Piazza Politeama, Palermo, Sicilia, Italia
Il clima pre-concerto, ogni anno, è questo.
Per arrivare alle coordinate indicate, partirò da lontano.
Ero innamorato.
Lei stava con un altro: bello, spagnolo e più giovane di me.
Per quanto mi potessi impegnare, ero arrivato dopo.
Questa storia di arrivare “dopo” ha contraddistinto parte della mia, seppur breve, esistenza.
Vidi anni fa a Roma una compagnia serba (o slava, non ricordo… Ero entrato in sala a spettacolo iniziato) che portava in scena uno spettacolo in cui si parlava proprio di questo, l’arrivare dopo.
Moltissime candele in scena. Col senno di poi credo stessero a rappresentare il tempo per come lo intendiamo nella quotidianità, qualcosa che si consuma, che tende inesorabilmente a esaurirsi… In contrasto con l’essere qui ed ora tipico del teatro: dove il presente è solo occasione, possibilità continua… Insomma una pesantezza e uno sturm und drang che la metà bastava.
Ma sto divagando.
Ero innamorato, dicevo.
E mi trovavo in quella nuvola opaca in cui sfuma inesorabile la tardo-adolescenza quando si diventa grandi. Sul serio. Rintracciavo questi segnali nel mio linguaggio: parole di comprensione per gli amici, sospiri di riflessione più lenti e profondi in solitudine… Insomma avete capito.
Bar del Fico, via del Governo Vecchio, Roma, Italia.
L’avevo conosciuta lì.
Mi colpì perché indossava un paio di ballerine verdi. Una roba oscena. Ma era talmente bella e talmente incazzata col mondo che era impossibile resisterle.
Abboccai, non senza adottare una strategia già dal primo incontro.
Le chiesi di farmi uno squillo in modo da poter salvare il suo numero e poco dopo esserci separati la chiamai, ma non volevo darle l’idea di tenerci troppo.
«Pronto? Ho ricevuto una chiamata da questo numero, chi sei…?».
«Coglione, sono Chiara».
Ecco, questa era Chiara.
Per conquistarla la portai ad un concerto di Dimartino, all’auditorium a Roma. Vi risparmio come la convinsi a venire con me, anche perché questo non è un corso di seduzione…nel caso aveste cliccato sul link pensando di iscrivervi ad un corso di seduzione. Gratuito e tenuto da me.
Il concerto fu sbalorditivo, cantammo e ridemmo tutto il tempo, lei era molto affascinante, con quel suo essere caustica mi diceva che il tempo riserva sempre sorprese migliori di quelle che con tutto l’ottimismo di cui siamo capaci possiamo immaginare.
Alla fine del concerto andai dietro le quinte e chiesi una foto a Brunori Sas che aveva cantato qualche pezzo… In un certo senso sono grato a Dimartino: a sua insaputa, è stato un complice perfetto in quell’occasione. Di certo non sarò né il primo né l’ultimo a pensare una cosa del genere. Ma tant’è, il mio grazie lo scrivo oggi.
Il vero colpo di genio, però, doveva ancora arrivare.
Magnolia, Milano, Lombardia, Italia.
Un paio di mesi dopo.
Concerto di Dimartino a Milano.
Accendo lo scooter, passo a prendere il mio amico Jack e mi dirigo al Magnolia.
Fa freddo.
Nel tragitto vi sintetizzo la situazione con Chiara: non c’era una situazione con Chiara.
Ero lontano da Roma. Nonostante i miei amici romani continuassero a sponsorizzarmi («ma quanto è bravo… ma quanto è bello… ah Chia’, ma guarda che stai a fa na cazzata…») e io staccassi biglietti a suo nome per Malpensa, Chiara ed io eravamo distanti in maniera irreversibile.
Non che fossimo mai stati vicini, ma insomma perché perdersi? Così poi, senza un valido motivo…in Italia.
A ogni modo sentivo che era il caso di continuare a fare “cose”. Forse più per goliardia col senno del poi, ma Chiara mi piaceva. Questo è innegabile.
Arrivo sotto il palco che già si respira un nostrano profumo di salsedine.
Un sacco di gente, ma tanta. Io, felicissimo! Mi aveva preso quel raro senso di orgoglio che ci accompagna fuori dalla Sicilia. Uno scatto che preme sul petto, mentre Milano applaude uno dei più validi cantautori italiani (di Palermo, Sicilia, Italia)… Così la serata scorre bene, a cantare a squarciagola tutte le canzoni con Jack. Neanche avessimo scarpe rosse, da sedicenni alcolizzati.
Insomma, siamo in quest’atmosfera bellissima, e niente può scrollarmi di dosso la sensazione che sono nel posto giusto al momento giusto.
Sto talmente bene che sono sicuro, adesso, di poter fare qualcosa per conquistare Chiara, oggi, in questo preciso istante, adesso!
Dietro le quinte.
Anche questa volta c’è Brunori Sas, ma non posso fermarmi, il mio obiettivo oggi è l’uomo con la barba e la camicia a fiori.
Mi metto in fila e quando tocca a me biascico… (non mi ero reso conto di aver bevuto due birre in più che non-ce-n’era-motivo). Gli racconto di Chiara… che il concerto di Roma… Che è stato bellissimo… Che sono terrone e lui è bravissimo… E che vorrei un videomessaggio per Chiara… Qualcosa che le le faccia capire che per me è importante…
Lui tiene lo sguardo basso mentre mi ascolta.
Poi incrocia il mio sguardo ed è un attimo: anche questa sarà decisivo, lui sa cosa mi serve.
«Ok va bene, facciamolo».
VIDEO – REC:
«Chiara, gliela devi dare».
Il motivo per cui forse ci innamoriamo dei poeti è che sono così.
Chiara avrebbe di sicuro apprezzato.
Il punto, però, è un altro.
Il punto è il sorriso di Dimartino.
Come sorride mentre pronuncia quelle quattro parole, in quel sorriso ho visto tutta la forza del poeta, che grida al contagocce che siamo tutti sotto lo stesso cielo.
Tutti il sale della terra.
Il resto è sparito:
Chiara, il concerto, Milano, la Lombardia…
Quell’immagine la conservo con un titolo particolare, l’ho etichettata come “amore per la vita e per ciò che si fa”.
mamaaaaa, st’aitticolo è comu cettina a sdillabbrata: un si pò taliari!!!!
pì coittesia v’ammucciati và!!!!
chi cabbasisi ci nni futti a nuatri si ti piacia sta fimmina e a idda tu un ci facivi sangu ah????
Bha.
secondo me dimartino ci ha una storia con chiara. E forse anche il signor sas. E ho detto tutto.