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    La Lipu contro l’uso di ruspe per la bonifica dell’Oreto, distruggono flora e fauna

    La Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli si scaglia contro il Comune di Palermo per le modalità di bonifica del fiume Oreto.

    Secondo la Lipu l’uso di ruspe e mezzi pesanti nell’alveo fluviale (ieri una gru si è ribaltata) distrugge il verde (non sarebbe corretto parlare di piante infestanti) che faticosamente era cresciuto dopo l’ultima “bonifica” fatta nel 2005. Sarebbero già state distrutte le nidificazioni in atto di specie peculiari dell’ambiente fluviale come la gallinella d’acqua, l’usignolo di fiume e probabilmente anche il corriere piccolo (Charadrius dubius), oltre a tutti gli altri passeriformi largamente diffusi nel corso d’acqua come fanelli, cardellini, passeri e ballerine gialle. Compromesse anche alcune popolazioni di rettili e anfibi come la rana verde e la natrice dal collare.

    Il Comune rischia una denuncia per violazione delle normative vigenti sulla tutela della fauna nidificante.

    Nel periodo invernale il fiume si riempie di uccelli che scendono dal nord Europa per passarvi qui i mesi freddi, come gabbiani comuni, cormorani e varie specie di aironi. Nell’ultimo inverno, grazie alla rigogliosa vegetazione, i volontari Lipu hanno osservato anche alcune specie particolari di uccelli acquatici come il beccaccino, l’alzavola, il mestolone e il fischione. Un visitatore invernale è anche l’aquila minore. Avvistato qualche anno fa addirittura un fenicottero che portava tra l’altro un anello alla zampa, e dalla lettura dell’anello con un cannocchiale è stato constatato che proveniva dalla Spagna. Il luogo è inoltre frequentato in tutta la bella stagione da centinaia di rondini, ed è anche luogo di caccia di rapaci come la poiana e il gheppio.

    AGGIORNAMENTO: il Comune è intervenuto con un comunicato: «Con riferimento alle proteste di una associazione circa i lavori di pulizia, dragaggio e manutenzione idraulica dell’alveo del fiume Oreto, si precisa che nessun intervento è in corso sulla vegetazione che è parte del bacino idrico naturale. I lavori si svolgono in particolare nel tratto dell’alveo che è stato cementificato negli anni ’50 e dove, sul calcestruzzo, si sono accumulati ingenti quantità di sedimenti instabili e rifiuti, sui quali si è sviluppata una vegetazione infestante. L’accumulo di questi materiali determina condizioni di rischio idraulico e per altro si tratta di sedimenti soggetti a smottamenti nel caso di piogge intense con aumento della portata idrica. Inutile sottolineare che i lavori sono stati programmati e sono svolti nella più stretta osservanza della prescrizioni di legge per situazioni come quella del fiume Oreto».

    Palermo
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