“Bentornati a scuola”: diario di una madre palermitana perbene
Scendo da casa presto, imprecando e chiedendomi: «Perché fare entrare i bambini alle otto? Perché?».
Arrivo al garage e trovo una macchina parcheggiata davanti al cancello, mi guardo attorno per trovarne il proprietario che dall’entrata della scuola chiede: «Può aspettare dieci minuti?».
NO!!! Non posso aspettare, e comunque ci sono almeno cinque parcheggi due metri più avanti (i vantaggi di abitare in periferia, pochi ma buoni).
Come un calciatore durante una sostituzione quando la sua squadra stravince, il “signore” sposta la macchina.
Il solito camion dei trasporti mi taglia la strada quando dovrebbe darmi precedenza, tutto procede secondo i piani.
Cerco parcheggio per dieci minuti, scendo dall’auto e metto gli auricolari:la playlist mi aiuterà a dimenticare il suono dei clacson.
Finite le commissioni: furgone in doppia fila! Mi informo presso i negozi, nessuno sa niente, suono il clacson importunando anche me stessa, ma quando ci vuole ci vuole.
Un quarto d’ora: chiamo la municipale! Un’auto rallenta per farmi attraversare, lo scooter che la stava superando sembra non avermi vista (diamogli il beneficio del dubbio) non mi investe per miracolo. Al mio sguardo assassino e alle urla della signora che si era fermata…ALZA IL DITO MEDIO E SE NE VA.
Sono calma, io ce la farò, io tornerò a casa.
Intanto al furgone in doppia fila si avvicina il proprietario che urla «deve uscire?». Con un atteggiamento che non mi appartiene gli dico «in realtà dovevo uscire già venticinque minuti fa»; la sua risposta è ovvia «dovevo prendere il bambino a scuola» e vorrei dirgli «anche io» ma mi limito ad un «io stavo chiamando il carro attrezzi».
Il gentiluomo entra in auto e mi dice «stasse attenta a cu si trova ‘i ravanzi» e se ne va.
Genitori, palermitani e non, venite a me: tutti abbiamo degli impegni, la fretta ci accomuna, ma mentre accompagnate i vostri figli a scuola dimenticate che non impareranno tutto dai loro maestri: l’educazione e il rispetto si trasmettono, non si insegnano.
P.s.: come dice una mia amica vi auguro un pacco da mezzo chilo di pistacchi chiusi.
Buongiorno Verdiana, vedi….qua a prescindere dall’abito/vestito costoso o di mercatino che sia, a prescindere dal macchinone che si guida piano perchè no….ancora la “findomestica” non la rateizza la benzina….purtroppo il “palermitanello” è la regola….le persone perbene sono l’eccezione!!! Per questo Palermo è una provincia dell’Africa….
P.s. Mi perdonino i popoli africani!!!
la maleducazione dei palermitani incide troppo nella vita quotidiana per rendere Palermo una città vivibile, dopo anni di assuefazione alla pignoleria e al senso civico dei lombardi non potrei mai tornare a vivere a Palermo. Con mio immenso rammarico perchè amo la mia città natale.
Ma l’aggettivo “perbene” chi l’ha messo nel titolo?
Eccomi,io ho scelto l’aggettivo e speravo sottolineasse l’ironia amara. Esserlo e rimanerlo (almeno per chi è come me) risulta difficile
Il titolo , a causa dell’aggettivo, non assume una connotazione ironica ma suggerisce distacco, altezzosità e desiderio di autocelebrare un proprio perbenismo che ti eleverebbe distinguendoti al di sopra delle palermitane ‘non per bene’.
L’uso delle parole è importante.
Detto questo, il pezzo non mi è piaciuto granché: forse troppo breve ed il contenuto non lo giustifica… Né la forma lo rende tanto accattivante da farcene dimenticare la banalità dei contenuti.
Una mia opinione ovviamente.
Ma Saverio figurati se non rispetto un’opinione,anzi apprezzo la sincerità schietta e faccio sempre tesoro dei consigli.
Comunque davvero il titolo si rifaceva ai mille ‘diari’ di chi viene definito perbene ma perbene non è.
Detto ciò,buona giornata
Beh verdiana,
io invece penso che il titolo renda benissimo l idea di ciò che la Gente Perbene deve affrontare quotidianamente nelle strade di palermo . é non solo, penso che il sentirsi superiori ha ben altre definizioni , che nn trovo all interno dell articolo, che tra l altro rappresenta ha pieno la poca correttezza delle persone.
Oggi giorno ci si ritrova a trovarsi spesso in queste situazione che nn sono di sicuro lo specchio della civiltà, ma che NOI Gente Perbene siamo costretti ha subire.
Di signori So tutto io, Io posso fare tutto, Io sono il padrone etc etc, purtroppo c’è ne sono tanti, di conseguenza ciò che ti spetta di diritto, (pagando le tasse dello scarrozzo) nn lo puoi nemmeno reclamare, mentre chi ti blocca con la macchina per 10′ tutti i comodi non ha nemmeno un minimo senso di educazione, così va a finire che se provi ha batter ciglio rischi di essere minacciata se bene ti và, ho di essere presa per essere Superiore…
ciao
oh rituzza, ma unni isti a scuola pì scriviri accussì?? ma aimmeno ci isti alle alimentari????
Come al solito il problema non è Palermo ma i palermitani! Un’altra mamma……al primo giorno..
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Chiddici ti ricordo che questa non è una chat. Grazie.
che trollone il “chiddici”
Il genitore palermitano medio è convinto che se il pargolo, andando a scuola, percorre a piedi più di dieci metri, rischia come minimo una paresi a braccia e gambe.
Suvvia mamme, lasciate la macchina a mezzo chilometro e andate a piedi. Gioverà a tutti: a voi, ai bambini, alla città…
Ovviamente tutta la mia solidarietà alla signora bloccata dalle auto in doppia fila…