Quando finisci il turno al ristorante e ti prende la nostalgia di qualcosa che somigli al cibo di casa. E allora ti infili nell’antro unto del take-away turco-scozzese, ti avvicini al bancone, chiedi: «A medium size vegetarian pizza«. Poi ti prende un poco di vergogna e aggiungi: «Without pineapple, please«.
È allora che un uomo con una bottiglia ti barcolla addosso spargendo birra tutto attorno. Ti dice: sorry. Ti chiede: «Where are you from?».
«I’m from Italy».
«Oh, Italy. Where about?».
«Sicily».
«Sicily? Oh my god, you’re from fucking mafia!».
Se è vero che in vino veritas, episodi come questo mi fanno pensare, mi fanno chiedere: cosa ne sanno i britannici della Sicilia? Come se la immaginano? Davvero la prima associazione e sempre con la mafia?
Provo a discuterne con Simone, quando alla fine della serata ci sediamo, io e lui, davanti la porta del ristorante dove lavoriamo, a guardare il cielo di Edimburgo ancora chiaro alle dieci di sera, quando l’aria è tiepida e l’odore di carne arrostita che si spande dalla cucina rievoca le scampagnate di casa nostra. Continua »
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