Ho visto tante cose a Palermo…e ho un desiderio
Lo confesso: sono un uomo fortunato. Ho fatto in tempo nella vita a vedere il Palermo in serie A. Non ho capito ancora se è più emozionante esserci arrivati o poterci rimanere. Il brivido corre sul filo delle panchine che saltano. Ho avuto modo di vedere anche io da vicino come è fatto un tram e che forma prendono le macchine inesperte quando finiscono con lo sbatterci sopra, impreparati sul concetto di rotaie e di perpendicolari. Le tangenti sono un concetto da giudiziaria di piccolo cabotaggio del resto. Da emigrante del tifo degli anni ’80, quando ero uno di quelli che non aveva la squadra della sua città a Tutto il calcio minuto per minuto, fui costretto ad approdare alla corte del Milan della stella. In quegli anni o crescevi juventino o ci tifavi contro. Ho chiuso tutti i conti nella notte di Manchester del 2003 quando il Milan vinse la Champions con la Juve ai rigori. Ho fatto in tempo a vedere i Pooh un’altra volta tutti insieme a cantare nella stessa sera in cui un computer leghista ha sbagliato a fare i compiti, mandando a casa Miele, una siciliana al Festival di Sanremo. Fosse successo a Palermo, Vecchioni avrebbe usato epiteti inascoltabili per definire la nostra disorganizzazione, usando come sempre, la solita, educata rassegnazione. Ho visto tanti sindaci diversi a Palermo. Uno di questi ha regnato e regna tuttora come un monarca insaziabile ed è pronto a settant’anni a sorprendersi se qualcuno gli dice che ha fatto il suo tempo. Ho visto a metà novembre la Palermo dello shock dei fatti del Bataclan, avere paura di essere troppo musulmana o di esserlo troppo poco. Ho avuto il privilegio di essere tra quelli che hanno potuto assistere al coming out dell’antimafia militante, convertita alle inchieste di mafia e malaffare. Un modo interessante di affermare un’inedita parità di genere. Adesso aspettiamo nuovi trattati di sociologia a buon mercato da parte degli epigoni del mancato silenzio sul valore dell’antimafia e la gara sempre aperta ad immaginare cosa direbbero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che da lassù ci guardano con uno strano scuotimento della testa. Né mi è mancata la possibilità di godermi il traffico a croce uncinata di viale Strasburgo, via Lincoln, corso Calatafimi, (Vittorio Spotorno, dove sei? Ci manchi). Ho visto parcheggi in doppia fila severamente sventati a colpi di street control ed auto chiuse nel parcheggio di casa da motorini posteggiati sulle strisce blu, con i vigili a dire che non possono fare nulla. Insomma, da inguaribile romantico e da scaramantico di complemento ho una lista ancora lunga. Un desiderio nell’immediato? Sapere che è il candidato sindaco del Movimento cinque stelle a Palermo, ma forse, al momento chiedo troppo.
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