Montante: indagati Crocetta, Vancheri, Lo Bello e Catanzaro
L’ex presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e gli ex assessori Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, sono indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’ex presidente della Confindustria Sicilia Antonello Montante, arrestato lunedì scorso.
Gli altri indagati sono il successore di Montante Giuseppe Catanzaro, il presidente dell’Istituto regionale per le attività produttive (Irsap) Maria Grazia Brandara e gli imprenditori di Caltanissetta Carmelo Turco, Rosario Amarù e Totò Navarra. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito dei partiti.
Sono intanto emersi alcuni particolari dell’arresto, come il presunto tentativo di distruzione di alcuni pendrive, poi ritrovati in uno zaino sotto l’abitazione, durante l’ora in cui Montante non ha aperto alla Polizia che voleva arrestarlo.
Montante, sentito dai giudici, ha detto di non sapere dei fascicoli ritrovati in casa sua e ventilato l’ipotesi di una vendetta da parte di Cosa nostra e dei suoi accusatori.
Tra gli appunti di Montante alcuni riguardavano anche l’entourage del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, con cui sembra fosse in confidenza fino al 2010, e sono stati ritrovati due curriculum vitae del genero di Orlando Andrea Passannanti e un appunto «x organi sindacali».
AGGIORNAMENTO n.1: un video hard attinente alla vita privata dell’ex presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta sarebbe stato utilizzato per ricattarlo da Montante, che si sarebbe attivato per impedire che non meglio precisati giornalisti lo pubblicassero. In cambio sarebbero state nominate in giunta Linda Vancheri e Mariella Lo Bello e all’Irsap il commissario Maria Grazia Brandara.
AGGIORNAMENTO n.2: Crocetta avrebbe accettato per la campagna elettorale del 2012 un milione di euro da Montante e dagli imprenditori nisseni Carmelo Turco, Rosario Amarù, Totò Navarra e Giuseppe Catanzaro.
AGGIORNAMENTO n.3: Crocetta smentisce l’esistenza del video e annuncia querele.
AGGIORNAMENTO n.4: il presidente della Regione Nello Musumeci ha rilasciato una dichiarazione.
«Lasciamo lavorare la magistratura e però, lasciatemi anche dire, che l’industria dell’antimafia in Sicilia deve chiudere i battenti. L’antimafia finta non può consentire anche in politica facili carriere, l’antimafia si predica nel dovere del silenzio giorno dopo giorno. […] Nello specifico rimango molto amareggiato, ricorderete di essere stato io uno dei pochi che in Aula ha denunciato la mafia dell’antimafia nel silenzio generale della stragrande maggioranza del Parlamento».
AGGIORNAMENTO n.5: il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha rilasciato una dichiarazione.
«Il quadro che si delinea con le notizie sull’indagine della Procura di Caltanissetta sugli intrecci fra potere confindustriale e governo regionale è sempre più fosco. Emerge un sistema articolato nel quale le politiche della Regione Siciliana guidata dal precedente Governo sarebbero state non ispirate ma letteralmente asservite ad interessi privati in diversi settori strategici. Se questo quadro sarà confermato, è evidente che i Comuni, come elemento cardine fondamentale del rapporto fra istituzioni e cittadini, ne hanno subito un gravissimo danno con ripercussioni sui servizi, sulla programmazione degli interventi, sulle scelte strategiche. Per questo il Comune di Palermo si costituirà parte civile nel procedimento ed io stesso proporrò all’Ufficio di Presidenza dell’Anci che l’Associazione faccia lo stesso».
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