Alla ricerca del nostro penniseto
Due settimane fa, visitando la cava di Pizzo Muletta a Capaci (un bene confiscato che si vuole aprire alla fruizione – a proposito firmate la petizione), sono entrato in contatto con la storia del Penniseto, una pianta dalle spighe rosa che tutti noi abbiamo visto.
Questa pianta è arrivata in Sicilia proveniente dagli altopiani del Nord Africa all’Orto Botanico di Palermo e si voleva utilizzare come foraggio ma il nostro bestiame, ben più chic dei cugini africani, non si è adattato e ne rosicchia appena le punte. La pianta è “fuggita” dall’Orto Botanico e, prima germogliando sui bordi delle vie di comunicazione e poi un po’ ovunque, si è diffusa ampiamente (alterando l’ecosistema e creando più problemi di quelli che voleva risolvere).
Perché parlo del penniseto? Perché non lo avevo notato. E non lo avevo notato perché era ovunque. Guardatevi attorno e lo troverete. Diceva Pirsig: «Alcune cose ci sfuggono perché sono così impercettibili che le trascuriamo. Ma altre non le vediamo proprio perché sono enormi». Il penniseto mi fa pensare alle idee e ai cambiamenti che forse sono attorno a noi, capaci di diffondersi caparbiamente e che non riusciamo a notare.
Iniziamo la settimana con l’auspicio di andare alla ricerca del nostro penniseto. E di trovarlo.
bello 🙂 importante per far capire che prima di allontanare lo sguardo chissà verso dove è il caso di soffermarsi a capire cosa ci sta vicino prima…