Io odio la Sicilia (IV di IV)
Chissà chi resterà in Sicilia tra vent’anni. Resteranno soltanto gli spostàti, i pensionati e i raccomandati? E quando finiranno i soldi anche per pensioni e raccomandazioni? Resteranno soltanto gli spostàti e la Sicilia si trasformerà stabilmente in un manicomio a cielo aperto?
La Sicilia, questa appendice cancrenosa di un’appendice cancrenosa dell’Europa, terra ormai popolata soltanto da vecchi angosciati, adulti immiseriti e giovani incazzati.
Giovani, sempre meno, certo, ovviamente falcidiati dall’emigrazione, e questa ormai è cosa banalissima come le pesti medievali.
Giovani, sempre meno, certo, e gran parte di quelli che ancora non sono fuggiti pensano ossessivamente a quando, come e dove fuggiranno. E non esiste nessuno sotto i quarant’anni che non abbia pensato almeno un milione di volte ad andarsene per sempre da questa terra dove tutto sembra facile e infatti tutto è impossibile, qui dove chi è ricco se ne va per scaltrezza e chi è povero se ne va per disperazione.
Sicilia fallita di fatto, guasta e putrescente, fantasma che non spaventa nessuno perché ormai tutti hanno il terrore che scorre stabilmente dentro le vene; il terrore di chi si ritrova ad invidiare lo spazzino con gli stivali a mollo nel liquame, perché almeno lui il posto fisso ce l’ha; il terrore di chi non trova lavoro da anni, e ha famiglia e figli, e non c’è più nient’altro da fare che “andare a servire i vecchi”, cura della persona guasta e putrescente, attività per stomaci forti che ormai svolge anche chi stomaco forte non ha (perché l’unica povera ricchezza di questa terra sono ormai le pensioni dei vecchi, che campano miseramente due o tre o quattro generazioni, e i funerali sono tornati affollati, e vengono versati ettolitri di lacrime, ai funerali, e sono lacrime vere).
E poi il sole, il mare, la famiglia, il calore umano, le chiacchierate casuali, le possibilità di vivere qualcosa di diverso rispetto alle relazioni umane preimpostate dell’occidente capitalistico, tutte queste cose che gli emigrati rimpiangono della loro bella Sicilia, sono le stesse cose che ora sembrano, a chi resta e non è ancora emigrato, soltanto trabocchetti e beffe, un complesso di raffinatissimi strumenti di tortura.
Chissà come sarà la Sicilia tra vent’anni, quando anche gli inconsapevoli bambini e adolescenti di oggi si ritroveranno cresciuti, a mollo nel liquame, angosciati immiseriti e incazzati ma ancora non spostàti né pensionati né raccomandati, pronti a partire, anche loro, per sempre.
Eccolo qua……lo sospettavo che questa storia non aveva un lieto fine.
Gia’ dal titolo non prometteva nulla di buono.
Ma devo dire che, ancora una volta, il mio amico Nino, ha fatto centro.
Tratta argomenti “scabrosi” ed ancora oggi considerati “tabu” con tale grazia e sensibilita’ e capacita’ di tradurre in forma letteraria una realtà drammatica, quel “mal di vivere” che non avevo mai letto con tale precisione “da bisturi” da un giovane locale.
Ormai conosciamo fior fiori di autori, e non solo Verga, che hanno raccontato negli anni questo malessere, questo ” Mal di Vivere”.
Per quanto mi riguarda posso soltanto dire che il motivo principale che mi ha portato a decidere di scappare per la seconda volta dalla Sicilia e’ stato proprio questo:
Non volevo far parte degli spostati, pensionati e raccomandati.!!!!
“E poi il sole, il mare, la famiglia, il calore umano, le chiacchierate casuali, le possibilità di vivere qualcosa di diverso rispetto alle relazioni umane preimpostate dell’occidente capitalistico, tutte queste cose che gli emigrati rimpiangono della loro bella Sicilia,”
Da emigrata è quello che mi manca, e tutte le volte che penso di ritornare, quando sono in vacanza a Palermo e vedo lo sfacelo di questa città, penso a chi me lo fa fare di tornare a rivivere le cose dalle quali sono fuggita.
Sarà così sempre, un rapporto di odio-amore che si trascinerà all’infinito, perché è innegabile che mi mancherà, ma è altrettanto innegabile che tutto resterà sempre uguale.
Fricano, lei ed evidentemente molti altri che leggono questo lagnosissimo blog avete fallito nella vita e non avete trovato il vostro spazio, così vi esercitate nella sicilianissina arte di lamentarsi.
Le opportunità sono poche, il vostro fallimento ha delle attenuanti, non serve che spargiate bile in questo modo.
Vi farebbe bene forse una visita alle eccellenze che per fortuna questa terra sa esprimere, ma temo sarebbe tempo perso e non ci sono tante perle da sprecare.
Mi sembra di rileggere alcuni passi de “Il Gattopardo”.
Fricano vorrebbe evidenziare e rinnegare i vizi e i comportamenti della Sicilia odierna ma lui, con la sua scrittura intrisa di fatalismo tipicamente gattopardiano, ne incarna pienamente l’essenza.
E francamente di scrittori inconsapevolmente gattopardiani travestiti da moderni progressisti, ne ho piene le tasche.
Sono figlio di siciliani,nato e vissuto nel nord d’Italia,penso di avere gli argomenti per dare un giudizio abbastanza equo della terra delle mie origini,data anche dalla grande conoscenza che ne ho di lei.Senza sputare nel piatto dove mangio tutt’ora,posso dire che tanto del Nord è mito,leggenda.In 150’anni di unità la mitica menzogna è diventata verità.I drammi,le angosce,le disperazioni,le alienazioni,il senso di vuoto e di sconfitta,sono presenti al nord come in Sicilia.Mai come ora di questi tempi di crisi,la maschera di cera, che finora reggeva l’inganno,va sciogliendosi,mostrando cumuli di macerie.Ecco che miei cari compaesani non fatevi ingannare da falsi miraggi,l’affanno di vivere è ubiquitario.
Siciliano all’estero, contento di essermi trasferito.
Siciliano, che ha vissuto all’estero, mi sa che ci torno molto volentieri, cercando anche di vendere la casa in Sicilia.
Ciao,perchè è una cosa che si tramanda da 153 anni, visto che i Meridionali avevano fama, ricchezza e prosperità, soprattutto i Napoletanie Siciliani, primi in tutto, i primi al mondo in tutto, gli itaGliani, allora capitanati da dei pezzenti come mazzini garibaldi, cavour tra l’altro schiavi dei francesi savoiardi, decisero di attaccare il Regno Delle Due Sicilie, rubare tutto e scappare con i soldi con cui si è costruito il nord italia, chiudendo in campi di concentramento i Meridionali e cancellando la loro storia per sempre, scrivendone una nuova….
Tutto è nato nel lontano 1860 quando il popolo piu avanzato al mondo, il piu ricco e potente, il ” Regno delle Due Sicilie “, venne attaccato alle spalle, senza dichiarazione di guerra da 1000 infami guidati da 4 straccioni Emanuele, Camillo, i due Giuseppe e supportato dall’esercito Inglese, sterminarono, facendo pulizia etnica di milioni di meridionali, Partigiani, chiamati BRIGANTI; fu rubato tutto, finanziando le casse del nord, avviando cosi’ all’eterno abbandono del florido Sud.
non furono solo 1000 avanzi di galera, guidati da un ladro di cavalli ( garibaldi aveva per questo motivo l’orercchio mozzato), ma furono supportati da inglesi e francesi, i primi interessati alle miniere di zolfo in Sicilia ( paragonabili al petrolio odierno) i secondi ai soldi visto i debiti dei Savoia.
purtroppo sono 153 anni che va avanti questa storia, la storia di persone inutili come marchisio, amandola e tanti altri. marchisio è solo figlio di una situazione che da anni “digeriamo” a malincuore.
L’itaGlia è piena di Siciliani e Napolitani che ogni giorno sono presi di mira da questa imposizione italiana, migliaia di amandola, in tutti i settori che dicono ciò che vogliono del Meridione.
mai frase storica fu più attuale… «Non dovranno mai essere più in grado di intraprendere».
Abbiamo sentito TUTTI i vari criscitiello, politici leghisti, gene gnocchi che continua a prendere in giro i Siciliani e Napolitani e nessuno gliene dice quattro, lo stesso pseudo comico paolo villaggio, bocca il peggiore, gramellini, il prefetto de martino che invece di fare il suo dovere cerca di umiliare un prete, barbara d’urso che non caccia fuori dallo studio nina moric, la fidanzata di Lavezzi, le aggressioni mediatiche che subiamo tutti i giorni… l’aggressione a un autobus di tifosi sabato, preceduto da un aggressione simile l’anno scorso.
Per non dimenticare il treno della partita roma-napoli che non esiste, ma, intanto, ci hanno detto di tutto per 15 giorni!
Per non parlare delle tv, che intervistano l’unico Siciliano nel giro di km, senza denti e che non sà manco mettere due parole insieme, di quando, se cè una truffa al nord, è solo un caso sporadico, se viceversa, è un Meridionale, meglio ancora Siciliani , la colpa è di tutti i Siciliani .
E’ fatto tutto ad hoc! Sono 153 anni che con minuziosa precisione, si cerca di denigrare il Meridione, vedi in ultimo esempio il gambero rosso, il quale, non si è sbagliato, lo ha fatto sapendo di sbagliare, sapendo che nessuno avrebbe avuto da ridire, nessuna istituzione, le solite scuse, ma alla fine fà ciò che vuole.
….tanto insultare la Sicilia o il Napoli e’ lo sport nazionale.
Il problema quindi non è il giornalista o la curva della domenica, ma dei mass media e degli italiani da roma in su’, che tutti i giorni cercano solo di screditare in ogni modo il Meridione e prendere di mira il Meridionale trasferitosi al nord, il problema è grave e nessuno lo vuole risolvere.
Siamo visti solo come vittimisti, siamo quelli della Munnezza della Mafia , quelli che rubano e che non hanno voglia di lavorare e chi più ne ha, più ne metta….siamo alla frutta!
La cosa che più fa male, è che nessuno da parte delle istituzioni che rappresentano questa città, si è mai indignato, NESSUNO, chi ci deve proteggere, ha sempre altri problemi da risolvere.
Sono Siciliano , ho una storia che hanno cercato di infangare e che finalmente si sta’ diffondendo.
Io non sono italiano, non mi sono mai sentito tale e se questa è l’italia, io non voglio essere uno di loro, non lo sono mai stato! ARE YOU ITALIAN? NO-SICILIAN!
Voglio rispondere in maniera piccata a Marco. Senta se a me mi dicessero Are you Italian.? IO rispondo yes I’m. IO non Mi sento siciliano mai sentito. Ho rigurgito. A tutti coloro che si sentono fieri di essere siciliani dico va bene non tifate allora Italia ai Mondiali o Europei. Cosa c’è In Sicilia a parte sole (che palle), mare pieno di zavorri umani. Io sono scappato e orgoglioso di aver voltato le spalle. Non mi rappresentate. Sono felice di vivere in mezzo ai polentoni, in alta montagna, con nebbia, freddo, gente che parla solamente ITALIANO O INGLESE O TEDESCO PERCHE’COLTI. INVECE IN SICILIA L’ITALIANO È OPTIONAL,. NON SUCCEDE MAI NULLA, SI VIVE SOLO PER PASSARE LE GIORNATE A VANVERA.. I MASSIMI INTELLETTUALI AL MASSIMO HANNO LÀ TERZA MEDIA ..ORA UNO CHE SI LAUREA CHE CABASO TESTA A FARE A PALERMO O IN SICILIA? CALL CENTER? MAI. FELICE DI AVERE CAMBIATO RESIDENZA. SOFFRIRO’DELLA SINDROME DI STOCCOLMA MA A ME NON ME NE FREGA NULLA DEL MERIDIONE. CAPITOOOOOOOO.