Polizia municipale a Palermo, ora voltiamo pagina
Palermo città anarchica, Palermo abbandonata a se stessa, città irrimediabilmente precipitata nel degrado. Sporca, caotica, con un tasso di criminalità in spaventoso aumento, in mano all’abusivismo e al clientelismo. Il quadro allarmante che emerge ogni giorno attraverso le segnalazioni sui social stride però profondamente con le dichiarazioni ufficiali di Sindaco e Assessori, come se si parlasse di città completamente diverse. La Palermo del Sindaco Orlando è quella dell’Unesco, del prestigioso riconoscimento che proietta la nostra città in una dimensione internazionale. La città delle inaugurazioni e del conferimento di cittadinanze onorarie. La realtà, documentata puntualmente da centinaia di cittadini attraverso foto e denunce, rivela il vero volto di questa città, bellissima dal punto di vista architettonico e naturale ma profondamente sfregiata e sofferente. Perché noi cittadini non possiamo godere di tanta bellezza? Perché siamo costretti a vivere nel degrado, mortificandoci quando i turisti fotografano le innumerevoli discariche a cielo aperto disseminate per le strade? Perché dobbiamo tollerare la “legge del più forte” come tipico modo di relazionarsi tra i palermitani? Il dibattito in atto fra i vari gruppi che dialogano attraverso facebook attribuisce in gran parte la colpa ai cittadini che non rispettano le regole del vivere civile, ma ogni giorno di più cresce la consapevolezza che la responsabilità di tutto questo sia da attribuire a chi queste regole non le fa rispettare, lasciando il territorio alla mercé di gente priva del più elementare senso del rispetto della cosa pubblica. Ci si chiede continuamente cosa fare per trovare un rimedio a tutto questo; un sempre maggior numero di cittadini vede un’unica soluzione, concreta e ragionevole, per fronteggiare questa emergenza: si pretende il controllo del territorio, attuato con ferrea intransigenza e senza favoritismi di alcun tipo. Extremis malis, extrema remedia, dicevano i latini: i cittadini incivili della nostra città sono refrattari a ogni genere di appello al vivere comune, dal momento che generalmente disprezzano la legge e chi la fa attuare; bisogna prendere atto che gli incivili non possono essere rieducati attraverso lezioni di bon ton, perché ormai il livello di anarchia raggiunto dal comportamento di molti palermitani ha oltrepassato il punto di non ritorno. Il cittadino che trasgredisce la legge va punito severamente; le sanzioni andrebbero applicate ogni volta che sporca e abbandona rifiuti sulla strada, oppure quando infrange le regole del codice della strada o, per fare un tipico esempio, quando piazza una bancarella abusiva o un lapino all’angolo di una strada, noncurante del fatto che invade metà della carreggiata e che i prodotti che vende sono intrisi dei gas di scarico delle auto in transito. È necessario fare sentire la presenza delle Istituzioni che, anziché tollerare con indifferenza l’anarchia ed il disprezzo di ogni regola, devono categoricamente presidiare in modo costante, capillare ed intelligente la città, controllando e punendo tutte le infrazioni, senza eccezione alcuna. Soltando così la nostra Palermo potrà ambire a ritornare una città vivibile e piacevole da vivere e da visitare. Come prima, importantissima mossa dobbiamo pretendere che la Polizia Urbana sia affidata a chi ha l’esperienza e le competenze necessarie per poter organizzare in modo impeccabile il presidio del territorio. Il nome lo conosciamo: è quello dell’Ispettore Capo Fabrizio Romeo, noto come il Vigile più inflessibile che Palermo abbia mai avuto. La sua è la storia di una persona che conosce molto bene il proprio lavoro e che ha fatto del rigore e della “tolleranza zero” la sua filosofia di vita. La sua intransigenza gli ha creato dei problemi, visto che veniva esercitata anche nei confronti di colleghi e uomini di potere. Nella pagina dedicata al progetto di una sua candidatura a capo dell’Assessorato alla Polizia Municipale, sono esposti i suoi programmi ed è raccontata la sua storia. Noi cittadini sosteniamo la sua candidatura, al di fuori di qualsiasi schieramento politico, motivati soltanto dall’amore verso la nostra Palermo e dalla speranza di una sua futura rinascita civile e culturale. In questo momento la delega è nelle mani del nostro Sindaco, probabilmente troppo impegnato per riuscire a far fronte da solo ai problemi legati alla sicurezza e all’ordine della città, con dei risultati che sono impietosamente sotto gli occhi della cittadinanza. Fabrizio Romeo sarebbe l’uomo giusto al posto giusto.
https://www.facebook.com/pages/Santa-Rosalia-dacci-Fabrizio-Romeo-assessore-alla-Polizia-Municipale/103733953306125
sarebbe bello potersi fidare…
scusate ma non è la stessa persona, giusto?
http://palermo.gds.it/2014/10/31/picchiarono-automobilista-condannati-2-vigili-a-palermo_255044/
Zibibbo, Fabrizio Romeo è l’uomo più pacifico del mondo: purtroppo non riesce a non fare il suo dovere e ciò lo porta a crearsi talvolta dei nemici che hanno cercato di screditarlo in tutti i modi come nella vicenda che hai citato e nella quale, come sempre, ne è uscito a testa alta.
@Santa Rosalia quindi l’articolo riporta una notizia falsa? non è stato condannato?
E’ stato condannato in primo grado, ma la sentenza è stata appellata e quindi non è ancora definitiva: per stracciarti le vesti devi quindi avere la pazienza di attendere ancora un poco e magari ti informi meglio da chi conosce la persona 🙂
Mi dispiace molto prendere una posizione così rozza, ma i primi che avrebbero bisogno di una bella ripassata dall’ispettore capo in questione sono una parte non trascurabile dei suoi stessi colleghi, e non soltanto per i comportamenti omissivi, essi stessi ai limiti o al di fuori della legalità, che quotidianamente ciascuno può constatare. E’ facile dimostrarsi forti o ancora più forti coi deboli e deboli o condiscendenti coi forti o con gli amici.
L’autore, a mio parere, farebbe bene anche a distinguere la gretta inciviltà e l’assoluto menefreghismo di palermitani ricchi e poveri, almeno parzialmente comprensibile benché non assolutamente scusabile nel secondo caso, dai quei comportamenti illegali che per taluni purtroppo restano necessari per banali ragioni di sopravvivenza. Purtroppo Palermo non è Zurigo, e prima di condannare senza appello lapini e bancarelle varie è necessario offrire un’alternativa, sebbene sia perfettamente chiaro che ciò non competa alle forze di polizia.
Vorrei rispondere al Signor Luigi Casella. Premetto che condivido in pieno quanto scritto da Giovanni Moncada, da anni impegnato nella segnalazione di disservizi ed illegalità diffuse in tutto il territorio cittadino.Non sono d’accordo nel distinguere fra i vari tipi d’illegalità. Esistono delle regole scritte che devono essere rispettate da tutti, indistintamente. Bisogna essere forti con tutti, senza guardare in faccia a nessuno. In questo momento sta succedendo proprio questo : assistiamo a retate nei locali che pagano le tasse, negli esercizi in qualche modo “regolari”, mentre tantissimi commercianti palesemente abusivi agiscono indisturbati. In nome del buonismo. La legge e le regole devono essere uguali per tutti, senza eccezione alcuna. Facendo dei distinguo si continueranno a perpetuare quei comportamenti che hanno reso Palermo una città caotica e invivibile. Chi posteggia “un momentino solo” in doppia fila deve essere punito, come pure chi ostruisce lo scivolo per disabili, e nessuno dovrà eccepire che mancano i posteggi. Le regole devono essere rispettate da tutti senza se e senza ma.Le Istituzioni si devono assumere le proprie responsabilità, creando le infrastrutture ed i servizi per i cittadini, ma nel frattempo occorre ristabilire il rispetto della legge, a tutti i livelli. Che ben venga qualcuno in grado di farlo. io ci credo.
Cara signora D’Amico. Sono d’accordo con molte delle considerazioni sue e del signor Moncada. Nello stesso tempo sono convinto che sia molto più esecrabile l’illegalità o l’inciviltà consapevole ed arrogante praticata da molti, moltissimi «palermitani bene», che non quella di chi per ignoranza o necessità non conosce o semplicemente non ha alternative ad essa. Bisogna reprimere immediatamente e duramente nel primo caso, intervenire a monte per dare una scelta dignitosa nel secondo, poiché tutti hanno il diritto, nel frattempo, di poter almeno sopravvivere. Per quanto riguarda il rispetto della legge, a tutti i livelli, esso comincia da chi ha il compito di imporlo, e parte dall’osservanza scrupolosa del proprio dovere. Ricordo inoltre che (molto) al di sopra del codice della strada, delle leggi che regolano il commercio eccetera, si trovano i diritti del cittadino. Ben venga qualcuno in grado di tutelare tali diritti prima di tutto, e poi anche tutto il resto. Ma sinceramente lo crederò soltanto quando lo vedrò.
@Santa Rosalia non capisco a cosa ti riferisci quando dici che dovrei stracciarmi le vesti ma per quanto ne so io essere giudicati colpevoli in primo grado non significa non avere una condanna definitiva, significa che sei stato giudicato colpevole e il sistema giuridico ti permette di andare ad un altro grado di giudizio.
Ma fatemi capire bene: state sponsorizzando un signore che ha menato un comune cittadino senza apparente motivo come simbolo dell’integrità morale e della professionalità?!? Davvero?!?
Non lo conosco personalmente e non conosco persone che lo conoscono ma gli atti di un processo dicono per filo e per segno come si è comportato in quell’occasione e non vedo come conoscerlo possa farmi ricredere sul fatto che come minimo ha problemi a controllare la rabbia (nella migliore delle ipotesi), quello che non capisco è il perchè di questa propaganda qui.
Concordo con lei sul fatto che la gestione del Corpo dei Vigili Municipali deve “voltare pagina”. Ma prima di analizzare altri punti della sua analisi è giusto chiederci se la classe politica locale vuole che si “cambi pagina” Purtroppo temiamo di no. Che Palermo è una città difficile e con un forte illegalità diffusa è un dato di fatto ma forse non è irrecuperabile. In altre situazioni , per esempio a Salerno, un Sindaco e la sua giunta ha trasformato la mentalità dei suoi concittadini. Invece di passare il tempo a inaugurare lapidi e scivoli, il sindaco girava la città e chiedeva conto e ragione, a chi di dovere) di certi disservizi. In alcuni casi ha denunciato personalmente situazioni d’illegalità. Per fare un piccolo esempio, i parcheggiatori abusivi, che da noi prosperano, a Salerno sono quasi scomparsi. Ha motivato i vigili municipali e ha scelto dei comandati che hanno saputo svolgere egregiamente sia l’azione preventiva che repressiva. Certo si è creato molte inimicizie , anche tra i poteri forti, ma alla fine Salerno è un oasi di buon governo in una Regione allo sbando e i cittadini stanno con lui. Qualcuno dirà che De Luca ha qualche problema con certa magistratura, ma solo chi cerca di fare può rischiare qualche avviso di garanzia . Certo che se uno non fa niente difficilmente avrà questi problemi . Perciò ,oltre che criticare ( giustamente ) i cittadini, il nostro sindaco dovrebbe fare una seria autocritica. Solo così si potrà ” cambiare pagina”
@Zibibbo, la sentenza appellata non è definitiva quindi non si ha ancora alcun giudizio così come una partita non si chiude con il risultato del primo tempo. Lascia perciò i giudizi processuali ai magistrati e le valutazioni su una persona che non conosci a chi ne ha avuto invece l’opportunità: avrai anche tu l’opportunità di esprimere la tua opinione anche contraria, ma almeno supportata da una conoscenza personale, no?
Mi sembra che l’inflessibilità-che-non-guardi-in-faccia-nessuno e la tolleranza-zero chiesta da taluni sia a meno di qualche piccola eccezione…
Legalità è anche accettare e rispettare senza alcuna riserva ogni sentenza, a meno che non si voglia mettere in discussione dalle fondamenta la legittimità e l’equità stessa dell’intero sistema giuridico e persino statale, il che è certamente una posizione legittima ma che porterebbe logicamente e inevitabilmente a conseguenze molto lontane da quelle desiderate dai sostenitori dell’ispettore capo Romeo.
Se invece si accetta il sistema e lo si considera idoneo a regolare la civile convivenza al punto da chiedere a gran voce la ferrea applicazione di ogni sua regola senza alcuna eccezione, non si capisce come la conoscenza personale di una persona senza dubbio degnissima dovrebbe prevalere sul giudizio (che già si ha eccome) non sulla sua persona ma su un fatto preciso da parte del giudice naturale precostituito. Non vedo allora perché non debbano valere per tutti i due minuti soltanto in seconda fila per comprare il pane o il sacco di munnizza in più su un cumulo che tanto è già alto un paio di metri…
Ma dite sul serio!!!!! (mi riferisco a quelle persone che difendono l’ignoranza o lo stato di necessità, oppure a colui che considera un giudizio, verità assoluta)
Palermo non ha bisogno di voi, Palermo ha bisogno di gente che tiri fuori i coglioni e faccia il lavoro che NOI non vogliamo fare, ovvero rispettare le regole, che siano esse civili, della strada, del senso civico, del codice penale o della semplice educazione.
Non capisco perché si considera di più il proverbiale “pilu” e non si vede invece il “travi” che ormai sodomizza questa città quotidianamente.Bisogna smetterla di girarsi dall’altro lato o peggio di essere garantisti di tutti o ancora distinguere fra il ricco che è maleducato e sporca, o farabutto perché non fa uno scontrino, e il povero che per dar da mangiare ai propri figli, vende pagelle con un alpino abusivo, entrambe i comportamenti sono figli di una città fallita, il default sociale è venuto prima di quello economico,bisogna reagire, bisogna affidarci a persone di cui conosciamo la morale e di cui ci fidiamo al cento per cento….NOI STESSI!!!!!
L’ispettore capo Romeo può essere la persona giusta?chi lo conosce può dirlo, chi non lo conosce può avere fiducia, ma se noi stessi cominciamo a denunciare i comportamenti sbagliati delle persone allora forse potremo aiutare mille Romeo.
Mio nonno negli anni 80, quando i giovani si lavavano la macchina nella fontana di acqua pubblica potabile di fronte casa, scendeva e li mandava via con il bastone
Caro Antonio d’Agostino,
lungi da me «difendere l’ignoranza» o il mancato rispetto di qualsiasi regola, sia essa civile, del codice della strada, del senso civico, del codice penale o della semplice educazione. Non me ne vorrai però se, prima di ogni altra, PRETENDO il rispetto di quelle che derivano dai diritti enunciati nei primissimi articoli della nostra Costituzione, specialmente da parte di chi indossa una divisa. Non vedo in che modo questo ti porti a ritenere che tale pretesa comporti l’«essere garantista dei ricchi maleducati che sporcano e del farabutto che non fa lo scontrino» o «girarsi dall’altro lato». Personalmente, inoltre, NON ritengo assolutamente il giudizio di un giudice, e quindi di un uomo, la verità assoluta. In proposito anzi ho molte riserve dovute ad esperienze personali vissute come mancata giustizia, tra le quali una relativa ad un “passaggio col rosso” costato la vita ad un familiare investito sulle strisce pedonali. MA esiste una regola, che è quella di prendere atto delle sentenze senza riserve, che chi si straccia le vesti invocando il rispetto delle regole menzionate prima, anzi addirittura di TUTTE le regole senza eccezione di sorta, dovrebbe considerare SACRA.
Relativamente al presunto fallimento sociale causa di quello economico: non saprei. Mi limito a constatare che i gruppi sociali (almeno epidermicamente) più civili sono quelli i cui membri non hanno come preoccupazione principale il cibo o un tetto sulla testa. Lo «stato di necessità» in cui purtroppo molti dei nostri concittadini si dibattono, li priva della LIBERTà di cui io, il signor Moncada, la signora D’Amico e ritengo anche tu godiamo potendo scegliere se essere o meno civili o se rispettare o meno le regole. Tali situazioni, peraltro, non hanno certamente bisogno della mia difesa: davanti alla fame o all’indigenza (anche soltanto rispetto a modelli comunque imposti come vincenti) propria e dei propri figli, è evidente che chiunque sia meno che un santo sacrificherebbe alcune regole del vivere quieto e civile, con buona pace di quelli come me o te che evidentemente non hanno mai vissuto un dilemma del genere. Come minimo conforto per noi Italiani, Siciliani e Palermitani sottosviluppati, menziono anche en passant che popoli il cui senso civico è spesso preso a modello sono stati capaci di “soluzioni finali”, “liquidazioni dei ghetti”, “unità 731” e “massacro di Nanchino”.
Per quanto riguarda la fiducia nell’ispettore Romeo, che non conosco personalmente, mi sono fatto l’idea di una degna persona a cui è capitata una giornata sfortunata sfociata in una condanna, in primo grado, a quattro mesi. Fidarmi di lui? Può darsi. Fidarmi di chi lo raccomanda perché «lo conosce» e lascia intendere che è uno che «tira fuori i coglioni» e se serve «li assicuta col bastone»? Temo proprio di no. Mi sembra quasi di sentirgli dire «…dagli amici mi guardi Iddio!”»….
Certo che candidarsi a tale posizione, con una sentenza da appellare non è proprio rassicurante per il futuro. Ma se dite che è pronto a prendere a sberle i vigili urbani fanulloni allora il discorso cambia.
Zibibbo. ..intanto chi sostiene la candidatura di una persona integerrima come lo è Fabrizio Romeo si presenta con nome e cognome in chiaro, non con uno pseudonimo. Troppo facile attaccare in modo pesante nascondendosi dietro un grappolo d’uva. Chi ci mette anche la faccia è rappresentante di moltissimi cittadini desiderosi di contrastare la mentalità prevaricatrice e omertosa di gran parte dei concittadini, desiderosi solamente di ordine e legalità. Se vogliamo discuterne lo dobbiamo fare ad armi pari. Le risposte fornite dall’interessato sono chiare ed esaustive. La verità è che Fabrizio Romeo è una figura scomoda per chi vuole continuare a vivere nel caos, perché nel caos si può continuare a fare i propri comodi e trarre anche dei benefici.
@Anna Maria D’Amico il fatto che vi presentiate con nome e cognome è una vostra scelta…non vedo perché chi apre un dibattito sui un blog debba necessariamente qualificarsi…e comunque mi sento lusingato di aver parlato con Santa Rosalia in persona! ..visto che è l’unica che mi ha risposto finora…prima di lei…
In ogni caso usare un nick non significa necessariamente essere omertosi o di mentalità prevaricatrice, almeno nel mio caso.. mi chiamo Renato Barera e se volete vi do anche altri estremi, in pvt però 🙂
Comunque fino ad ora l’unica cosa che mi è stata detta di fronte la mia obiezione su questa vicenda passata del signor Romeo è stata che non mi devo permettere, che quanto è serio non lo sai, certo dietro una tastiera è facile parlare….nessuna risposta seria insomma.
Certo zibibbo/Renato Barbera non ha tutti i torti. Non si è ancora capito perché la prima (e a quanto pare unica) eccezione al rispetto delle regole dev’essere proprio per l’ispettore Romeo. Del quale, ripeto, mi sono fatto l’idea di una persona onesta e capace, ma la cui vicenda giudiziaria, non ancora conclusa ma che non sembra frutto di un complotto, è inevitabilmente parte della discussione e non può essere sbrigativamente liquidata con l’argomento «lo conosco io, fidati/non-ti-permettere/dietro-la-tastiera-è-facile»…
Signor Zibibbo e Signor Casella, la risposta seria l’ha data l’amministratore della pagina direttamente, fornendo delucidazioni puntuali e motivate. Nella pagina, ironicamente dedicata a Santa Rosalia, alla quale si chiede un miracolo, visto il contesto in cui si vorrebbe portare avanti la candidatura di una persona inflessibile come l’Ispettore Capo Romeo, c’è la storia anche della vicenda giudiziaria in corso, oltre alla storia professionale ed ai programmi che vorrebbe portare avanti. I cittadini che si espongono non sono molto graditi in questa nostra strana città. Invece di guardare ai programmi ed alla professionalità della persona , si pone l’accento esclusivamente su una vicenda marginale in corso. In Italia, e questo vale per tutti, una persona è colpevole ed è tenuto ad accettare e rispettare la sentenza solamente dopo la sentenza definitiva di condanna. Prima esiste l’istituto dell’appello. Il nome e la faccia l’ha messa anche l’autore dell’articolo, in rappresentanza, fra l’altro, di tanti cittadini che aderiscono ai comitati civici. Cittadini che attraverso facebook, ed anche direttamente, hanno manifestato l’esigenza di cambiare passo, di voltare pagina e di avere finalmente un po’ di legalità e di ordine attraverso la riorganizzazione della Polizia Municipale. Utopia? Lo vedremo. Le chiedo solamente di leggere i programmi ed i dettagli della vicenda giudiziaria in corso sulla pagina Facebook. Ho molta stima della persona, un concittadino di cui vado fiera.
Va bene…
me la vado a “studiare” e torno 🙂
@D’Amico mi scusi sig.ra ma mi permetto di darvi un consiglio: quando vi viene fatta la mia stessa obiezione basta riportare il messaggio che lo stesso sig. Romeo ha scritto nei commenti della vostra pagina fb…
“Effettivamente ho una condanna in primo grado a quattro mesi insieme al mio compagno di pattuglia di allora, pena sospesa, per abuso di potere per avere trattenuto un contravventore che durante una verbalizzazione ci aveva strappato i propri documenti dalle mani e tentava di allontanarsi sottraendosi anche all’ identificazione. E’ stata una sentenza che ha meravigliato tanti, non solo il mio avvocato ed i miei superiori, per l’inconsistenza e l’aleatorietà delle motivazioni addotte dal giudice monocratico dott.ssa Guzzo.
Ovviamente, nonostante la pena sospesa e la non menzione nel casellario giudiziario io e il mio collega abbiamo presentato ricorso in appello, ma l’udienza non è ancora stata fissata.
In piena coscienza sono assolutamente convinto di avere agito nel pieno rispetto delle norme e dei regolamenti che dettano le modalità comportamentali nello svolgimento dei nostri compiti d’istituto. Ritengo purtroppo di avere in qualche modo pagato personalmente lo scotto di una cattiva organizzazione operativa, cosa peraltro già successa in passato anche ad altri miei colleghi, ed è anche per questo che ritengo che sia necessaria una riorganizzazione della Polizia Municipale.
E’ stata comunque una vicenda spiacevole, per l’esito della quale comunque sono assolutamente sereno. Anzi no, tranquillo (che è meglio). ”
mi ringrazio per la risposta allora 😀
La mia opinione è che i guai di Fabrizio Romeo gli derivano dal dare alla LEGGE la corretta gerarchia. Mi spiego: a Palermo gli usi, i costumi, il folklore prevalgono su norme e regolamenti ed ognuno di noi palermitani fornisce la sua interpretazione di quanto flessibile possa esserne l’applicazione; ne consegue il caos in cui viviamo ed a cui in molti sono ormai assuefatti (anche negli alti ranghi sociali, negli alti livelli culturali, nelle alte sfere istituzionali e politiche).
Fabrizio Romeo sfoglia il Codice di turno, ne spulcia le virgole e se accerta un illecito lo sanziona, fosse pure suo figlio! Tolleranza zero, elasticità zero, il buon senso non giustifica un omissione!
Un tale atteggiamento, oltre che renderlo inviso a molti suoi colleghi – a cui probabilmente ha magari multato amici e parenti – l’ha fatto odiare a residenti e commercianti delle zone in cui opera. Premetto che non conosco gli atti del processo, ma in questa atmosfera se tre/quattro “onesti cittadini” si mettessero d’accordo a testimoniargli contro il processo sarebbe bello e fatto e la verità processuale lo condannerebbe in barba alla verità vera. Chi lo conosce, infatti, può testimoniare che Fabrizio Romeo è il tipo che cattura le zanzare e le libera fuori dalla finestra perchè “non ha il diritto di ucciderle”.
Il paradosso palermitano sta tutto qui: per quanto sopra detto Fabrizio Romeo non può rivestire alcun ruolo di potere perchè la città (anche quella “perbene”) lo farebbe fuori nel giro di un paio di settimane come sta tentando di farlo fuori da semplice agente di polizia municipale.
Fabrizio, RINUNCIA, fallo per chi ti vuole bene!
@Rosario scusa ma lo trovo un discorso senza senso..ovvio che se ci mettiamo d’accordo io e altri 3 possiamo mandare alla sbarra chiunque…comunque spero che il sig. Romeo riesca a carpire il tuo sarcasmo e si presenti lo stesso 🙂 almeno è uno di cui conosco gli scheletri nell’armadio e di cui conosco la versione.
Comunque, visto che sono stato chiamato in causa forse è meglio chiarire un po’ di cose riportando anche in questo sito quanto già scritto su Facebook…
Effettivamente ho una condanna in primo grado a quattro mesi, pena sospesa, insieme al mio compagno di pattuglia di allora per abuso di potere, per avere trattenuto un contravventore che durante una verbalizzazione ci aveva strappato i propri documenti dalle mani e tentava di darsi alla fuga sottraendosi anche all’identificazione.
E’ stata una sentenza che ha meravigliato tanti per l’inconsistenza e l’aleatorietà delle motivazioni addotte dal Giudice Monocratico, e persino il Pubblico Ministero al termine della propria requisitoria aveva chiesto l’assoluzione con formula piena sia per me che per il mio compagno di pattuglia.
Ovviamente, nonostante la pena sospesa e la non menzione nel casellario giudiziario, io e il mio collega abbiamo presentato ricorso in Appello, ma l’udienza non è ancora stata fissata.
Io in piena coscienza sono assolutamente convinto di avere agito nel pieno rispetto delle norme e dei regolamenti che dettano le modalità comportamentali nello svolgimento dei nostri compiti d’istituto.
Ritengo purtroppo che abbiamo in qualche modo pagato lo scotto di una cattiva organizzazione operativa e di un malanimo diffuso nei confronti della nostra categoria, cosa peraltro già successa in passato anche ad altri miei colleghi. Ed è anche per questo che ritengo che sia necessaria e ormai indifferibile una profonda riorganizzazione della Polizia Municipale.
E’ stata tuttavia una vicenda spiacevole, per l’esito della quale sono comunque assolutamente sereno.
Anzi no, tranquillo (che è meglio…).
Caro Zibibbo,
apprezzo che tu abbia riportato prima di me su questa pagina il mio post sull’argomento, e nel ringraziarti per questo ti dico che ho voluto ripostarlo col mio nome e cognome a conferma della tua corretta interpretazione.
Comunque, al di là delle mie personali vicende giudiziarie più o meno pilotate o pilotabili, mi piacerebbe riportare il focus della discussione sul fatto indiscutibile che Palermo ha un livello generale di rispetto delle regole decisamente basso, e che chi ha il compito di garantirne il rispetto dovrebbe innalzare sensibilmente il proprio livello di efficienza ed efficacia.
Sto parlando ovviamente della Polizia Municipale, che per quanto chi la comanda e dirige la sproni con impegno e dedizione al servizio della città, tuttavia è innegabilmente suscettibile di sensibili miglioramenti, a mio avviso attuabili grazie ad alcuni semplici accorgimenti organizzativi a costo zero. E io penso di saperlo fare. Tutto qui.
E se qualcun altro più titolato di me, con più candide vesti e di più piacevole aspetto, riesce a raggiungere lo stesso risultato, ovvero innalzare il livello di rispetto delle regole nella nostra amata città, e allora che si faccia avanti e lo faccia, e io farò non uno ma due passi indietro.
Ma attualmente ci sono solo tante persone che mi conoscono e che credono in me, e io credo di saperlo fare, di volerlo fare (ché sapere fare da solo non basta), e credo anche nella necessità di farlo urgentemente.
A Santa Rosalia piacendo…
@Fabrizio Romeo a giudicare dai commenti Santa Rosalia è più che felice di vederla a capo della PM 😀
la ringrazio per aver ribadito la sua versione dei fatti.
riguardo il suo discorso sull’efficienza dei controlli a Palermo…beh..è sotto gli occhi i tutti i palermitani che i suoi colleghi non si sono mai dannati l’anima per fare qualcosa…quindi ben venga chiunque riesca a invertire questa tendenza (solo 50 anni…auguri per il suo compito!).
a proposito sono sempre stato un fervente sostenitore della politica di Giuliani riguardo il recupero di zone disagiate (la famosa teoria della finestra rotta), pensa che sia replicabile anche a Palermo? come pensa di affrontare le prime pressioni politiche e non che arriveranno non appena verrà toccato qualcuno che non andava toccato? (anche se da quanto ho capito è una cosa che non le è nuova…).
beh, se veramente è quello che dice di essere e farà quello che dice di voler fare la devo solo ringraziare perchè le persone che così hanno fatto prima di lei sono diventate simboli per questa città e hanno indirizzato la crescita civile di una popolazione, glielo dico con un pò di tristezza nell’animo perchè significherebbe anche per lei una vita di sacrifici e preoccupazioni…
Ho potuto constatare il rigore dell’ispettore capo. Sono stato identificato a villa Trabia perché colpevole di essere il padre di un bambino di nemmeno 8 anni che, insieme ad altri bambini di pari età, giocava a pallone all’interno della villa. Impedire a dei bambini di giocare a pallone in una città che non offre nulla e identificare il genitore mi sembra quanto meno eccessivo e assolutamente fuori luogo. La teatralità con cui l’inflessibile tutore ha sequestrato il pallone, generando il terrore tra i ragazzini increduli e allontanando con notevole fermezza una signora priva di documenti, ha reso l’episodio degno di un racconto del miglior kafka. Da parte mia, pur ammettendo la mia “colpevolezza” per non aver fatto rispettare al mio bambino un articolo di un qualche regolamento nel quale tra parentesi era esplicitamente vietato (giocare a calcio), restano molte perplessità sull’inflessibilità del nostro super poliziotto. Certo, il rigore è rigore. L’ordine è ordine. Bisogna far rispettare la legge, il codice della strada e anche il regolamento di villa Trabia. Vietando ai bambini di giocare a palla vivremo di certo in una città più civile. Dobbiamo essere a grati a uomini così, inflessibili e rigorosi anche con i bambini. Dopo questo episodio dormirò sonni tranquilli. So che c’è qualcuno, che fa rispettare le leggi
Sinceramente trovo il punto di vista sconfortante. Viviamo in un sistema che deve automoderarsi continuamente. Regole senza senso si sovrappongono alle regole sensate. Manca una visione d’insieme. La macchina burocratica è delirante. Il rispetto pedissequo di tutti i regolamenti, regole, prassi ecc. ecc. Può solo imballare un sistema esasperato ed esasperante. L’esempio del bambino che gioca a pallonne di michele mannoia è uno dei tanti possibili. Da casa mia per dirne una se voglio raggiungere via notarbartolo a piedi non posso attraversare la rotonda, ma devo prendere un sottopasso allungando di un chilometro almeno. Pensate che sia una ipotesi sostenibile ogni giorno?
Ma di cosa stiamo parlando? Rispetto inflessibile di regole dementi in un sistema involuto. Ma per favore. Con il massimo rispetto dell’operato del vigile in questione, che certamente farà il suo dovere al meglio.
E poi “Noi cittadini” chi? C’è un comitato cui l’autore fa riferimento o parla a nome della cittadinanza? Giusto per saperlo.