Gentilissimo Sindaco di Palermo,
mi chiamo Andrea Bartoli, svolgo la professione di Notaio e insieme a mia moglie Florinda, nel 2010, ho fondato Farm Cultural Park, un Centro Culturale indipendente a Favara.
Ero appena ventenne e studiavo giurisprudenza a Cagliari, quando Lei iniziava il suo primo mandato come Sindaco di Palermo, e ritornando in Sicilia e frequentando Palermo notai come in quel periodo la città di Palermo iniziava a risorgere, avere una “nuova primavera” come dissero in tanti.
Sono passati tanti anni da allora, Lei è stato ed è ritornato a fare il Sindaco di Palermo per altri quattro mandati; personalmente ho avuto la possibilità di ascoltarla pubblicamente diverse volte e rimanere affascinato, apprezzare e condividere le sue posizioni su tantissimi temi.
Concordo con Lei quando dice che «L’Europa potrà essere processata per genocidio» e che bisogna riconoscere il diritto di chi non sta bene nel proprio Paese di poter essere accolto nel nostro.
Spero di cuore che riesca veramente a fare la “Carta di Palermo”, abolendo il permesso di soggiorno. Sarebbe un momento da consegnare alla storia della città di Palermo e dell’umanità intera e consacrerebbe il ruolo di Palermo come modello di accoglienza.
Probabilmente non sarò il primo a dirglielo ma ho subito pensato a Lei e al suo amore per Palermo nel vedere il bravissimo Gérard Depardieu impegnato nel ruolo di Primo Cittadino della città di Marsiglia, nella serie televisiva francese prodotta da Netflix.
Mi permetto di scriverLe questa lettera pubblica perché spero che La sua sensibilità possa evitare alla città di Palermo di commettere uno storico grave atto di irriconoscenza e di mancanza di rispetto nei confronti di due suoi cittadini “speciali”, una coppia di artisti, Uwe e Costanza, che in regime di sussidiarietà, per quasi vent’anni hanno lavorato a Palermo e per Palermo. Continua »
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