I figli di Borsellino scrivono al Csm: “Vogliamo la verità”
Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino, figli del giudice Paolo ucciso nel 1992 da Cosa nostra, hanno scritto una lettera al Consiglio Superiore della Magistratura chiedendo al presidente della Repubblica quali sono le iniziative che il Consiglio ha ritenuto di intraprendere e se nella condotta dei magistrati dei processi Borsellino I e II si siano verificate anomalie.
Il consigliere Aldo Morgigni ha sollecitato un’iniziativa della prima commissione in merito ai magistrati che si occuparono delle indagini sulla strage.
Fiammetta Borsellino ha dichiarato: «Il nostro silenzio è stato dettato dal rigore e da una necessita di sopravvivenza. Noi denunciamo anomalie che hanno caratterizzato la condotta di politici e magistrati dei processi Borsellino I e II, anomalie condotte da uomini delle istituzioni. Nella Procura di allora c’erano Tinebra, Di Matteo, la dottoressa Palma e altri. Ricordo che tra quelli che andarono via e presero le distanze da quel modo di fare le indagini c’era la dottoressa Boccassini. Quando intendo anomalie, parlo di verbalizzazioni, interrogatori, sopralluoghi non corretti. […] Le mie denunce non sono un mero dibattito tra me e il procuratore Di Matteo, questa semplificazione fa molto comodo a chi sta bene nascosto nell’ombra. È una semplificazione che toglie l’attenzione al nostro fine, che è quello di addivenire alla verità. Il nostro è un urlo di dolore. È vero che si può tornare ad aprire un processo, ma la procura di Caltanissetta ha uomini e mezzi? Mio padre si meritava questo…dopo 25 anni, quasi tutto è compromesso».
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