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venerdì 15 nov
  • Favignana

    Decalogo per il visitatore isolano

    Quest’anno un sacco di amici mi hanno detto che saranno in Sicilia per le vacanze. Per loro e anche per tutti gli altri ho scritto questo piccolo elenco.

    1. Preparati allo stupore: sì amico mio. Perché la Sicilia stupisce, lasciando tutti a bocca aperta. Nel bene e nel male: toccherà a te decidere.
    2. Dimentica la puntualità. In Sicilia il tempo non esiste. Un vero siciliano non ti dirà mai «ci vediamo alle 20!». Ti dirà invece «ni videmo a ‘dda via di l’ottu», una finestra temporale che spazia tra le 19:45 e le 20:45. Il primo che arriva, aspetta gli altri.
    3. Non rifiutare mai il cibo. Siamo figli di greci, capisci a me. L’ospitalità è sacra, l’ospite è una divinità. Il cibo da noi è un modo per dire “ti voglio bene”. Più il piatto è pieno, più amore ti stanno dimostrando. Anche se questo vuol dire 3 Kg in più sulla bilancia in meno di 24 ore.
    4. Lo spazio è una convenzione. La tavola è apparecchiata per dieci? Sarete almeno una quindicina. Un ombrellone va bene per due persone? Noi ci accampiamo sotto intere famiglie. La frase che sentirai più spesso quando sarai giù è «che problema c’è: ci stringiamo!». Che se ci pensi ha un significato bellissimo: stiamo più stretti, ma stiamo anche più vicini.
    5. Ognuno è il “compare” di qualcun altro, anche se non ci sono legami di parentela. Ti sentirai chiamare ‘mpare dal parcheggiatore abusivo, dal panettiere, persino dal venditore ambulante di collanine sulla spiaggia. Perché a noi, popolo di emigranti, non ci importa da dove vieni: Polentone, africano, giapponese, aborigeno: quando arrivi tu per noi sei già di famiglia.
    6. Scordati il silenzio. È la nostra vena araba, che ci vuoi fare! Il siciliano non parla, canta. Non ha un tono di voce alto, ma “vannia”. Al mercato, a casa, da balcone a balcone noi gridiamo, chiamiamo, imprechiamo. Insomma se non ci vedi, ci sentirai.
    7. Onora i nostri Dei, qualsiasi essi siano. Vulcani che buttano fuoco, ninfe delle sorgenti, santuzze con gli occhi al cielo o cristi sulla croce. Da nessun’altra parte del mondo troverai tanta devozione mischiata ai riti pagani. Abbiamo così tanta fede da poterci votare a più di una divinità senza che ciò ci crei dissidi interiori.
    8. Comprendi la nostra relazione “complicata”. Ogni siciliano ama la sua terra follemente. E come ogni amore folle è fatto di slanci di passione e odio profondo. Di baci sulla bocca e graffi sulla pelle. Quando siamo altrove ci manca da morire la Sicilia, e quando siamo in Sicilia e fissiamo l’orizzonte spesso ci immaginiamo altrove.
    9. Qui c’è la Storia. E non una, ma decine. Ogni angolo, ogni statua, ogni persona ha qualcosa da dire. Colapesce, Gammazita, Aci e Galatea, Orlando, Polifemo, Cariddi, Lisabetta da Messina, Tifeo. Mettiti comodo, ne abbiamo da raccontare!
    10. Non ti innamorare. E lo dico per te. Ci vuole stomaco per salire ogni volta su un aereo e lasciarsi alle spalle questa Meraviglia. E ci vuole altrettanto coraggio per decidere di restare qui, ad accettare le contraddizioni di quest’isola, la sua ricchezza e la sua miseria, il suo sfarzo e la sua semplicità.

    Questo è quanto, visitatore, non c’è niente di meno, forse solo molto di più.
    Ma lasceremo che sia tu a scoprirlo: buon viaggio!

    (foto di Tommie Hansen)

    Palermo, Sicilia
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