16°C
lunedì 23 dic
  • Nessun oltre

    In un’altra stagione della nostra città, quella della speranza di una rinascita possibile, mi trovai per caso e per molta fortuna, a collaborare con persone che avrebbero segnato la mia vita professionale per sempre. Sopra tutti Ferruccio Barbera, che è stato per me un maestro ed un fratello maggiore, allora direttore marketing del Teatro Massimo di Palermo, che mi ha insegnato ad guardare ed andare sempre oltre.

    In quegli anni, tra le tante cose, imparai dell’importanza del teatro, quale luogo di creatività e scambio. Possiedo ancora un catalogo denuncia sui teatri italiani chiusi realizzato per volontà proprio del gruppo dirigente del Teatro Massimo di quegli anni, che rappresentava, ed in parte rappresenta, l’anima culturale delle visioni orlandiane. I teatri si aprono e non si chiudono, era la frase guida di quel percorso. Ed io sono d’accordo. Perché i teatri sono luoghi nei quali abita la creatività, e la creatività è indispensabile per determinare crescita e cambiamento. Come dice mia figlia: nel mondo della fantasia troviamo sempre una soluzione.

    Scrivo questo solo per dare una cornice all’amarezza con la quale oggi a distanza di una decina d’anni ho sottoscritto un appello di Alfio Scuderi per il nuovo Montevergini. Chiuso da anni, come molte cose in città, e con lui la speranza di una trasformazione possibile e necessaria di Palermo. È stato per anni un punto di riferimento dell’asfittica vita culturale della Città. Probabilmente l’unico. Un luogo nel quale artisti hanno potuto produrre i propri spettacoli, incontrarsi, proporsi. L’amarezza è dettata dal fatto che questa firma intende richiamare l’attenzione proprio di quel gruppo dirigente dal quale ho appreso l’importanza dell’apertura dei luoghi di cultura.

    Se fossi stato direttore del Nuovo Montevergini avrei fatto scelte culturali diverse, non intendo difendere il progetto in se stesso, ma la necessità del progetto. Per la stessa ragione se da sindaco mi fossi trovato nella posizione di dovere intervenire avrei cercato in tutti modi di dare continuità a quel progetto nei termini in cui era nato ed era stato concepito, perché in questa nostra città manca ogni forma di continuità, e perché io credo che governare una città sia un po’ come crescere i propri figli, devi fare in modo che possano esprimere le loro potenzialità ed istanze e non rappresentare le tue.

    E questo forse è il peggior torto di chi governa la Città adesso, questa lotta al passato, affiancata all’idea che tutto possa essere in un solo modo, quello che loro stessi hanno immaginato venti anni fa. Come se l’orologio della vita potesse essere fermato quasi d’incanto come l’orologio del tempo di Capitan Uncino.

    L’idea che una iniziativa vada demonizzata solo perché voluta dal tuo predecessore è solo misura di mediocrità.

    Ferruccio è morto da diversi anni. Sembra che a Palermo più nessuno sappia guardare oltre. Ho sottoscritto un appello perché un teatro venga restituito alla vita, un appello rivolto ad una classe dirigente dalla quale ho appreso, o credevo di avere appreso, l’importanza dell’apertura di luoghi di cultura.

    Oggi mi sento un po’ più triste e più solo. Ho come la sensazione che il tempo per la mia città sia finito, certamente è finito per me il tempo in questa città.

    Auguri affettuosi ad Alfio ed a quanti di voi ancora trovano voglia e tempo di combattere e produrre petizioni. A me è rimasta solo l’energia per sottoscriverle, con vergogna e senza speranza.

    Palermo
  • 34 commenti a “Nessun oltre”

    1. Giovanni te la rubo…..”Ho come la sensazione che il tempo per la mia città sia finito, certamente è finito per me il tempo in questa città.”

    2. Mentre le energie calano,incalzano le nuove generazioni,vigorose e consapevoli.

    3. l’unica speranza e’ l’abusivismo a palermo

    4. Mentre le energie calano, incalzano le nuove generazioni, vigorose, consapevoli e un po’ fascie.

    5. Non è vero Uwe, abbiamo anche il turismo e le fioriere di plastica. Noi in Sicilia potremmo vivere di turismo e fioriere di plastica se solo lo volessimo 🙂

    6. Obiettivamente,non capisco perché certi teatri dovrebbero riaprire,in un’epoca in cui decine e decine di sale cinematografiche ,a Palermo,hanno chiuso.Come è avvenuto in tutto il mondo.Certa comunicazione che ieri passava dal teatro,oggi passa dalla Tv e da Internet.Non c’è domanda e l’offerta non può che adeguar si,altrimenti sarebbe uno spreco di denaro pubblico,cioè nostro.

    7. caro giovanni, come abbiamo letto nei nostri giornali, il turismo a palermo in settembre e’ andato benissimo. 90% capacita’, si dice. soprattutto finiscono tutti questi turisti sorridenti alla vucciria, lo stesso che il bene comune ha bruciato abusivamente millioni di euro per abassare il valore della vucciria. importante e’, i nostri amati turisti sono felici e spendono i loro soldi colorati dentro nel nostro abusivismo universo. certo, ci sono anche i turisti tristi, quelli della crocere e alcuni pensionisti di heidelberg del marketing “citta’ secura zona pedonale” del nostro sindaco ricoglionito e abastaza confuso. ma quelli sono zaffini. non spendono piu’ di 9,90 euro al giorno. ma non dimentichiamo: i migliori turisti in sicilia sono i siciliani. anzi.

    8. Caro Raf,
      i servizi culturali hanno un raggio di azione che va oltre l’economia diretta che generano. Un indotto che nel breve riguarda la società che costruisci e che offri al mercato turistico, nel medio lungo alla società che vuoi progettare e costruire e che senza la mediazione della creatività resta ancorata alla dialettica fallimentare del do ut des, del compro e vendo, del denaro misura di tutte le cose, o per usare parametri dei nostri temi del pareggio di bilancio in costituzione.
      Il tuo commento, e non prenderlo come un’offesa, è figlio della cultura della televisione che appunti difendi, del denaro misura di tutto; da parte del cittadino medio (quale tu ed io siamo) questo pensiero può starci (attento che questa linea di riflessione presuppone la chiusura anche di scuole, ospedali, giardini pubblici, ecc.), meno condivisibile se questo pensiero e questa prassi appartengono alla classe dirigente.

    9. Ma,per carita .Non c’è alcun motivo di offendersi su una opinione diversa.Io ho rappresentato una situazione reale.Situazione che non ha nulla da spartire con ricadute su indotto presente o futuro,argomento sul quale si può scrivere quanto si vuole.Chi puo determinare la ricaduta di un evento locale come quello generato da un teatro e metterlo a confronto con Tv e Internet? Cento spettatori a confronto di milioni di ascoltatori ed altrettanti Utenti?
      Serve aggiungere altro ?

    10. Poi mi spieghi come hai fatto a classificarmi “cittadino medio” !!!!!!

    11. Caro Raf,
      l’opera house di sidney fa 5000 paganti. Di solito lavorano con un prevenduto di un anno, ed il 70% sono stranieri. Hanno abbonati di tutto il mondo sopratutto stati uniti. Il bilgietto per uno spettacolo costra 90/100 dollari, ma l’indotto che genera è enorme, hotel ristoranti, voli aerei, ecc. ecc. Questo per limitarsi all’economia spicciola. Poi c’è il posizionamento nell’immaginario, quanto pesa sui flussi turistici di dublino il sapere chè c’è una intensa vita culturale?
      La differenza tra chi vende frutta e chi si occupa di cultura è solo la cornice di riferimento. Ovviamente se metti un salumiere ad occuparsi di cultura guarderà un piccolo frame, e dal quel frame i teatri vanno chiusi senza discussione.
      Effettivamente sono stato presuntuoso, chi me lo garantisce che sei nella media? 🙂 (scusa la battutaccia)

    12. Uwe,
      non essere così duro con il sindaco,;) non dimenticare che il tram si chiama genio, e penso l’idea sia stata proprio sua 🙂

    13. caro giovanni, nella mia collezione di palermo c’e’ un manifesto grande del anno 2004, stampato di alessi in ordine di cammarata, della nuova metro di palermo. e’ cosi bello e fantaciezioso come un trip science fiction. i turisti sorridenti amono almeno questo, mentre si lasciano fregare a palermo. ti dico con tutto il mio cuore, caro.

    14. Non è che se si chiude il Montevergini finisce il Teatro.E il confronto che non regge.Senza scomodare Sidney,basterebbe citare Vienna o New York,che fanno il pieno.Ma se il Montevergini ha chiuso,e’ chiaro che
      non stava sul mercato.Dipendesse da me,i soldi li darei al Canile Municipale,Non so se mi spiego.

    15. Mercato?
      Per fortuna nonostante ci provino a convincerci di questo il mercato non è misura di tutte le cose e l’utile non è necessariamente l’obiettivo di tutte le imprese umane.
      senza offesa la dialettica del o/o mi pare tristissima, non si potrebbe avere un canile E un teatro?

    16. Ma cosa ha questo Montevergini di tanto peculiare da compromettere il fine della teatralità?
      A Palermo ci sono Teatri in pieno esercizio e di questo Montevergini nessuno ne avverte la mancanza.
      Sono tempi scarsi e gli Enti Locali stentano a sostenere servizi di ben altra priorità,come quello dentro al Canile Municipale,per l’appunto !

    17. RAF,
      scusa se replico ma oggi sono preso bene. 🙂
      ma chi lo decide quali teatri vanno affidati ed a chi (vedi teatro garibaldi) e quali no? secondo quale principio?
      è l’idea che si possa aprire o chiudere un teatro o un canile a piacimento di chicchessia che non funziona.
      l’idea che non si debba costruire nulla, che chi succede a qualcuno non si preoccupi di migliorare quello che ha trovato ma semplicemente di azzerarlo.

    18. Rispondo nella sequenza.
      Decide il politico dato che i partiti hanno invaso ogni ramo dell’amministrazione pubblica.
      Si chiudono le strutture inefficienti o superflue perché hanno perso la corsa con strutture meglio organizzate.
      Si chiudono canili lager,anche se quelli che restano aperti sono egualmente un inferno.
      Per costruire ci vogliono risorse ed a Palermo ne vedo poche,anche se le potenzialità sono enormi.
      Ma vorrei tornare a questo Montevergini di cui ammetto di non sapere nulla,dato che nulla e’ stato detto nel post.
      Quando è stato edificato?
      Quanti anni e rimasto in esercizio?
      Che capienza ha?
      Perché è stato chiuso?
      Che livelli di sicurezza offre?
      Dispone di aree di parcheggio?
      In che condizioni si trova?
      Qualcuno ha provato a quantificare quanti milioni di euro sono necessari per ristrutturarlo,ovvero demolirlo ,riedificarlo ?
      E dopo?
      Chi assicura una gestione decente?Intendo in senso economico.
      Ecco,sono i primi quesiti che mi vengono in mente.
      In quanto alla Tv,capisco perché non vanno in onda spettacoli teatrali se non in qualche ora notturna.Ho rivisto di recente una roba del genere,in b/n.Mi veniva da piangere,una noia mortale.E mi chiedo come facevano gli spettatori di una volta a restare inchiodati 2 ore in una poltrona.

    19. RAF
      forse non è chiaro che ma del Montevergini in quanto tale frega meno di nulla. sto argomentando il principio che un luogo di cultura va aperto e difeso. Il Teatro Massimo costa alla collettività circa 50 milioni di euro e ne incassa credo meno di 5. In base ai tuoi ragionamenti andrebbe chiuso domattina. Sai con 45 milioni di euro quanti canili ristrutturi?
      Le tue domande sul Montevergini non sono proprio legittime da cittadino di Palermo. Il Montevergini nasce in un complesso comunale itneramente ristrutturato meno di dieci anni fa. Ed il comune ha finaziato la creazione di un teatro off con una foresteria. Parliamo di n monumento storico di grande importanza, sede tra l’altro del processo a Giuliano. Il teatro fa meno di 200 posti, per motivi di agibilità. E’ l’unica struttura in città che offre anche una foresteria per lgi artisti e quindi in grado di ospitare compagnie per produzioni.
      Secondo me ogni tanto dovresti lasciare perdere la televisione e dare un’occhiata alle cose fuori mercato che avvengono in città. Magari finisce che ti piace pure.

    20. Ancora una volta Google ci viene in aiuto,sempre col beneficio d’inventario,s’intende.
      http://www.ilsitodipalermo.it/content/375-come-lamministrazione-orlando-sta-distruggendo-il-teatro-montevergini

    21. Sempre più spesso,e’ nei commenti che il Lettore ritrova il nesso degli eventi.

    22. RAF
      confondi pareggio di bilancio e il mercato. Tanta confusione. Peccato da spettatore televisivo te la stavi cavando meglio. Il teatro va in attivo perché non ha speso tutto il contributo dello scorso anno. Ma non è sul mercato come tu lo intendi, se prende dal fus (fondo unitario dello spettacolo) il 95% del proprio budget. Quei soldi non sono fatturato, ovvero gente che fa la calca per entrare, ma denari dati dallo stato, quindi contirbuti pubblici, per definizione l’esatto opposto di mercato.

    23. E ti dirò di più. Il teatro massimo è un ente no profit che deve promuovere la cultura, non dovrebbe fare utili ma spendere tutti i soldi che riceve nell’esercizio del proprio mandato. Quindi un management che fa utili non ha centrato in pieno la sua missione perchè ha conserveto soldi che dovevano essere spesi per attività culturali.

    24. Peccato che ad ogni tuo commento non perdi l’occasione per sminuire l’immagine dell’interlocutore!
      Io ho dato quei Link.Quelli ho trovato.Non a caso ho premesso col beneficio d’inventario.Quindi di mio c’è ben poco,semmai sono gli autori del testo che hanno poche idee ed abbastanza confuse e rappresentano solo parzialmente una situazione.Bastava che lo spiegassero nell’articolo.
      Detto questo,vorremmo pure aggiungere il Montevergini alla lista di Enti parassitari?

    25. Come sempre la verità sta nel mezzo. I teatri e gli Enti culturali non esistono per generare utili ma per diffondere cultura anche perdendoci economicamente, ma molte volte si trasformano in carrozzoni che succhiano solamente risorse pubbliche non lasciando nulla alla comunità in termini di sviluppo sociale.

    26. Poi vorrei spiegato chi ci trasi la citazione dell’Opera House di Sydney
      col Montevergini,sala riadattata di 150 posti.
      https://it.m.wikipedia.org/wiki/Teatro_dell%27opera_di_Sydney

    27. RAF perdonami se il mio commento è potuto sembrare altezzoso nei tuoi confronti, non intendeva esserlo. è che ho l’abitudine di discutere di argomenti che conosco bene, e la pretesa idiota che facciano altrettanto i miei interlocutori.
      Circa il parassitismo, non è detto che il teatro debba percepire finaziamenti. E non stimo discutendo di questo. Stimo discutendo che è chiuso senza un’idea precisa. Anche l’idea di chiuderlo definitivamente e dedicarlo ad altro sarebbe un’idea. Diciamo che per ora il teatro è socchiuso 🙂

    28. Questa tua presa di coscienza ti fa onore.Io appartengo a quella categoria che può anche discutere su argomenti poco conosciuti.Basta usare cautela e prudenza.Non sapendo chi hai di fronte,lascia perdere i giudizi ad personam.Ci sono settori in cui sto sotto la media,altri nella media,altri al Top,per cui è difficile classificarmi.Tornando ai teatri che vivono di sussidi,ne sono profondamente contrario visto che se io pago le tasse mi da fastidio vedere che altri ne godono a scapito di una miriade di persone che non vanno a teatro,ma sono tartassati dal fisco.Per me un’impresa teatrale e una impresa come tutte le altre .Sta sul mercato se riesce ad essere autosufficiente,se no chiude.Tanto più in un ‘epoca come quella attuale che dispone di altri canali di comunicazione di massa,e parlo di televisione e di Internet.Ottimi media per distribuire Cultura.Cultura globalizzata.Dunque Cinema e Teatro tradizionali a livello capillare hanno segnato il loro tempo.E un dato di fatto.Ovviamente il discorso non tocca i grandi Teatri,di cui il mondo e’ pieno.Come è ‘ pieno di gente danarosa che sfoggia la propria presenza per dimostrare uno Status.Vedi l’inaugurazione della Stagione Lirica alla Scala di Milano.Mi chiedo quante di queste persone si intendono veramente di Lirica o vanno a Teatro per altri motivi.A proposito,chissà se anche la Scala usufruisce di sovvenzioni pubbliche !

    29. Se le lamentele fossero vaddare, fussimu tutti vaddarusi. Piagnistei, tutto va male, un tempo si dormiva con le porte aperte, non ci sono piu’ le mezze stagioni, un tempo con mille lire si era ricchi. Ah, dimenticavo l’encomio della vucciria. Mi devo mettere una banchetto di antidepressivi alla vucciria e con l’indotto risollevo le sorti (ahimé, chiaramente putride, disastrate e infami) di questa orribilissima citta’ e di quegli incompetenti dei cittadini e dell’amministrazione cagna.

    30. raf, il costo di un poso in un teatro d’opera è di oltre 2000 euro. Dividendo quanto costa tenerlo in piedi per il numero di posti e di repliche. Un biglietto medio 100 euro. L’opera lirica costa ad ogni cittadino italiano circa 6 euro. Riassumento l’opera lirica è un servizio che i cittadini poveri finanziano a quelli ricchi.

    31. Il ritiro rifiuti IDEM,visto che le aliquote sono le stesse tra centro e periferia,e le periferie sono una discarica a cielo aperto,mentre chi vive in centro riceve un servizio più o meno decente.
      IDEM per il sistema di tassazione.Si abolisce la tassazione sulla prima casa e chi ha un tugurio beneficia di 50 euro mentre chi vive in un palazzo beneficia 100 volte tanto.
      E si potrebbe continuare…

  • Lascia un commento (policy dei commenti)

    Ricevi un'e-mail se ci sono nuovi commenti o iscriviti.

x
Segui Rosalio su facebook, X e Instagram