Vince Trump in America, si allontana l’Onu per Orlando, “obbligato” a fare il sindaco
Che sia stata una doccia fredda non è in dubbio. Sono di quelle cose che a sinistra non è che non si digeriscono, proprio non si comprendono: dopo due mandati del presidente nero simbolo del multiculturalismo (che oggi può dirsi morto), dopo le nozze gay, dopo la prospettiva di una donna presidente la vittoria di un tycoon è come un pugno di Foreman. Non ci si chiede dove si è sbagliato, non è una domanda da “opliti del bene”. Semmai si dà la colpa alla democrazia e alla plebe votante (che eppure viene osannata quando il venticello del voto tira favorevole). Palermo nella sua periferia del mondo potrebbe subire gli effetti del voto americano, ecco perché ne parliamo.
Ricorderete che ho dubitato (e continuo a farlo) della ricandidatura di Orlando. Ma le ipotesi alternative sul tavolo sbiadiscono sempre più. Continua »
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