Omicidio Agostino: fra tradimenti e buchi neri un faccia a faccia con lo Stato dal “volto buono”
Chissà cosa deve aver provato Vincenzo Agostino quando ha riconosciuto, in mezzo ad altre due comparse, quell’uomo dal volto deturpato che nel luglio del 1989 venne a cercare a casa sua il figlio Antonio.
Non è mai semplice descrivere le emozioni ed è ancora più difficile quando bisogna parlare di quelle provate per 27 lunghi anni, durante i quali nessuno è stato in grado di dire ad un padre il perché suo figlio fosse stato ucciso e, soprattutto, chi fosse stato a volere che quel grilletto venisse premuto. Il signor Agostino non ha perso solo un figlio, ha perso tutto ciò che la vita può regalare di bello ad un uomo: ha perso la possibilità emozionarsi vedendo suo figlio diventare padre e lui nonno, ha perso la possibilità di vedere crescere suo nipote e di raccontargli ed insegnargli cosa la vita non dovesse essere. Probabilmente il signor Agostino ha pensato a tutto ciò quando venerdì scorso è stato chiamato a riconoscere nell’aula bunker dell’Ucciardone in un confronto all’americana l’uomo chiamato “faccia da mostro”, non dimenticando il dolore che l’ha accompagnato per tutti questi anni. Continua »
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