San Nicola e la retorica del potremmo
San Nicola l’Arena è una piccola frazione di un piccolo paese: Trabia. Chi non è mai stato a San Nicola con la fidanzata o il fidanzato almeno una volta alzi la mano, e si vergogni. Scherzo. Ma per me San Nicola ed i piccoli borghi della costa sono la quint’essenza del romanticismo.
Come tanti piccoli luoghi della Sicilia ha in sé la forza del paesaggio e dei colori con la suggestione della sua unicità.
A fronte dell’immenso potenziale inespresso e della retorica del potremmo che sono costretti a subire (potremmo vivere di turismo, potremmo vivere di agricoltura ecc.), in realtà questi luoghi sono vittima di quell’adeguamento al basso così ben descritto da Roberto Alajmo, che è un po’ il filo conduttore che ho trovato girando in lungo ed in largo la nostra provincia in queste settimane. Con la viabilità dell’interno praticamente inesistente, con l’assenza di infrastrutture, e di un vero progetto per il futuro.
Guardare questo pontile malconcio, in una località così suggestiva, dà l’idea di una inaccettabile ineluttabilità dell’accadere, un lasciarsi andare, senza speranza. Illusi che i colori splendidi del mare e del cielo poco oltre quel pontile siano la chiave di quel turismo cui aspiriamo, e che questo si potrà compiere da solo senza il lavoro e l’azione quotidiana di ciascuno di noi.
Individuare le responsabilità di questo degrado è facile. Siamo circa sei milioni. Tutti noi. Che passiamo oltre, accettando tutto quanto vediamo attorno come parte ineluttabile del nostro presente e del nostro futuro. Senza agire, cullati dalle velenose parole del politico di turno, le parole che sembrano promettere una speranza ed invece raccontano solo un fallimento di una intera classe dirigente e di un’intera generazione di siciliani. Alzi la mano chi non le ha mai pronunciate: potremmo vivere di turismo ed agricoltura.
Le faccio i complimenti sig. Callea, l’ineluttabile è parte del carattere siciliano, e palermitano in particolare, nell’immaginario collettivo le cose per vivere meglio le deve sempre fare qualcuno che pero non si sa mai chi possa essere. cosi si sopravvive molto male, ma speravo nella mia generazione (42 anni), e sono stato disilluso alla grande, poi ho sperato nella successiva, e ho ricevuto una delusione ancora più grande. le generazioni a palermo si fotocopiano, la successiva è esattamente come la precedente, forse meno romantica, quindi più cinica, ma comunque una fotocopia.
Tristemente saluto.
Antonino, proviamo a riempire il vuoto della tristezza, con il tentativo, nobile e disperato di fare, quello che va fatto, qundo va fatto.
San Nicola è un gioiello incastonato nel degrado edilizio di una costa che quelli della mia generazione rimpiangono come un piccolo paradiso perduto. Almeno curiamo quel che c’è rimasto! Un grazie e complimenti a Giovanni Callea per questo magistrale intervento.