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sabato 21 dic
  • Metti 26 chef francesi a pranzo a Palermo

    Touraine Gourmande è un’associazione di chef francesi, che riunisce e difende gli artigiani del settore della ristorazione che hanno fatto dei prodotti della Loira, la loro regione, il baluardo di una gastronomia autentica, responsabile e contemporanea.

    Fin qui niente di strano, cioè niente di strano per la Francia dove consorzi e associazioni di questo tipo hanno fatto la fortuna dei territori agricoli e della cucina francese, vedi banalmente il caso Champagne, ma in Italia… forse in Italia suonerebbe ancora un po’ strano.

    Ma sebbene interessante non è questo il punto, il punto è che questa rinomata associazione sceglie proprio Palermo per il consueto viaggio didattico annuale.

    Cosa cerca questo ben assortito gruppo di cuochi d’oltralpe? In primis stimoli golosi per arricchire la loro biblioteca di sapori, e poi prodotti e tecniche tradizionali con i quali confrontarsi e lasciarsi ispirare. Insomma un bel grattacapo…

    La delegazione di 26, tra chef e ristoratori è molto esigente, curiosa, vuole conoscere tutto, sapere tutto, e nonostante la loro gioviale cordialità, un tavolo così potrebbe mettere in difficoltà qualsiasi ristorante.

    Così quando a sorpresa il ristorante I Cucci riceve la prenotazione per il pranzo di lunedì sarà calato il silenzio, un silenzio durato solo alcuni istanti e prontamente riempito dalla voglia di mettersi in gioco della giovane chef Sarah Bonsangue: «Offrire un assaggio della nostra terra a dei colleghi così preparati è un’ occasione interessante, anche se indubbiamente faticosa. Quando a tavola c’è gente del mestiere è normale sentire il peso del giudizio, quando poi sono autorevoli, e per giunta, francesi la pressione aumenta. Ma a me piacciono le sfide, la nostra è una cucina tradizionale ma contemporanea, molti dei piatti presenti in menù si ispirano al concetto di gastronomia francese, quindi siamo pronti per confrontarci e dialogare con chi in Francia, come noi, si dedica alla cucina del territorio e alla valorizzazione della materia prima».

    Il menù scelto dalla delegazione di chef è stato studiato nei minimi dettagli per dare una visione suggestiva e il più possibile variegata della nostra migliore tradizione gastronomica, un dialogo di sapori e profumi che a tratti diventa quasi una sfida. E i palermitani si sa sono vinciusi…

    Gli chef francesi vengono introdotti al pranzo da un bis di antipasti profumatissimi: si comincia con l’immancabile caponata resa leggera dalla cottura al forno e si prosegue con un fritto di alici marinate su cavolo rosso e foglie di mandorla, dove la marinatura nell’aceto di mele stuzzica il palato degli chef della Loira, che cominciano già a dare segni di stordimento.

    Si passa al primo senza aspettare la tregua, i cuochi dall’inconfondibile R uvulare, hanno perso tutte le parole, pure quelle con la loro amata R uvulare, e quando arriva a tavola la pasta per poco non accappottano con tutta la sedia.
    Un primo succulento ma al tempo stesso elegante esce fumante dalle cucine di chef Sarah, il cannolo di pasta con ricotta fresca, menta e scorza di limone sarebbe bastato a mettere all’angolo diversi sostenitori della nouvelle cuisine ma è il sugo di polipetti murati che lo accompagna a mettere definitivamente a tappeto le papille gustative.

    Arrivati all’involtino siciliano con ripieno di pane nero grattugiato e caciocavallo i francesi stanno già pensando di mettere al bando creme, burro e salsa Bearnaise per erigere un monumento alla muddica atturrunata in piena Place de la Bastille.

    Purtroppo per loro a I Cucci non ci si può alzare da tavola senza l’immancabile cannolo di Piana degli Albanesi, emblema del ristorante gestito dai fratelli Stassi, che nelle loro vene orgogliosamente vantano sangue 100% Arbëreshë in purezza. È in quell’istante che viene ufficialmente decretato l’attummuliamento per eccesso di bontà.

    Non resta che arrendersi: «Siamo contenti di aver scelto di conoscere la gastronomia siciliana interpretata da I Cucci» – dice soddisfatta Antonietta Simone, ristoratrice di origini italiane ormai naturalizzata nella Loira – «i piatti sono eleganti eppure autentici, c’è un equilibrio estremamente interessante tra i diversi prodotti e la linea di cucina è davvero raffinata».

    Il cannolo scrocchia, la farcia di ricotta dolce e profumata invade le labbra. È finita. Game over. I macaron e la tarte tatin sono ormai solo vaghi ricordi.

    Vive la France ma anche la caponata.

    DISCLAIMER: sono pr e press office de I Cucci.

    Palermo
  • Un commento a “Metti 26 chef francesi a pranzo a Palermo”

    1. ah ecco, il disclaimer dice tanto 🙂
      complimenti comunque 🙂

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