Più in là del Sud, sarà un’impresa!
Ispirato dall’aria che tira da sempre nella nostra Sicilia e spinto da un’innato arrangiamento fantasioso vorrei proporre solo l’inizio di una possibile svolta economica tanto ardita quanto assurda, dipende come la si vede.
Ma la Sicilia è culla di menti ed idee fantasiosamente vere se realizzate davvero.
Non esiste una bacchetta magica che possa sistemare tutto subito ma per ogni svolta umana vi è sempre un inizio.
Io vorrei proporre alla Regione Siciliana (con il sostegno di tutto il popolo siciliano) di farsi promotore di un’iniziativa di largo respiro che includa realtà pubbliche e private del lavoro per sviluppare un progetto umanitario ed economico internazionale.
L’idea è quella di metter su delle imprese agricole e manifatturiere in paesi con difficoltà economiche (dall’Africa al Medio Oriente) in accordo con le amministrazioni nazionali e locali.
Aspe’, non è tutto!
Queste imprese darebbero un salario a tante persone che potrebbero trovare una stabilità economica nella loro terra di natia.
Continua…..
I ricavi di queste imprese (che ritorneranno dall’estero) ovviamente serviranno al sostentamento delle stesse ed allo sviluppo di nuove imprese.
Una buona percentuale dei loro prodotti verranno venduti localmente a basso costo per essere accessibili a tutti.
Inoltre queste stesse imprese replicheranno il progetto agricolo e di allevamento (probabilmente anche quello manifatturiero) qui in Sicilia in terreni non sfruttati/incolti e con lavoratori misti (giovani siciliani e stranieri con permesso di soggiorno).
Di questo indotto faranno parte aziende locali che per parteciparvi assumeranno nello stesso modo detto prima.
Queste imprese, in Sicilia, non pagheranno le tasse e le cifre risparmiate con questa esenzione alimenteranno un fondo sanitario per quei paesi svantaggiati partecipanti al progetto.
Il progetto può essere replicato aiutando altre nazioni più povere e può essere certo preso a modello da altre nazioni europee più stabili economicamente.
Le imprese faranno capo alla Regione Siciliana ed amministrate da associazioni di cittadini che sceglieranno come redistribuire i guadagni per progetti sociali ed occupazionali verso giovani e disoccupati siciliani.
Quando il progetto si reggerà sulle proprie gambe verranno ripagati e ringraziati gli investitori iniziali (oppure potranno recuperare l’investimento iniziale sotto forma di sgravi o esenzioni fiscali), così l’intero progetto avrà una circolarità autonoma e perpetua che dall’estero alla Sicilia farà lavorare tanta gente facendo “girare” l’economia ma soprattutto la prospettiva di un futuro.
Capisco che tra il dire ed il fare c’è realmente il mare e che ci sono mille variabili negative come la corruzione,la sicurezza,la logistica e il semplice reperimento delle forniture e risorse elementari.
Cose che spesso avvenivano ed avvengono ancora in Sicilia.
Tenete presente che parliamo di imprese che svilupperanno i lavori più arcaici e naturali che esistano, quello della terra e dell’allevamento, così istintivamente familiari e naturalmente necessari.
Come dicevo prima non bisogna guardare sempre e preventivamente al percorso ma all’inizio e, se si vuole, l’inizio buono si troverà.
Basta solo l’inizio.
Naturalmente dopo la nascita e con la crescita del progetto,secondo il suo sviluppo sociale, potranno nascere accordi commerciali con i paesi dell’aria del Maghreb, del Medio Oriente e dell’Europa.
Quindi i primi non dovranno fare concorrenza ai prodotti doc siciliani (alcuni prodotti o una concorrenza concordata), volto a valorizzare il Made in Italy ed i secondi acquisteranno buone percentuali di prodotti delle imprese.
Detto così sembra facile e si potrebbe dire che qualcuno ne possa essere penalizzato ma essendo una bozza di idea certo si potrà sempre arrivare ad un giusto equilibrio commerciale.
Poi al di là degli accordi commerciali vi sono quelli puramente umanitari che potrebbero coinvolgere allo stesso modo altre nazioni.
Così esposto è un progetto rozzo poichè privo di nozioni economiche e burocratiche ma nella sua semplificazione è aperto a grandi rimaneggiamenti e sviluppi poiché a rigor di logica potrebbe avere realmente un senso.
Questo progetto si puó definire no profit poiché il suo senso non è un guadagno aziendale o un espansione economico-commerciale dell’impresa ma semplicemente, oltre al suo stesso sostentamento, di produrre salari da redistribuire ai lavoratori e quindi alle famiglie.
Un’impresa può semplicemente mantenersi e rimanere stabile, redistribuendo tutti gli utili,come delle piccole oasi colonie che voglio solo vivere e continuare a vivere.
Un espansione socioeconomica piuttosto,per far nascere e crescere redditi familiari che possano giovare alla società e contribuire all’economia locale.
Sono tanti piccoli circoli che formano dei mulinelli sociali che muovo soltanto l’economia e lo sviluppo sociale e non le persone.
Certo non risolverà tutti i problemi economici e sociali ma sarà un inizio alla quale anche altre realtà potranno attingere.
Se nessuno inizia nessun altro potrà seguirti, in fondo tutti i lunghi cammini iniziano con un primo piccolo passo.
Regione dopo regione e nazione dopo nazione…….idee ed esempi simili possono crescere…….
bellissimo. ma. L’ UEuropea sarà d’accordo?