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lunedì 23 dic
  • Andiamo in bici, vivremo più felici

    Da uno studio Nomisma risulta che in Italia ogni anno si verificano circa seimila decessi a causa delle polveri sottili. Nell’ultimo rilevamento per precisione, le morti sono state 5.876. Una vera e propria strage di cui nessuno parla.

    La domanda nasce spontanea: è il caso di continuare a trascurare tutto questo? O forse non è opportuno fare qualcosa tutti quanti per cercare di limitare i danni alla nostra salute?

    A nostro avviso non esistono rimedi alla portata di tutti diversi da questi: limitare l’uso dell’automobile termica (diesel-benzina-gas) e sare mezzi elettrici, utilizzo di trasporto pubblico e bicicletta. Proprio su quest’ultima desideriamo soffermarci e con particolare riferimento alla città in cui viviamo, Palermo.

    La nostra città è pianeggiante e si presterebbe moltissimo all’uso delle due ruote a pedali, esiste però una scarsissima predisposizione del palermitano ad andare in bicicletta e anche per brevissimi tragitti, si preferisce l’uso dell’automobile. Niente di più deleterio per la qualità della vita, i fumi e il caos del traffico sono i padroni assoluti della nostra quotidianità .

    L’automobilista palermitano ritiene insensatamente di essere il padrone della strada, manifestando spesso fastidio e intolleranza quando incontra un ciclista. Automobili, biciclette e pedoni hanno la medesima “dignità di circolazione”, anzi questi due ultimi, meritano più attenzione da parte di tutti.

    I paesi più evoluti del centro e nord Europa hanno compreso per primi che l’uso indiscriminato dell’automobile in città, abbassa notevolmente la qualità della vita.

    Sarebbe fondamentale il potenziamento delle piste ciclabili, ma in mancanza, la strada deve essere sicura anche per il ciclista.

    L’amministrazione Orlando ha dimostrato sensibilità al tema, ma molto c’è da fare ancora per ottenere risultati tangibili. Educazione stradale e percorsi solo per biciclette sono i cardini per la risoluzione del problema. Tuttavia suggeriamo ai palermitani di prendere la bicicletta e a non temere il traffico cittadino, l’automobilista dovrà abituarsi a convivere con i ciclisti ( e viceversa). Da queste virtuose abitudini a nostro avviso, non puo’ che giovarne la collettività cittadina.

    Palermo
  • 3 commenti a “Andiamo in bici, vivremo più felici”

    1. In effetti gli automobilisti dovrebbero comprendere che non sono gli unici utenti della strada. Se poi anche i ciclisti lo comprendessero sarebbe perfetto.
      Perché da ciò che vedo a Londra e non solo, alcuni di essi, forse per un inconscio senso di vendetta nei confronti degli automuniti, si comportano come se il codice della strada sia un libro ormai dimenticato, e gli alterchi con i guidatori e spesso anche con i pedoni quindi non mancano, ovviamente conditi da maledizioni reciproche.
      Personalmente la bicicletta mi piace, ma solo per osservarla da lontano, eh! Infatti, se le distanze sono impegnative l’auto e’ d’obbligo, se sono più abbordabili basta uno scooter e se siamo nell’ambito di un paio di kilometri massimo basta andare a piedi. Oppure ci sono i mezzi pubblici, se e quando funzionano, ça va sans dire.

    2. Nibali è siciliano. Strano no? Infatti vive a Lugano

    3. Ci sono diversi studi anche di altro settore che dovrebbero interessare chi si occupa di circolazione delle autovetture, guida spericolata, atteggiamenti arroganti e deviati alla guida, indifferenza e totale mancanza di empatia verso il prossimo, che la dicono lunga su chi guida, oltre il semplice malcostume o manifestazione plateale della propria infelicità e frustrazione.
      Posteggiare ogni giorno, per mesi interi, su marciapiedi, seconde file, sugli scivoli per disabili, sulle strisce gialle, blu (infischiandosene di propositi, sadicamente, di chi è pagante, volente o nolente, per onorare i regolamenti attuati in alcune zone soltanto), addirittura ho visto di domenica posteggiare di proposito con due posti liberi di sbieco, per impedire agli altri di mettersi nei posti, aumentando lo stesso il rischio di incidenti, anche mortali: tutto per libera, autonoma, autodeterminata scelta.
      Nessuna responsabilità si può trovare a sindaco, assessori, porta borse, amici e sostenitori di nessuno.
      Inveire ferocemente contro chi governa in quel momento, è tipico, conveniente, anche liberatorio, per chi non trova pace in se stesso. Ma ci sono determinati comportamenti antisociali, psicopatici, delinquenziali, che vanno osservati come tali.
      Prima di giungere alla bicicletta in sicilia, a Palermo, dove per ottenere quel che si pretende si suole incendiare boschi, uccidendo animaletti e distruggendo tutta madre natura, che pulsa di vita in ogni sua foglia. A Palermo, dove si mangia come dei maiali e io certi trogloditi panzoni in bici non li vedo nemmeno tra dieci anni… penso che si potrebbe potenziare la diffusione di messaggi mediatici per imporre, a questi eterni bambini, di rispettare tutti gli altri, di accomiatarsi presso un ottimo specialista della salute spesso, lo dico seriamente e con profondo rispetto, se si sentono soddisfatti quanto fanno male agli altri, perché questo è sintomo deleterio di un malessere già covato da troppe generazioni. Traumatizzati da decenni di soprusi, è una cittadinanza infelice, triste, senza sorriso, senza speranza.
      Mesi e mesi per chiedere a un istituto di munirsi di pulmino per i propri iscritti, per non mettere a repentaglio i residenti: chiusi, bloccati, frenati all’uscita, sequestrati ogni giorno.
      Ambulanze, auto blu, scorte, medici che devono scappare se chiamati d’urgenza, anziani che possono star male… tutti chinati alla strafottenza di chi dirige queste strutture.
      Vergogne.

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