandarini, banane, fichi, pesche.

    Fino a qualche decennio fa erano numerosi, in tutta la Sicilia (nella sola Palermo ce n’erano una ventina), i monasteri nelle cui silenziose cucine veniva praticata l’antica arte pasticciera conventuale.

    Le monache del monastero della Martorana si erano specializzate nella realizzazione dei frutti di pasta di mandorle.

    Oggi, purtroppo, di quei monasteri ne sono rimasti in attività solo tre: uno a Mazara del Vallo, uno ad Agrigento ed uno a Palma di Montechiaro (quest’ultimo è espressamente citato nel Gattopardo).

    Tra i mosaici della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio quello che considero il più significativo (per chi fosse animato dalla curiosità di conoscere, di capire, Palermo) è quello nel quale si vede Ruggero II, il primo re siciliano, che, nella Cattedrale di Palermo, riceve la corona direttamente da Cristo.

    Lo considero il più significativo non solo per la sua bellezza ma per il messaggio che comunica a proposito della natura dei palermitani.

    Ritengo infatti che conoscere una città non significhi soltanto conoscerne i monumenti, le opere d’arte, ma conoscere il carattere di chi ci vive, capire il perché di certe usanze, di certi comportamenti.

    E la grandezza di alcune opere d’arte è tale proprio per la loro capacità di comunicare, di raccontare l’anima di un luogo.

    Del mosaico di Ruggero II va innanzitutto notato che quello che l’incorona è il Cristo Pantocratore, l’Onnipotente, quello che, oltre che nella chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio, è raffigurato nelle absidi della Cappella Palatina, del Duomo di Cefalù e del Duomo di Monreale.

    Straordinaria è poi la somiglianza delle due figure, elemento per nulla casuale; quello che infatti questo mosaico vuole indicare è che il re normanno altri non è che il rappresentante del figlio di Dio sulla terra (sembra quasi voler dire che, per incoronare Ruggero II, Dio in persona era sceso a Palermo).

    L’elemento sul quale però vale la pena di concentrarsi è dato dal fatto che in questo mosaico sono rappresentate solo due figure, il re normanno e Cristo, a sottolineare il fatto che per Ruggero II il rapporto tra lui e l’Onnipotente è un rapporto diretto, senza alcun intermediario.
    Se si pensa che Carlo Magno venne incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero dal Papa e che l’auto-incoronazione di Napoleone a Imperatore dei francesi avvenne comunque in presenza del sommo Pontefice, la scena immortalata nel mosaico di Santa Maria dell’Ammiraglio di Palermo assume un significato assolutamente eccezionale, unico.

    Osservando la scena rappresentata in questo famoso mosaico credo proprio che ad essa (e al fatto che, con l’ascesa al trono imperiale nel 22 novembre 1220 di Federico II, nipote di Ruggero II, Palermo era stata, a tutti gli effetti, la capitale del Sacro Romano Impero, e cioè il centro del mondo) possa essere associata una sindrome che è possibile riscontrare in molti palermitani: quella di sentirsi, in virtù di una grandezza passata, in condizione di trattare alla pari con chi sta al vertice del potere.

    E come potrebbe essere altrimenti per gente che crede di far parte della famiglia degli dei (i Siciliani non vorranno mai migliorare, per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria, sono le illuminanti parole che Don Fabrizio Corbera dice all’ingenuo Chevalley)?

    Uscendo dalla chiesa inviterei infine ad osservarne la facciata: ricorda, soprattutto nel campanile, quella di Notre Dame di Parigi.

    Somiglianza non casuale, dal momento che alla costruzione della cattedrale di Parigi (cominciata nel 1163) presero parte maestranze culturalmente vicine a quelle che avevano lavorato a Palermo alla costruzione della Martorana.

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  • 42 commenti a “Basta un mosaico per capire Palermo”

    1. PREMETTO CHE NON VOLENDO TEDIARE ho suddiviso il mio commento in tre parti perché è piuttosto lungo. LO POSTO IN TRE FASI DIVERSE da qui a domani 😀
      Senza intenti polemici… ma non vedo cosa c’entra lo stile bizantino con l’arabo-normanno, che, per essere precisi, non vuol dire niente, né dal punto di vista storico né per lo stile architetturale…. è una definizione impropria, in entrambi i contesti.
      Ed è opportuno rileggere cos’era l’architettura normanna: stile architettonico che rientra nel più ampio alveo del romanico e che venne sviluppato dai Normanni nelle varie terre su cui estesero il loro dominio nell’XI e XII secolo. Lo stile normanno ebbe origine in Normandia e si diffuse nell’Europa settentrionale e occidentale, in particolare in Inghilterra, dove se ne trova il maggior numero di esempi; negli stessi anni, col dominio degli Altavilla in Sicilia, lo stile normanno si sviluppò anche in quell’area. Con lo sviluppo della tecnica della muratura portante si sviluppò uno stile che portò al superamento delle difficoltà dovute alla geometria dei soffitti e delle loro volte, con l’introduzione dell’arco a sesto acuto, che caratterizzarono successivamente lo stile gotico. Alcuni storici e studiosi dell’architettura tendono a considerare i suddetti sviluppi all’interno dello stile normanno o romanico, altri come una transizione normanno-gotica. L’influenza di nobili e vescovi normanni in Inghilterra era riscontrabile già prima della conquista del 1066, . Edoardo il Confessore, che aveva spesso visitato la Normandia, prese esempio dall’architettura del Continente per dare inizio nel 1042 alla costruzione dell’Abbazia di Westminster, primo edificio romanico d’Inghilterra. Anche la Scozia cadde presto sotto l’influenza normanna, con la presenza di nobili normanni alla corte di Macbeth intorno al 1050.

    2. oh cucì, ma chi bedda facc’i parrinu chi hai, me pari San Giuseppe…. pi cchistu parri c’un ti fai capiri ah????

    3. Quanto precisato sopra serve per dire che lo stile normanno viene da lontano, ha sue caratteristiche precise ed affermate, non è corretto lasciare interpretare che maestranze che avevano operato a Palermo sarebbero poi andate a Parigi a costruire per la cattedrale di Notre-Dame torri simili a quella della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio a Palermo (che altro non è che un’interpretazione del gotico normanno).
      Tra l’altro, per quel che riguarda la Francia settentrionale e nei pressi di Parigi, sono diversi i monumenti derivanti dallo stile gotico normanno; due monumenti essenziali ne illustrano l’apparizione: la cattedrale di Sens (1130-1132), e la chiesa abbaziale di Saint Denis (1130-1140), quest’ultima nella periferia parigina. Le caratteristiche costruttive del gotico hanno antiche origini: sia l’arco a sesto acuto che i costoloni che sorreggono le volte sono stati usati in diverse epoche e da diverse civiltà, ma è in particolare nell’architettura anglo-normanna dell’XI e del XII secolo che si verificano le esperienze costruttive e plastiche che portano al gotico francese.
      Per dire che SOPRA si tratta di costruzioni antecedenti alla chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio, che la cattedrale di Notre-Dame (costruita dopo) non ha preso dalla chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio, che certe caratteristiche costruttive della chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio erano precedenti e messe in pratica in altri paesi (architettura normanna), non si tratta di influenze arabe, in essa sono rilevanti anche lo stile bizantino, anche la pianta a croce greca, e il prospetto meridionale del 1740 in stile barocco costruito al posto di quello abbattuto.
      Confrontando le foto di diversi monumenti del percorso siculo-normanno ( ! ) si notano in molti elementi le rielaborazioni dello stile normanno (e gotico normanno) sopra descritto.

    4. Per quel che riguarda più da vicino il percorso gratificato dal recente riconoscimento dell’UNESCO, lo definirei semplicemente siculo-normanno, dove i normanni, dimostrando grande evoluzione ed apertura, riescono a fare convivere diversi stili architetturali, dove sono preponderanti lo stile architetturale delle loro origini, il romanico, il bizantino, la pianta a croce latina ( o greca ) e quella transizione da loro operata verso il gotico, talvolta inseriscono qualche elemento decorativo arabo di secondaria importanza, o pochi elementi di tecnica della costruzione ( come l’arco a sesto acuto, già impiegato da civiltà dei secoli precedenti, anche quella islamica, ma che ebbe maggiore sviluppo nell’architettura gotica )… tranne che per il castello della Zisa ( e il castello della Cuba ) da loro commissionati ad architetti arabi, come uno sfizio di persone culturalmente curiose.
      A questo proposito è utile sottolineare che gli arabi non hanno lasciato monumenti, delle leggendarie trecento moschee nessuno ha scritto con certezza chi le avrebbe distrutte… è verosimile, invece, che si servissero di monumenti cristiani preesistenti alla loro invasione, o di dimore private, da loro decorati.
      I normanni furono tolleranti, non distruggevano monumenti, li costruivano, divenuti i padroni in Sicilia tollerarono gli arabi, molti di loro – le cosiddette classi elevate dell’epoca – partirono per motivi religiosi ( la loro religione impediva di vivere in terra straniera dove sottostare ad altre religioni ), quelli rimasti ( circa 100.000 in tutta la Sicilia… pochi ) erano in genere servi, o gabellotti comunque sottomessi ai locali, pochi i commercianti rimasti, rari quei militari o uomini di scienza ( arabi ) che avevano ancora accesso alla corte… quindi non contavano gli arabi… ancor meno avrebbero potuto avere un ruolo nella costruzione dei monumenti ( tranne come operai, a parte il castello della Zisa, come detto)… perciò, come periodo storico l’arabo-normanno non esiste, gli arabi non avevano i profili per determinare quel periodo storico ( normanno ), e nemmeno quello architettonico, che invece era siculo-normanno ( perfetto miscuglio di diversi stili ) firmato dai normanni. È riduttivo definirlo arabo-normanno, soprattutto ingiusto – moralmente e tecnicamente – verso il romanico, il bizantino, il gotico-normanno, e il barocco (come nel caso di una facciata di Santa Maria dell’Ammiraglio), che sono, peraltro, più interessanti esteticamente ( e fanno la fortuna dei monumenti in questione ) delle poche, e rare, influenze arabe inserite dai normanni.

    5. Tra l’altro di quei 100.000 musulmani rimasti va detto che già i Latini (cioè gli Italiani continentali emigrati per ripopolare la Sicilia) iniziarono dei pogrom e Federico II attuò una politica di espulsione dei musulmani rimasti.
      Lo stile arabo-normanno non esiste, si tratta di uno stile presente nei territori Normanni mutuato da influssi Greci (Bizantini) e Latini.
      Di Arabo esistono solo alcuni mosaici.
      E’ l’ennesima porcata per legare la Sicilia al mondo islamico.

    6. Serio, sono d’accordo, ma fa parte dell’ultimo commento che non ho ancora postato, per non prendere troppo spazio 😀
      Ripopolarono anche con provenzali, francesi settentrionali oltre ai cosiddetti lombardi (in realtà definiti tali abitanti del Monferrato e dintorni piemontesi, lombardi, liguri, emiliani e romagnoli).
      Anche le voglie terzomondiste nell’ultimo commento.
      E’ un’usurpazione, e un’ingiustizia verso gli altri stili, e i loro autori, che danno lustro ai monumenti siciliani (mentre gli altri ingiustamente sono nominati… altri che erano assassini, usurpatori, distruttori, altro che costruttori di bellezza… è disgustosa questa usurpazione)

    7. miiii ch’individui allittrati chi ci sunnu cca!!!! rosalio, ma c’addivintasti a treccani, a quattrucani, i cinqu’atti??
      un si capisci nenti, av’a essiri quaiccosa r’impuittante!!
      ma com’un vi siddia parrari accussì cu stu cavudu???? pi coittesia, pigghiativi na bedda birra atturrunata e manciativi n’anticch’i rascature e va passate miegghiu

    8. Gigi sei un grande te lo dico francamente.
      Si vede che hai studiato la storia.
      Tra l’altro anche gli studi genetici lo dicono: i Siciliani sono l’estensione insulare degli italiani del centro-sud, lo dice Cavalli-Sforza, lo dice la Brisighelli, lo dicono Boattini, Barbujani, la Sarno e tutti i vari studi.
      Quindi di cosa stiamo parlando?Di medio orientale in Sicilia c’è poco e nulla, sia geneticamente, culturalmente e linguisticamente.
      Siamo Latini con impulsi Greci nella zona orientale.

      Gigi se ti interessa c’è un thread su un forum dove si parla di quel punto che hai detto: http://italicroots.lefora.com/topic/760/Expulsion-of-the-muslims-from-Sicily-the-truth?page=1

    9. Ogni volta che leggo “stile architetturale” mi viene la pelle d’oca. Già mi viene con la parola “stile”, che nulla ha a che vedere con l’aspetto costruttivo.

    10. @ Serio, ti ringrazio per il link andrò a leggere
      @ per il buontempone, ultimo commentatore:
      effettivamente sono imperdonabile, ma ho avuto la SFORTUNA di studiare la materia in un altro paese, e stavolta ho fatto il gravissimo errore di utilizzare automaticamente un vocabolo “inusuale”, preso da quella lingua, poco usato qui, … avrei potuto scrivere architettonico, o monumentale, cosa che peraltro ho fatto in precedenza, o qualche giorno fa, non vado a verificare. COMUNQUE, dove ho studiato la materia si usa comunemente : http://www.linternaute.com/dictionnaire/fr/definition/architectural/#expression
      è sicuro che si tratta di STILE.
      Però, se un buontempone in una discussione complessa, dove si viaggia tra secoli, storia, dominatori di varie origini, monumenti, società, furbizia (pseudo)politica attuale, riesce a intervenire per non dire niente ma solo una caz…zata del genere… non merita neanche una pernacchia.

    11. Infine, ultimo commento al post.
      I normanni furono tolleranti con gli arabi rimasti, furono anche “protettivi” quando i rivoltosi locali volevano rispedirli nelle loro terre di origine, in particolare i rivoltosi chiamati “lombardi”, originari in realtà del Monferrato e città limitrofe piemontesi, della lombardia, Liguria ed Emilia e Romagna, lombardi che a più riprese combatterono per cacciare definitivamente gli arabi rimasti in Sicilia… cosa che poi avvenne verso la fine del regno normanno. Sappiamo che i normanni al loro avvento ripopolarono la Sicilia anche con i suddetti lombardi, francesi settentrionali, e provenzali.
      Al contrario della tolleranza normanna, gli arabi furono invasori assassini, fecero strage dei siciliani per lunghi decenni, decimarono la popolazione ( a Palermo, secondo alcune fonti, su 70.000 abitanti ne rimasero vivi o in loco solo 3000 ) molti siciliani furono deportati, altri schiavizzati, quelli rimasti dovevano pagare una tassa per professare la religione cristiana, non dovevano esibire segni della religione cristiana, dovevano affiggere sulle case segni distintivi e dovevano scansarsi quando passava un arabo, erano quasi ghettizzati, gli arabi chiamavano i siciliani “gli altri”, ripopolarono la sicilia di berberi, persiani, turchi, ebrei, e loro servi importati. Rarissimi furono i periodi di tregua durante la loro… invasione. Contrariamente a quello che ora propagandano alcuni (pseudo)politici palermitani la convivenza pacifica fu a senso unico, come avviene ora nell’attuale periodo storico; in quel tempo era assicurata dai normanni durante il loro regno. Le novità – nell’agricoltura e scienza – portate dagli arabi erano a loro uso e consumo, i siciliani, pochissimi rimasti non contavano.
      Ancora oggi vige una certa sindrome di Stoccolma, in alcuni casi dovuta a luoghi comuni tramandati, in altri casi, quello di Leoluca Orlando per esempio che usa un brand inesistente (arabo-normanno), si tratta di mistificazione per soddisfare le sue voglie terzomondiste e filo-arabe.

    12. Stragi simili a quelle che fecero i Turchi Ottomani nei Balcani tanto per fare un esempio pratico, dove migliaia di Greci, Albanesi e altri Balcanici fuggirono in Italia per scampare ai massacri.
      Si i due Ruggeri furono tolleranti, poi successivamente i Latini (gli Italiani continentali che ripopolarono la Sicilia) presero il sopravvento e sterminarono(le rivolte di Bonello e lo Sclavo ad esempio sono le più famose) i musulmani rimasti fino a quando Federico II decise di deportarli a Lucera, Girifalco e Castel Saraceno onde evitare un genocidio finale.
      La prima inquisizione al mondo si può dire che nacque nel 1224 proprio a Palermo per volere di Federico II, dopodiché non rimase più un arabo e al loro posto ci furono altre immigrazioni di Lombardi e di Campani (principalmente Amalfitani e Salernitani).
      La Sicilia era finalmente latinizzata da cima a fondo come desiderava il papato e qui nacque la prima lingua nazionale.
      Perché secondo voi?perché praticamente tutti gli stati pre-unitari e le loro genti si incontravano e convivevano qui.
      Per me con la riconquista della Sicilia é nata l’Italia moderna.
      Poi del risorgimento ci sarebbero molte ombre su cui parlare, ma questa é un’altra storia.

    13. Esattamente Gigi, la visione del periodo islamico della Sicilia come paradisiaco, tollerante e ricco di culture deriva dalla propaganda di Michele Amari.
      Già Benedetto Croce e molti storici dell’epoca espressero pesanti perplessità su tale periodo.
      Ultimamente un certo revisionismo storico sembra aver intrapreso una certa corrente soprattutto grazie agli studi del Professor Renda nella sua monumentale opera storiografica isolana.
      Per dirla tutta, il motivo per cui nei valli orientali non si parla il Grecanico e nel vallo occidentale il Siqilli (che resiste a Malta perché non ebbe la discesa in massa di coloni Latini) é per via di ciò di cui si parlava sopra.
      Ovviamente siamo OT, per me il termine arabo-normanno é errato, ci sono veramente pochissime vestigia arabe soprattutto se comparate ai lasciti Bizantini e Italiani continentali oltre che Francesi.

    14. @ Serio, molto interessante il tuo ultimo link, nel quale leggo con piacere che anche il Professore Pasquale Hamel, che qualche volta ha scritto pure qui su Rosalio ( e col quale c’è stata qualche incomprensione, risolta ), ha una visone simile alla mia e alla tua sull’invasione araba in Sicilia, e i danni che essa ha causato… anche se lui non accenna, nell’intervista, ai massacri degli arabi, che decimarono la popolazione, deportarono, schiavizzarono; e ci aggiungerei anche i danni riguardo a certi tratti della mentalità.
      Io lo faccio qui ogni volta che ne ho la possibilità, ora sono contento di leggere i tuoi post… non sono contro un popolo ( anche se le stragi fatte dagli arabi per una sorta di memoria ancestrale dentro bruciano ), ma contro la mistificazione, contro il fatto che si diano agli arabi meriti che non ne avevano ( come si dice nell’articolo che hai postato, anzi, hanno interrotto un percorso… come il colonizzatore italiano attuale… hanno similitudini… ), a gente che ha lasciato danni, che non edificava ma distruggeva e usurpava le cose altrui, che ha lasciato qualche misero dammuso ( a parte i due castelli, Zisa e Cuba, che sono commissioni normanne a architetti arabi ), e che ora si fregia di un brand dove, INVECE, gli elementi che danno lustro sono PRINCIPALMENTE gli stili citati sopra: romanico, bizantino, gotico-normanno, e poi barocco.

    15. É sempre la solita storiella derivata dalle dottrine lombrosiane con l’intento di legare la Sicilia ed il nostro popolo a ciò che non apparteniamo.
      Ma già questa mitizzazione della Sicilia islamica la si ebbe con l’Amari e continua.
      Fortunatamente si sta avendo un certo revisionismo da un decennio a questa parte.
      Revisionismo che ha dato lustro all’espulsione dei musulmani e al fatto che Federico II fu tutt’altro che tollerante.
      Io personalmente avrei qualche dubbio pure sulla tolleranza dei Normanni, perlopiù come ho scritto in un post sopra, probabilmente i due Ruggeri lo furono, sebbene Ruggero I e Roberto il Guiscardo da conquistatori latini non credo non fecero stragi, ma successivamente con i due Guglielmi e con Tancredi credo che i musulmani rimasti furono censiti ed allontanati “ghettizzati” dai latini e dai greci.
      Altrimenti la rivolta degli islamici partita nel 1224 non sarebbe avvenuta.

    16. Si parla pur sempre di medioevo.
      Difficile avere tolleranza tra persone di credo diverso.

    17. Serio, infatti se ci vollero 30 anni per la conquista definitiva qualche battaglia la combatterono, per fortuna DICO ( pensa che cul.o se fosse proseguita l’invasione araba fino ai nostri giorni, anche se… tornano alcuni 😀 ). E’ vero, soprattutto con Ruggero II la Sicilia visse il migliore periodo ( forse di sempre ), era punto di riferimento in occidente, una potenza dominante del Mediterraneo, allora nacque il Regno, a quel periodo mi riferisco a proposito della tolleranza, infatti, come pure io ho scritto sopra, verso la fine del periodo normanno gli arabi furono combattuti, per cacciarli; anche se già a partire dal 1160 i “lombardi” li costrinsero a una sorta di confino interno e alla sottomissione. Pasquale Hamel nell’articolo che hai postato parla dei danni causati dagli arabi al territorio siciliano e anche alla coltura, se lo ritrovo posto il link di un video dove Hamel parla anche di una una serie di sopraffazioni e imposizioni praticate dagli arabi ( che io ho solo accennato sopra in uno dei miei commenti ); non parla invece delle stragi ( restarono pochi siciliani vivi in Sicilia ), deportazioni, dei siciliani fatti schiavi dagli arabi, ripeto…

    18. Serio, NB, non demordere !
      Circa 8/10 anni fa, in questo sito ed altrove ho iniziato a usare un termine da me coniato: similpaeseitalia… mi prendevano per matto.
      Ora capiscono molti di quelli che non ci credevano.
      RENDIAMO onore e giustizia al migliore periodo della storia siciliana, e anche ai migliori regnanti, che ci hanno lasciato le opere migliori; è un DOVERE. Quando sono stato la prima volta a Hauteville-la-Guichard in Bassa Normandia, ho vissuto in trance per tre giorni di seguito, emozione indescrivibile, infatti non voglio descriverla, perché novella 2000 non mi interessa ed è un fatto intimo.

    19. La storiografia ufficiale non racconta che i continentali emigravano in Sicilia.
      Tra l’altro la migrazione di Lombardi e Italiani vari continuò fino al 1500 con l’arrivo di quasi 20.000 Pisani e Toscani vari.
      É evidente che la Sicilia a quei tempi rappresentava per i continentali ciò che oggi é per noi il nord.
      Ovviamente é tutto omesso, chissà perché poi…
      Ripeto: Palermo ha un passato islamico e non va rinnegato, ma noi non discendiamo da loro e siamo gente latina a tutto tondo.
      Mi dispiace perché molti siciliani hanno poche conoscenze delle loro vere radici.

    20. Qui si parla sia di storia che di genetica.
      Purtroppo in inglese.
      http://italianthro.blogspot.it/2011/10/moors-expelled-from-sicily-and-south.html?m=1

    21. l’unica cosa sulla quale non sono d’accordo, anche se forse capisco cosa vuoi intendere: io lo rinnego, non l’accetto, non ho nessuna simpatia, AL CONTRARIO.
      Palermo e la Sicilia non esistevano quasi più, e quei pochi rimasti non contavano, subivano imposizioni, sopraffazioni. Era diventata una terra araba, solo che geograficamente non era spostata.
      In queste condizioni Palermo e la Sicilia non esistevano, quindi quel periodo non gli apparteneva.

    22. L’identità era cancellata, se ne installava un’altra, altre culture(?) e credenze. Ripeto: con sopraffazione, imposizioni, privazioni, addirittura mutazione del paesaggio naturale.

    23. Fortunatamente la riconquista cristiana e la ripopolazione ci hanno di nuovo riportati in Europa.
      Gli spagnoli venerano loro reconquista noi no.

    24. Passionante
      Sto conoscendo grazie ai due commentatori una parte della storia della Nostra patria totalmente sconosciuta ai comuni mortali ,sembrerebbe anzi,ch issa perche la non storia farebbe piu comodo.
      Avido di link.continuate ancora cosi
      Grazie

    25. Si Gigi sono d’accordo.
      Chi parla di conquista pacifica non ha capito nulla.
      Per fare l’esempio pratico avevo ricordato i massacri effettuati dagli Ottomani nei Balcani, se non sapete cosa accadde li chiedetevi perché esistono le colonie Arbereshe in Sicilia e Calabria).
      Quello che fecero gli Arabi (ma in realtà erano più Berberi arabizzati) non furono da meno.
      A tal proposito vi consiglio di leggere il breve saggio “Multilinguismo in Sicilia e Napoli nel medioevo” di Alberto Varvaro e Rosanna Sornicola.
      Li, attraverso gli studi linguistici, già di Rohlfs, si capisce il cambio culturale e demografico della Sicilia dopo la conquista Normanna.
      Si Nissa se c’è una mia frustrazione é vedere come in Spagna la reconquista viene celebrata e ricordata mentre la nostra offuscata e dimenticata.
      Tra l’altro si racconta di 1000 cavalieri Normanni che sconfissero orde numerose di Musulmani quando in realtà attraverso le ricerche nelle cancellerie, emerge invece una cifra di 20.000 tra Franchi e Vichinghi più un apporto maiuscolo dei Cristiani Siciliani, molto numerosi nei Valli di Noto e di Demona (questo per capire quando fu tollerante la convivenza) più altre armate continentali soprattutto di Lombardi ma anche le marine Pisane (Palermo fu riconquistata grazie a loro) e Genovesi.
      Senza dimenticare le armi papali, eh si perché fu il Papato a chiamare i Normanni già viventi in Puglia e Calabria a tentare la riconquista forti di armate Cristiane da tutta Italia pronte a dare un aiuto.
      I Greci dei Valli di Noto e Demona speravano in Bisanzio ma Maniace fallì l’impresa.

    26. Tra l’altro sempre nella ‘tollerante’ Palermo islamica esisteva un quartiere dei Saqaliba ovvero degli Schiavoni.
      Si trattava di schiavi depredati dai Balcani e dai paesi Slavi (da qui l’assonanza Slavi e Schiavi tra l’altro) sfruttati a vario titolo dai ‘tolleranti’ arabi.
      Michele Amari ha mitizzato un periodo veramente buio che grazie ai moderni storiografi sta subendo un revisionismo storico molto importante.
      Ma ripeto, già all’epoca Benedetto Croce ebbe a dire che la Sicilia Araba era un’invenzione di Amari.

    27. Bene, fa piacere che sempre più persone smitizzino false storie e luoghi comuni.
      Arabo-normanno è errato, anche perché basta fare delle semplici similitudini con complessi normanni del Nord Europa, cosa che nel Maghreb è impossibile fare, per mancanza di paragoni.
      Come dire, arabo-normanno è esotico, è pacifista, è tollerante.
      Ma è sbagliato.
      Chissà se un giorno si parlerà anche del 1860/61 in maniera più decisa 🙂

    28. Poiché si parla di berberi è giusto dire che gli invasori non furono solo berberi, che erano principalmente dell’attuale Tunisia poi estesi fino in Egitto, ma i veri “protagonisti” furono arabi di varie estrazioni. Da sottolineare che oltre alle stragi contro il popolo siciliano, e le battaglie contro i bizantini durate oltre 70 anni prima della definitiva conquista (ma riprese anche durante il loro dominio), costoro, gli invasori, le rivolte le facevano anche tra di loro, tra diversi califfati, tra arabi e berberi, erano spesso in conflitto tra di loro, erano talvolta mandanti delle uccisioni di loro stessi parenti per prenderne il posto al potere.
      Sintetizzo le varie origini degli invasori:
      1) gli Aghlabidi, all’inizio del IX secolo la prima dinastia musulmana autonoma all’interno del califfato abbàside. Il nome della dinastia deriva dal nome proprio dell’eponimo, il turco al-Aghlab b. Sālim. La dinastia califfale degli Abbàsidi governò il mondo islamico dalla sua sede di Baghdad e, per alcuni decenni, da quella di Samarra. SECONDO LORO “Il ricorso alla guerra doveva essere un fatto culturale e giuridico, doveva essere uno strumento di coesione fra i fedeli, La conquista della Sicilia avrebbe spinto ancora avanti le mobili frontiere dell’Islam nel Mediterraneo, verso l’Italia, verso Roma, verso il regno dei Franchi, e avrebbe quindi ampliato l’influenza musulmana ed il dominio della “dar al-islam” verso il resto dell’Europa”.
      2) Fatimidi, dinastia musulmana sciita, che conquistò gran parte dell’Africa settentrionale, dell’Egitto e della Siria, dal sec. 10º al 12º. Nel 969 i Fatimidi trasferirono il califfato al Cairo in Egitto, lasciando la Tunisia ai vassalli Ziriti (972). L’apogeo della potenza fatimida: conquistata la Palestina e la Siria, essa divenne il maggiore califfato musulmano del Mediterraneo
      3) I Kalbiti furono una dinastia islamica sciita che governò la Sicilia tra il 948 e il 1040, dapprima come vassalla della dinastia fatimide, poi in maniera del tutto indipendente
      4) Sul finire della dinastia kalbita, sotto il governo di al-Ḥasan al-Ṣāmṣām (1040-1053) il potere si divise tra alcuni nobili arabi e berberi, che dettero vita a piccoli e fragili emirati.

    29. Mi sembra giusto anche citare alcune fonti della cosiddetta propaganda di regime, come per esempio i leggendari viaggiatori arabi:
      “Sotto il regno dei Kalbiti la Sicilia, specialmente quella occidentale, conobbe un grande splendore. Un grande impulso fu dato all’agricoltura che, grazie alla costruzione di nuovi acquedotti, portò alla nascita di un gran numero di giardini, frutteti e orti che garantirono una piena autosufficienza alimentare all’isola, consentendole per di più congrue entrate derivanti dall’esportazione verso l’antistante Ifrīqiya e il resto del mondo arabo-musulmano africano.
      Anche l’artigianato fiorì e l’industria tessile produsse una gran copia di tessuti pregiati, mentre il ṭirāz di Palermo produceva la richiestissima carta di cui l’Occidente latino aveva grandissima necessità.
      Alla corte kalbita di Palermo si riunivano grandi eruditi di poesia, filologia e scienze naturali. In questo periodo Palermo si trasformò nella città dalle cinquecento moschee e la Sicilia divenne centro di scambi tra le rotte del Mar Mediterraneo: le repubbliche Marinare, il Vicino Oriente e il Maghreb”. In altre fonti di propaganda si scrive di palazzi, giardini fantastici, bagni, per la cura maniacale della pulizia (degli arabi !).
      A parte il fatto che era A LORO USO E CONSUMO, solo loro ( ? ), STRANO CHE DI TUTTO QUESTO NON SIA RIMASTA NESSUNA TRACCIA, tranne forse qualche dammuso, e un bagno a Cefalà Diana che per la sua semplicità architettonica e per i materiali utilizzati non ha nulla a che vedere coi monumenti SICULO-NORMANNI gratificati dall’UNESCO.
      INVECE VISTA DALLA PARTE DELLE VITTIME INVASE, oltre alle privazioni, imposizioni, ghettizzazione, sopraffazioni,
      ” … quasi ad evidenziare la profonda differenza tra musulmani e cristiani i Fatimidi costruirono a Palermo nel 937 un quartiere fortificato, una vera e propria cittadella, la “Kalsa”, ossia “l’eletta” simbolo inequivocabile della loro condizione di occupanti una terra abitata da ”infedeli”. La paura delle popolazioni era grande, perché le guerre e le loro violenze ebbero un prezzo non solo in termini di vite umane, ma anche di sconvolgimento psicologico delle persone. I componenti dei ceti più alti e delle amministrazioni angosciati preferirono abbandonare la Sicilia con le loro famiglie ed i loro preziosi dirigendosi verso la Grecia, la Calabria, la Basilicata; ai ceti più modesti, costretti a restare, non rimaneva altro che vivere quotidianamente nel terrore. Per sopperire gli ampi vuoti lasciati dalle popolazioni uccise e fuggite ( solo a Palermo dei 70.000 rimasero solo 3000 indigeni ) si adottò la politica d’incrementare l’immigrazione proveniente dal Nord Africa. A partire dal 910 la Sicilia araba dovette subire anche le lotte intestine tra i capi musulmani, riflesso, d’altronde, di ciò che accadeva in Asia ed in Africa, nel cuore dell’impero arabo, che si andava lentamente disgregando”.

    30. E’ giusto che si conosca questo pezzo di storia che hai riportato sopra.
      Oltre a Berberi ed Arabi c’erano pure Cretesi (o per meglio dire gli occupanti islamici di Creta), Persiani e Iberici (o meglio dire gli islamici che sottrassero i territori Spagnoli e Portoghesi e un pezzettino della Francia meridionale).
      Io penso che perlopiù il cambiamento demografico lo ebbe la Sicilia occidentale (il vallo di Mazara) mentre ad Oriente le fonti Bizantine e non solo riportano un elemento Greco ancora forte ma questi diedero una mano a Giorgio Maniace, inoltre vedo più stile Bizantino che Arabo nelle chiese pseudo Arabo-Normanne francamente.
      Poi dove sarebbero finite queste 300 moschee e i vari monumenti islamici?qualcuno dice che furono distrutti da Federico II, altri dai Latini, altri ancora dagli Spagnoli (questa secondo me è una fonte inattendibile visto che non lo hanno fatto nei loro territori, basti vedere l’Alhambra e la Mezquita a Cordoba).
      Secondo me, semplicemente le fonti Arabe e quel venditore di fumo di Amari raccontarono una storia esagerando le (poche, mi permetto di dire) componenti positive e offuscando quando di negativo subirono le popolazioni Cristiane, soprattutto ad occidente.
      Tra l’altro esaltare una presunta identità Araba per la Sicilia e il popolo Siciliano è totalmente fuorviante e demenziale a parer mio, altrimenti dovremmo parlare un dialetto Arabo (quello che si parlava nel vallo di Mazara era probabilmente l’attuale Maltese), professare l’Islam, avere un aspetto fisico simile agli abitanti dello Yemen, portare lunghe tuniche e fare il Ramadam.
      Riguardo invece la presunta tolleranza di Federico II, che, come citato prima, espulse tutti i musulmani rimanenti:

      https://it.wikipedia.org/wiki/Inquisizione_in_Sicilia

      Sarei sempre cauto nel parlare di pluri-etnicità e/o pluri-religiosità e tolleranza nel Medioevo.

    31. Gigi mi affido a te, essendo io principalmente un Siciliano della parte orientale, quanti immigrati Campani arrivarono ad Occidente per rimpiazzare i Musulmani?

      “• Il ripopolamento, specialmente con cristiani dal continente europeo, fu promosso da Ruggero I. Le zone occidentali della Sicilia furono pertanto colonizzate da immigrati della Campania. Le zone orientali-centrali della Sicilia furono ripopolate invece da coloni della Padania che importarono la propria lingua gallo-italica. Dopo la morte di Ruggero I e sotto la reggenza di Adelaide (lei stessa proveniente dall’Italia del nord) durante la minore età di suo figlio, Ruggero II, il processo di colonizzazione lombarda fu intensificato.”

      http://www.palermoweb.com/lamusicadelsole/dialetto/influenze_normanne.asp

      La rivolta degli arabi siciliani scatena la collera di Federico
      Nel 1220, l’intera «parte dell’isola che stava a occidente della capitale era in mano agli arabi ribelli». Fino al 1245, in un sanguinoso conflitto ventennale, la repressione decretata da Federico fu implacabile: l’emiro Ibn Abbad, che si era arreso e sottomesso, fu preso a calci dal re mentre era piegato in ginocchio, e in seguito impiccato insieme ai due figli. Con il passare degli anni, questi raptus di crudeltà del giovane imperatore si resero sempre più frequenti, fino a degenerare in un bieco sadismo, più consono a un despota orientale che a un monarca cristiano. Quella perpetrata contro gli arabi di Sicilia fu una “pulizia etnica” in piena regola. Narra Renda che si trattò di un evento «unico nel mondo occidentale non solo nel secolo XIII ma anche nei secoli seguenti. Tradotto in termini odierni, fu come se la popolazione siciliana dei suoi sei milioni di abitanti ne subisse lo sterminio di due milioni». Circa ventimila arabi superstiti furono deportati a Lucera, in Puglia. Renda individua gli scopi di questo editto imperiale: «Eliminare dal territorio siciliano l’etnia islamica malvista perché diversa per costumi e per credo religioso», e inoltre «determinare una mutazione esistenziale nella popolazione trasferita a forza in luoghi alieni e costretta a inventarsi un nuovo modo di vivere».

      http://www.bottegascriptamanent.it/?modulo=Articolo&id=1799&idedizione=95

    32. Serio, infatti… perché in Andalusia non distrussero in seguito ?
      Semplicemente: in Sicilia costruirono pochissimo gli arabi, distrussero – piuttosto – oltre a fare strage di siciliani e operare la sostituzione etnica; distrussero anche il paesaggio naturale… usarono monumenti e dimore private preesistenti, è evidente che le due sole volte che costruirono fu su commissione normanna, e si vede nella diversità della Zisa e della Cuba rispetto a tutti gli altri monumenti. Due CUBI.
      Anche alcune cupole, tra i pochissimi elementi ripresi DOPO dai normanni, furono adattate.
      Per rendere meglio l’idea – che non è quella di essere CONTRO, ma rendere ONORE a chi ha realmente DATO LUSTRO alla Sicilia – possiamo fare alcuni “giochetti” come si fa con i bambini:
      Comincerei col visionare la prima moschea costruita dai musulmani, in Egitto, la moschea di Amr, costruita nel 642 d.C.
      Nelle altre foto esempi di architettura araba che confrontati coi monumenti SICULO-NORMANNI si capisce che la definizione arabo-normanno è una menzogna storica ed anche per quel che riguarda lo stile archite…ttonico ( 😀 )
      https://www.google.com/search?q=mosqu%C3%A9e+d%27Amrou&es_sm=122&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0CC0QsARqFQoTCODA9piq2MYCFcE8FAod2WcIZA&biw=1067&bih=527#imgrc=-WLaRSPC0bLQVM%3A

    33. INVECE qui è evidente l’impronta araba
      https://www.google.com/search?q=architettura+in+andalusia&espv=2&biw=1067&bih=527&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0CCcQsARqFQoTCNy21v6r2MYCFcJAFAodFaUAZg&dpr=1.5#imgrc=JjBks0GAp2qlaM%3A
      Guardando superficialmente alcuni hanno visto similitudini, nei campanili, con quelli dei monumenti siculo-normanni, invece in questi (del percorso siculo-normanno !) è evidente la transizione operata dai normanni dal romanico verso il gotico, passando appunto dal gotico-normanno (come detto sono di quel periodo molti monumenti rilevanti costruiti in Francia in questo stile)

    34. Appunto, tra l’altro i monumenti Arabi in Spagna e Portogallo si trovano più nel sud della nazione che al nord dove l’elemento islamico dominò per meno tempo.
      Basta farsi un giro a Cordoba e vedere i loro monumenti e confrontarli con l’arte Siculo-Normanna-Bizantina per vedere la grande ed evidente differenza.
      Eh si GIGI hai ragione, non voglio essere xenofobo ma è un dato di fatto che l’islam in Europa ha creato solo genocidi, sia qui, sia a Malta (dove l’intera popolazione nativa di origine Punica fu praticamente sterminata e ripopolata con coloni da ogni parte del Califfato), sia nei Balcani e appunto nella penisola Iberica dove le terre furono colonizzate da Arabi, Berberi, Persiani e persino Gitani.
      Inutile cercare di trovare contatti tra la Sicilia e l’islam, perché come abbiamo spiegato prima sia io che l’ottimo GIGI (il quale dimostra di aver studiato e quindi di avere una certa conoscenza) ha rappresentato un punto di rottura per noi e la nostra gente.
      Punto di rottura perché la Sicilia era ed è occidente ed Europa, nell’intermezzo di quasi due secoli di dominio islamico questo elemento si ruppe a favore di elementi esotici che non appartengono storicamente alla nostra gente.
      E infatti Ruggero I una volta riconquistata la Sicilia pensò immediatamente di creare un dominante e più numeroso ceppo Latino ed infine con la deportazione degli ultimi musulmani, la Sicilia tornò pienamente Latina, ho altro da aggiungere?della Scuola Siciliana e della ripopolazione ne abbiamo già parlato.

    35. Serio, puoi chiedere il mio indirizzo email al Dottor Rosalio, ti terrò al corrente di un’iniziativa – civilizzata ! – che si oppone all’utilizzo di questo brand improprio (usurpato, secondo me).
      Per finire preciso alcune cose:
      tutta la discussione, per quel che mi riguarda, non è una contestazione verso questo post e il suo autore, ma verso i mistificatori di professione, che in questo caso tradiscono la storia e la creazione artistica, facendo torto a popolazioni che danno lustro alla Sicilia, oltre ai benefici per l’economia da turismo… se fosse per gli arabi avremmo rovine e deserto ( in tutti i sensi, soprattutto etnico ).
      Terminerei utilizzando di nuovo il giochetto coi bambini, stavolta di 10/11 anni… se chiediamo a loro: qual’è l’elemento PRINCIPALE che attrae i turisti, e ne determina la gloria dei monumenti in oggetto, per esempio il duomo di Cefalù, il duomo di Monreale, la cappella Palatina, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio… I mosaici… BIZANTINI…
      Qualcuno di loro probabilmente aggiungerebbe, al secondo posto, le torri in stile romanico, o quelle in stile gotico-normanno…
      Il rischio è che i mistificatori di mestiere potrebbero inculcare nelle menti un brand che non esiste, ma che esiste solo nelle loro voglie filo-arabe.

    36. Si GIGI come posso chiedere la tua mail?premesso che non sono palermitano e non risiedo a Palermo anche se l’ho visitata varie volte ed ho un bel po di amici.
      La mia frustrazione nasce dal fatto che, come dici tu, si da troppo merito e troppe lodi a qualcosa che non ci riguarda.
      Tra l’altro in giro (soprattutto negli USA ma anche qualche buontempone nostrano del nord) c’è gente che pensa siamo arabi trapiantati in Europa.
      Addirittura un certo babbeo irlandese disse che la presunta inferiorità del QI degli italiani meridionali verso i settentrionali è dovuto al mixing con gli arabi, ma poi gli studi genetici dico tutt’altro.
      Ormai alcuni siciliani a furia di sentirselo dire, pensano che hanno di più in comune con un Gheddafi che con un qualsiasi europeo. Siamo seri dai.
      E’ questa la mia grande frustrazione, ovvero privarci della nostra identità europea tramite mistificazioni e storia riscritta.

    37. Quella babbeo irlandese di cui sopra si chiama Richard Lynn.

    38. Colpa delle cipolle !

    39. veramente interessante il vs fraseggio! Mi dedicherò con calma la lettura dei link postati.
      Grazie

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