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    28 arresti, tra loro il “cassiere di Cosa nostra”

    I finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno fatto scattare misure di custodia cautelare in carcere, ai domiciliari e misure cautelari alternativa per 28 persone. Ai domiciliari anche l’avvocato Nico Riccobene che era stato già indagato nei mesi scorsi.

    Tra i destinatari dei provvedimenti c’è Giuseppe Corona, che è accusato di reinvestire soldi provenienti da affari criminali in nuove attività commerciali come bar, centri scommesse e tabaccherie (alcune delle quali sono state sequestratate). Altro destinatario di un divieto di dimora il precedente recente proprietario del bar Alba di Mondello e di piazza Don Bosco.

    Uno dei luoghi principali è la Caffetteria Aurora, di fronte al porto, di cui risulta proprietario il cognato di Corona, erano passati anche l’attuale vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio e l’attuale leader dell’opposizione alla Regione Giancarlo Cancelleri, entrambi del MoVimento 5 stelle. La caffetteria ha effettuato diversi catering anche a Villa Niscemi, sede di rappresentanza del Comune di Palermo.

    AGGIORNAMENTO n.1: Cancelleri ha commentato su facebook.

    Foto con il mafioso? TUTTO FALSO.
    Ecco come stanno le cose

    ************
    Stamattina mi sono svegliato e la prima cosa che ho scoperto è che in qualche modo sono diventato uno di quelli che si affilia a qualche clan mafioso.
    Sono chiaramente tutte cazzate, le smentiamo in maniera categorica e da subito.
    La mafia, non solo dalle intercettazioni non sta con noi, non solo dalle intercettazioni parlando di Bagheria dice che non “ci sono più occhi per piangere con Patrizio Cinque”, oppure quando si parla di altri sindaci del Movimento 5 Stelle dice che sono inavvicinabili come il vicesindaco di Civitavecchia o il Sindaco di Pomezia.
    Ma anche quando parla (la mafia) delle regionali in Sicilia dice che dare il voto a Cancelleri ed al Movimento 5 Stelle sarebbe un voto perso perchè noi con la mafia non faremo mai affari.
    E’ questa la verità delle cose e lo dicono direttamente i mafiosi, non lo diciamo noi.
    Allora quando su Repubblica viene scritto che hanno arrestato Corona, il tesoriere della mafia, e su facebook viene pubblicata una foto, si dovrebbe anche dire che nessuna delle persone ritratte è Corona, l’arrestato per mafia, solo che non lo dicono.
    E allora io oggi mi sono alterato, mi sono leggermente incazzato, perchè non permetto a nessuno di diffamare la mia immagine, l’immagine di Luigi Di Maio, del Movimento e del grande lavoro che stiamo facendo.
    Oggi leggo agenzie, post, uscite di altri parlamentari del Partito Democratico che ci mandano a dire: “Spiegateci cosa ci facevate nella foto col mafioso…”
    Non c’è nella foto il mafioso! Non c’è perchè non è nessuno di questi due.
    E’ questo il problema.
    Camminavamo per strada (Io e Luigi Di Maio) dopo un incontro, parlavamo di imprese quel giorno.
    Abbiamo finito (era il 26 Ottobre) dopo una campagna elettorale estenuante, un caldo torrido, la cravatta che mi soffocava, arrivammo davanti questo bar e dissi: “Luigi prendiamo un caffè perchè ne ho davvero bisogno”.
    Siamo entrati, abbiamo preso un caffè mentre il gestore ci ha chiesto di fare una foto insieme, abbiamo pagato, salutato, e siamo andati via.
    Non sono mai andato nè prima nè dopo, io non conosco queste persone e non le ho mai più incontrate, mai, e questa cosa è abbastanza ovvia.
    Se qualcuno può pensare che loro (i gestori del bar) pubblicando questa foto abbiano voluto dire che in qualche modo ci erano vicini rispondo: Noi non permetteremo mai a nessuna organizzazione criminale di infiltrarsi all’interno del Movimento 5 Stelle, noi siamo quelli che vogliono aumentare il peso penale del 41BIS e 41TER.
    Noi siamo quelli che vogliono togliere i vitalizi, le pensioni e lo stipendio a chi si macchia di reati che hanno a che fare con gli articoli di mafia del codice di procedura penale.
    Noi siamo contro una battaglia blanda alla mafia e siamo a favore di tutte quelle linee che mirano a distruggere le organizzazioni criminali.
    Noi siamo tutto questo e lo abbiamo sempre dimostrato con i fatti.
    Per cui quando qualcuno (Repubblica) scrive cose del genere non solo ci rimango male ma mi incazzo!
    Mi incazzo perchè dico a quel boss lì (che non conosco e non ho mai incontrato e non ho nessuna foto con lui) che lui non si potrà mai avvicinare al Movimento 5 Stelle perchè io non glielo permetterò, io e la mia storia non glielo permetteremo e non glielo permetterà mai il Movimento.
    Ma allo stesso momento dico a chi fa giornalismo in questo modo (che prende due avvenimenti accaduti e li mescola insieme per raggiungere un unico obiettivo che è quello di infangare, di diffamare) che non posso permettere tutto ciò, per cui porterò in tribunale e querelerò il giornalista autore di questo articolo e Repubblica, perchè mi sono stancato di dovermi difendere e di fare il ragazzo per bene.
    Vi querelo e vi porto in tribunale, e non lo so come andrà a finire, io difendo il mio onore, difendo il mio volto, la mia storia e quella del Movimento che è un Movimento di legalità ed è un Movimento che combatte la mafia.

    E ai boss mando a dire che è inutile avvicinarsi perchè come a Bagheria non restano loro neanche gli occhi per piangere, non avranno occhi per piangere in nessuna parte d’Italia perchè non faremo mai affari con loro e li combatteremo finchè non li avremo debellati.
    La mafia è una montagna di merda ed è arrivato il momento storico di buttarla via e cancellarla definitivamente.
    Vi voglio bene e non credete MAI a Repubblica.

    Posted by Giancarlo Cancelleri on Monday, July 16, 2018

    AGGIORNAMENTO n.2: è giunta una nota dal Cerimoniale del Comune.
    «Non esiste nessun rapporto contrattuale né con le ditte, né con gli indagati coinvolti nell’indagine. Le immagini si riferiscono certamente ad un evento privato svoltosi all’interno della Villa col patrocinio del Comune, la cui organizzazione e responsabilità ricadono unicamente sull’ente patrocinato».

    Palermo, Sicilia
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