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    Disallineamenti in crescita per le partecipate del Comune, l’opposizione all’attacco

    Le opposizioni in Consiglio comunale al Comune di Palermo attaccano il sindaco Orlando sui conti e sulle società partecipate. Palermo è tra i 62 comuni che non aveva approvato il consuntivo entro il 30 aprile ed è stato commissariato ma la bufera riguarda i disallineamenti nelle partecipate (soprattutto Amat e Rap).

    I consiglieri del MoVimento 5 stelle ieri dichiaravano: «Il sindaco Orlando è un bugiardo, ha mentito al Consiglio comunale e alla città: i disallineamenti con le partecipate nel 2017 superano i 70 milioni di euro, mentre i servizi di Rap e Amat sono sempre più scadenti. Orlando si dimetta». Orlando ha replicato: «Mi spiace che continuino questi comportamenti da dilettanti allo sbaraglio da parte dei consiglieri comunali del MoVimento 5 stelle, ubriacati dalla quantità di informazioni e dati che abbiamo reso evidenti con l’approvazione del bilancio consolidato 2016 e la mia successiva direttiva impartita a tutte le società partecipate. Non si spiega altrimenti la confusione fra bilanci di diverse annualità, fra consolidato e consuntivo. Non si spiega altrimenti il fatto che vengano annunciate come grandi scoperte i dati sui disallineamenti che, invece, proprio io ho citato già da settimane nella nota inviata alle partecipate». La controreplica: «La verità è che l’unico dilettante allo sbaraglio risulta, ahi noi, essere proprio Orlando. Infatti è stato proprio lui a dichiarare nel corso della seduta del consiglio comunale del 30 maggio 2018 che i 42 milioni di euro “sono frutto di un disallineamento del passato che non si verifica più nel futuro perché viene messa in sicurezza il sistema delle partecipate” e, invece, con il rendiconto del 2017 si registra un disallineamento che lievita a 60 – 70 milioni di euro che prova in modo incontestabile due circostanze: la totale incapacità gestionale dell’amministrazione comunale e la crisi economico-finanziaria-organizzativa del comune e delle sue partecipate. Infine non possiamo che stigmatizzare i toni utilizzati dal primo cittadino poco consoni alla sua figura e alla gravità della situazione che vivono i cittadini palermitani».

    Stamattina è tornato su tema Fabrizio Ferrandelli che già nei giorni scorsi aveva chiesto le dimissioni del sindaco: «Nel 2017 il disallineamento è salito a 70 milioni. Ai 42 milioni del 2016 si aggiungono quelli 2017 in gran parte per i conti di Amat e Rap. Inoltre, a causa della gestione fallimentare e all’incapacità di pianificazione, non ci è ancora dato conoscere come il sindaco, con il previsionale 2018 (anche se otto mesi sono già trascorsi), intenda porvi rimedio. Noi un suggerimento lo avremmo vada a casa e lasci fare a noi, che questi numeri li avevamo preannunciati già in campagna elettorale, quando il sindaco invece mistificava la realtà rassicurando i cittadini. Alle sue menzogne noi contrapponevamo i dati che si sono poi rivelati corretti. Noi, al contrario, abbiamo avuto tutto il tempo di studiare soluzioni. L’Amat è sul baratro e il tram sta trascinando l’azienda a fondo, le linee non sono sostenibili e bisogna immediatamente bloccare la progettazione delle nuove. I disallineamenti dell’azienda però non hanno a che fare solo col passato, ma riguardano anche il 2017: il fallimento di Amat è responsabilità del sindaco e dei suoi assessori e di politiche scellerate sulla mobilità,come quelle della Ztl che si è rilevata una tassa nemmeno capiente a coprire i costi del tram e che invece, così pensata, ha fatto chiudere centinaia di attività commerciali. Troviamo preoccupante il silenzio dell’azienda e dei sindacati: non capiscono cosa sta accadendo? Trovo più patologico dei debiti fuori bilancio (31 milioni quelli di tipologia E ed F) l’incapacità di pianificazione per porvi rimedio».

    Palermo, Sicilia
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