Sindaco Orlando, ma i vertici delle partecipate?
Torno a scrivere di politica e di amministrazione su Rosalio dopo la campagna elettorale per le regionali in cui mi impongo, come da tradizione, il silenzio sul tema per il potenziale conflitto di interessi.
Il sindaco Orlando lo scorso 20 settembre, alle prese anche lui con il potenziale conflitto di interessi tra primo cittadino e primo sponsor del fallimentare candidato gentile Micari, dichiarava: «Per evitare che si possa dare adito a polemiche e strumentalizzazioni in periodo elettorale, avvalendomi delle previsioni del Codice Civile, ho deciso che i vertici delle aziende partecipate del Comune siano prorogati oltre il termine di scadenza».
Nel caso specifico della Rap, l’azienda che gestisce i rifiuti con i risultati fallimenteri che sono davanti agli occhi di tutti, anche nel percorso Unesco, oggi decorrono i due mesi dalla decadenza dei vertici (regge il Collegio sindacale) e il sindaco aveva dichiarato: «Questo periodo di gestione tecnica, servirà per una valutazione complessiva della struttura aziendale, anche alla luce delle difficoltà che derivano dai gravissimi livelli di evasione (rispetto ai quali è in campo un’attenta e massiccia azione di indagine, sanzione e recupero), che determinano la nota crisi di liquidità, imposta anche dal fatto che per legge il Comune non può allocare proprie risorse straordinarie per i servizi legati ai rifiuti».
La colpa è sempre di qualcun altro nella politica contemporanea che non si assume la responsabilità delle proprie carenze ma qui tocca al sindaco che lo deve fare, senza provare a nascondere con la propaganda il deficit dei servizi.
La richiesta è di nominare immediatamente i vertici delle partecipate, sempre se ha finito con la politica estera, la politica regionale e la celebrazione di Palermo Capitale di Qualcosa in una città in cui i servizi essenziali che proprio le partecipate dovrebbero fare funzionare (rifiuti, trasporti, acqua) sono ancora sotto la soglia di qualunque decenza. Mi raccomando.
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