Scoppia la “guerra del pezzo” tra Ganci e PEZZO
Già in passato si era visto qualche scambio di frecciatine via manifesti tra concorrenti (ne ricordo uno nel mondo delle arancine) ma stavolta si cita il concorrente in maniera inequivocabile. Mi riferisco alla campagna pubblicitaria di Ganci e figli, marchio storico dei pezzi di rosticceria palermitani, che si rivolge palesemente a PEZZO Forno Siculo, marchio concorrente in piena espansione di Valenti e La Licata, con la frase «Siamo unici da un bel PEZZO» e un grassetto che avvicina la parola al logo.
Arriverà un simpatica risposta? 🙂
Stai già suggerendo una valida azione di marketing, è più forte di te, verrebbe da dire…sei sul PEZZO…Ciao
È più forte di me. 😀
È una comunicazione errata. Hanno pagato mila euro per fare pubblicità alla concorrenza… La scritta PEZZO è addirittura più visibile e resta più impressa del logo del proprietario… Tra l’altro anche l’immagine in stock usata non parla affatto di tradizione… Per me una campagna totalmente sbagliata e regalata alla concorrenza.
Bah, errata.. non credo Miodoris. Non sono un cultore della materia, ma questo tipo di rimandi, forse non da noi, ma in altri luoghi sono frequenti. Tra l’altro mica denigra il marchio del competitor, chi vuole leggere ciò che è scritto nel post di Tony lo legge, ma secondo me la maggior parte delle persone non ha colto. Secondo me la campagna funziona. Tra l’altro, anche se fosse una frecciatina, la trovo simpatica. Il pezzo a Palermo, fino ad oggi, è Ganci, questo è indiscutibile, che piacciano o meno.
Anche io non la trovo denigratoria. 🙂
Si Tony, certo, lo so bene che tu non la ritieni denigratoria. A me sembra una simpatica strategia. Niente di eclatante o rivoluzionario, ma secondo me funziona come campagna.
Boh, non sapevo dell’esistenza di un concorrente di Ganci ma questo perché manco da Palermo da millemila anni. Questo manifesto non mi convince a prescindere. Il tipo vestito da chef non c’entra nulla. Visual e testo non si parlano affatto, sono due elementi slegati. La cassata non è il core business di Ganci o perlomeno Ganci è più conosciuto per i cornetti che per le cassate. Tutto quanto è confuso, come una accozzaglia di cose messe lì a caso. Mia figlia che sa usare il compiuters avrebbe fatto molto molto meglio alla metà del pezzo.
Ma io vorrei sapere dove ho scritto che è denigratoria… O dove ho scritto qualcosa contro l’articolo… È una campagna “sbagliata” ho detto… Fermate per strada le persone che la guardano e chiedetegli cosa gli resta in mente dopo averla letta… Vi diranno tutti “la parola PEZZO!”… La prossima volta che leggeranno di “Pezzo” penseranno a questa pubblicità, non certo a ganci…
Quanti scienziati della comunicazione! Opinioni assolutamente rispettabili, ma che non condivido. Il pezzo, a PAlermo, fino ad oggi, è per antonomasia legato a Ganci, non riesco a capire perché pensiate sia pubblicità a favore di Pezzo. Vi invito a fare un sondaggio per strada, cosi come dice Miodoris, e chiedere alla persone se conoscono Pezzo, poi chiedetegli se conoscono Ganci. Poi ditemi. Per quanto riguarda Totò e la figlia che sa usare il “compiuters”, beh, quella è una storia risaputa. Tutti abbiamo figli, fratelli, mogli, cugini o falegnami che riuscirebbero a fare meglio, qualsiasi cosa, con 10 mila lire. Ah! Mi passaresti il link del suo portfolio su Behance? Così, per curiosità.
secondo me hanno fatto una cassata…ed era meglio un’arancina .-)
Con molto piacere, chiedi a Rosalìo la mia email e ti passo tutto quello che vuoi.
Non si tratta di essere esperti di marketing o di pubblicità. Io sono palermitano e ogni tanto mi mangio un pezzo, solo che non avevo la minima idea che esistesse una rosticceria a Palermo che si chiama pezzo…. Adesso grazie a Ganci, alla sua pubblicità e a questo blog lo so pure io. Sinceramente non mi sembra una grande strategia!
e aggiungo pure che l’immagine di un cuoco e una cassata non è un’associazione che mi fa venire in mente i pezzi di Ganci.
Quoto miodoris e ciro.
Tecnicamente è completamente sbagliata.
non si capisce quale è l’obbiettivo, il messaggio in se oltre a richiamare il marchio concorrente dice solo che sono nati un pezzo prima, ma non mi pare sia un particolare titolo di merito per chi di fatto fa un prodotto che papartiene alla tradizione della città.
Se quelli di Pezzo mi chiamassero per una consulenza suggerirei di non rispondere alla comunicazione di ganci e figli direttamente, ma se avessero intenzione di investire in comunicazione, farei un manifesto che riprende quello di ganci e figli, ovvero userei lo stesso fondo blu, uno cheff, una cassata, la scritta pezzo con il lettering del loro logo ed ovviamente non mettere il marchio di ganci e figli (che a dirla tutta si legge molto poco). In questo modo intascano gli effetti della comunicazione di ganci oltre che della loro.
Questa consulenza rimarrà negli annali del marketing, probabilmente subito dopo la sezione dedicata ad Aiazzone e poco prima di quella che tratta le scimmie d’acqua. Sembra di leggere un libro di Seguela per la qualità degli interventi (compresi i miei, sia ben chiaro).
A scuola, una volta, millemila anni fa ci fecero studiare il case history di quelle due aziende di rent a car, Avis ed Hertz mi pare. Ecco, quello è un bell’esempio di come dovrebbero scannarsi due aziende concorrenti quando fanno comunicazione pubblicitaria.
ehhhh totò con Avis e Hertz andiamo alla storia della pubblicità, ma quella vera fatta da mostri come Bill Bernbach che è riuscito a far diventare un secondo posto un posizionamento che è durato 60 anni “We try harder”… magari potessimo fare questi esempi con le affissioni che girano a palermo…magari….
secondo me, se posso dire la mia, non c’è nessuna strizzatina d’occhio all’altro bar, non è una campagna comparativa, è semplicemente un gioco di parole con la parola “pezzo” che a palermo ha anche il significato di calzone o rosticceria in genere. non entro nel merito della campagna e non sto qui a dire se è bella brutta, giusta o sbagliata e non dirò neanche “se siamo qui a parlarne vuol dire che ha funzionato” la più grande cacata che si possa dire. dico soltanto che secondo me non è una comparativa, magari sbaglio ma fondamentalmente non me ne f..te niente…
Ehhh caromio! i belli 6×3 di una volta che facevano sorridere le genti che li trovavan divertenti e li commentavan a voce alta. E niente, altri tempi, tempi di capinere,. Roba di alto livello con messaggi inequivocabili, font chiari, impaginazioni ordinate e layout puliti, rigorosi e ordinati. Invece i 6×3 di oggi giorno, li fanno utilizzando i macchinari… Non vedo più un manifesto fatto come si deve da un bel Pezzo. Né a Palermo, né unnegghiè.
Mi permetto un intervento per tutti gli espertoni che qui sopra commentano sprezzanti le reazioni e considerazioni di noi umili e poveri consumatori che non abbiamo studiato mktg…mi dispiace per voi geniacci ma ste pubblicità sono fatte per (indovinate un pó?) per noi e non per voi. Ergo…fate meno i saputelli perché il messaggio che passa è proprio quello che è descritto nei commenti sopra. E abbiate panzienza se non arriviamo a cogliere le sfumature che cogliete voi…mi dispiace deludervi ma sono seghe mentali
Arrivò!
Ma in effetti, la “tipica” cassata siciliana di Ganci, il cuoco dai tratti fiamminghi. Ma a che serve dissare il competitor nascondendo i tratti distintivi della propria fortuna? Qualcuno avrebbe dovuto spiegare a Ganci, cosa rappresenta per l’immaginario collettivo. Per non parlare, anche perché è già stato fatto, degli errori abbastanza severi. L’unica cosa che ho imparato da questa roba è che esiste un posto che non conoscevo e che si chiama “Pezzo”, con tutto ciò che ne consegue (tipo che andrò a scoprire cos’è e come fa i pezzi). Vedi tu se per Ganci è una campagna vincente.
Partendo dal fatto che non mi sembra una pubblicità denigratoria … so di gente che entra da Pezzo (più d’uno) e dice: “Bella quella vostra pubblicità…”
Ah, è una pubblicità di Gangi?? Io mi ero convinto che ci fosse una nuova pasticceria in città, Pezzo, di cui non sapevo nulla, giustamente, visto che non ci abito in pianta stabile.
Guardando i cartelloni rapidamente come capita in auto, io quel messaggio avevo avuto 🙂