Graticola?
Scusate ma sono un fan sfegatato di Grillo artista, ho assistito a tutti i suoi spettacoli e per anni e molto prima che diventasse un movimento politico, letto con curiosità ed interesse le sue invettive giornaliere sul blog. Ricordo come giustamente demoliva l’uso delle parole per mistificare la realtà da parte di politici e giornalisti: missioni di pace, bombe intelligenti; Grillo raccontava, spiegava, insegnava come con le parole ci prendono in giro. Non ho saputo pertanto resistere alla tentazione di questo post.
La graticola che ha avuto luogo ieri, da elettore 5 stelle iscritto e certificato da diversi anni, ha il sapore delle parole di cui parlava Grillo: il sapore di una parola che mistifica la realtà. Graticola lascia immaginare un luogo caldo, nel quale vieni scottato da domande roventi, nel quale viene messa a prova la tua capacità di gestire lo stress.
Immaginavo sarebbe stato un luogo nel quale sfaccettature diverse di punti di vista anche simili si confrontassero. Immaginavo soluzioni metodologiche possibili, immaginavo gente arrostita da domande brillanti, piene di energia e sogni. Se necessario anche qualche domanda cattiva e scorretta, tanto ne dovranno subire tante se saranno candidati sindaco. Su uno dei candidati ad esempio un parlamentare nazionale del Movimento ha parlato di candidatura inopportuna, forse questo era lo spazio per approfondire la questione.
Ho visto la riproposizione di metodi da prima repubblica le domande filtrate dai parlamentari prima, dal giornalista poi, arrivare senza verve ad un gruppo di bravi ragazzi, tra questi anche una amica, che sembrano recitare lo stesso identico copione, di chi ha le soluzioni peraltro tutte uguali tra loro, come chi le cose le sa fare, e talvolta peraltro facendo anche capire che non le ha, invece di mostrarsi semplicemente disposto a lavorare per cercarle con gli altri.
La forza del Movimento è sempre stata trasparenza e lealtà verso gli elettori ed i cittadini. A costo anche di figure idiote come la pantomima che durò mesi sugli scontrini quando entrarono in parlamento. Questa mediocrità portava però con se la genuinità della verità. Era una mediocrità accettabile e per certi versi positiva.
Le graticole di ieri hanno mostrato un mondo ovattato, una unità nel Movimento 5 stelle di Palermo che non esiste nella realtà, spaccato da una profonda crisi, figlia di un monopolio da parte del gruppo dei fondatori storici che poco ha concesso al confronto nel Movimento in questi anni, chiuso a riccio su se stesso; attivisti, parola che io sto iniziando ad odiare, in parte eclissati dalla vicenda delle firme false ed in parte alla ricerca di nuova vita con il volto ripulito da queste comunarie. Conflitti tutt’altro che latenti che hanno portato alla rinuncia di un numero considerevole di candidati anche di spessore, l’ultimo stamattina; alla chiusura e riapertura del forum nel quale centinaia di persone sono state per mesi forse per anni in lista di attesa. Un movimento nel quale è noto il conflitto più o meno latente tra parlamentari regionali e parlamentari nazionali, reso esplicito da due posizioni opposte nella gestione del caso delle firme false; un movimento nel quale abbiamo assistito a ritiri strategici, cordate, accordi sottobanco per favorire l’uno o l’altro candidato appartenente all’una o all’altra fazione.
La cosa che più mi ha infastidito, lo confesso, è la sceneggiata sul programma. La logica dell’intelligenza collettiva che affronta e risolve i problemi che è l’asse fondante del movimento, scavalcata da domande di contenuto a dei candidati al ruolo di portavoce. Tutti sembrano dimenticare, forse non hanno mai realizzato, che il ruolo del candidato 5 stelle è quello di veicolare le idee collettive, interpretare un progetto collettivo, costruito dal basso, voluto dalla città, costruito attraverso un dibattito aperto con il coinvolgimento delle competenze della città.
In questa graticola avrei voluto domande sull’approccio metodologico, su come questi candidati portavoce interpretassero il loro ruolo da Sindaco 5 stelle, su come ritengono debba essere e debba comportarsi un Sindaco 5 stelle, e non certo su come immaginano debbano essere disposti i loculi del cimitero. E chi se ne frega cosa hanno votato sulla questione Europea. Così come sul tema degli abusivi in un vero confronto qualcuno avrebbe dovuto contestare la risposta secondo la quale i cittadini non dovrebbero pagare i posteggiatori perché è un pizzo. Non voglio sapere quello che dovrei fare io nella qualità di cittadino, ma quello che ritieni dovrebbe essere tuo dovere fare nella qualità di sindaco.
Poca passione, tutti un po’ addormentati, stranamente assenti i temi importanti, l’occupazione, la sicurezza, e soprattutto: il sogno. La domanda che avrei fatto, quella di cui avrei ascoltato la risposta con maggiore interesse è: «come racconteresti la città nella quale vorresti vivere? Quale parte del tuo sogno personale sei disponibile a mettere al servizio di un bisogno collettivo perché quella città sia Palermo?». Perché, diciamocelo francamente, per volere fare il sindaco di Palermo e di qualunque altra città o hai un sogno ed una visione da mettere al servizio o sei solo un idiota.
In tutto questo tra i tre a sindaco voterei Caparrotta, in realtà serve semplicità, non risposte da primo della classe, ma una visione a misura d’uomo senza tecnicismi, le scuole, i bambini se non passione ed emozione quantomeno poesia.
Non so ancora se voterò 5 stelle alle prossime comunali, vedremo, c’è tempo per decidere per fortuna.
Mi permetto comunque un invito a tutti i candidati sindaco. Che siano o no del Movimento poco importa. Abituatevi in privato ma fatelo soprattutto in pubblico: chiamate Palermo per nome, come fareste con una amica, e, se proprio non ci riuscite, apostrofatela come la nostra città, la mia città. Almeno a parole mostratele affetto. Grazie.
Ma chi bo riri?
Diaciamoci la verità, escludendo per eccesso di fiducia i candidati sindaci, i selezionati per un posto al Comune sono nella migliore delle ipotesi sprovveduti inesperti al momento sottoccupati in cerca di uno stipendio.
“In tutto questo tra i tre a sindaco voterei Caparrotta, in realtà serve semplicità, non risposte da primo della classe, ma una visione a misura d’uomo senza tecnicismi, le scuole, i bambini se non passione ed emozione quantomeno poesia.”
Qualcuno sa trovare un senso a questa frase?
Dal confronto e’ emersa la personalita’ di forello..Un sindaco deve anche saper comunicare ,qualcosa, non importa cosa,ma deve saper comunicare.Argiroffi e Caparrotta li vedrei bene anche come assessori o tecnici ,ma non dei politici .Senza voler togliere nulla alla genuinita’ e bravura di questi .
Il M5S si conferma di una ingenuità disarmante. Dietro il mantra della “democrazia diretta” (una stupidità in termini) giocano nell’arena europea come giocherebbero al fantacalcio. Per chi mastica un poco di equilibri europei passare da Farage all’Alde e poi indietro a Farage nel giro di due giorni equivale a cominciare il palio di Siena su un cavallo, per poi scendere dopo un paio di giri e salire su quello della contrada rivale…e poi vedere come va.
Purtroppo in un panorama politico sempre più arido siamo costretti a parlare di cotanta mancanza di contenuti e di idee.
Andrea, questo forse ti chiarirà nel merito quello che ho provato a rappresentare in termini generali.
Non è la corsa di gente qualificata alla potrona di candidato sindaco, ma una lotta fra fazioni in guerra per la conquista del potere, disposte a tutto pur di conquistarlo.
Se questa notizia fosse vera sarebbe la chiusa e dovremmo parlare di un novo partito politico con le sue belle correnti. Come ai tempi della peggiore partitocrazia.
http://palermo.meridionews.it/articolo/50673/m5s-si-profila-rinuncia-di-due-candidati-a-sindaco-sarebbero-pronte-le-lettere-di-argiroffi-e-caparotta/